Anime & Manga > Magi: The Labyrinth of Magic
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Autore: Kalbalakrab    25/09/2013    3 recensioni
Sphintus deve far capire a Titus che le persone non possono piacerti tutte in egual maniera, ma non sempre le parole sono l'insegnamento più efficace.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sphintus Carmen, Titus Alexius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ci sono troppe poche Sphintits qui dentro e_e meglio rimediare, soprattutto dopo gli ultimi capitoli XD!

***

All’inizio non l’avevo riconosciuto. Se non fosse stato per Aladdin e il suo “Titus!” o per Marga e quel suo “Bentornato a casa!”, probabilmente sarei giunto alla conclusione che stavo semplicemente impazzendo, in balia di qualche visione.
A mente lucida mi domando: come biasimarmi?
Titus era morto. Ed ero stato io a trovare il suo scheletro accanto alla piccola Marga. Com’era possibile tornare dal regno dei morti? Non ne avevo idea e me lo chiedo tutt’ora, mentre guardo la bambina dai capelli ramati venir imboccata con gesti e suoni infantili, seduta dalla parte opposta alla mia, sulla carovana diretta per Sindria.
 “Swissh! Apri la bocca al volere della mia bacchetta magica, Marga!”.
La piccola scoppia a ridere e finge di essere sotto l’effetto di qualche incantesimo, per poi accogliere il cibo con “Aam” di approvazione.
Titus sorride raggiante e si volta a guardarmi, come si aspettasse la stessa reazione anche da parte mia. Quando si accorge che non ricambio, inclina la testa da un lato e mi sventola la mano libera dal cucchiaino davanti alla faccia.
“Mondo reale chiama Sphintus, ci sei?”
“Uh?” mugugno in un sussulto, facendolo ridere.
“Di nuovo assorto nei tuoi pensieri? Lo fai spesso da quando abbiamo lasciato Magnostadt ”.
“Se è per questo, tu sei sempre di buon umore”.
Titus mi guarda per un attimo perplesso.
“Perché non dovrei?”.
Giusto, perché non dovrebbe? È vivo. E non solo, è persino un magi, adesso. Non riesco a rispondergli.
Mi rendo conto di essermi spinto troppo in là quando lui distoglie lo sguardo e torna a concentrarsi su Marga, come deluso dal fatto che non sono raggiante come lui in questi ultimi giorni.
Sono deluso anche io da me stesso.
Quando ho realizzato che era lui, che era veramente lui quello davanti a me, gli sono corso incontro senza pensarci due volte.
I giorni successivi sono stati fra i più felici della mia vita.
Abbiamo parlato con Aladdin, con i suoi due amici, Alibaba e Morgiana, con il Re di Sindria e i generali di Kou. Ho persino avuto l’onore di scambiare qualche parola con il sovrano di Heliohapt e Titus è stato ufficialmente riconosciuto come Magi di Reim. Abbiamo lasciato agli altri le discussioni sulla disputa di Magnostadt e siamo andati in giro, come niente fosse, come se niente ci importasse. A volte Aladdin era con noi ed eravamo di nuovo noi tre come all’inizio. Altre volte andava dai suoi vecchi amici e lo sostituiva la piccola Marga.
Quelle sere io e Titus ci limitavamo a stare seduti sul muretto della piazza principale del nostro settore, ormai quasi del tutto ricostruito grazie alla magia, e guardavamo la più piccola inseguire le lucciole estasiata e instancabile come sempre.
Non so cosa mi abbia spinto ad aprire la bocca proprio quel giorno, proprio in quell’occasione. Insomma, mi sono accorto fin da subito dell’effetto che Titus ha su di me quando mi sta vicino, soprattutto da quando è tornato, ma non è da me rendermi così ridicolo e patetico.
“Mi piaci”, gli dissi quella sera, tutto d’un fiato, sperando che mi stesse ascoltando per evitare l’imbarazzo di dover ripetere. Titus si voltò verso di me e con un sorriso rispose “Anche tu mi piaci”, come fosse una cosa normalissima da dire.
Fine della storia.
La peggior confessione di sempre, credo.
E’ per questo che non riesco a essere più di buon umore?
“Si è addormentata”.
La sua voce mi distrae dai miei pensieri un’altra volta.
“Per i bambini è più facile addormentarsi con la pancia piena” rispondo.
Titus annuisce e quando la carovana scontra con la ruota un dosso sul percorso, per poco non rovescia tutto il cibo lasciato da Marga sul tappeto.
“Whoops” sorride di nuovo e devo concentrarmi per non arrossire. Perché deve essere così dannatamente carino? Con i capelli lunghi, poi, è persino più bello. Quando è tornato come magi, avvolto solo da una veste di Reim che a malapena gli copriva l’ombelico, per poco non sono morto d’infarto.
Decido di riprovarci, ora che solo lui può sentirmi.
“Hey”.
Attiro la sua attenzione e lui si volta a guardarmi con aria interrogativa.
“Mi piaci” dico di nuovo, sostenendo sicuro il suo sguardo.
Per un attimo sembra non capire, ma poi sorride e come niente fosse ripete le mie stesse identiche parole.
“Mi piaci anche tu”.
Non lo capisce, avevo intuito bene sin dall’inizio. Forse non dovrei prendermela, dopotutto nemmeno aveva mai visto un gatto, come posso pretendere che sappia in che modo mi piace?
“Il vecchio Te, mi avrebbe riempito di insulti”.
“Ma il nuovo Me ha capito l’importanza di certe cose”.
“No, non credo”.
A questo si acciglia.
“Perché vuoi litigare, Sphintus? Non stai cercando di fare altro da giorni”.
“Non sto cercando di litigare!”.
“Invece sì! Quando ho abbracciato i compagni del nostro corso, hai tenuto il muso per ore. Che ti prende?”.
Perché è così duro a capire certe cose?! Non è normale sentirsi gelosi quando la persona che ti piace va in giro a dare baci e abbracci a chiunque?! Da quando è tornato non ha fatto altro che “dimostrare quanto tiene a tutti”.
La cosa mi fa impazzire.
“D’accordo, ho una domanda per te, piccolo lord” al soprannome storce il naso, ma si avvicina sino a sedermi affianco.
“Sentiamo”.
“Quanto ti piaccio?”.
Lo vedo spalancare gli occhi, come se gli avessi appena detto che il cielo è verde e l’erba blu. La sua reazione mi ruba un sorrisetto soddisfatto. Ora ho io il coltello dalla parte del manico.
“Che significa?”.
Mi fingo shockato.
“Ma come, non lo hai ancora capito? Nel mondo reale le persone ti piacciono secondo un certo ordine”.
La cosa sembra turbarlo, quasi fosse una lezione che un professore della scuola o Lady Scheherazade si sono accidentalmente dimenticati di insegnargli.
“In che ordine?”.
“Questo sta a te deciderlo”.
“E come faccio a deciderlo?”.
Sospiro. La cosa si sta complicando più del previsto.
“D’accordo, ti faccio un esempio. Fra Aladdin e il suo amico Alibaba, chi preferisci?”.
Non ci pensa molto su, anzi, alza pure le spalle come se la risposta fosse ovvia e io fossi un cretino completo per aver fatto una domanda del genere.
“Aladdin, ovviamente!”.
“Quindi Aladdin ti piace più di Alibaba”.
Titus mi guarda perplesso, ma prima di aprire bocca decide di rifletterci sopra ancora un po’. Che abbia capito?
“Però fra Aladdin e Marga…” dice.
Non ha capito nulla.
Roteo gli occhi.
“Non puoi scegliere, in quel caso.”
“Perché no?”
“Perché sono completamente diversi. Insomma, Marga è una bambina e…beh, anche Aladdin è più piccolo di noi, ma…”
“Sphintus, mi stai confondendo”.
Sbuffo. Mi sto confondendo pure io, diamine.
“Sai una cosa? Lascia perdere”.
Reclino la testa e chiudo gli occhi, godendo del silenzio che si viene a creare fra di noi. Titus mi asseconda per un po’ di minuti, fino a quando non decide che ne ha avuto abbastanza.
“E tu fra Aladdin e Alibaba chi preferisci?”.
Lo osservo di sbieco, stranito.
“Nemmeno lo conosco Alibaba!”
Titus annuisce e torna in silenzio. Poi ricomincia.
“E fra Aladdin e Kukulcan?”
 “Ma che domande fai!?”
Scoppiamo a ridere e Marga si gira su un fianco, suggerendoci involontariamente che stiamo facendo troppo rumore e rischiamo di svegliarla. Porto un dito indice alle labbra e Titus annuisce, capendo al volo.
Mi abbasso un po’ per avvicinarmi di più e farmi sentire anche a bassa voce da lui.
“Comunque Kukulcan. Almeno con lui non rischi di rimanere senza più cibo in tavola nel giro di pochi minuti”.
Titus ridacchia di nuovo e non posso fare a meno di notare quanto mi piace il suono della sua voce.
“Sphintus”
“Mh?”
“E fra Aladdin e me?”.
Ecco una domanda che non mi aspettavo. Ma forse è anche un colpo di fortuna, no? Potrei confessargli di nuovo quello che provo, e magari questa volta capirebbe sul serio.
“Scelgo te” dico, facendolo sorridere soddisfatto.
“E’ per via del cibo anche nel mio caso?”
Roteo gli occhi, divertito.
“No, cretino”. Mi abbasso ancora un po’, in modo da riuscire a sussurrargli direttamente nell’orecchio. “Sceglierei sempre te”.
All’improvviso mi torna il coraggio e la sicurezza solite della mia nazione.
“Sceglierei te in confronto a chiunque”. Anche se sei uno stupido e non capisci una confessione, né una ri-confessione.
Lo sento irrigidirsi sotto il mio fiato sul collo, forse involontariamente, forse perché la troppa vicinanza lo disturba, ma non si sposta comunque e più lo guardo e più mi viene voglia di avvicinarmi ancora di più e toccarlo fino a fargli capire con la forza quanto mi piace.
Ma la sua domanda interrompe tutto.
“Perché?”
“Perché mi piaci, te l’ho già detto”.
Titus alza finalmente il volto e incrocia il mio sguardo. Ha le guance rosse come non mai e mi accorgo che ha capito, finalmente. Dovrei sentirmi ancora più sicuro di me, invece è come se qualcosa mi stesse stringendo lo stomaco e accoltellando al petto allo stesso tempo.
Merda.
“Quindi…ti piaccio come si piacciono due persone prima di avere un figlio?”.
“B-Beh…se la vuoi mettere così”.
E’ la seconda confessione peggiore della storia, fantastico.
Titus riporta lo sguardo davanti a sé, verso Marga, ma sembra stia guardando oltre, come se nemmeno vedesse cosa ha davanti agli occhi. Un’ondata di sensi di colpa mi investe in pieno. Sono un cretino. Dopo tutto quello che ha passato, ora sono proprio io a ributtarlo nei casini. Stupido. Non potevo starmene zitto e basta?
“Sphintus?”.
La sua voce mi fa sussultare.
“Sì?”.
“Questa cosa dell’ordine con cui ti piacciono le cose… esiste anche per le azioni o i gesti?”.
Non capisco dove voglia arrivare col discorso, ma annuisco.
“Direi di sì…insomma…sì, decisamente”.
Titus si volta a guardarmi di nuovo.
“Allora devo provare una cosa”.
Prima che possa chiedergli cosa?, si tira su sulle ginocchia e si avvicina fino ad appoggiare le labbra alle mie. Avvampo senza sapere cosa fare o come reagire. Neanche mi avesse letto nel pensiero, Titus chiude gli occhi e porta le mani ad afferrarmi per il colletto della tunica nera, attirandomi maggiormente a sé.
Non capisco più niente ed è tutta colpa sua. Odora di buono, come di qualcosa di primaverile e fresco e le sue labbra hanno un retrogusto dolce che non pensavo di poter sentire su un ragazzo. Sì, perché nonostante venga da Heliohapt, lui è il mio primo ragazzo e onestamente penso che nessuna femmina possa reggere il confronto con la sua bellezza.
Quando faccio per imitarlo e chiudere gli occhi, ormai completamente perso e con la voglia di assaggiarlo di più, lui si ritrae, lasciandomi lì a fissarlo come un ebete.
"D’accordo" dice "Ero indeciso, ma questo chiarisce tutto".
Corruccio lo sguardo, perplesso, e devo deglutire più volte per ritrovare la voce e domandare
"Chiarisce…cosa?"
Titus si lascia andare a un sorrisetto furbo e malizioso allo stesso tempo
"Chiarisce se preferisco darti un pugno o baciarti, e la seconda è decisamente prima nel mio ordine ".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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