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Autore: _KyRa_    26/09/2013    9 recensioni
[ Sequel di Coming Home ]
“Beh, io te l'ho sempre detto.” ribatté lui, per suo sollievo. “Sono i tuoi genitori. È normale per loro guardare oltre.” Parlava con calma ed Ingie non capiva se si trattasse di freddezza, serietà o quiete. “Anche io l'ho fatto, d'altronde.”
Abbassò lo sguardo, non più in grado di reggere il suo, e sorseggiò un po' d'acqua, percependola gelida lungo la sua gola. Una parte di lei avrebbe voluto gettare a terra quel bicchiere, fare di corsa il giro del tavolo e ricordarsi com'era fare l'amore con lui; l'altra, quella più razionale, sapeva che qualcosa stava per cambiare e che ciò avrebbe portato ad una decisione sofferta, che avrebbe fatto male ad entrambi.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Turning points'
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Eleven
What about us?





Gli occhi erano rimasti aperti tutta la notte. Ancora nuda, era rannicchiata a letto. I muscoli doloranti ed il cuore a pezzi. La sveglia aveva già suonato da mezzora ma non aveva ancora trovato la forza o il coraggio di alzarsi. Lo sguardo fisso nel vuoto non aveva mai indugiato su altro.

Non aveva smesso di ripensare a ciò che era successo la sera prima con più lucidità. La sua testa era attraversata da milioni di pensieri contrastanti, un dolore incessante allo stomaco la faceva rannicchiare sempre di più su se stessa. Aveva bisogno di riordinare le idee.

Aveva fatto l'amore con Tom.

Era stato bellissimo ed emozionante. L'amore che provava per lui si era di nuovo manifestato più potente che mai. Sentirlo di nuovo stretto a lei, stare fra le sue braccia muscolose, respirare il suo profumo e bearsi delle sue labbra era qualcosa che andava al di là dell'immaginabile.

Tom l'aveva lasciata di nuovo sola.

La paura che potesse essere per sempre era incontenibile. Per quanto sbagliato fosse stato nei confronti di Keri, pregò perché non si fosse pentito. Forse ora si detestava per aver ceduto nuovamente con lei, nonostante le sofferenze che gli aveva inferto.

Aveva tradito Luke.

Su quell'ultimo punto non sapeva cosa pensare, se non provare un fortissimo senso di colpa. Aveva agito alle sue spalle, senza nemmeno riflettere. Si era buttata fra le braccia di Tom non appena si era presentata l'occasione e ciò che era peggio era che Luke, per un momento, aveva sfiorato i suoi pensieri ma non l'aveva fatta desistere dal continuare. Si sentiva una persona orribile, una persona che continuava a prendere in giro un ragazzo che meritava tanto.

Una lacrima bagnò il cuscino sotto la sua testa. Si sentiva scossa, piangeva senza un motivo ben preciso. Piangeva semplicemente perché aveva bisogno di piangere; perché la sua vita prendeva sempre pieghe inaspettate e che le facevano puntualmente del male. Piangeva perché troppe cose erano successe, troppi cambiamenti l'avevano scossa.

Senza pensare ulteriormente, afferrò il suo cellulare dal comodino. Aprì la rubrica e fra tutti i nomi, scorse quello che più le sarebbe stato d'aiuto. Almeno moralmente.

Pronto?” rispose Amanda. Ingie inizialmente non parlò, troppo presa dal pianto silenzioso. “Ingie?” la chiamò perplessa.

A quel punto, si fece coraggio e pronunciò poche parole che dettero vita ad un lunghissimo silenzio.

Ho fatto l'amore con Tom.”

Amanda non proferì parola almeno per il primo minuto ed Ingie non perse nemmeno tempo ad aggiungere altro. Chiuse semplicemente gli occhi, facendo scorrere altre lacrime sul suo viso, nell'attesa di una sua reazione, positiva o negativa che fosse.

Come è successo?” domandò finalmente la bionda, particolarmente spiazzata.

Me lo chiedo anche io. È venuto da me. Ha tipo cercato di soffocarmi.”

Cosa?!

Non ti preoccupare, non l'avrebbe mai realmente fatto. Era furibondo e mi chiedo ancora il motivo. Siamo finiti a letto senza nemmeno accorgercene.”

Amanda si prese un ulteriore momento di pausa.

Ingie immaginava si stesse chiedendo le sue stesse cose.

Ma, insomma, lui ora dov'è?” si informò l'amica.

Se n'è andato ieri sera. Subito dopo. Dice che vuole stare solo.”

Forse, da una parte, è comprensibile.

Ingie percepì una fitta al cuore.

Oh, andiamo, Amanda!” esclamò fuori di sé, sollevando il busto dal materasso. “Non starai dalla sua parte ora?!”

Sai che io non sono mai stata dalla parte di nessuno. Mi sono limitata a dire la mia in determinate circostanze. Devi capire, Ingie, che comunque Tom ha patito a causa tua.

Quindi è giustificato ad abbandonarmi così!”

Magari non ti ha abbandonato. E poi, francamente, c'è Luke.” Ingie non disse nulla poiché perfettamente conscia del fatto che Amanda avesse come sempre ragione. “Sarà pur vero che sei andata a letto con lui ma non ti dimenticare che hai tradito Luke. Non è che tutto può tornare a posto da un giorno all'altro.

Hai tradito Luke. Sentirselo dire fu ancora più doloroso che pensarlo.

Amanda, io lo amo.” mormorò quasi vergognandosene.

Lo so, Ingie, non è una novità. Tutte le volte che ho provato a farti ammettere di non amare Luke, mi hai mangiato.

Ma io cosa devo fare? Non posso controllare i miei sentimenti, non posso.”

Devi lasciare Luke.

No.”

Che cosa?!

Ingie si morse il labbro.

Non ce la faccio, Amanda, è più forte di me.” ammise, in colpa.

Che significa non ce la faccio?

Ho già fatto troppo male a Luke.”

A Tom no, vero?” Ingie chiuse gli occhi consapevole e si strofinò il viso con una mano. “Tom ha bisogno di vederti prendere delle decisioni concrete. Ha bisogno di vedere che ci sei davvero per lui. Solo per lui. Ha bisogno di fidarsi di nuovo.

Tom non vuole tornare con me. Esce con Keri.”

Ma non stanno insieme. Potrebbe allontanarla in un nanosecondo. Dipende solamente da te. Come sempre.

Io non posso lasciare Luke se non sono nemmeno sicura che Tom voglia stare con me. Magari ha solamente sfogato le sue voglie, ieri sera.”

Sai che non è da lui.

So anche che ce l'ha a morte con me e non potrebbe mai perdonarmi. Magari la sua è stata solo una vendetta.”

Sbagli a farlo così meschino.

Sbaglio anche ad illudermi che possa tornare tutto come prima fra noi.”

Tu non devi pensare a nulla. Almeno non finché non vi parlerete.

Ingie prese una pausa in cui le lacrime riaffiorarono. Si portò una mano agli occhi.

Ho paura.” mugolò con voce tremante e rotta dal pianto. “Ho paura di uscirne ancora più distrutta. Ho paura di svegliarmi.”

Singhiozzò appena per poi tirare su con il naso. Si sentiva una bambina, una bambina bisognosa della mamma. Ed in quel momento avrebbe tanto avuto bisogno di sua madre, se non fosse stato che lei conosceva Tom solo come colui che aveva ospitato la figlia per qualche mese. Non l'aveva nemmeno mai visto e non conosceva nemmeno tutta la vicenda che si era creata prima di tornare con Luke. Come avrebbe potuto confidarsi con lei? Sarebbe dovuta partire dal principio e non ne aveva voglia. Inoltre non voleva che sua madre conoscesse anche quel suo lato di traditrice recidiva. Era già la seconda volta che tradiva Luke.

Ingie, vuoi che venga lì?” sentì Amanda parlare di nuovo e ciò le scaldò il cuore.

Quella ragazza era in grado di fare i chilometri pur di sostenerla.

No, stai tranquilla. Mi basta solo sapere che ci sei e non mi consideri una cattiva persona.” mormorò asciugandosi il viso come poteva.

Non ti considero una cattiva persona, lo sai. Vorrei solo che riuscissi a prendere per una volta in mano la tua vita. Quando stavi con Tom eri riuscita a farlo. Puoi farlo ancora. Sei sempre in tempo. Vuoi bruciarti anche questa occasione di tornare ad essere felice con la persona che ami?





***





Che hai?”

Sollevò la testa dalla mano che la sorreggeva e posò lo sguardo perso su Keri, accanto a lui, che lo scrutava curiosa. Seduti al tavolo di un piccolo bar che avevano trovato poco distante dall'hotel, avevano intrapreso diverse conversazioni cui Tom aveva fatto particolarmente fatica a partecipare. Il pensiero della sera precedente era bruciante nella sua testa e non voleva affievolirsi.

Nulla.” rispose come nulla fosse, tornando poi a sorseggiare un po' di Coca Cola.

Mentire a Keri non era facile. Non perché fosse particolarmente sveglia nell'intuire le sue preoccupazioni ma perché era un ragazza buona, di gran cuore. Una ragazza sensibile che non meritava di essere illusa o trattata come stava facendo lui.

Il problema era che ancora amava Ingie. La passione che avevano di nuovo condiviso era stata solamente una conferma. Aveva sentito un'emozione che non provava da tanto; un'emozione che con Keri non si era nemmeno lontanamente accesa. Per questo si era spaventato ed era corso via.

Amare così tanto una persona era a dir poco spaventoso, lo faceva sentire nudo ed inerme, senza difese. E lui aveva bisogno di difese con lei. Non poteva più permettersi di soffrire, nonostante non avesse mai smesso. Ora la rabbia era ancora più forte ma questa volta non solo nei confronti di Ingie, anche nei suoi. Aveva ceduto a lei nonostante si fosse ripromesso di non farlo. Era caduto nuovamente nella tentazione, quella stessa tentazione che gli aveva rovinato gli ultimi mesi di vita.

Era confuso e non sapeva che fare. L'unica cosa di cui era consapevole era che si era immischiato in un problema molto più grande di lui e di quelli che già aveva.

Sai, finito il programma, Roy ci ha concesso un mesetto di vacanza.” esordì improvvisamente la ragazza.

Davvero? Strano, non è da lui.” commentò Tom, sinceramente sorpreso.

Già.” sorrise la ragazza. “E pensavo di tornare dalla mia famiglia a Los Angeles per quel periodo.”

Mi sembra una buona idea.” sorrise anche lui.

Dopo qualche secondo di pausa, la bionda riprese a parlare.

Tu sei sempre dell'idea di trasferirti a Los Angeles?” gli chiese ed il chitarrista percepì un brivido.

Quella domanda sembrava voler arrivare ad altro.

Sì, l'idea è quella.” rispose lui, vago.

Beh, potremmo vederci in quel periodo, che dici?” propose a quel punto lei, timida.

Aveva paura che lui l'abbandonasse, che finito il programma ognuno tornasse per la sua strada, glielo si leggeva negli occhi. Ma, in tutta onestà, era ciò che secondo Tom si era rivelato inevitabile.

Dipende da quando avverrà il trasferimento. Ci sono tante cose da vedere. I visti, la zona, la casa... Non si può fare tutto in tre secondi.” cercò di spiegarle con gentilezza.

Keri a quel punto sorrise imbarazzata, cosa che gli fece particolarmente tenerezza.

Certo, hai ragione. Che stupida.” mormorò.

Tom si sentì talmente in colpa che volle rimediare.

Insomma, troveremo una giornata per vederci.” sdrammatizzò.

Non sapeva quanto controproducente potesse essere prometterle qualcosa che sapeva di non poter mantenere. Ma cosa avrebbe potuto fare? L'aveva già avvertita, non era sicuro di arrivare ad amarla. Di questo lei era già al corrente. Teoricamente, non avrebbe dovuto preoccuparsi.





***





Aveva messo piede fuori dalla sua stanza per puro miracolo. Aveva deciso che marcire nel suo letto non sarebbe stato per nulla utile, avrebbe dovuto prendere in mano la situazione. Per tanto, una buona giornata di shopping si sarebbe rivelata molto più sana e terapeutica di una bottiglia di Vodka.

Quando uscì dall'hotel, in giardino, trovò Milo sul dondolo intento a fumare una sigaretta.

Hey, dove vai?” le domandò interessato.

Ho bisogno di uccidermi con lo shopping.” rispose lei particolarmente seria.

Oh oh.” mormorò il ragazzo. “Sento odore di guai, quindi vengo con te.” decise gettando la sigaretta non ancora terminata. Si alzò dal dondolo e le si avvicinò. “Tu hai l'aria di una che deve raccontarmi tante cose.”





***





Palesare a Milo tutto ciò che era successo con Tom si era rivelato particolarmente facile. Forse perché lui si trovava in una situazione simile alla sua ed aveva potuto capirla immediatamente. Infatti, non ne fu sorpreso.

Era abbastanza scontato che succedesse, Ingie.” le disse, mentre giravano fra i manichini e davano un'occhiata alle camicette che erano riuscite a catturare l'attenzione della ragazza.

Sì ma ho tradito Luke per la seconda volta. Mi sento uno schifo.” ribatté lei.

Io ti ho già detto di lasciarlo.” borbottò Milo per poi agguantare una maglietta nera. “Guarda che carina questa! Provatela.”

Ingie la afferrò con un sospiro.

Non posso lasciarlo.” ribatté per poi chiudersi in camerino.

Ami Tom?” sentì il ragazzo dall'altra parte della tenda.

Certo.” sussurrò lei.

Allora puoi farlo.”

La fai così facile tu.”

Sei tu che devi sempre trovare qualche problema che non esiste. Sei una cagasotto.”

Ingie scostò bruscamente la tendina, uscendo solamente con la testa.

Come, prego?” sollevò un sopracciglio.

Sei una cagasotto.” ripeté lui con un mezzo sorriso che la irritò ancora di più. “Trovi mille scuse che sai che non reggono per non esporti. Hai paura, così fai prima a dire che non puoi lasciare Luke, almeno non ti si pone il problema.”

Aveva pronunciato tutto con estrema sicurezza e sfida. Perché sapeva di avere ragione, motivo per cui Ingie ne fu spiazzata. Forse era vero che si arrampicava sugli specchi per codardia. Forse preferiva trascinare la storia con Luke che prendersi la responsabilità di lasciarlo. Era da sempre stato un suo problema.

Stai blaterando.” tagliò corto per poi nascondersi nuovamente in camerino.

D'accordo, tanto lo so che mi dai ragione.” rispose Milo.

Sei un tantino presuntuoso.” Uscì di nuovo. “La prendo.” concluse, sventolando la maglia. “Ad ogni modo, perché non tenti di nuovo con Keri?”

Scherzi? Ora che è follemente presa da Tom?”

In guerra e in amore, tutto è concesso.” cantilenò lei.

Lo dici solo perché ti farei un favore.” ridacchiò il moro.

Anche.” ammise lei, per poi fargli una linguaccia.

Comunque non capisco una cosa.” commentò lui all'improvviso, mentre camminavano nuovamente fra gli appendini. “Che senso ha dire che non puoi lasciare Luke perché non sai se funzionerebbe con Tom? Lasciare Luke non dipende da Tom. Se non lo ami, lo dovresti lasciare comunque. Magari stare da sola non ti farebbe male.”

Ingie sbuffò in difficoltà. Odiava dover dare giustificazioni quando sapeva perfettamente di essere nel torto.

Senti, basta parlare di Luke, okay?” tagliò corto, piuttosto seccata. “Ho già abbastanza rogne con Tom in questo momento e mi sento uno schifo per averlo tradito. Non so come lo guarderò solamente negli occhi quando tornerà in Germania.”





***





Sapeva di essere osservato. Sapeva che da minuti Bill lo scrutava, studiandolo in ogni suo movimento.

Era seduto sul letto, la schiena al muro, intento a sfogliare una noiosissima rivista di gossip. Inutile dire vi avesse trovato una notizia riguardante DSDS. Non vi si era nemmeno soffermato.

Suo fratello, apparentemente, faceva la stessa cosa sulla poltrona di fronte ma poteva perfettamente notare con la coda dell'occhio tutti gli sguardi sospettosi che gli lanciava al di là del giornale.

Improvvisamente, ne ebbe abbastanza.

Che c'è, Bill?” domandò con un gran sospiro.

Avrebbe preferito non attaccare bottone, consapevole di dove avrebbe portato quella conversazione ma quando Bill voleva sapere qualcosa in un modo o nell'altro otteneva risposte.

Sei strano.” commentò, come lieto che gli avesse posto quella domanda. Tom scrollò le spalle e tornò a concentrarsi sulla rivista con aria vaga. “È successo qualcosa.”

Non era una domanda.

Al diavolo la telepatia gemellare, borbottò mentalmente.

Nulla.” tagliò corto.

Oh, andiamo.” sbuffò Bill, alzandosi dalla poltrona. “Insomma, so che sei andato da Ingie ieri sera. Sei uscito furioso, come un pazzo. Si può sapere che hai combinato? Cosa le hai fatto?”

Tom vide rosso.

Cosa le ho fatto io?!” esclamò incredulo. “Bill, vuoi che ti rinfreschi la memoria?”

Voglio solo che tu dica cos'è successo.”

Ci sono andato a letto, va bene?” L'aveva detto con superficialità, nonostante il cuore battesse forte. Era stato talmente inaspettato che Bill aveva taciuto. “Avanti, urla. So che muori dalla voglia di farlo.” borbottò successivamente, senza guardarlo. Vide Bill gettarsi di nuovo a peso morto sulla poltrona. “Ti prego, Bill, non mi fare nessuna predica. Sono già abbastanza sconvolto.”

Passò qualche attimo prima che Bill parlasse di nuovo.

Non ti farò nessuna predica.” disse fin troppo tranquillo, tanto che Tom lo scrutò con sospetto. “Sapevamo tutti che prima o poi sarebbe successo.” Il moro era colpito. Si era aspettato urla e lamentele su quanta irresponsabilità avesse dimostrato con quel gesto. “Vi amate ancora entrambi. È da stupidi cercare di tenervi lontani.”

Il chitarrista percepì un forte brivido lungo la colonna vertebrale. Era sempre un'emozione incredibile solamente pensare di amare una persona. Sapeva di amarla incondizionatamente, sapeva di amare tutto di lei, nonostante provasse nei suoi confronti tutta quella rabbia che non riusciva a scemare.

Cosa sarebbe accaduto? Cosa avrebbe potuto fare? Come avrebbe potuto riacquistare tutta la fiducia che riponeva in lei?

Non posso tornare con lei.” mormorò improvvisamente.

Bill continuava a scrutare il pavimento fino a che non scrollò le spalle e si alzò di nuovo, dirigendosi alla portafinestra che dava sul balcone. Si fermò lì, con le braccia conserte, intento ad osservare qualcosa di a lui sconosciuto.

A questo punto non vedo perché no.” commentò.

Tom era spiazzato.

Cosa?” domandò basito, voltandosi verso di lui.

Sai, abbiamo fatto di tutto per starle lontani. Lei credo sia la persona più instabile di questo mondo, dopo Ria. Penso sinceramente che stare con lei sia un rischio per te ed ho paura che tu possa soffrire di nuovo. La cosa giusta sarebbe tagliare definitivamente i ponti.” Fece una pausa senza guardarlo. “Eppure vi amate.” sospirò con sua sorpresa. “Odio vedervi soffrire per il fatto che siete separati. A questo punto che senso può avere soffrire ancora senza di lei? Riprenditela, Tom. Questo è l'unico consiglio che ormai mi sento di darti.” Si voltò e gli sorrise appena, comprensivo. “Io voglio vederti sorridere di nuovo. Voglio rivedere il Tom di qualche tempo fa, assieme a lei. È inutile dirti di non cedere e starle lontana, non me la sento di farti così male.”

Tom ingoiò il magone che dopo anni gli si era di nuovo formato in gola e si impegnò per non far scorrere le lacrime lungo le sue guance. Le parole appena pronunciate da Bill forse erano fra le più belle che avesse mai udito. Vi era l'amore incondizionato, vi era la comprensione, vi era la fiducia.

Non sapeva se avrebbe seguito il suo consiglio, non sapeva se sarebbe stato in grado di perdonare Ingie, ma sapeva quanto quel discorso gli fosse stato di grande aiuto.

Gli si avvicinò con estrema spontaneità e lo strinse a sé.

Sei il gemello migliore che si possa desiderare.” mormorò al suo orecchio.





***





Aveva sentito bussare con violenza alla porta, tanto che per un momento le sembrò di essere tornata alla sera prima, quando Tom aveva minacciato di sfondare la porta a suon di pugni. Con il cuore martellante nel petto, andò ad aprire. Le aspettative di vedere il chitarrista vennero distrutte dalla figura di Page, di fronte a lei, con uno sguardo a dir poco terrorizzato.

Page, che succede?” domandò preoccupata, facendola entrare.

Non sapevo da chi andare.” le disse con voce tremante mentre richiudeva la porta. Improvvisamente tirò fuori dalla maglia una scatoletta, che aveva nascosto fino a quell'istante.

Ingie sbiancò.

Un test di gravidanza?” mormorò, percependo un giramento di testa.

Page aveva gli occhi lucidi dall'ansia.

Devo ancora farlo e non volevo stare sola.”

Ma, insomma... Come...” non sapeva nemmeno cosa dire. “Anthony...”

Anthony non lo sa e non deve nemmeno saperlo.” si affrettò a chiarire la bionda, fuori di sé. Ingie si passò una mano sulla fronte. “Ora voglio solo fare questa cosa il più in fretta possibile. Credo che sto per morire.” Sapeva da cosa derivava tutta quella preoccupazione: la compagnia. Sapeva quanto Page tenesse a far parte della compagnia, sapeva quanto sudore aveva gettato per entrare a farne parte. Roy l'avrebbe dovuta sostituire o, in ogni caso, mandare via. “Non ci vuole, Ingie. Non ci vuole proprio adesso.” continuò a disperarsi con il viso fra le mani.

Ora non fasciarti la testa. Magari non c'è nulla di cui preoccuparsi.” provò ad andarle in contro la mora, con il test in mano, che sembrava bruciare. “Andiamo in bagno.”





***





Attendere il dannato responso fu la cosa più stremante che Ingie avesse mai fatto. Il cuore batteva all'impazzata e si chiese cosa sarebbe successo se al posto di Page vi fosse stata lei. Si era ritrovata a pensare ad un'ipotetica gravidanza ed aveva realizzato con spavento a quanto inappropriata potesse essere in quel momento della sua vita.

Entrambe sedute sul divano, fissavano il test come si fosse liberato da esso il Demonio da un momento all'altro. Ingie le stringeva la mano, carezzandogliela con il pollice, in un debole tentativo di incoraggiamento.

Noi non siamo pronti.” mormorò all'improvviso, con lo sguardo ancora arrossato dal pianto fisso nel vuoto. “Non lo siamo per niente.”

Ingie non sapeva cosa dire.

Sono sicura che nella peggiore delle ipotesi, tu ed Anthony saprete fare la cosa giusta.”

Siamo giovani, Ingie.” strinse le palpebre. “Io ho ventidue anni, lui ventiquattro. Come cazzo facciamo? Lui lavora in un fottutissimo negozio di dischi, io – se veramente sono incinta – perdo il posto nella compagnia. Cristo, come faccio, Ingie?”

Ingie le avvolse le spalle con un braccio nel momento in cui prese a singhiozzare.

Shh.” fece al suo orecchio. “C'è sempre una soluzione, Page. Sempre.”

Quei cinque minuti stavano divenendo un'eternità. Ingie avrebbe tanto voluto distruggere il test. Page aveva rifugiato il viso nell'incavo del suo collo, così da non poterlo vedere. E quando il risultato arrivò, Ingie percepì il gelo nelle ossa.

È positivo, Page.”

Il pianto disperato che ne derivò non le permise di dire altro.





***





Io non posso tenerlo.”

Quella frase, pronunciata così inaspettatamente – una volta che Page si fu calmata – l'aveva fatta sussultare.

Cosa?” domandò esterrefatta.

Non posso tenerlo, Ingie.” ripeté la bionda, senza guardarla.

Page, ora sta parlando la paura. Non prendere decisioni affrettate di cui potresti pentirti.” cercò di riportarla immediatamente con i piedi per terra.

Ti posso assicurare che sono lucidissima.” ribatté Page con freddezza. “Non avrei un lavoro, non abbiamo soldi. Siamo giovani ed immaturi. Non siamo in grado di crescere un bambino.”

Tu ora stai vedendo il peggio, Page, prova a...”

Io non sto vedendo un cazzo, Ingie!” esclamò fuori di sé. “Non sto vedendo il peggio, sto vedendo la realtà! Non si può sempre fare i sognatori, non si può sempre gioire di una nuova vita se questa non ha le basi per poter crescere bene. Io non metterò al mondo un figlio per poi lasciarlo ai miei genitori o in un istituto.”

Ingie era paralizzata dalla freddezza con cui la bionda parlava. Era vero, sembrava lucida quasi in modo spietato.

Sei sicura, Page?” mormorò in un ultimo tentativo.

Page si prese una pausa prima di rispondere.

Sì, sono sicura.” concluse, apatica.

Ingie chiuse gli occhi e scosse la testa. Sapeva, era convinta che si sarebbe pentita e non se lo sarebbe perdonato per tutta la vita. Eppure la decisione era sua.

Non dovresti parlarne con Anthony?” provò.

Sono io la madre.” ribatté lei. “E poi Anthony non è tenuto a saperlo. È meglio per tutti.”

Ingie scosse nuovamente la testa.

Non sono d'accordo, Page. Potrai scegliere quello che vuoi sulla vita di questo bambino ma Anthony ha il diritto di sapere. Ha il diritto di dire la sua, non te lo perdonerebbe se lo venisse a sapere.”

Vorrà dire che correrò questo rischio.” La mora era spiazzata. Non era Page che stava parlando, era la sua corazza e lo sapeva. Non l'aveva mai sentita pronunciare parole con tanto gelo. “Ora me ne vado in camera. Ho bisogno di stare sola.” mormorò successivamente, alzandosi dal letto. Ingie la seguì fino alla porta dove si fermò e si voltò di nuovo verso di lei. “Grazie, Ingie. E scusa se ti ho urlato.” le disse con meno distacco.

La mora sorrise appena.

Non preoccuparti.” rispose prima di guardarla uscire con il dolore negli occhi.

Non era sicura di vedere un lieto fine per quella storia. Page si era rivelata tremendamente impulsiva e pregò perché stare da sola la aiutasse a riflettere con più razionalità.

Sospirò e si allontanò dalla porta con l'intento di fumare una sigaretta sul balcone.

Era incredibile quante cose stessero accadendo nel giro di poche ore. Si sentiva frastornata e si chiese se tutto quanto fosse un sogno. Aveva bisogno di staccare la spina da tutto e tutti.

Inspirò la prima boccata di fumo, che liberò successivamente con stanchezza. Anche lei si sentiva esausta, come se quel bambino fosse suo, come se la decisione fosse sua. Il fatto era che mai si sarebbe aspettata di affrontare qualcosa di simile con una sua amica e collega.

Poggiò la testa indietro, sul muro e chiuse gli occhi.

In tutto ciò, Tom non si era fatto vedere. Ormai aveva perso le speranze. Aveva immaginato l'avesse fatto solamente per una vendetta personale. Forse doveva cominciare a credere che se lo fosse meritato?

L'improvviso bussare alla porta la riscosse dai suoi pensieri.

Un intimo desiderio si accese ardente dentro di lei, pregando perché dietro quella porta si trovasse solamente una persona.

Gettò la sigaretta e, preso un bel respiro, aprì.

L'istinto fu quello di gettargli le braccia al collo, trascinarlo in stanza e fare di nuovo l'amore. Eppure non si mosse quando si trovò davanti Tom. Lo sguardo serio ma non più furioso come la sera prima le diede una piccola speranza in più.

Oh, bene, mi chiedevo quando ti saresti fatto vivo.” mormorò con la freddezza che non aveva previsto, dandogli nel frattempo le spalle per rientrare in camera, seguita da lui.

Ora avanzi anche pretese?” fu la secca risposta mentre chiudeva di nuovo la porta.

Un minimo di dignità mi è rimasto.” parlò di nuovo per poi fermarsi davanti a lui con le braccia conserte, in attesa. Si scrutarono per istanti che parvero infiniti. Quanto avrebbe voluto saltare la parte dei chiarimenti. Avrebbe voluto di nuovo dirgli che lo amava con tutta se stessa ma non vi riuscì. “Sei stato da solo abbastanza?” gli domandò con sfida.

Sì.”

E hai avuto anche un'illuminazione divina nel frattempo?”

Parlarmi così non ti servirà a niente, lo sai, vero?” Ingie non rispose. “Possibile che non imparerai mai?” l'aveva chiesto con incredibile calma.

Parlo come una che è stata piantata subito dopo il sesso, come una prostituta.”

Se non sbaglio sei stata tu la prima a scappare dalla mia stanza come una ladra, la prima volta che siamo andati a letto insieme.” Ingie si irrigidì. “Direi che siamo pari, no?” fece quindi con sfida.

Non è una fottuta gara.” ringhiò la mora.

No, ma è giusto mettere in chiaro certe cose.” Ci fu un momento di silenzio che Ingie non poté sopportare. Fremeva dalla voglia di toccarlo di nuovo, le mani le prudevano dall'impazienza. “Che cazzo è questo?!” esclamò lui all'improvviso, facendola sobbalzare dallo spavento.

Seguì il suo sguardo, fino a posarlo sul cestino della spazzatura dove aveva gettato momentaneamente il test di gravidanza.

Nulla, è un test.” tagliò corto.

Mi prendi per il culo?!” domandò adirato, guardandola di nuovo con il terrore negli occhi. “Non prendevi la pillola?!”

Puoi dormire su sette cuscini, non è mio.” tagliò corto lei con distacco.

Tom sembrò calmarsi ma non abbandonò l'espressione di sospetto che sostava sul suo viso.

Me lo giuri?” insistette lui, rigido.

Prendo ancora la pillola, non ti preoccupare.”

Non mi hai risposto!”

Lo giuro, Cristo!” Tom tacque per un momento. L'ultima cosa di cui Ingie aveva bisogno in quel momento era una gravidanza inaspettata per la quale non avrebbe nemmeno saputo dire chi diamine fosse il padre. Insinuò le dita fra i capelli e sospirò nervosamente. “Senti, perché sei venuto?”

Se vuoi me ne vado.” la provocò freddamente, facendo per voltarsi ma lei lo fermò immediatamente.

Non intendevo dire questo.” borbottò. “Se sei venuto è perché mi volevi parlare, no?”

Tom si dedicò ad un'ulteriore pausa prima di cominciare a parlare.

Bill mi ha raccontato.”

Ingie sollevò gli occhi al soffitto e portò il viso altrove.

Dio.” sussurrò. “Immagino ti abbia anche detto che sono un'alcolizzata.” cantilenò con cupo sarcasmo.

Gli daresti torto?” sollevò un sopracciglio il moro.

Io non sono un'alcolizzata.” sbottò lei, tornando a guardarlo. “Dimmi un po', è per questo che hai deciso di sbattermi ieri sera?” lo provocò.

No, non è per questo che ho deciso di sbatterti, ieri sera.” ripeté scettico. “Come hai visto, ero incazzato.”

Ti è passata presto l'incazzatura però.”

Non parlare come se avessi fatto tutto da solo.”

Sapevi benissimo che non mi sarei tirata indietro.”

Già, lo sapevo benissimo, dato che tradisci come fosse un hobby.”

Ingie sgranò gli occhi, trafitta da una pugnalata.

Io spero tu non ti stia rendendo conto di quello che dici, Tom, perché se ne fossi consapevole la cosa mi ferirebbe parecchio.” disse cercando di mantenere la calma. La situazione era già abbastanza delicata. “Sai benissimo perché ho tradito Luke.”

Quando? La prima o la seconda volta?” la sfidò lui.

Ora basta, Tom! Lo stai facendo apposta solo per mettermi in difficoltà ma, credimi, mi sento già abbastanza colpevole.”

Com'è che questa storia si ripete sempre? Tu che sbagli e ne sei consapevole. Tu che ti senti colpevole ma non fai mai nulla per non sbagliare di nuovo.”

Ingie sentiva le lacrime accumularsi sui suoi occhi. Mai si era sentita così nuda di fronte a lui. Mai si era sentita così in imbarazzo ed in difficoltà. Le ricacciò immediatamente.

Tu sei colpevole quanto me.” sussurrò e poté vedere il suo viso contrarsi in puro stupore. “Anche tu hai preso in giro Keri.”

Tu non sai cosa c'è fra noi due.” ribatté il chitarrista, colto nel vivo.

Cosa c'è? Solo sesso come era iniziata con me? Non credo, Tom.”

Ci stavamo solo frequentando, lei lo sapeva benissimo che non ero innamorato di lei. E comunque non devo dare spiegazioni a te.”

Perfetto. Nemmeno io, allora.” Per una volta era lei ad avere il coltello dalla parte del manico e se ne sentì momentaneamente sollevata. “Tu perché sei venuto a letto con me?”

Diretta.

Non ti serve saperlo.” rispose lui, glaciale.

Sì, invece. C'ero io su quel dannato letto.” insistette lei.

Vide Tom avvicinarsi lentamente.

E tu?” domandò lui, senza fermarsi.

Ti ho fatto una domanda, desidero una risposta.” si impuntò lei, senza indietreggiare. Voleva dimostrargli che poteva reggere la sua vicinanza. Poteva reggere il suo sguardo e la sua presenza. Lei era forte, al contrario di ciò che pensasse. Visto che non rispondeva, decise di cogliere la palla al balzo. “Io l'ho fatto perché ti amo.” disse senza paura. Lei era sicura dei suoi sentimenti; voleva esternarli senza timore. “Ma lo sapevi già. Ora rispondimi tu.”

Tremava da capo a piedi ed il cuore minacciava di sfondarle il petto. Voleva gettarsi fra le sue braccia; era un desiderio incontrollabile.

Tom era visibilmente colpito dalle sue parole e per un momento sembrò non sapere cosa dire. Forse era sorpreso di udire tanta sicurezza, tanta sfacciataggine da parte sua.

Non è così semplice, Ingie.” sorrise lui amaramente.

Sì che lo è.” ribatté lei convinta. “Tu non vuoi che sia semplice perché non riesci a perdonare quello che ho fatto, non riesci a fidarti più di me.” Il cuore sembrò esploderle. “Ma tu mi conosci. Sarò testarda, sarò orgogliosa, sarò stronza, tutto quello che vuoi. Ma non mento sui miei sentimenti, non l'ho mai fatto.” Le tremò la voce. “Sono colpevole di essermi innamorata di te. Sono colpevole perché se ho fatto tutti i disastri che ho fatto, è stato perché ti amo in un modo che mi fa paura. Io ho paura, Tom.” Una lacrima le sfuggì al controllo. “Ho paura perché non ho mai provato un sentimento così forte per nessun altro. Mi sei entrato nella pelle e mi chiedo come sia possibile. Ho paura perché sento di dipendere da te, sto male senza di te.” Prese un altro respiro. “Ti sto parlando con il cuore in mano, sono priva di difese in questo momento. Vienimi a dire che sto mentendo.”

Vide Tom fremere ed esitare. Sembrava voler fare qualcosa che la sua coscienza gli impediva.

Fallo, qualunque cosa essa sia, pregò mentalmente.

Ancora non riusciva a credere di essere riuscita a confessargli nuovamente il suo amore. Non l'aveva creduto possibile fino a qualche minuto prima. Eppure il sentimento era così forte ed incontenibile che reprimerlo le avrebbe fatto solo male. In quel momento non le importava più niente. C'erano solo lei e Tom, com'era sempre stato.

Posso fidarmi ancora di te?” sussurrò lui ed il suo cuore fece una capovolta. Era una domanda che non si aspettava e vedeva il suo viso tacciato dalla paura, dal timore di una nuova delusione.

Ingie si avvicinò ancora a lui, guardandolo attentamente negli occhi.

Sai che puoi farlo.” mormorò prima che il chitarrista le prese il viso fra le mani e la baciò di nuovo, come impaziente di farlo sin da quando aveva varcato la soglia della sua camera.

Si strinsero forte, quasi fino a farsi male a vicenda, continuando a baciarsi come non l'avevano mai fatto prima di allora.

Ingie credeva si trattasse di un sogno. Dovette dirsi più volte che era la pura realtà e le venne da piangere solamente pensando a tutto il dolore che aveva passato e a quanto tempo si erano tenuti lontani a vicenda, ignorando completamente i loro sentimenti.

La fece indietreggiare appena, fino a farla cadere sul letto, con lui sopra.

Si era resa conto che continuare a mentire con lui, con gli altri, ma soprattutto con se stessa avrebbe solamente peggiorato le cose. La sincerità, per quanta paura potesse fare alle volte, era ciò che poteva ripulirla da tutto il fango che si era gettata addosso con le sue stesse mani.

Di nuovo nudi, i loro corpi si strinsero caldi ed impazienti, come fossero destinati ad appartenersi.

Tom era di nuovo lì con lei, come aveva desiderato intimamente per tutti quei mesi. Era di nuovo lì a stringerla, a proteggerla, a ricoprirla di baci ed attenzioni, ad amarla come solo lui sapeva fare.

Le sue labbra morbide a contatto con la pelle la facevano sorridere e sospirare in pura estasi. E quella volta, quando i loro corpi tornarono ad unirsi, non vi era rabbia o frustrazione. Quella volta vi fu solo amore.

A confermarlo, un ti amo sussurrato al suo orecchio.





***





Le braccia di Tom ancora la avvolgevano protettive. Il suo respiro tranquillo le solleticava l'orecchio. I loro corpi, ancora scossi dalla passione consumata poco prima, bruciavano a contatto. Le gambe intrecciate fra loro, gli animi sereni. Aveva sempre adorato quei momenti con lui.

E ancora non le sembrava reale.

Noto con piacere che non hai perso il vizio di infilzarmi la schiena con le unghie.”

Ingie, rossa in viso, gli schiaffeggiò forte il braccio, facendolo ridacchiare.

È la cosa più romantica che ti sia venuta in mente da dirmi?” obiettò cercando di assumere il broncio, rovinato però dal piccolo sorriso che non accennava a svanire.

Quello stesso sorriso spensierato ed incontrollato che da mesi aveva visto dissolversi.

Ma tu lo sai che non sono romantico.” la stuzzicò lui, divertito.

La mora sospirò, poggiando meglio la tempia contro la sua spalla. Il braccio attorno al suo addome.

Pensa che io volevo dirti che le tue prestazioni sono anche meglio.” lo prese in giro. Poté immaginare la sua espressione fiera e soddisfatta di tale complimento. “E la continua palestra ti fa molto bene, devo dire.”

Grazie.” rispose, gongolando.

Ingie stette in silenzio in attesa.

Oh, andiamo!” esclamò poi, senza riuscire a trattenersi. “A questo punto mi aspettavo qualche complimento anche da parte tua.” si lamentò come una bambina.

Fai i complimenti solo per riceverne?” ridacchiò lui, facendola sbuffare. “Ma lo sai già quanto io apprezzi il tuo sedere.” Ingie era sconvolta. “E darei anche un nove politico alle tue tette.”

La mora fece per allontanarsi da lui.

Basta, sei un idiota.” borbottò sotto le risate del ragazzo che cercava di tenerla ferma. “Staccati.” gli ordinò.

Tom, senza smettere di ridere, la sovrastò nuovamente con il suo corpo, immobilizzandole le braccia.

Mi mandi via dopo che hai fatto di tutto per riavermi?” la stuzzicò con un sorriso sghembo.

Come se avessi dovuto pregarti.” ribatté lei con sarcasmo.

Beh, sapevo che eri ancora sensibile alla mia incredibile bellezza.”

Prima che potesse controbattere, la baciò di nuovo. Entrambi erano scossi dalle risate.

Ad Ingie era mancato quel loro meraviglioso rapporto, fatto di scherzi, battutine, provocazioni ma tanto affetto ed amore. Forse stava riuscendo ad acquisire nuovamente quel senso dell'umorismo che non aveva più esternato da quando stava con Luke. Questo perché Tom era come lei; Tom stava allo scherzo ed era il primo a farne. Oltre ad essere uomo, aveva conservato quella parte di bambino che non era mai morta.

Con Luke non era la stessa cosa.

Tom.” mormorò all'improvviso, mentre il moro continuava a mordicchiarle le labbra e carezzargliele con le proprie.

Mmh.” mugugnò lui senza smettere.

Cosa farai con Keri?” gli domandò timorosa.

Lui si fermò solamente per guardarla negli occhi.

Le parlo stasera.” rispose.

Non le dire di me.” disse subito la ballerina. Tom aggrottò la fronte, contrariato. “Ti prego, non voglio che si creino problemi fra di noi. Almeno fino alla fine del programma.”

Il chitarrista sospirò appena, scompigliandole ulteriormente i capelli.

D'accordo.” si arrese. “Non riusciamo mai a vivere la nostra storia in pace.”

Ingie sorrise e gli carezzò il viso con una mano.

Abbiamo tempo.”

Tom le stampò un altro bacio sulle labbra, fino a quando non le pose l'ultima domanda cui avrebbe voluto rispondere.

E Luke?”

Ingie si incupì.

Ti chiedo solo un po' di tempo.” mormorò e Tom sbuffò sonoramente.

Ecco.” brontolò, spostandosi da sopra di lei, per tornare a pancia in su, sul materasso.

Ingie si affrettò ad avvicinarglisi e posargli una mano sul petto.

Ti giuro che gli parlo ma voglio farlo con calma. Non è facile come può esserlo per te con Keri.”

Solo perché lo dici tu.” ribatté lui fissando il soffitto.

Solo perché mi ha proposto di sposarci nemmeno una settimana fa.” Tom si voltò basito a guardarla. “Già.” sospirò lei a quella muta domanda. “Ti chiedo solo di darmi il tempo di trovare le giuste cose da dire, così da non fargli dare di matto, per quanto possibile.”

Tom sembrò sul punto di cedere.

Quanto tempo?” mise in chiaro.

Poco.” disse lei, vaga.

Non era sicura di riuscire a lasciare Luke nel giro di un minuto. Non sapeva quanto tempo vi avrebbe impiegato ma non voleva innervosire ulteriormente Tom. Non ora che gli aveva detto di fidarsi di lei.

Il punto era che lasciare Luke non poteva essere per nulla facile. Gli voleva disperatamente bene e fargli un altro torto così grande era l'ultima cosa che desiderava per lui.

Questo tuo poco mi da da pensare.”

Fiducia, giusto? È questo che avevamo detto.”

Tom la guardò ancora qualche istante negli occhi come volesse assicurarsi fosse sincera, poi le portò una mano dietro alla nuca per avvicinarsela e baciarla di nuovo sulle labbra.

Mi sto fidando, Ingie.” sussurrò, serio, come per metterla in guardia.

Sapeva che da quel momento non avrebbe dovuto vacillare nemmeno per un secondo.

Qualcosa le diceva che non sarebbe stata una passeggiata.

  
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