Lui proprio non capiva, si arrovellava il cervello, ma proprio non riusciva a comprendere la situazione.
Non era la prima volta che andavano in missione, loro due, da soli.
Era sempre andato tutto liscio. Come da programma scazzottavano il cattivone di turno o recuperavano un tesoro smarrito,
incassavano il guadagno pattuito e poi se ne tornavano alla Gilda vittoriosi e sorridenti.
E allora perché? Come mai questa volta non stavano chiacchierando e scherzando, sulla via del ritorno?
L'unica cosa che lui continuava a sentire dentro di sé era la voce della sua adorata compagna d'avventura, che gli gridava con 
determinazione e quello che gli parve un accenno di felicità: "Stavolta è il mio turno."
Era sempre stato lui quello forte e impulsivo. Si preoccupava lui di proteggere la piccola e fragile maga che lo accompagnava. 
Si feriva, sanguinava, cadeva, ma poi si rialzava sempre. E sempre pensava a lei prima che a se stesso.
Eppure adesso quell'enorme pozza viscosa che si andava allargando ai suoi piedi non veniva da lui. Non era il suo sangue.
Il ricordo del viso della sua amata, rigato da enormi lacrime ma illuminato da un enorme sorriso, gli mozzò il fiato in gola.
Quello stesso, dolce, viso... Adesso era tremendamente pallido e la luce negli occhi si affievoliva sempre più.
Il forte mago adesso sembrava solo un giovane uomo così debole e scosso da fare tenerezza e pena. 
Prese delicatamente, con le dita tremanti, il corpo ferito della ragazza e lo adagiò sulle sue gambe.
La gola ardeva e chiedeva acqua, le parole rimanevano avviluppate in un groppo di lacrime che gli sgorgavano a fiumi dagli occhi, inarrestabili. 
Avrebbe voluto dirle che sarebbe andato tutto bene, che lui l'avrebbe protetta sempre e che anche questa volta sarebbero tornati a casa
insieme, ma il tempo di aprire bocca che la giovane era già spirata lontano, lasciando sulle sue labbra l'ombra di quelle tanto sospirate 
parole: "Gajeel, ti amo."
L'urlo disperato del giovane addolorato si perse nel vento e lui sperò solo che la sua amata Levy, da qualche parte, riuscisse a sentire la 
sua risposta pronunciata con voce roca e strozzata: "Anche io ti amo, Levy!"