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Autore: Rebecca_lily    26/09/2013    7 recensioni
“Puoi stare a casa mia per tutto il tempo di cui hai bisogno, se desideri”- disse Abel guardandola negli occhi...
La mia storia ha inizio quando Georgie incontra di nuovo Abel, dopo aver lasciato Lowell da Elise, e vuole esplorare il rapporto tra i due 'fratelli' nel periodo in cui cercano di salvare Arthur dalle grinfie del Duca Dangering. In particolare questa storia intende approfondire sia la lenta presa di coscienza di Georgie del suo amore per il suo ex-fratello sia il carattere di Abel come viene reso per buona parte del testo originale, ovvero del manga. Nella mia storia, Abel non vive dal sig. Allen e i due non affrontano immediatamente la questione del ritorno in Australia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Georgie Gerald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia storia ha inizio quando Georgie incontra di nuovo Abel, dopo aver lasciato Lowell da Elise, e vuole esplorare il rapporto tra i due 'fratelli' nel periodo in cui cercano di salvare Arthur dalle grinfie del Duca Dangering. In particolare questa storia intende approfondire sia la lenta presa di coscienza di Georgie del suo amore per il suo ex-fratello sia il carattere di Abel come viene reso per buona parte del testo originale, ovvero del manga e che molto si distacca dalla versione un po' superficiale che si ha nell'anime. Nella mia storia, Abel non vive dal sig. Allen e i due non affrontano immediatamente la questione del ritorno in Australia.

“Puoi stare a casa mia per tutto il tempo di cui hai bisogno, se desideri”- disse Abel guardandola negli occhi. Georgie abbassò lo sguardo, imbarazzata ma non rifiutò sia perché non sapeva dove andare, ma soprattutto perché la presenza di Abel la faceva sentire sicura e protetta. Accettò quindi l’invito e, accompagnata da Joy, si recò a casa di Abel. Si trattava di un piccolo appartamento in un bel palazzo non lontano dallo studio del signor Allen. Georgie entrò e subito si sentì a suo agio, stupendosi della cosa. Nel frattempo Joy aveva acceso il fuoco nel caminetto e stava recandosi nella camera di Abel per cambiare le lenzuola. “Lascia stare” – le disse Georgie – “Non è necessario che tu le cambi, Abel è mio …” si interruppe di colpo perché come quella volta davanti a casa di Catherine non riuscì a pronunciare la parola “fratello” riferita ad Abel. Joy la guardò stupita e Georgie ripetè la frase “Non è necessario che tu le cambi per me, davvero”. “Come vuoi”- rispose Joy.
Dopo aver fatto accomodare Georgie, Joy – come da richiesta di Abel – si recò a fare la spesa per prepararle qualcosa da mangiare. Georgie restò sola nella casa, si rinfrescò e si cambiò e poi si distese sul letto. Era distrutta, aveva vagato tutta la notte per le strade di Londra con il cuore a pezzi. “Lowell, amore mio, chissà cosa starai facendo ora…” pensò e si addormentò piangendo.
Quando si risvegliò era già buio e si sentiva più serena e riposata. Aveva sognato la sua casa in Australia e i prati sterminati su cui correva da bambina assieme ai suoi fratelli. Si rigirò nel letto, non capendo da dove le venisse quella improvvisa sensazione di pace, poi realizzò che il letto aveva l’odore di Abel … il profumo di casa.
Si alzò dal letto e andò nel soggiorno, qui trovò la tavola apparecchiata per una persona e, dentro il camino, una pentola tenuta in caldo accanto al fuoco crepitante. Poco più in là intravide la sagoma di Abel che dormiva sul sofà, voltandole le spalle. Georgie si commosse e ricordò le interminabili sere in cui era stata lei a dormire sul divano per accudire Lowell. Cercò, quindi, di fare meno rumore possibile mentre cenava e poi tornò a letto.
Nei giorni seguenti Georgie non vide mai Abel, che usciva molto presto la mattina e rincasava a notte inoltrata. Il ragazzo tornava a casa soltanto per dormire e cambiarsi, per il resto trascorreva le sue giornate lavorando nello studio del signor Allen. Aveva deciso di lasciare a Georgie tutto lo spazio fisico e mentale di cui aveva bisogno per metabolizzare la sua perdita. Georgie capì e dentro di sé ringraziò il ‘fratello’ per la sua riservatezza.
  
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