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Autore: WomanInBlack    26/09/2013    0 recensioni
L’ultima cosa che ricordo è che stavo seduta al fianco di mia madre e… Un momento, dove era mia madre? Mi guardai intorno e l’ansia salì, perché non la trovavo?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grida di terrore, respiri affannosi, pianti, la paura totale.
Cos’era successo? Le fiamme, i rottami, cadaveri dai volti quasi irriconoscibili mi circondavano. L’ultima cosa che ricordo è che stavo seduta al fianco di mia madre e… Un momento, dov’era mia madre? Mi guardai intorno e l’ansia salì, perché non la trovavo?
A fatica mi feci largo tra quegli ammassi di metallo. “Non la trovo.. Non la trovo!” Ripetei ad alta voce.  Iniziai ad ansimare, i miei occhi non resistevano più e le lacrime cominciarono a sgorgare.
Una donna sulla 30ina mi venne accanto e cercò di portarmi via, le fiamme stavano avanzando velocemente verso di noi.
Ero lì immobile, non riuscivo a muovermi, ero terrorizzata.
La donna con le sue ultime forze  mi prese in braccio e iniziò a correre nel fitto della foresta.

Allontanateci dal pericolo mi rimise a terra e crollò al suolo, era sfinita e lo ero anche io. Dopo un attimo di tranquillità mi ricordai di mia madre, io non dovevo andarmene, dovevo trovarla. Mi arrabbiai con la mia salvatrice visto che non volevo esser salvata, volevo rimanere lì, continuare le ricerche. La donna rispose alla mia collera con altra collera distruggendo ogni mia speranza, mi fece capire che per colpa dell’incendio per mia madre probabilmente non c’era più nulla da fare.  La rassegnazione non faceva parte del mio carattere, è una debolezza mentre io sono stata sempre una persona forte. A quanto pare è vero che un disastro di quella portata cambia le persone. Non so di preciso cosa successe dopo, dallo shock svenni. Mi risvegliai in una caverna, illuminata da torce che rendevano l’ambiente decisamente inquietante. Entrò all’improvviso quella donna tutta allegra tanto da salutarmi con un buongiorno e un sorriso smagliante. Proprio non la capivo… Dopo tutto ciò che era successo sorrideva?
Incuriosita le chiesi il motivo e lei mi rispose che era semplicemente felice di esser ancora viva.

Mi disse che si chiamava Beatrice e mi chiese il mio nome… Per cortesia le risposi di chiamarmi Rebecca,  dopotutto se eravamo bloccate lì prima o poi dovevamo parlarci..

Le sue domande e risposte mi innervosivano e a quanto pare io davo sui nervi a lei, come inizio era orribile.
Le chiesi qual era il piano, di come ce ne saremmo andate da lì. Non sapeva darmi una risposta. Decidemmo insieme di tornare al relitto.
  
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