Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: kbonny    26/09/2013    4 recensioni
Piccola ff ambientata al termine dell'episodio 5x16.
"Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell'anima. E a chi piange, tutti gli angeli sono vicini."
(Hermann Hesse)
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ff ambientata al termine dell'episodio 5x16.
Visto che (almeno per ora) nel telefilm non è stato menzionato nulla a tal proposito, ho provato ad immaginare come Castle possa aver affrontato la conversazione "ho conosciuto mio padre" con Kate. Piccolo momento Caskett al termine.
Buona lettura




Avevano ascoltato in assoluto silenzio il racconto di Castle.
L’uomo aveva raccontato cos’era successo a Parigi, come suo padre era spuntato dal nulla, come gli aveva aiutati, com’erano scappati, ma non aveva lasciato trasparire alcuna emozione su ciò che aveva provato per aver finalmente conosciuto suo padre.
Martha aveva gli occhi lucidi, carichi di nostalgia e commozione: sapere che l’amore della sua vita, il padre di suo figlio era stato sempre accanto a loro, anche se nascosto nell’ombra, gli riempiva il cuore. Non riuscì a trattenere una lacrima che, ribellandosi al suo controllo, scivolò lungo la guancia.
- Mamma – la richiamò Castle intenerito accarezzandole un braccio.
- Va tutto bene Richard – disse – Scusatemi, ma ho bisogno di stare un po’ da sola.– aggiunse lasciando un bacio sulla testa del figlio e della nipote, una carezza alle spalle di Kate e sparendo sulle scale verso la sua camera.
- Papà- lo chiamò Alexis riportando l’attenzione dell’uomo al presente, dopo che era rimasto con lo sguardo verso il punto in cui Martha era andata – Salgo anche io; ho bisogno di una doccia calda e di una buona dormita- e detto ciò sparì anche lei.
Kate lo aveva ascoltato e osservato tutto il tempo senza proferire parola, e quando si ritrovarono soli gli prese una mano stingendola.
Rick si voltò a guardarla e Kate le sorrise stancamente.
- Ti va una passeggiata al parco?- gli chiese sapendo come quel luogo lo tranquillizzasse.
Si rifugiavano spesso lì quando volevano staccare la spina e avere dei momenti solo per loro: immersi nella natura, sembrava che il resto del mondo non esistesse più.
Rick le accarezzò la guancia osservando il viso e i suoi occhi stanchi.
- Kate, mi piacerebbe molto, ma anche tu hai bisogno di riposare. Sei sfinita- le disse comprensivo.
Ma lei scosse la testa.
- Non importa. L’unica cosa che voglio è stare insieme a te. E so che ora ne hai più bisogno che mai.-
Rick annuì ringraziandola con un bacio e appena si staccarono chiarì: -Però, prima ci mettiamo qualcosa di comodo. Niente giacche, tacchi e camice!-
Kate sorrise:- Sono assolutamente d’accordo!- ed alzatesi andarono in camera a cambiarsi.
 
Con scarpe da ginnastica, T-shirt, pantaloni di tuta, e stretti in un dolce abbraccio, camminavano lungo una stradina semideserta del parco raggiungendo la sommità di una piccola collina da cui si intravvedeva il mare e una discreta panoramica della città.
Lassù, nascosto fra gli alberi, mesi prima avevano scoperto un muretto sormontato da un arco di pietra coperto di edera e fiori. La prima volta che c’era stati avevano inciso le loro iniziali , racchiuse da un cuore, proprio su uno di quei mattoni. Avevano riso tanto, perché si rendevano conto di sembrare degli adolescenti alla prima cotta.
Da allora quello era diventato il loro posto magico, oltre le altalene, in cui rifugiarsi lontano da tutti.
E quel giorno era uno di quei momenti speciali.
Si sedettero a cavalcioni sul muretto uno di fronte all’altra e dopo essersi guardati a lungo negli occhi, si abbracciarono stretti posando la testa sulla spalla dell’altro.
Si lasciarono cullare lunghi minuti dalle proprie carezze, dal fruscio del vento, il cinguettio degli uccelli, il fischio di qualche cicala.
- Ti va di parlarne?- iniziò Kate, sapendo che i fatti di quegli ultimi giorni lo avevano scosso, e consapevole del fatto che parlarne non poteva fargli altro che bene.
Sentì il corpo di Rick irrigidirsi leggermene, così alzò la testa per guardarlo nei suoi occhi blu.
Sembrava spaesato, intimorito di quello che le aveva chiesto, tanto che non riuscì a sostenere lo sguardo di Kate.
- Rick, ti prego guardami.- lo supplicò.
Con un po’ di fatica l’uomo riportò gli occhi a quelli della sua donna.
- Perché hai così paura di dire quello che provi?-
Lui stette in silenzio qualche secondo e sospirò:- Perché….perchè…non voglio che tu mi veda fragile e indifeso- sputò fuori con un po’ di vergogna.
Kate sorrise:- Rick, mi hai insegnato tu che a volte bisogna lasciarsi andare. So come ti senti, l’ho provato anche io prima che arrivassi tu a sconvolgere la mia vita. Eri talmente esasperante, che alla fine ho dovuto cedere!- concluse strappandogli un sorriso. – Tu mi hai aiutato e sostenuto sempre Rick. Ora spetta a me farlo. E non lo faccio perché mi sento in dovere di sdebitami, ma perché ti amo. Questo è il nostro rifugio, per i nostri segreti, ricordi?- gli chiese portando un dito all’incisione sul mattone.
Rick guardò le loro iniziali e capì. Respirò a fondo annuendo.
- Va bene…ma…a piccoli passi, ok?-
- A piccoli passi- concordò lei lasciandogli un bacio sulle labbra.
Kate si mise più comoda tirandosi un po’ indietro. Poggiò la schiena alla colonna dell’arco trascinandosi Rick e allacciandogli le gambe sulla schiena e le braccia al collo.
- Io…non pensavo che l’avrei conosciuto così- iniziò Rick un po’ titubante –Ho sempre pensato che mia madre sapesse chi fosse, ma che per qualche ragione non volesse dirmelo…e due giorni ha ho capito il motivo,ma…ma..- si bloccò un istante quando sentì la voce incrinarsi -…ma non riesco ad accettarlo.-
Kate lo fissò facendogli cenno di continuare.
- Vedi – tentò di spiegare Rick – è…è brutto crescere senza un padre, Kate. Quando ero piccolo mi prendevano in giro per il fatto di non averlo: uscivo da scuola il venerdì pomeriggio, vedevo i miei compagni correre felici dai loro papà venuti a prenderli per portarli insieme a loro a vedere la partita di basket, e io dovevo “accontentarmi” di mia madre o di qualche baby sitter. Con questo non critico mia madre, anzi ne sono orgoglioso, ha fatto un gran lavoro con me, da sola e con le sue forze. Però mi è mancata la figura di mio padre. Ed ora che l’ho rivisto….non riesco a perdonarlo fino in fondo.-
Kate lo fissò intensamente. –Perché pensi questo, Rick?-
- Perché lui ha seguito sempre la mia vita, le nostre vite- borbottò con un po’ di rabbia e le lacrime agli occhi.
- E non sei felice di questo?- chiese ancora la donna asciugandogli una lacrima con il pollice.
- Si che lo sono…però…-
- Però?-
- Però ha sempre agito di nascosto Kate! E mi fa male sapere che lui c’era e che non ho mai potuto parlagli, chiedergli qualche consiglio, fargli leggere un mio libro, giocare a baseball, o che so….abbracciarlo in un momento di felicità!- disse a raffica prendendo poi un respiro profondo per trattenere le emozioni.
- Se mi avesse detto fin dall’inizio ciò che era, forse lo avrei accettato, avrei vissuto con una consapevolezza diversa!-
- O forse invece, non saresti la persona straordinaria che sei ora- gli fece notare Kate.
Per lei era strano vederlo così fragile e allo stesso tempo così disposto ad aprirsi con lei, a parlare di ciò che nessun altro prima era riuscito a tirargli fuori.
- Perché non è rimasto con me, Kate?- le chiese, consapevole di non poter comunque ottenere una risposta da lei – Perché ha preferito il suo lavoro a noi? Perché mi ha fatto sentire la sua mancanza? Perché…- si bloccò singhiozzando e con un nodo in gola.
Kate lo tirò a se facendoli posare la testa sul suo petto.
- Sfogati Rick, piangi, lasciati andare- e Rick cedette scoppiando in un pianto liberatorio, stringendosi forte alla sua donna come se fosse un appiglio di salvezza.
Kate lo cullò come un bambino sussurrandogli dolci parole di conforto all’orecchio, accarezzandogli la testa e le spalle, dondolandosi avanti e indietro per rassicurarlo. Sentiva le lacrime dell’uomo bagnarle in collo, ma non se ne curò, lasciando che quei sentimenti repressi da anni e anni, uscissero dal cuore dello scrittore.
Dopo quelle che parvero ore, o forse lunghi minuti, Rick si calmò, smise di singhiozzare e il respiro tornò pian piano regolare.
Sollevò appena la testa guardando con occhi arrossati e sguardo da cucciolo la sua donna.
- Va un po’ meglio?-
Rick annuì e ritornò con la testa nel suo petto e lo sguardo verso il mare.
- Grazie- esordì l’uomo posandole un bacio sul collo.
- Always-
Un soffio di vento freddo li fece rabbrividire.
- Che ne dici se torniamo a casa a coccolarci sul divano, sotto una morbida coperta e una tazza di cioccolata fumante?- propose Kate staccandosi appena da lui.
- Ti basta questo come racconto?- chiede Rick dubbioso e intimorito.
- Abbiamo detto a piccolo passi, giusto?-disse lei facendogli l’occhiolino.
Rick sorrise baciandola con passione. – Su, andiamo- rispose lui alzandosi e aiutandola a fare lo stesso.
Fecero un passo, ma Rick la bloccò tornando un attimo indietro.
- Aspetta, aspetta-
- Ehmmm….che vuoi fare?- domandò Kate vedendolo chinarsi al suolo scegliendo un sasso appuntito.
- Vieni- sussurrò avvicinandosi alla loro incisione. Pressando la punta del sasso sul mattone, Rick aggiunse 4 piccole lettere.
- Ecco fatto!- annunciò soddisfatto guardandola.
- APPA?- chiese Kate non capendo.
- Certo! A Piccolo Passi!- rispose lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- E la A finale?-
- Always!-
Kate sorrise e lo baciò ancora. Lo adorava quando si mostrava così dolce con dei semplici gesti.
- Ora andiamo?-
- Si, andiamo a casa Kate!-
E tenendosi per mano si incamminarono verso casa. 





Ciao a tutte.
Questa storia bolliva in pentola da qualche tempo e finalmente sono riuscita a buttarla giù.
Avevo già letto un ff che raccontava qualcosa del post 5x16, ma ho voluto approfondire come Castle abbia affrontato la cosa, anche perchè, da allora,suo padre nel telefilm non è più stato nemmeno accennato....alla fine ho divagato leggermente (lo so....sono un po' sdolcinata ,ma i momenti teneri fra Rick e Kate mi piacciono troppo),lasciando volutamente in sospeso in previsione di qualche altra possibile storia collegata direttamente a questa.
A presto
Bonny

Ps: grazie mille a chi ha letto e recensito la mia storia precedente :-)
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: kbonny