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Autore: midnightxx    27/09/2013    0 recensioni
“La cosa più bella al mondo è sentirsi amati, perché potrei dire all’infinito che l’amore fa schifo ma quando capita ci facciamo travolgere completamente, il più bell’amore è quello tra idolo e fan, è l’amore più semplice e significativo, non siete d’accordo?”
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Estella è una ragazza di quattordici anni, vive da qualche anno a Tokyo con la famiglia e studia presso una scuola internazionale, dove si parla inglese. Non è molto alta, ha i capelli di un rosso che quasi ti acceca, li tiene sempre raccolti in una coda o una treccia, non si possono definire ne mossi ne ricci, una via di mezzo. Il naso un po’ arcuato per via di una botta presa da piccola, ha degli occhi verdi molto grandi che sembra quasi tocchino il naso, sono di un verde così scuro che da piccola a scuola i compagni per prenderla in giro la chiamavano “palude” perché assomigliano all’acqua paludosa. I suoi genitori per rincuorarla le dicevano che aveva degli occhi splendidi e che anche loro avrebbero voluto averli come lei. Fin da piccola praticava danza e nuoto, solo che con la scusa della nuova scuola, dello studio e via dicendo smise di praticare il secondo. Adora la musica, se fosse per lei la ascolterebbe giorno e notte, alla sera si addormenta con le cuffie ascoltando Fall di Justin Bieber, è la sua ninna nanna. Mentre prende la metro per la scuola si ascolta tutta take me home, quei cinque ragazzi gli fanno partire bene la giornata, e quando torna si mette solo le cuffiette, niente musica, quando le indossa ha la sensazione di essere protetta, ne è cosi affezionata che se le sposerebbe. Estella ha una sorella piccola, ha appena due anni ed è nata a Tokyo, si chiama Hisa. I suoi migliori amici si chiamano Jeffry, un ragazzo di quindici anni dai capelli marroni sparati in aria, molto alto e con le orecchie a sventola. Agata che ha la stessa età di Estella, ha i capelli biondi e gli occhi marroni, ha una voglia enorme sulla spalla, non frequentano la stessa scuola perché Agata è giapponese e ovviamente non serve che lei vada in una scuola internazionale per capire. Estelle pochi mesi fa ha avverato il suo sogno, dopo un periodo che sembrava un'infinità c’è l’ha fatta, ha fatto di un desiderio una realtà. Senza che nessuno lo sapesse una mattina fredda d’inverno, un paio di giorni che precedevano il natale prese coraggio e riuscì a comprare un biglietto per il concerto, aveva risparmiato due anni di paghetta per riuscire a comprare anche il biglietto del treno andata e ritorno. L’evento si sarebbe tenuto ad Okayama, 750 km da dove viveva lei, questo voleva dire quasi 50 yen solo per l’andata, più il biglietto che aveva costato 120 yen, poi avrebbe dovuto starci una notte quindi prenotare una stanza in un albergo abbastanza vicino allo stadio, 90 yen assicurati, il mangiare se lo avrebbe portato da casa. Anche se se ne andavano via più di 300 yen ne sarebbe valsa la pena, sicuramente. Ai suoi disse che andava da un amica a dormire e che sarebbe tornata alla sera del giorno dopo perché dovevano prepararsi per un interrogazione, era d’accordo con Sarah (una sua compagna di classe) che avrebbe dovuto tenergli il gioco. Così alle 6 di mattina il freddo 7 febbraio si trovava già nel treno per Okayama, quella sera avrebbe vinto contro quella maldetta distanza che la separava dal mondo in cui lei voleva vivere. Il viaggio durò quasi cinque ore ma era stato piacevole, non vedeva l’ora di entrare nello stadio. Il concerto era stato meraviglioso, non si era mai sentita così bene, aveva trovato tante ragazze con la sua stessa passione e per qualche millesimo di secondo si illuse che sarebbe andato tutto bene ma il telefono cominciò a vibrare, era sua mamma , lei buttò giù e le scrisse che stavano dormendo tutti e che li avrebbe svegliati se avesse risposto e per qualche strana ragione lei ci credette. Quella sera non dormì, girovagò per le strade di Okayama in cerca della ragione per cui aveva fatto tutta quella strada ma verso le quattro di notte rientrò in albergo, avrebbe rischiato di addormentarsi in mezzo alle vie se al più presto possibile non avesse fatto un riposino. Anche se era stremata appena si buttò sul letto le passò il sonno, così cercò di rilassarsi anche perché due ore dopo avrebbe dovuto ripartire verso Tokyo. Alle sei e dieci era già nel suo scompartimento, era felice, come non mai. Alle 11 arrivò alla stazione di Tokyo per scoprire che i suoi idoli, quelli che era riuscita a vedere la sera prima avevano aggiunto una tappa, era esterrefatta, aveva fatto quasi 800 km per vederli più i 300 yen che aveva sborsato e il giorno dopo loro decidono di aggiungere un concerto in Giappone? A Tokyo? Nella sua città?. Tornò a casa e convinta chiese a sua mamma se poteva andarci, lei la lasciò, furono i due giorni più belli della sua vita.
  
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