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Autore: yingsu    27/09/2013    1 recensioni
«L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande.»
Era bello svegliarsi così, con il calore del giorno sulla pelle e con quella fragranza familiare che ti attirava pigramente verso la sala da pranzo. Peccato che il tutto diventasse meno piacevole quando avevi trascorso la notte a base di Sangria e tapas, ballando sui tavoli per festeggiare il matrimonio del proprio Istitutore.
[...] Si soffocò qualche secondo nel cuscino, tentando di girarsi dall’altro lato e di liberarsi della zavorra che la opprimeva, ma quando finalmente riuscì a liberarsi da quella presa si accorse che non le era caduto addosso niente, e che quel fastidioso senso di pesantezza che le gravava sulla cassa toracica era in realtà un braccio. Un senso di terrore l’attraversò, facendola impallidire. Che diavolo aveva fatto?
• SPIN-OFF de "When the moon fell in love with the sun, all was golden in the sky" & "Il profumo del pane alla Lavanda".
• Accenno Gideon/Nuovo Personaggio.
Genere: Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gideon Lightwood, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'And I was in the darkness, so darkness I became.'
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radioctive, che oggi pomeriggio

deve studiare latino. 

 

 

 

 

Balmy dayssweet sangria. 

 

 

 

 

 

«L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta,

il sesso può suggerire delle ottime domande».

| WOODY ALLEN |

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sole sorgeva lentamente tingendo le nuvole e il cielo di un dolce arancione tenue, illuminando parzialmente i due corpi stesi sotto le coperte leggere.

Madrid dormiva ancora, ma un orecchio attento avrebbe potuto udire le voci del mercato in lontananza, accompagnate dal profumo del pane alla lavanda che si espandeva lentamente, invadendo l’Istituto.

Era bello svegliarsi così, con il calore del giorno sulla pelle e con quella fragranza familiare che ti attirava pigramente verso la sala da pranzo.

Peccato che il tutto diventasse meno piacevole quando avevi trascorso la notte a base di Sangria e tapas, ballando sui tavoli per festeggiare il matrimonio del proprio Istitutore.

Un mugolio sommesso si levò mentre un mare di riccioli color del fuoco si accingeva a sbucare dalle lenzuola, come un fiore che timidamente apre i suoi petali, svegliato dal tepore dei primi raggi di sole.

La ragazza spalancò gli occhi verdi mettendo a fuoco la stanza, un peso insolito le comprimeva la schiena contro il materasso. La testa le doleva, non era una delle sue peggiori emicranie, ma per intensità si avvicinava a quella che aveva avuto quando in combattimento le avevano ferito la nuca. Si soffocò qualche secondo nel cuscino, tentando di girarsi dall’altro lato e di liberarsi della zavorra che la opprimeva, ma quando finalmente riuscì a liberarsi da quella presa si accorse che non le era caduto addosso niente, e che quel fastidioso senso di pesantezza che le gravava sulla cassa toracica era in realtà un braccio.

Un senso di terrore l’attraversò, facendola impallidire.

Che diavolo aveva fatto? 

Accanto a lei, steso prono sul letto, c’era un ragazzo dai capelli biondo sabbia, il colorito della pelle di un dolce latte macchiato, come quello che era solito bere Quique la mattina: molto latte, e poco caffè.

Se non altro lo aveva scelto bene, sarebbe potuta finire con gente peggiore… sarebbe potuta andare a letto di nuovo con Diego, per esempio.

Ammesso e non concesso che avessero davvero fatto quello che probabilmente avevano fatto.

Shakira sollevò di poco le coperte, giusto per avere la certezza di come fossero andate le cose, ma un rapido sguardo al suo seno scoperto e al lato B marmoreo che le si era palesato davanti bastarono a farle invocare l’Angelo.

La luce che entrava dalle imposte spalancate era abbastanza intensa da suggerirle che presto – molto presto – Fatima, la cameriera, sarebbe entrata nella sua stanza per lavarla e sistemarla.

Panico.

Punzecchiò il braccio del ragazzo con l’indice, ma l’altro non dava segni di vita, così prese a scuoterlo un poco «Gideon, te ne devi andare…» sibilò piano, come se qualcuno avesse potuto sentirla.

Il cacciatore accanto a lei mugolò qualcosa di vagamente simile a “Due minuti, Antonio”  si girò verso di lei con una serie di movimenti complessi, e quando alla fine aprì gli occhi scattò di lato, finendo sul pavimento assieme a buona parte delle coperte.

«PER L’AMOR DELL’ANGELO»

«Non strillare!» lo ammonì lei lanciandogli il cuscino.

L’ultima cosa che voleva è che qualcuno – Leandro, il Capo Istituto – venisse a controllare la situazione.

Gideon si passò una mano sul viso, tentando di coprirsi con quel poco di lenzuolo che era riuscito a trascinarsi sul pavimento «Si può sapere che cosa è successo?» chiese sollevando con aria sconvolta quel che restava del suo panciotto dal pavimento.

Shakira si strinse nelle spalle «Giuro sull’Angelo che so slacciare i bottoni» disse strattonando le coperte, avvolgendosi come un involtino dentro la stoffa «evidentemente avevo un pugnale, e sai quanto mi piacciono i pugnali» aggiunse con un sorriso.

Il ragazzo lasciò andare l’indumento massaggiandosi una tempia: non era il caso di porsi domande a riguardo.

«Ti prego, dimmi che non… insomma, che non era la prima volta» borbottò in imbarazzo mentre la ragazza gli lanciava i suoi pantaloni. Se così fosse stato non se lo sarebbe mai perdonato.

«Se fosse stata la prima volta secondo te sarei qui a fare battute per sdrammatizzare la situazione imbarazzante e ridicola nella quale ci siamo infilati?» domandò retorica cercando la sua sottoveste.

No, non era decisamente la prima.

Gideon ne approfittò quando la ragazza gli diede le spalle per infilarsi i pantaloni «In caso contrario sarei stato disposto a sposarti» disse raccogliendo la camicia, verificando così che Shakira si era premurata di tagliare i bottoni anche di quella.

La ragazza sorrise prendendo il suo semplice vestito verde, lanciandolo sul letto «È molto dolce da parte tua, ma non sono il tuo genere di donna» rispose tentando di reggere il lenzuolo che le cadeva di dosso, scoprendo parte della schiena.

«No, non lo sei…» ridacchiò lui passandole il corsetto, notando il grosso ematoma viola che la ragazza aveva fra le scapole «Sapevo che ti sarebbe venuto il livido!»

Shakira si girò a guardarlo confusa «Cosa?»

«Hai un enorme livido sulla schiena» spiegò lui, distogliendo lo sguardo con gli zigomi rossi per via della coperta che cadeva sotto le ascelle di lei, mostrando parte del seno.

«Sarai stato tu quando mi hai sbattuto contro l’anta dell’armadio» disse Shakira con il tono calmo di una che racconta quanto la sua giornata sia stata monotona.

Gideon arrossì di nuovo all’idea di aver fatto una cosa del genere «Veramente pensavo fosse stato il toro»

«Quale toro?» domandò la ragazza confusa.

«Quello che hai tentato di cavalcare ieri sera, dopo che Leandro ci ha cacciati fuori dall’Istituto»

Shakira aggrottò le sopracciglia cercando di ricordare, ma non c’era nessun grosso toro nella sua memoria «In qualsiasi caso te ne devi andare prima che arrivi Fatima!» affermò spingendolo con una mano verso la porta «e sappi che sono ancora offesa perché mi hai scambiata per Antonio, poco fa» aggiunse, ma Gideon la fermò.

«Questa è la mia stanza, sei tu che te ne devi andare prima che arrivi Antonio» riabbatté lui passandole accanto, facendole cenno di andare dietro il paravento a vestirsi.

«… Ah» fu tutto quello che riuscì a dire la ragazza guardandosi attorno.

Effettivamente non era la sua camera, decisamente non era la sua camera!

S’intrufolò dietro il paravento tirandosi dietro uno strascico di coperte, mentre Gideon le passava gentilmente il suo solito abito da contadinella.

«Ti ringrazio…» disse lei infilandosi il vestito, tralasciando il corsetto – ci avrebbe messo troppo ad allacciarlo, e poi lo odiava, si sentiva oppressa con quel coso addosso.

Quando sbucò fuori era decisamente più presentabile, e finalmente vestita.

«Il corsetto?» domandò Gideon guardandola.

«Al diavolo quel coso, lancialo sotto il letto, torno a prenderlo dopo!» sbottò cercando le scarpe, evitando comunque di metterle: non aveva né tempo, né voglia.

Una volta che ebbe recuperato tutto ciò che le serviva – e ovviamente nascosto oggetti e indumenti incriminanti – si fermò davanti al ragazzo con un sorriso «Te ne sarei grata in eterno se dimenticassimo questa storia» mormorò mordicchiandosi l’interno della guancia.

Le labbra di Gideon s’incresparono a formare una dolce mezzaluna «Direi che è la cosa migliore da fare» le rispose sistemandole i capelli, tentando di dare una parvenza di ordine a quella chioma sconclusionata di boccoli rossi.

Shakira rise pizzicandogli il fianco «Lo credo anche io» disse prima di allungarsi a scoccargli un bacio sulla guancia, uscendo subito dopo dalla stanza.

Il Lightwood scosse il capo con espressione divertita «Poverino l’uomo che avrà il coraggio di sposarla» borbottò sedendosi sul letto.

 

***

 

Una volta nel corridoio Shakira riuscì a fare solo due o tre passi prima che Antonio le comparisse davanti, uscendo dalla stanza di Quique «Buongiorno Antonio» disse lei sventolando le scarpe che teneva in mano, passando con una certa nonchalance davanti allo sguardo sconcertato del cocchiere.

Appena in tempo, pensò ridacchiando, seguendo l’invitante profumo della colazione che l’attendeva al piano di sotto.

Ma quando fu a metà della scalinata che l’avrebbe condotta nella grande sala da pranzo una voce la costrinse a fermarsi.

 «Signorina Espinosa!» strillò la povera cameriera raggiungendola, tentando di allacciarle il vestito mezzo sbottonato sulla schiena «È un’ora che la cerco, signorina»

La ragazza rise lasciandola fare «Avevo voglia di fare un giro» spiegò saltando poi sul gradino successivo, facendo impazzire la povera Fatima che stava cercando di infilare gli ultimi bottoncini dentro le asole.

«Dov’è il suo corsetto, signorina?» chiese lasciandola andare con un sospiro.

«L’ho perso ieri sera…» rispose l’altra con un sorriso prima di correre giù dalle scale.

Fatima sospirò seguendola «Il signor Hidalgo si arrabbierà molto»

«Tu lascia che si arrabbi, mi piace quando diventa viola e strilla» rispose la cacciatrice passando gli ultimi tre gradini con un salto, entrando subito dopo nella sala nella quale veniva servita la colazione. La lunga tavolata era già apparecchiata, ma non c’era ancora nessun’anima seduta a mangiare. Shakira prese un ensaïmada da uno dei piatti e se lo infilò in bocca, ignorando la cameriera che era intenta a convincerla a tornare di sopra per sistemarsi.

«Va bene, mangio e poi mi cambio, lo giuro sull’Ange―»

«Shakira Espinosa» una voce profonda si levò dalla porta, facendo sorridere la ragazza: era Leandro, le mani sui fianchi e lo sguardo accigliato.

«Ciao Leandro» disse la ragazza mentre Fatima la fissava con quell’espressione da “Lo dicevo che sarebbe andato su tutte le furie”.

«Dov’è il tuo corsetto?» domandò furioso.

Shakira fece un giravolta fingendo di cercare il suddetto indumento «Era qui un attimo fa» rispose tastandosi la vita con la mano che non reggeva il dolce «No, ora ricordo!» affermò con un ghigno sul viso «L’ho prestato a Quique»

Un gridò si levò dalla sala.

Era solo un’altra normalissima mattinata all’Istituto di Madrid.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

• NdA; le cose buone arrivano a chi le sa mangiare.

 

Buongiorgio mondo(?).

Allora, questo è un palese delirio, ma va bene.

Inizio dicendovi che tutti i personaggi li potete trovare in questa bellissima fic che radioactive sta scrivendo “Il profumo del pane alla lavanda”, sull’Istituto di Madrid, sì.

Per il resto non c’è molto da dire, ho tirato fuori il lato… boh di Gideon Lightwood, ma va bene.

Insomma, è ambientata nel periodo in cui il nostro Gideon è a Madrid con i cacciatori spagnoli, e Shakira è una mia piccola OC, la quale storia è pubblicata su EFP con il titolo di “When the moon fell in love with the sunall was golden in the sky”  ed è praticamente il continuo di quella che sta scrivendo radioactive.

Detto questo, vi informo che gli ensaïmada sono dolci spagnoli ripieni di una cosa che loro chiamano Cabell d’Angel, che altro non è se non un composto di semplice zucca. Ora posso andarmene salutando radioactive e sperando che dopo questa scemenza che le ho dedicato possa studiare latino con una nota di allegria(?). Che sto dicendo.

Insomma, viva la Shakeon, perché Shakira è shippabile con un terzo di popolazione mondiale.~

Livin’ la vida loca(…)



yingsu.

 

   
 
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