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Autore: Yukotan    27/09/2013    1 recensioni
Nella tranquilla città di Hangzhou non può succedere nulla di incredibile... almeno così la pensa Jiashuai, giovane cameriere in un café disperso nel centro. La sua vita, per quanto calma, gli piace e lo soddisfa, anche se continua a sentire la mancanza di qualcosa. E' Jiaheng che gli darà quello che cerca, insieme a molto, molto di più: gli farà vivere momenti che vanno ben oltre alla sua immaginazione.
[Kray]
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Kris, Kris, Lay, Lay, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse, il nome di battesimo -se così si può definire- di Lay è Jiashuai, e non Yixing, mentre quello di Kris è Jiaheng.


 

 

祝你生日快乐俄 - Buon compleanno a te

 

Se c'era qualcosa di bello nel lavorare in un café nascosto dalle vie principali di Hangzhou, era il fatto che poca gente lo frequentasse: poche persone equivalevano a poco rumore e più spazio alla musica in sottofondo, niente schiamazzi e orde di ragazzine petulanti che muovevano la chioma per attirare l'attenzione. Certo che significava anche avere meno entrate, ma per fortuna c'erano sempre abbastanza ordini di dolci che coprivano le spese e gli permettevano di avere qualcosa in tasca.

L'odore del tè Oolong  unito a quello dolce e zuccheroso delle paste e delle frolle lo rilassava, poiché gli ricordava tanto i pomeriggi uggiosi di novembre, che passava seduto sul divano avvolto dalle coperte mentre rileggeva le storie sui Tre Augusti ed i Cinque Imperatori. Jiashuai adorava lavorare in quel café, gli piaceva anche di più quando il pasticcere gli chiedeva di rimanere con lui per aiutarlo a preparare le torte per il giorno dopo.

La cosa che preferiva era dare in mano i dolci ordinati dai clienti. Appena vedevano il pacco i loro occhi si illuminavano, i bambini cercavano di sbirciare e tutti si chiedevano come poteva essere la loro torta. Si immaginava che, una volta a casa, avrebbero aperto il pacco e sarebbero rimasti a fissare la creazione con stupore, e con l'acquolina in bocca.

La paga era sufficiente, perché i suoi genitori avevano insistito tanto per pagargli il suo piccolo appartamento, ma Jiashuai soffriva talvolta di solitudine; nei giorni di pioggia si stringeva di più fra le lenzuola, e sognava di avere qualcuno che lo abbracciasse e lo rassicurasse. Aveva una ragazza, ma avevano una relazione così pura che non pensava nemmeno di cadere sul letto con lei, per farla davvero sua. Semplicemente, Jiashuai non provava quel tipo di attrazione, e non sapeva nemmeno se l'avrebbe mai provata con la giovane donna, eppure era nei momenti dove la abbracciava che si sentiva in pace con se stesso e si credeva completo ed appagato.

Durante le prime giornate di settembre, Jiashuai vide un giovane alto dall'aria malinconica e dalle sopracciglia aggrottate; non lo aveva mai visto in giro, ma capì presto che sarebbe diventato un cliente abituale perché si fece sempre vedere durante il tardo pomeriggio. Prendeva spesso del tè nero, ma si divertiva a cambiare le fragranze, e talvolta decideva di bere un caffè; ogni sabato prendeva un dolce diverso, ma sembrava prediligere quelli al cioccolato, e se ne stava seduto a leggere fino a cinque minuti prima dell'orario di chiusura.

Almeno era sempre beneducato, non si permetteva mai di parlare al cellulare ad alta voce e non faceva strambe richieste a Jiashuai, che lo guardava curioso nei momenti di assoluta calma. Nelle sue rare telefonate, il giovane parlava sottovoce, e più di una volta diceva di non poter chiacchierare; appena chiusa ogni chiamata, sospirava e riprendeva a leggere, assaporando il suo momento di calma. Jiashuai non si permise mai di interromperlo, e nonostante fosse un tipo amichevole, decise che forse era meglio non chiedere il suo nome.

L'aria che aveva attorno a sé era sempre tanto triste e stanca, ed il cliente abituale non sembrava avesse voglia di sentire ulteriori chiacchiere. Perciò Jiashuai rimase sempre anche lui in silenzio, limitandosi a fare il suo lavoro; talvolta il suo amico Luhan passava a salutarlo, e durante la pausa pranzo chiamava o scriveva a sua madre, assicurandola che stesse bene e non avesse bisogno di nulla. Le giornate passavano velocemente, i giorni si facevano sempre più corti, ma continuò a lavorare assiduamente, senza preoccuparsi della sua apparente solitudine e nemmeno dando troppa attenzione alle parole dei clienti.

Un'uggiosa mattina di novembre, Jiashuai si alzò per andare a lavoro. Era da qualche giorno che non vedeva il giovane cliente abituale, ma pensò che fosse normale ammalarsi con quelle giornate fredde e dunque non ci diede più di tanto peso. Quando arrivò al café, aveva appena iniziato a piovere; era uno di quei pochi giorni dove lavorava controvoglia, perché si ricordava sempre che avrebbe potuto starsene sotto le coperte. Però erano anche i giorni dove la sua ragazza gli faceva visita e gli portava qualcosa da mangiare, fatto da lei stessa, e Jiashuai si sentiva meno abbandonato a se stesso e alla pioggia.

La sua giornata lavorativa non fu meno diversa dalle solite, ma sentì l'umore risollevarsi quando arrivò il giovane cliente abituale; lo salutò con un sorriso più largo del solito, poiché sembrava avesse bisogno di un po' di calore nel cuore. Aveva sicuramente preso molta pioggia, giudicando dai suoi vestiti e capelli bagnati, e pareva più malinconico e turbato del solito; ciò preoccupò Jiashuai, che però poteva fare ben poco. Prese velocemente gli ordini – questa volta chiese un caldo thai tea con un tortino con cioccolato caldo – e gli decorò il piattino con la torta.

Gli portò gli ordini sul vassoio e appoggiò tutto di fronte al giovane, che lo ringraziò con un sorriso piuttosto triste e tirato; gli occhi brillavano di lacrime d'addio, e Jiashuai rimase a guardarli più del dovuto, prima di voltarsi per ritornare in fretta dietro al bancone. Si fermò solo perché il ragazzo lo fermò, e quindi il cameriere tornò a fissarlo in attesa. «Scusa, uh…» Gli guardò il petto con gli occhi ridotte a fessure, per poi riprendere a parlare. «…Jiashuai. Potresti portarmi una candelina?»

L'altro annuì meccanicamente, sorpreso che gli avesse letto il cartellino attaccato alla maglia, e ritornò con una candelina gialla ed un accendino. «Ma è il tuo compleanno?» chiese senza pensarci. Il giovane cliente annuì, rosso d'imbarazzo, senza guardarlo in viso. «Basta che la appoggi qui. Non voglio accenderla ora» spiegò con un mormorio. Jiashuai fece un mugugno di approvazione e lasciò sul tavolo la candelina, quindi tornò dietro al bancone e prese un tubetto di sciroppo alla fragola. Si riavvicinò al giovane con i capelli neri ancora umidi, e tirato appena il piatto verso di sé, iniziò a scriverci sopra con lo sciroppo. «Com'è che ti chiami?»

Aspettò un lungo minuto per la risposta, ma arrivò appena terminò la seconda parola. «Jiaheng, mi chiamo Jiaheng» sussurrò il cliente. Jiashuai finì di scrivere il suo nome e guardò il risultato: certo, non era una cima in inglese, ma sapeva scrivere bene happy birthday, ed il sorriso sincero che gli fece Jiaheng valeva molto di più di tutti i soldi che prendeva ogni mese. Il cameriere ricambiò l'espressione, anche se più timidamente, e rimase a ciondolare sul posto. «Grazie, lo apprezzo davvero; sei molto gentile, Jiashuai».

«Visto che è il tuo compleanno, ti offro io il tè e la torta!» esclamò l'altro, schiacciando troppo il tubetto di sciroppo; ne uscì un poco, e si sporcò le mani, e tornò dietro al bancone dopo aver detto, con chiarezza, che non avrebbe accettato nemmeno un centesimo. Mentre puliva le tazze, decise anche di regalargli anche una Devil's food, che gli avrebbe dato solo prima di vederlo correre fuori sotto la pioggia. Jiaheng sembrava quasi volesse scoppiare a piangere, mentre rimaneva a fissare la scritta sul piatto e beveva il suo tè, ma Jiashuai sapeva che era solo molto felice di essere stato trattato con attenzione.

Il resto dei clienti nel café pagò e se ne andò lentamente sotto ombrelli colorati, lasciando i due da soli; era quasi orario di chiusura, Jiaheng era arrivato piuttosto tardi, ma il cameriere decise di non incoraggiarlo ad andarsene a sua volta. Si avvicinò nuovamente al tavolo e scivolò seduto di fronte al giovane  dai capelli scuri. «Ora ti va di accenderla?» mormorò indicando la candelina. Jiaheng annuì silenziosamente, ed una volta messa sul tortino, prese un accendino dalla tasca ed infiammò il cerino.

«Buon compleanno» sussurrò Jiashuai con un sorriso. L'altro sospirò, guardando la fiamma traballare colpita dal suo respiro, e dopo qualche secondo la spense con un soffio. Proprio in quel momento si spensero tutte le luci, ma nessuno dei due si mosse dal posto, ed entrambi rimasero a guardare il fumo salire fino al soffitto. «Hai espresso un desiderio?» chiese il cameriere interrompendo il loro silenzio.

«Ho chiesto un miracolo. Probabilmente non si avvererà» spiegò Jiaheng senza cambiare espressione. L'altro rimase spiazzato a sentire quelle parole, tanto che quasi non si alzò dalla sedia per scuoterlo violentemente. «Ma cosa dici…! Senti, non so altro che il tuo nome, ma mi hai appena confermato di essere piuttosto triste. Andiamo a berci qualcosa!» Il suo cliente lo fissò a lungo, con gli occhi spalancati, prima di annuire frettolosamente e mangiare il suo tortino; Jiashuai rise di gusto e scosse la testa. «Fa pure con calma, abbiamo tutto il tempo che vuoi».

***

Alle tre di notte si ritrovarono nell'appartamento del cameriere, ubriachi come non mai, seduti sul divanetto del soggiorno in mezzo a qualche lattina vuota di birra, entrambi con il sorriso più scemo stampato sul volto. Avevano girato a lungo per locali, bevendo cocktail colorati dai nomi più vari, per passare poi ad un paio di bicchierini di vodka liscia. Jiashuai aveva trascinato con sé il giovane, con la scusa che era davvero troppo tardi, e dopo averlo quasi buttato sul divano, gli aveva riempito le braccia di alcolici più leggeri, insieme a dolcetti e snacks salati.

Tra un bicchiere e l'altro avevano chiacchierato e si erano raccontati le cose più sciocche ed ininfluenti, ma avevano riso insieme e per quanto avesse la mente annebbiata, Jiashuai sentì di aver migliorato almeno un po' la giornata di Jiaheng. Erano entrambi seduti, con gli occhi socchiusi ma che si cercavano mentre mormoravano parole stanche, quando il più alto si bloccò e afferrò improvvisamente la mano al cameriere. «Non è vero che tutto il popolo dei capelli neri è nato dai parassiti di Pangu. Sei troppo buono per essere il discendente di una cosa tanto orrenda» gli sussurrò appoggiando la testa sullo schienale, dopo essere scivolato più in basso. «Da drago che sono, so che ti meriti un regalo, perché hai davvero realizzato il mio desiderio. Ti darò una fibbia di giada della dinastia Ming, ma anche allora sarebbe troppo poco».

Jiashuai si mise a ridere, ormai troppo stanco e ancora troppo ubriaco per prenderlo seriamente; mugugnò e chiuse gli occhi, raccogliendo le ginocchia al petto e avvicinando l'indice alla bocca, come avrebbe fatto un bambino. Scivolò verso Jiaheng, ridacchiando intontito, ed annuì. «Va bene la fibbia, ma se ti senti ancora in debito, allora vorrei la tua amicizia».

Nessuno dei due disse più nulla, scivolando nel sonno più profondo e lasciando in aria un tacito accordo.

 


Note

Tre Augusti e Cinque Imperatori: sono figure molto conosciute e che appaiono spesso nella mitologia cinese. Ai Tre Augusti vengono spesso attribuite diverse invenzioni - la medicina o l'agricoltura. Le storie sui Cinque Imperatori sono tanto inventate quanto quelle sui Tre Augusti, e vedono spesso animali fantastici -tra i quali i famosi draghi cinesi-. Si dice che con l'ultimo dei Cinque Imperatori inizi la prima dinastia vera e propria di imperatori.

Pangu: uno dei diversi racconti che vede la nascita del nostro mondo e degli umani riguarda Pangu, un gigante nato dall'equilibrio dei principi di yin e yang. Dopo la sua nascita, Pangu distrusse l'uovo cosmico da cui veniva, creando cielo e terra, che fu costretto a tenere divisi con il suo stesso corpo e con la sua forza. Dopo 18mila anni, ogni parte del suo corpo si trasformò in qualcosa: il respiro in vento, il sangue in fiumi, gli occhi in Sole e Luna e così via. I parassiti del suo corpo si plasmarono in umani.

Popolo dai capelli neri: ovvero come si chiamava il popolo cinese, per via dei caratteristici capelli.

Tè Oolong, thai tea: due tipi diversi di tè. Il primo è molto famoso in Cina, e si può trovare in diverse varietà. Il suo nome tradotto significa "drago blu". Il Thai tea è originariamente costituito di tè dello Sri Lanka, ma è spesso basato con semplice tè nero. Viene servito con del latte all'interno, ed è più facile trovarlo freddo; molte volte viene venduto insieme al Bubble tea (tè con palline di tapioca).

Devil's food: i creatori di questa torta al cioccolato hanno deciso di chiamarla "il cibo del Diavolo", perché è irresistibile. In mezzo alla torta c'è uno strato di panna.

   
 
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