Sono passati quasi quindici anni. Conosco ogni tratto di quel viso dai lineamenti dolci da almeno quindici anni eppure ogni giorno mi ritrovo a scoprire qualcosa di nuovo che incredibilmente mi era sfuggito. Un neo, una piccola ruga d'espressione, qualche pieghetta che, con l'età, si aggiunge all'insieme che gli si forma attorno agli occhi ogni volta che sorride. Ogni millimetro di quel viso, che è la prima cosa che vedo al mattino quando apro gli occhi, che lui crede imperfetto e tendeva a coprire con un ciuffo a me sembra una delle più grandi opere d'arte che il mondo sia mai stata capace di concepire. Louis è arte, è aria salmastra, Louis è vento.
Lo dicono quegli occhi che sembrano stati fatti solo per osservare e contemplare, e Dio solo sa quante volte sono morto dalla voglia di poter vedere il mondo attraverso quegli occhi. Perchè quello è il punto vulnerabile dell'uomo della mia vita, è sempre stato lì, l'essenza di Louis è sempre stata riassunta e contenuta a malapena nelle iridi prima più chiare e poi più scure.  Iridi che contengono segreti che possono far male, occhi che hanno lasciato scendere il mare lungo quelle guance per poi negarlo, occhi che hanno saputo amare me e nostro figlio in un modo che nessun altro oltre me e loro potrà mai conoscere, perchè Louis è semplicemente incapace di guardare qualcuno con quell'intensità, seguendone ogni più piccolo movimento, ovunque.
La pelle di qualche tono più scuro della mia, sempre liscia e profumata di un'essenza che non è in nessuna boccetta di profumo, bagnoschiuma o diavolerie varie, è tutta nei millimetri di quella pelle che, per quante volte l'ho avuta addosso, sembra quasi essere diventata anche la mia.
E poi la bocca, la stessa bocca che ha mentito, urlato, morso e segnato la mia pelle ma che ha saputo amare ogni più piccolo centimetro di me allo stesso tempo, la prima bocca che mi ha parlato d'amore e mi ci ha fatto credere.
"Harry" mi richiama con quella voce che, nonostante gli anni passino, resta sempre particolare e introvabile in altri. Voce che lui a tratti detesta ma che a me suona come un dolce richiamo a cui non posso sottrarmi "Mi stai fissando" mi fa notare a bassa voce per non svegliare l'ultimo arrivato a casa nostra che dorme beato sul suo petto largo.
Cullato dal battito del cuore e dal calore di Louis dorme sonni tranquilli mentre in una piccola manina stringe il tessuto della sua maglietta blu.
Ridacchia, Louis, sistemandosi gli occhiali da lettura sul naso e chiudendo il libro per poggiarlo a terra. Io me ne sto dall'altro lato del divano, incapace di smettere di guardarlo.
"Non è colpa mia" asserisco abbassando lo sguardo.
"Si che lo è" sorride sornione "Ma non ti ho detto di smetterla" recupera il libro e lo apre nuovamente "Amo quando lo fai".