Quando Harry entra per la prima volta in quel locale, maledicendosi per l’ennesima volta per aver dato retta Nick, non riesce a credere ai suoi occhi.
Louis Tomlinson, la sua cotta storica, si sta strusciando su un palo con un solo misero tanga addosso.
Lo guarda muoversi sensualmente contro quel pezzo di ferro e, portandosi una mano sul cavallo dei pantaloni per cercare di reprimere un’erezione imbarazzante, non può far altro che restare a bocca aperta.
Proprio mentre sta per avvicinarsi al palco, il ragazzo che incontra tutti i giorni per i corridoi della scuola, che sorride a tutti, che è sempre disposto ad aiutare nei compiti i ragazzi in difficoltà, adorato da tutti i professori e odiato solo dai cretini che non apprezzano la sua gentilezza, si volta e lo guarda.
Quel paio di occhi azzurri gli sembrano così lontani in quel momento, così diversi da quelli che crede di conoscere.
 
 
La musica finisce e Louis si china velocemente a raccogliere i soldi che i clienti gli stanno lanciando, ringraziandoli con sorrisi tutt’altro che sinceri.
 
Harry decide di aspettarlo all’uscita, mettendo la scusa di sentirsi poco bene e di voler tornare a casa.
Rimane per più di quaranta minuti davanti alla porta sul retro e, proprio quando sta per andarsene, riesce a vederlo.
Sa che è tardi, sa che domani ci sarà scuola e questo era uno dei principali motivi per cui non voleva uscire quella sera.
Riflettendo su questa cosa, ripensa a tutte le volte che lo ha visto stanco, con gli occhi circondati da occhiaie scurissime e finalmente ne capisce il motivo.
 
Rimane un po’ stupito nel vederlo lì, ma lo saluta comunque con gentilezza e, può giurarci, nelle sue chiazze azzurre riesce a leggere delle scuse.
 
Inizia a parlare, senza sapere cosa dire esattamente, ma Louis gli si getta al collo, in lacrime, disperato.
“Mi dispiace, Harry! Mi dispiace tantissimo! So cosa pensi di me e credimi, non è così! Non vendo il mio corpo, sono qui solo per ballare! Non sono una prostituta!”.
E allora lo abbraccia, perché, in fondo, non dovrebbe nemmeno scusarsi con lui, visto che sono poco più che conoscenti.
 
Cerca di calmarlo, di rassicurarlo. Cerca di fargli capire che non ha alcuna intenzione di giudicarlo, perché non ne ha alcun motivo, ma non può fare a meno di chiedergli per quale motivo lo faccia.
Il più grande gli racconta tutto: di quanto sua madre stia male da quando Mark se ne è andato di casa, di come non abbia più voglia di lavorare, lasciandoli quindi con il rischio di non avere cibo, così, durante il giorno lavora nel bar fuori dalla scuola, e la sera balla in quel locale, in modo da portare a casa qualcosa in grado di sfamare almeno le sue sorelle più piccole, facendo i compiti tra una pausa e l’altra, o quando torna a casa.
 
Quando finisce di parlare, si rende conto di amarlo ancora un po’ di più.
 
Lo bacia.
 
Lo bacia accarezzandogli ogni millimetro di bocca con la lingua, con un affetto che farebbe arrossire chiunque. E lui risponde al bacio, all’inizio sorpreso, poi sempre più convinto di quel gesto.
 
Lo bacia e spera con tutto sé stesso che capisca quanto lo apprezza per quello che fa per la sua famiglia.
 
Lo bacia e sa che da quel momento in poi, dovrà fare in modo che la tristezza e la vergogna non velino più gli occhi azzurri di cui si è innamorato.