Harry ha accettato di andare a quella lezione solamente per rivedere Louis.
Lo ha visto giocare un pomeriggio con Lux e ha poi chiesto a Lou chi fosse, ascoltando, interessatissimo, la storia di quel ragazzo che cerca di mantenersi gli studi in accademia facendo il babysitter e tenendo dei corsi di ballo.
Entra nella sala tenendo la testa bassa, vergognandosi anche un po’, ma non appena alza lo sguardo e lo poggia sul motivo per cui è li, perde ogni inibizione ed inizia a fissarlo spudoratamente.
Okay, tenere tra le braccia una bambina è totalmente diverso dallo stringere una persona adulta, ma riesce a cogliere comunque delle sfumature in quello che guarda.
Le mani che aveva stretto la biondina con delicatezza e affetto, ora sono poggiate sui fianchi di una tizia poco più bassa di lui. Sono ferme e sicure, e stringono quella carne con una passionalità che non ha mai visto in nessun altro.
I muscoli delle braccia si flettono a seconda dei suoi movimenti che guidano la ragazza. E crede seriamente di poter svenire quando si rende conto dei loro bacini che si muovono vicinissimi e a tempo.
Più che una danza, gli sembra un rapporto sessuale: bello, intenso, sentito, forte.
Poi si sofferma sul volto di Louis, e allora perde proprio la ragione. È attento e guarda la persona che ha davanti come se le potesse sfuggire da un momento all’altro. La studia, la osserva e la guida, come se lui fosse un disegnatore e lei la sua matita. E, può giurarlo, il loro disegno, almeno ai suoi occhi, sta venendo benissimo.
Quando la musica finisce e Louis si volta a guardarlo con un sorriso, sente veramente troppo caldo.
Si scusa con la sua ballerina, dicendole di avere sete, e lo vede avvicinarsi a lui sempre di più. Gli passa accanto e, le ultime parole che riesce a sentire, prima di seguirlo in bagno (ma per motivi diversi) sono: “In altre circostanze, e se non fossi maledettamente attratto dai tuoi occhi verdi e dalle tue mani, ti direi che è da maleducati fissare in quel modo le persone, ma credo che riuscirò a spiegartelo meglio dopo la lezione, a casa mia!”.
Lo ha visto giocare un pomeriggio con Lux e ha poi chiesto a Lou chi fosse, ascoltando, interessatissimo, la storia di quel ragazzo che cerca di mantenersi gli studi in accademia facendo il babysitter e tenendo dei corsi di ballo.
Entra nella sala tenendo la testa bassa, vergognandosi anche un po’, ma non appena alza lo sguardo e lo poggia sul motivo per cui è li, perde ogni inibizione ed inizia a fissarlo spudoratamente.
Okay, tenere tra le braccia una bambina è totalmente diverso dallo stringere una persona adulta, ma riesce a cogliere comunque delle sfumature in quello che guarda.
Le mani che aveva stretto la biondina con delicatezza e affetto, ora sono poggiate sui fianchi di una tizia poco più bassa di lui. Sono ferme e sicure, e stringono quella carne con una passionalità che non ha mai visto in nessun altro.
I muscoli delle braccia si flettono a seconda dei suoi movimenti che guidano la ragazza. E crede seriamente di poter svenire quando si rende conto dei loro bacini che si muovono vicinissimi e a tempo.
Più che una danza, gli sembra un rapporto sessuale: bello, intenso, sentito, forte.
Poi si sofferma sul volto di Louis, e allora perde proprio la ragione. È attento e guarda la persona che ha davanti come se le potesse sfuggire da un momento all’altro. La studia, la osserva e la guida, come se lui fosse un disegnatore e lei la sua matita. E, può giurarlo, il loro disegno, almeno ai suoi occhi, sta venendo benissimo.
Quando la musica finisce e Louis si volta a guardarlo con un sorriso, sente veramente troppo caldo.
Si scusa con la sua ballerina, dicendole di avere sete, e lo vede avvicinarsi a lui sempre di più. Gli passa accanto e, le ultime parole che riesce a sentire, prima di seguirlo in bagno (ma per motivi diversi) sono: “In altre circostanze, e se non fossi maledettamente attratto dai tuoi occhi verdi e dalle tue mani, ti direi che è da maleducati fissare in quel modo le persone, ma credo che riuscirò a spiegartelo meglio dopo la lezione, a casa mia!”.