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Autore: IneedanHoranhug    28/09/2013    1 recensioni
"Perchè sei tornata?" mi urlò contro. "Perchè un pretesto per tornare indietro bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte" iniziai "e il mio pretesto sei tu, Zayn".
Le sue labbra si aprirono in un tenero sorriso.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.

 

Sono passati due anni dalla mia scomparsa.

Mia madre, Jenna, mi aveva rinchiusa in un centro di recupero, a Londra, lontano da tutta la mia famiglia e tutti i miei amici.

E ora, dopo due lunghi anni, sono tornata a casa mia.

Ricordo ancora quella sera… “Elizabeth vieni in cucina, subito” urlò mia madre. Scesi velocemente le scale e arrivai in cucina, lì ad aspettarmi c’era mia madre e il suo compagno Max.

“Allora Beth, noi, abbiamo deciso di farti recuperare, in un centro apposito, a Londra” mi disse Max  “parti domani” finì mia madre.

Riaprì gli occhi, l’aereo era appena atterrato.  Ero tornata a Manhattan, ero tornata a casa.

Quando partì per Londra, non salutai neanche i miei amici, Jenna, mia madre li salutò per me, dicendo loro che ero da un parente, che sarei tornata presto.
Bugia.

Mi aveva rinchiusa in un fottuto centro di  riabilitazione per tossicodipendenti. Ho iniziato a far uso di droghe dopo la morte della persona più importante della mia vita, mio padre.

Quando morì, mi sentì la persona più sola al mondo. Era la persona che mi capiva di più e che mi aiutava sempre, e ancora oggi dopo tre anni, non accetto la sua morte.

Adesso dopo aver perso due anni, sono riuscita a smettere.

Uscì dall’aeroporto e trascinando le valige, anche se con molta difficoltà, arrivai in strada. Cercai un taxi, ma nessuno si fermava, sempre la stessa storia.

“Se mi posiziono al centro della strada, qualcuno si fermerà?” pensai tra me e me. Dopo svariati tentativi, un taxi si fermò.

“Sia ringraziato il cielo” pensai aprendo la portiera.

“Buongiorno” dissi sorridendo al taxista “Dove la porto signorina?” domando cordialmente “Empire State Building, grazie” sorrisi.

La macchina partì velocemente. Appoggiai la testa vicino al finestrino. Quanto mi era mancata Manhattan. Mi era mancato il clima, la strada, le persone sempre di fretta.

Certo Londra, era carina, ma niente era come la mia amata New York.

“Signorina siamo arrivati” mi sorrise il signore. Presi dei soldi dalla giacca e li diedi all’uomo sorridendo “Tenga anche il resto”.

Scesi dalla macchina e presi dalle valigie. Rimasi ferma sul marciapiede e osservai la 350 5th Ave. L’Empire, si trovava in un distretto di Manhattan.

Abito qui da quando sono piccola. La mia famiglia è  ricca, ma non sono viziata come molte altre ragazze che frequentano la mia scuola. Potevo anche indossare qualcosa comprato in un negozietto, non mi importava, basta che era comodo e lo compravo.

Entrai nelle hall, e venni accolta dal solito odore di lavanda

“Signorina Collins, ben tornata” mi sorrise Anthony, il receptionist “Ciao Anthony, grazie” sorrisi.

Trascinai le valigie fino all’ascensore e lo chiamai. Dovevo salire all’ultimo piano. Mia madre i suoi sfizi.

Ma non mi lamentavo. La casa era enorme e avevo una vista meravigliosa. Quando le porte si aprirono, sorrisi.

Entrai nella casa che mia aveva visto crescere, non era cambiato quasi niente. Mi guardai intorno. Dio quanto mi era mancato tutto questo!

La casa era silenziosa “Mamma sono qui, sono tornata” urlai per farmi sentire. Sentì dei passi diventare sempre più veloci, e dopo pochi secondi la mia vista fu oscurata da una chioma bionda, quella di mia madre.

Mi avvolse tra le sue braccia e mi disse dolcemente “Mi sei mancata tantissimo, piccola mia”.

Sentì qualcosa bagnarmi la faccia, forse mia madre stava piangendo o forse aveva i capelli bagnati.

Molto probabilmente la seconda. Quando si staccò, aveva gli occhi rossi. Stava piangendo. “Non hai mai pianto per me in 18 anni di vita, piangi adesso?” domandai ridendo “Mi sei mancata” sorrise “Anche tu, mamma!”

 

Mi raccontò tutto quello che era successo durante la mia assenza. Le chiesi di Max e mi mostrò la mano, un anello. Un anello di fidanzamento. “Sono felice per te” sorrisi.

Mi chiese se ero uscita dal giro di droga e sorridendo le risposi che tutto era finito.

Mi alzai e la salutai per poi dirigermi nella mia stanza, portai con me le valige. Entrai in camera ed era tutto come due anni fa, odorava di pino, credo.

Nessuno era entrato più nella mia stanza dopo la mia assenza.

Sistemai tutto e una volta finito mi recai in bagno. Un bagno quello che serviva. Dopo un bagno di circa mezz’ora usci e mi recai nella stanza. Avevo appena finito di indossare l’intimo quando notai il mio iPhone lampeggiare, un messaggio. Mi avvicinai alla scrivania e con mani tremanti aprì il messaggio.

“So del tuo ritorno, dopo due anni, sei tornata. Mi sei mancata piccola.” Lucas xx

Sentì il mio corpo irrigidirsi. Non poteva essere Non doveva succedere.

 

Sono Elizabeht Collins, ho 18 anni e una vita incasinata. E non sono partita per Londra solo per risolvere i problemi con la droga, ma l’ho fatto anche per allontanarmi da lui.

 

 

 

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Non so cosa dire  ma vabbè.
Stavo scrivendo anche un'altra storia,  ma non avevo  idee per andare avanti .
L'idea per questa  mi è venuta ascoltando "A thousand years" di Christina Perri. 
Spero vi piaccia e spero in qualche recensione. 
Non vi costa nulla dire un parere, sia positivo che negativo.
Le critiche aiutano a crescere. 
Non c'è più niente da dire. 
Buona lettura. 

 

   
 
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