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Autore: Kazeko92    28/09/2013    0 recensioni
[Anime e manga vari]
Il taxi si fermo’ e io scesi dalla vettura. Pagato l’autista, mi girai ad ammirare l’edificio. Non potevo ancora crederci. Alzai lo sguardo e fissai per qualche minuto la grande insegna dell’azienda: HIOUTECH, la piu’ famosa azienda produttrice di computer e alta tecnologia… e io ero stata assunta come contabile! L’emozione era cosi’ forte che non avevo il coraggio di entrare...
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nella sala calò il silenzio. L’aura nera del signor Hiou aveva oscurato tutto lo spazio. Nessuno osava parlare, per la paura di essere preso di mira. Il giovane presidente si guardò intorno con gli occhi rossi di rabbia e all’improvviso urlò: << Dov’è Hanabusa??? >>
Nessuno parlò per diversi secondi, il che sembrò farlo innervosire di più. << Se lo state aiutando a nascondersi, vi licenzio tutti! >> ringhiò e iniziammo ad agitarci: chi si guardava intorno, chi tremava, chi mormorava. Eravamo tutti nel panico. All’improvviso sentimmo correre dall’atrio e il ragazzo biondo si avvicinò, fermandosi appena un passo più avanti del presidente per riprendere fiato, appoggiandosi alle sue stesse gambe. << Vi prego >> disse ansimando << Se il signor Hiou mi cerca ditegli che non ci sono. Sebastian, per favore fammi nascondere in cucina. >>
Calò di nuovo il silenzio. Aidoh si guardò intorno perplesso. Subito puntarono tutti l’indice verso di lui urlando << Ecco Hanabusa!!! >>
Il ragazzo sussultò << Ma che vi prende? >> si paralizzò improvvisamente. Dietro di lui, l’aura nera del presidente era diventata più densa. Praticamente palpabile.
<< Ciao, Hanabusa... >> sibilò il signor Hiou con un ghigno spaventoso. << Avevi intenzione di nasconderti, eh? >>
Il ragazzo iniziò a tremare e girò lentamente la testa << S-signor Hiou... salve... >> balbettò. Il ghigno del presidente si allargò.
<< Non la passerai liscia, stavolta. >> disse, facendo impallidire l’altro.
<< Mi...mi dispiace, signore... >> balbettò << Non volevo... io... ecco... >> si guardò rapidamente intorno e appena notò la mia presenza tese un braccio puntando l’indice verso di me. << Ero con lei! È stata anche colpa sua! >>
<< Come sarebbe? >> chiese il signor Hiou. Il mio sguardo passava rapidamente da lui ad Aidoh. Non riuscivo proprio a capire cosa fosse successo. E soprattutto non capivo cosa avessi fatto IO.
Aidoh mi fissava << Stavamo facendo discussione, ha provato a saltarmi addosso, io mi sono spostato e lei è finita sulla sua scrivania, facendo cadere tutto a terra. >>
Tutti spostarono lo sguardo su di me. Ero senza parole. Non riuscivo a dire nulla. Il presidente girò lentamente lo sguardo, fissandomi negli occhi con freddezza << Ma davvero... >> disse. Iniziai a tremare senza volerlo << I-io non ho fatto nulla! Sono stata in giro tutto il giorno per svolgere i compiti che mi ha affidato! Davvero! >> la mia voce tremava. Ero talmente agitata che non sapevo neanche cosa stessi dicendo.
<< Sta mentendo! >> urlò Hanabusa << È da stamattina che facciamo discussioni! >>
Il signor Hiou ci guardava pensieroso. Non sapevo come difendermi. Ero nuova lì, non poteva fidarsi di me ancora. Non mi conosceva. Di nuovo, il suo sguardo di fermò su di me.
<< Nel mio ufficio. ORA! >> disse e fece per andarsene. Hanabusa ghignò alle sue spalle << Anche tu, biondino. >> concluse il presidente, per poi allontanarsi. Così com’era apparso, il ghigno del ragazzo scomparve lasciando il posto a un’espressione terrorizzata.
Poggiai i gomiti sul tavolo e mi portai le mani tra i capelli. Era già finito il sogno. Ora che potevo tornare al mio lavoro... che depressione! Lavi mi guardò preoccupato << Avanti, vedrai che se spieghi bene com’è andata la giornata tutto si risolve. Hai avuto tante cose da fare. >>
Sospirai << Mi manderà via, me lo sento... >>
<< Tsk. >> rispose Yu << Quello non ha buttato fuori nemmeno Hanabusa, che ha fatto danni da miliardi di dollari fin dal primo giorno... >>
<< Ma sembra non essere il mio giorno fortunato... >> sospirai di nuovo e crollai con la testa sul tavolo, lasciando andare le braccia, tirate verso il pavimento dalla forza di gravità.
Lavi mi diede una pacca sulla spalla << Coraggio... >> disse, ma non riuscì a finire la frase.

VI DECIDETE AD USCIRE DALLA CAFFETTERIA O DEVO VENIRVI A PRENDERE CON LA FORZA???

Era la voce del signor Hiou dall’altoparlante della caffetteria.
<< Ma come cavolo ha fatto ad arrivare così in fretta??? >> chiese Lavi perplesso.
Non dissi nulla e mi alzai con lo sguardo basso. Mi incamminai verso la porta quasi barcollando. Sembrava dovessi andare al patibolo...
Mi avvicinai ad Hanabusa. Stava già piangendo. Si, stavo andando al patibolo.
Sospirai << Andiamo, o si arrabbia ancora di più. >> dissi, ma lui mi guardò malissimo, sbuffò e si allontanò. “Ma che tipo!” pensai, ma cercai di far finta di nulla e mi incamminai per l’ennesima volta verso l’ascensore.

Arrivata a destinazione, bussai alla porta chiusa << È permesso? >> chiesi.
<< Mi pare ovvio. >> rispose il signor Hiou dall’interno << Aspetto da tempo immemore. >>
Sospirai ed entrai. Mi chiusi la porta alle spalle e mi avvicinai alla scrivania, accanto ad Hanabusa. Il ragazzo era rigido, con la testa bassa stretta tra le spalle.
Il presidente ci fissò nero in volto << Ora, cortesemente, spiegatemi che è successo. >> disse scandendo le parole.
<< È stata lei! >> urlò subito il biondo puntandomi il dito contro << Mi ha spinto, come le ho detto! >>
<< Ma non è vero per niente! >> risposi.
<< Si che lo è! Sei scattata quando ho detto che il signor Kuran non ti guarderebbe neanche se gli passassi a due millimetri dal naso. Perchè sai che è così. >> disse lui con un ghigno.
Diventai improvvisamente rossa e iniziai a balbettare << M-ma che c’entra questa cosa??? La cosa da fastidio a te, non a me! E comunque il signor Kuran non c’entra nulla con questa storia! Ma... ma comunque... che cosa c’entra??? >> il mio cervello era completamente fuso. Non capivo più cosa stessi dicendo.
Le nostre voci si accavallarono l’una sull’altra in un litigio assolutamente infantile che fece perdere completamente la pazienza al giovane pesidente. << PIANTATELA IMMEDIATAMENTE!!! >> sbraitò, infatti, questo alzandosi con uno scatto e sbattendo le mani sul piano della scrivania, facendoci sobbalzare dallo spavento. << Bene. >> continuò, sedendosi di nuovo. << Ora vi dico io come sono andate le cose: Hanabusa ha portato dei documenti che gli avevo chiesto nel mio ufficio ed è inciampato come suo solito, cadendo sulla scrivania. Quando si è alzato, i suoi vestiti sono rimasti impigliati in qualcosa sul vassoio del mio pranzo, trascinando tutto a terra e rovinandomi la giornata. La ragazza non poteva essere qui dato che in quell’esatto momento, ovvero alle dodici meno un quarto, era alle prese con Cross. Il colpevole sei tu, Hanabusa. Non puoi negarlo. >>
Il ragazzo rimase impietrito << Ma... ma come... >> balbettò.
Il signor Hiou ghignò e alzò una mano per indicare un punto dietro di lui. Spostammo lo sguardo per capire. Stava indicando una telecamera attaccata al soffitto. << Telecamere a circuito chiuso, Hanabusa... >> disse << Se te ne fossi dimenticato, questa azienda ha un forte potere sul mercato e necessita sistemi di sicurezza ovunque. >>
“Lasciando libero per i corridoi un pazzo armato di spada?” pensai. Ma data la tensione del momento, preferii non dirlo.
Hanabusa divenne pallido più di un cadavere. A quanto pare si era davvero dimenticato delle telecamere. Il presidente giunse le mani davanti al suo volto, intrecciando le dita e fissando il biondo negli occhi con uno sguardo freddo e deciso << Non so cosa tu abbia contro questa ragazza e neanche mi interessa, ma non accetto di essere preso in giro. >> La sua aura nera ricominciò a oscurare la stanza. Potevo sentire la pianta accanto alla finestra dietro di lui soffocare per la pressione. Un nuovo ghigno fece la sua comparsa sul suo volto << Ma forse so come fartela pagare... >> sibilò compiaciuto. << Da oggi fino a quando te lo dirò io, sarai il suo assistente personale. >> concluse.
La mascella di Hanabusa non resse. Se non fosse stata attaccata alla testa si sarebbe sfracellata contro il pavimento. << C...c-c...c-c-c-c-c-c... >> balbettò senza controllo. Il signor Hiou parve divertito. << Ti piace l’idea? >> chiese spostando lo sguardo su di me.
Non sapevo cosa rispondere. Lo ammetto: ero divertita all’idea di avere un assistente personale. Non ero mai stata il capo di nessuno. La cosa mi incuriosiva e allo stesso tempo mi imbarazzava << Beh, se questa è la sua decisione... >> risposi e il suo ghigno si allargò.
<< Molto bene. >> disse << Allora è deciso. Tornate al lavoro. Non voglio più vedervi per qualche giorno. >> fece ruotare la sedia verso la finestra, dandoci le spalle.
<< Con permesso... >> dissi e mi avvicinai alla porta. Aidoh era ancora fermo a fissare la scrivania << Andiamo, Hanabusa. La pausa è finita. >> la mia voce era involontariamente allegra. Il ragazzo iniziò a singhiozzare e mi seguì senza dire nulla. Cascate di lacrime scorrevano sulle sue guance. Sorrisi e mi diressi (finalmente) verso il mio ufficio.
  
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