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Autore: Gaia Sleepwalker 99    28/09/2013    3 recensioni
Niall è un ragazzo timido e introverso, con pochi amici. Quando la ditta dove lavora suo padre si trasferisce lontano da Mullingar, Niall è costretto ad abbandonare tutto ciò che gli è più caro. Insomma, varca la porta della nuova scuola, che al primo impatto non lo entusiasma per niente, fino a quando i suoi occhi azzurro cielo non incontrano quelli verde smeraldo di una persona davvero speciale.
June è una ragazza estremamente riservata e taciturna ... agli occhi dei suoi compagni di scuola appare come una sfigata asociale, ma la verità è un' altra ... June vede "cose" che nessun' altro può vedere, sente voci che nessuno oltre a lei riesce a percepire ... e ha paura. Tutta questa paura la porta a tenersi sempre lontana da tutto e da tutti, non ha mai nemmeno il coraggio di parlare, finchè, un giorno, un ragazzo si dimostra interessato a lei, tenta di capirla e di ascoltarla. June sta provando emozioni fortissime, e crede di non poter essere più felice di così, ma non sa che qualcuno si nasconde nell' ombra pronto a farle tutto il male possibile e inimmaginabile, a costo di ottenere ciò che brama da tempo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A NEW BEGINNING
Niall si fermò di fronte al grande edificio di mattoni rossi, la sua nuova scuola. Si guardò intorno facendo scorrere gli occhi sulla miriade di ragazzi che popolavano il cortile: gruppi di incappucciati con lo skateboard che fumavano, qualche coppia appartata impegnata a scambiarsi baci e carezze, branchi di ragazze “coniglietto” vestite con minigonne e top scollati che ridevano giulive, e i soliti individui “anonimi” di cui nessuno conosceva il nome e a cui nessuno importava. Il biondino si isolò appoggiato a un muretto, imbarazzato. Niall era il classico ragazzo timido, molto dolce, profondo e riflessivo, ma che aveva difficoltà ad aprirsi con persone che conosceva da poco, stava sempre ben attento a non concedere la sua amicizia alle persone sbagliate. Prese il cellulare e lo sbloccò, si soffermò sulla foto che aveva come salvaschermo: lui, Liam e Harry, i suoi migliori amici, abbracciati con una bottiglia in mano mentre si divertivano a una festa. Sorrise al pensiero di quei bei ricordi così lontani … poche settimane prima aveva dovuto lasciare Mullingar, la sua città, per il semplice fatto che la ditta dove lavorava suo padre si era trasferita lì, in quella cittadina isolata fra le colline nel sud dell’ Irlanda. Aveva dovuto abbandonare le amicizie e tutto ciò a cui teneva di più. Niall venne scosso dai suoi pensieri quando la campanella suonò, respirò profondamente e si fece coraggio. Aspettò qualche minuto, poi entrò per ultimo. Non appena varcata la soglia vide ciò che tutti si aspetterebbero di vedere: una normale scuola, con infinite file di armadietti, bacheche stracolme di annunci, classi, macchinette, corridoi a non finire e … adolescenti … tanti adolescenti. Niall si diresse in segreteria per chiedere l’ orario e la chiave del suo nuovo armadietto. Si avvicinò al banco dietro al quale era seduta una signora grassoccia, di mezza età, ma con una faccia simpatica.
N: salve – il biondino si sforzò di sorridere, la segretaria lo scrutò dai suoi spessi occhiali per poi rivolgergli un sorriso.
S: in cosa posso aiutarti?
N: sono nuovo, avrei bisogno dell’ orario e della chiave del mio armadietto
S: certo … mi serve il tuo nome e cognome
N: Niall Horan – la donna fece scorrere velocemente il dito su una lista per poi picchiettarlo su un punto del foglio confermando la presenza del nome del biondino.
S: eccoti qui! – posò la lista per aprire un cassetto ed estrarne una busta, gliela consegnò.
S: qui ci sono l’ orario delle lezioni e la chiave del tuo armadietto, fa attenzione a non perderla perché altrimenti dovrai ripagarla – Niall annuì sorridendo
N: grazie, arrivederci
S: a te caro – la donna gli sorrise un’ ultima volta per poi porgere la sua attenzione sul computer della segreteria. Niall si allontanò con la busta in mano, l’ aprì. Prese la chiave: armadietto numero 411. Il biondino s’ incamminò lungo i corridoi. Dopo circa cinque minuti trovò ciò che stava cercando, aprì l’ armadietto e vi ripose i suoi libri, riprese la busta e guardò l’ orario: Lunedì, prima ora, lezione di Inglese, aula A3. Il biondino alzò gli occhi dal foglio e si guardò intorno, non aveva la minima idea di dove andare. Si avvicinò a una ragazza che stava lì vicino.
N: ehi scusa … sapresti dirmi dove si trova la classe A3? – la ragazza si voltò rivolgendogli uno sguardo d’ indifferenza, sospirò e poi rispose
X: vai dritto fino al bagno, poi gira a destra, è la prima porta a sinistra – non appena ebbe finito di parlare fece scoppiare la bolla del chewingam che stava masticando.
N: grazie – le disse Niall. Lei richiuse con forza il suo armadietto per poi voltargli le spalle a andarsene. Il biondino si allontanò seguendo le sue indicazioni e intanto pensava tra sé e sé “ma che simpatica”. Dopo qualche deviazione raggiunse la sua classe.
 
La campanella suonò dopo l’ ultima ora, Niall raccolse tutte le sue cose e uscì in corridoio, finalmente poteva tornarsene a casa. Mentre passava per le file di armadietti si fermò alla bacheca dove erano esposte le iscrizioni alle attività extrascolastiche. Lesse le varie possibilità: club degli scacchi, football, cheerleading, basket, corso d’ arte, corso di scrittura creativa, squadra di atletica, club del libro e … corso di musica. Quell’ ultimo volantino attirò la sua attenzione: corso di musica avanzato 3 volte la settimana per 1 ore, gli interessanti si dovranno recare nell’ aula C6 mercoledì 18 settembre alle ore 15. Niall ci pensò un attimo, poi prese una penna e scrisse il suo nome su una delle righe vuote sotto all’ annuncio, si era iscritto.
 
Il mercoledì pomeriggio Niall si recò a scuola con la sua chitarra e si diresse verso l’ aula C6. Entrò. Erano già presenti 3 ragazzi e 2 ragazze. Niall prese posto. Passarono 5 minuti durante i quali la classe si riempì un po’ di più, poi entrò la professoressa di musica. Era una donna abbastanza bassa, sui 45 anni, era vestita in modo molto eccentrico: indossava una gonna lunga fino ai piedi tutta colorata, un paio di stivaletti scamosciati, una camicia arancione abbinata a un copri spalle color geranio e numerosi accessori, braccialetti e orecchini, i capelli erano mossi,sciolti sulle spalle e trattenuti per via di una fascia sopra la fronte. La professoressa poggiò la sua grande borsa su una sedia, si girò verso la classe e con un sorriso allargò le braccia.
X: benvenuti al corso di musica avanzato! – si girò verso la lavagna e scrisse il suo nome – io sono la professoressa Ilda Jones e sarò la vostra insegnante -aveva un entusiasmo paragonabile a quello di un bambino la mattina di Natale . Passò una buona mezzora a cercare di conoscere meglio tutti i ragazzi, poi si decise a cominciare la lezione assegnando subito un lavoro.
X: bene ragazzi, vi assegno un compito … per mercoledì prossimo vorrei che sceglieste una canzone e imparaste a suonarla e cantarla … in coppia – l’ intera classe si scompose in un urlo di gioia, la professoressa sorrise e iniziò a battere le mani per attirare l’ attenzione.
X: ragazzi! – tutti tacquero – bravi … ok avete tempo fino alla fine dell’ ora per creare le coppie, approfittate dell’ occasione per conoscervi … buon lavoro! - nel giro di un minuto tutti si erano alzati e avevano trovato un compagno: chi con l’ amica del cuore, chi con il compagno di banco … Niall era rimasto in piedi, ad osservare quella situazione ad occhi spalancati, era rimasto a bocca asciutta. Si guardò intorno cercando disperatamente qualcuno che non aveva ancora trovato “l’ anima gemella”. Notò in fondo alla classe una ragazza. Era alzata davanti alla sua sedia e appoggiata al banco, ogni tanto mandava delle occhiate in giro, per poi tornare a fissare le sue scarpe. La ragazza si sedette, quasi rassegnata. Nel casino generale Niall si avvicinò, lei non lo aveva visto. Quando fu a meno di due metri di distanza, dal suo banco cadde un quaderno pentagrammato, si chinarono entrambi e ne afferrarono i lati. Non appena sollevarono la testa i loro sguardi si incontrarono …
Il cuore del biondino prese battere a ritmo maggiore e lui sentì uno strano calore avvolgergli tutto il corpo … i suoi occhi … aveva degli occhi semplicemente stupendi … verdi, con una punta d’ azzurro … lo scrutavano con timore e ingenuità, come se avesse paura di perdersi … Anche lei lo stava fissando … si era persa a osservare quegli occhi blu, che sembravano tanto due pezzi di cielo … sentì dei brividi percorrerle la schiena e uno strano tremore impossessarsi delle sue mani, quasi impercettibile …
Tornò alla realtà e sbatté le palpebre, deglutì e tirò leggermente il quaderno verso di sé, lui mollò la presa.
X: ehm … grazie … - gli disse lei, Niall gli rivolse un sorriso imbarazzato.
N: figurati … come ti chiami? – lei aspettò qualche secondo per rispondere, come se avesse paura.
X: … June – si tirò una ciocca di capelli dietro l’ orecchio, il biondino era rimasto incantato.
N: p-piacere, mi chiamo Niall … mi chiedevo se … ecco … - (l’ avevo detto o no che era un ragazzo timido?!) – bhe … vorresti fare il lavoro con me? – June socchiuse leggermente le labbra, sorpresa, cominciò a balbettare.
J: certo! … ehm … cioè … si … - arrossì imbarazzata, ma non appena vide che sul volto del biondino era apparso un sorriso si tranquillizzò.
N: bene .. cosa suoni? – le chiese.
J: i-io … la tastiera … tu? – continuava a balbettare, non era abituata a parlare e socializzare con le persone.
N: la chitarra … abbinamento perfetto – lei sorrise. Rimasero in silenzio per un secondo, durante il quale si fissarono di nuovo. Ad un tratto suonò la campanella … la professoressa li salutò e augurò a tutti buon lavoro, la classe cominciò a svuotarsi. June raccolse le sue cose e si alzò.
N: allora … come rimaniamo d’ accordo? – June boccheggiò per qualche secondo.
J: bhe … e-ecco … io non … saprei … - Niall soffocò una piccola risata e le sorrise.
N: ci possiamo vedere al parco domani pomeriggio, così iniziamo, ti va? – lei annuì.
J: si … ok … a che ora?
N: alle tre?
J: si … va bene … - Niall le sorrise di nuovo, lei ricambiò timidamente.
N: d’ accordo allora ci si vede domani … ciao
J:  … ciao – Niall si voltò e se ne andò, appena fu uscito dalla scuola si mise a correre, aveva bisogno di sfogarsi e scaricare un po’ di tensione … June lo aveva stregato. Ripensò alla breve conversazione che aveva avuto con lei … “mi sembra un po’ strana però … “ si disse “ ha un qualcosa che … un qualcosa … sembra che abbia quasi paura di parlare … “ .
June s’ incamminò lentamente verso casa … si toccò le guance: erano bollenti! Rimase delusa da sé stessa e iniziò a rimproverarsi, si diceva: “arrivare a farsi alzare la temperatura corporea a causa di un ragazzo?! Avanti June ragiona!”. Non le era mai capitato, essendo sempre stata una ragazza introversa non aveva mai avuto molti amici … e in tutta la sua vita non aveva mai avuto un ragazzo. Ogni volta che un ragazzo le si avvicinava o ci provava lei lo evitava, per paura di fare la cosa sbagliata. ” Ma Niall … dai su Niall è carino … è stato gentile a chiedermi di suonare insieme … ” mentre si ripeteva questo concetto non si accorse che stava arrossendo
  
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