Fanfic su artisti musicali > Muse
Segui la storia  |       
Autore: Leana    28/09/2013    5 recensioni
[Long BellDom]
Dominic Howard è un promettente batterista di una delle più famose band di Teignmouth. Matthew Bellamy, considerato uno psicopatico, viene evitato da tutti. Gli altri si ricordano di lui solo per prenderlo in giro, ma Dominic ha capito che dietro l'apparenza misteriosa di Matt, c'è un grande talento. In un'alleanza di cui nessuno vuole scommettere, Matt e Dom dovranno affrontare pregiudizi e ostacoli che metteranno in discussione la loro amicizia... e magari anche qualcosa di più.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Discalimer: nomi e luoghi sono realmente esistenti, e ne ho preso ispirazione senza nessuno scopo di lucro. Non intendo dare una rappresentazione veritiera del carattere dei personaggi che (purtroppo) non mi appartengono.
 
 
 
PROLOGO
 
-1991
 
Il teatro era già gremito di ospiti nonostante mancassero almeno 20 minuti all’inizio del concerto.
Dominic scrutava il pubblico da dietro le quinte, facendo attenzione a non farsi notare.
“Sei in ansia?” gli chiese Paul arrivandogli le spalle.
“E’ la mia prima esibizione in pubblico, direi che ne ho diritto” rispose con una risata nervosa.
“Vedrai che li lasceremo tutti a bocca aperta. Siamo qui per questo, no?”
“Si, certo”
“Però, quanta gente… riusciremo senz’altro a farci notare” commentò Paul affacciandosi anch’egli sul palco.
“Cosa fate voi due?! Dobbiamo prepararci” li chiamò Andy.
“E’ tutto il pomeriggio che proviamo, lasciaci un attimo di tregua” rispose Paul.
“E poi siamo gli undicesimi a esibirsi, ce la possiamo prendere comoda” aggiunse Dominic rientrando nel backstage.
“Okay, ragazzi, ma non ciondolate troppo in giro. Dobbiamo rimanere carichi” rispose Andy. “A proposito, dov’è Marcus? Sia chiaro sin da subito che non ho intenzione di rincorrerlo per tutta la serata!”
“Okay, okay, stai calmo. Lo vado a cercare” si offrì volontario Dominic. “Sarà alle macchinette del caffè del primo piano a corteggiare qualche ragazza, come al solito…” borbottò poi mentre usciva da una delle porte posteriori del teatro.
 
Dominic percorse i corridoi quasi vuoti della scuola, camminando con passo sicuro verso gli ascensori degli insegnanti. Di solito agli studenti era proibito usarli, ma visto che in quel momento erano tutti concentrati sul concerto di beneficenza, era sicuro che nessuno l’avrebbe beccato.
 
Premette il pulsante di chiamata, guardandosi comunque alle spalle per sicurezza: non era tipo da trasgredire così sfacciatamente alle regole, ma per quella volta avrebbe fatto finta di essere come Andy che faceva sempre quello che gli veniva più comodo.
 
L’ascensore arrivò in qualche secondo, segno che non doveva trovarsi troppo lontano, e le doppie porte si aprirono con un acuto ding.
Dominic entrò nello piccolo spazio del vano dell’ascensore, e premette il tasto 1. Mentre le porte si richiudevano davanti a lui, si appoggiò con la schiena allo specchio in fondo alla parete, sentendo premere contro una coscia le sue bacchette.
Quella sera non vedeva l’ora di dimostrare quanto fosse diventato bravo a suonare la batteria: erano un paio d’anni che prendeva lezioni, e si esercitava ogni volta che ne aveva l’occasione nel garage di suo zio. Entrare nei Gothic Plague era l’occasione che aspettava, e non voleva deludere i suoi compagni.
“Ehi…”
Dom alzò lo sguardo dai propri piedi, immaginandosi già di essere nei guai, ma incontrando invece due occhi azzurri che lo guardavano con fare sicuro.
Il ragazzo che era entrato all’ultimo minuti nell’ascensore, premette il pulsante del terzo piano come se fosse una cosa naturale, e Dominic si fece da parte per lasciargli il suo spazio.
Gli bastò una seconda occhiata per capire chi fosse: Matthew Bellamy, uno degli studenti più famosi della scuola, e quello che tutti si preoccupavano di evitare.
I pochi che l’avevano conosciuto un po’ meglio, affermavano che Matt era ossessionato dagli alieni, e strane teorie del complotto o scientifiche mai sentite prima.  Alcuni dicevano addirittura che a casa sua si facessero sedute spiritiche, ma probabilmente quelle erano solo altre voci per screditarlo ulteriormente, chi poteva dirlo.
Se si aggiungeva che l’aspetto di quel ragazzo non contribuiva molto a smentire quelle voci, era logico che venisse additato da tutti come quello strano, quello che aveva una famiglia di matti da legare.
 
Dominic, come gli altri, l’aveva sempre evitato, anche se dentro di sé non sentiva di disprezzare Matt. Magari era solo stato sfortunato a essere nato in una famiglia del genere, oppure quelle voci erano completamente inventate solo per prenderlo in giro. L’unica cosa che Dominic sapeva per certo era che nessuno si era mai preso il disturbo di chiederlo direttamente a Matt.
 
Gli lanciò un’occhiata con la coda dell’occhio, senza riuscire a vedere la sua espressione a causa dei lunghi capelli lisci che gli coprivano il volto. D’altro canto, aveva una postura rilassata, come se non gli fosse nemmeno passato per la testa di star trasgredendo una regola della scuola.
Per un attimo si chiese perché fosse venuto al concerto di beneficienza, e se come al solito fosse solo, quando i suoi pensieri furono interrotti proprio da Matt.
 
“Cos’hai da guardare?” domandò con tono brusco.
“Io… niente” si affrettò a rispondere Dom distogliendo lo sguardo che non si era reso conto di aver tenuto fisso su di lui.
Matt lo esaminò da testa a piedi con fare critico, cosa che mise Dominic in soggezione.
“Che c’è?” si sentì in dovere di domandare a sua volta.
 
Matthew scrollò la testa per qualche secondo, concentrandosi poi sulle porte chiuse davanti a sé.
 
Dominic a quel punto, non sapeva se dovesse essere spaventato da quel comportamento, o ringraziare che Matt non gli avesse rivolto la parola.
Anche se erano solo voci, era più che giusto dire che quel tipo fosse strano.
 
Senza farsi notare, si allontanò da lui di qualche passo. Per fortuna, in quel momento l’ascensore rallentò fino a fermarsi. Dominic si fiondò contro le porte che si stavano lentamente aprendo, e uscì sul corridoio senza esitare.
 
Senza voltarsi indietro, percorse il corridoio vuoto fino a raggiungere l’area delle macchinette del caffè.
Marcus non c’era, e Dominic sbuffò rumorosamente. Possibile che dovesse sempre correre dietro di lui? Fece dietrofront, e questa volta per evitare altri brutti incontri, optò per le scale. Per fortuna, si disse un attimo dopo.
 
“Marcus, dove ti eri cacciato? Andy si sta innervosendo…” esclamò a metà dell’ultima rampa.
“Stavo solo parlando con un mio amico”
“E adesso dove vai? Il concerto sta per iniziare!”
“Non preoccupatevi, sistemo una cosa e arrivo subito” disse Marcus continuando a salire le scale.
Dominic lasciò cadere pesantemente le braccia lungo i fianchi, e immaginandosi già la sfuriata che gli avrebbe fatto Andy, tornò dentro al teatro.
 
“Allora?” chiesero nello stesso momento Andy e Paul.
“Ha detto che deve sistemare una cosa, e torna subito”
“Se ci tiene alla pelle, gli conviene non tornare” borbottò Andy.
Dom assunse un aria colpevole, e Paul gli appoggiò una mano sulla spalla.
“Sai come è fatto, tra cinque minuti gli passa”
Si voltarono entrambi a guardarlo, mentre controllava che la sua chitarra elettrica fosse accordata perfettamente.
“Lo spero, stasera non possiamo permetterci errori”
 
 


 
“Ed è con enorme piacere che vi do il benvenuto alla rappresentazione di beneficenza in aiuto al ‘National Youth Theatre’ di Paul Williams. Iniziamo col salutare i giudici di questa serata, Andrew e Yvonne Fealey e David Clarke!”
“Come la fa lunga…” borbottò Andy da dietro le quinte.
“Meglio così, ci penseremo noi a svegliare il pubblico” rispose Marcus che arrivava giusto in quel momento. Gli altri membri della band gli lanciarono un’occhiataccia, ma evitarono discussioni, troppo concentrati su quello che stava dicendo il presentatore.
 
“Abbiamo diviso i nostri talentuosi ragazzi in Junior e Senior e per ogni categoria verrà scelto il vincitore” spiegò l’uomo sul palco.
 
“Bene, ora è arrivato il momento di presentare i ragazzi della categoria Junior!”
 
Man mano che venivano chiamati, i cantanti, attori e band si facevano avanti allineandosi sul palco.
 
I Gothic Plague rimasero dietro le quinte per tutta la durata della prima parte dello spettacolo, seguendo solo in parte le varie esibizioni degli altri studenti.
 
“Quel tipo là non è male…” mormorò Dominic osservando il chitarrista della band che suonava in quel momento.
“Chi?” gli chiese Andy che l’aveva sentito.
“Ehm… quello con i capelli ricci. Non è male” ripeté indicando la persona in questione.
“Ah, intendi Wolstenholme! Figurati che qualche tempo fa gli avevo chiesto di unirsi a noi, ma ha rifiutato. A causa di Marcus penso… non sono in buoni rapporti”
“Peccato”
“Già… adesso vai a prepararti. Non manca molto ormai”
 


 
“Ora è il momento dei Senior! Un bell’’applauso ai Black Ace!”
 
Il pubblicò applaudì con entusiasmo mentre cinque ragazze salivano sul palco.
 
“Matthew Bellamy!”
 
Matt percorse a passo di marcia il palcoscenico, e si allineò con le ragazze. Il suo volto non esprimeva nessuna emozione, quasi come un direttore d’orchestra.
 
Dominic spalancò gli occhi, non aspettandosi di dover competere con Matt. In realtà, non sapeva nemmeno cosa avesse intenzione di proporre.
 
“I Gothic Plague!”
 
Andy lo spinse da dietro, e rischiando di inciampare, Dominic salì sul palco, e facendo finta di niente si andò a sistemare accanto a Matt.
 
Mentre il presentatore finiva di chiamare gli ultimi concorrenti, Dom lanciò una silenziosa richiesta d’aiuto a Andy che gli rispose con un’alzata di spalle.
Finite le presentazione, tornarono tutti dietro alle quinte tranne i Black Ace, i primi a esibirsi.
 
Dominic iniziò a diventare insofferente nei confronti di tutta quella situazione.
Cosa aveva intenzione di fare Bellamy? Come minimo si sarebbe reso ridicolo davanti a un centinaio di persone.
 
“Tranquillo, andrà tutto bene. Noi abbiamo più esperienza rispetto agli altri” gli sussurrò all’orecchio Paul notando l’espressione angosciata del batterista.
 
Dominic annuì, strofinandosi tra le mani le sue bacchette.
 
Dopo che le ragazze ebbero finito, il presentatore attirò di nuovo l’attenzione del pubblico.
 
“Dopo questa splendida esibizione, è il turno di un pianista dall’eccezionale talento che ci delizierò con una sua composizione. Un applauso a Matthew Bellamy!”
 
Dominic si fece largo tra le tende e raggiunse la posizione perfetta per seguire quello che accadeva sul palco.
 
Matthew si era seduto davanti a un grande pianoforte a coda, e sembrava talmente concentrato da non notare le persone che attendevano di sentirlo suonare.
Si prese un momento, e Dom notò che davanti a non aveva nessuno sparito.
 
Dopo diversi secondi, le mani di Matt presero a muoversi con velocità e grazia sui tasti del pianoforte. A Dominic, come molti altri, macò il fiato per un momento: non avrebbe mai creduto che Matt Bellamy, quello strano, avesse così tanto talento.
 
Era bravo, non si poteva negare.
 
Matt continuava a suonare con gli occhi chiusi e le sopracciglia aggrottate.
 
Tutti nella sala rimasero incantati per quasi due minuti da quella composizione, e appena Matt arrivò a quelle che erano le ultime note, alzò lo sguardo, incontrando quello di Dom.
 
Tutti si accorsero di quella nota stonata che seguì subito dopo, ma gli applausi arrivarono lo stesso.
 
Matt si alzò dallo sgabello, fece un piccolo inchino, e passando accanto a Dom, rientrò dietro alle quinte.
 
Dominic sentì la voce del presentatore come se giungesse da lontano, e senza rendersene conto, fu spinto davanti alla batteria.
Iniziò a suonare come se fosse un automa, da tanto che avevano provato non aveva nemmeno bisogno di concentrarsi.
 
Solo quando il pubblicò scoppiò in un rumoroso applauso tornò in sé, e si aprì in un grande sorriso.
 
“Bravi ragazzi!” esclamò Andy dando il cinque agli altri membri della sua band. “E’ andata anche meglio di quanto sperassi”
 
“Siamo sicuramente tra i primi tre. Poco ma sicuro” disse Paul entusiasta.
 
Dominic continuò a sorridere, e ad annuire a tutto quello che dicevano i suoi compagni, fino a quando non notò in un angolo Matt. Era da solo, e sembrava preoccupato per qualcosa.
 
Gli altri concorrenti gli passavano davanti come se nemmeno esistesse.
 
Per un attimo, Dom ebbe la tentazione di avvicinarsi a lui. Magari gli avrebbe potuto fare i complimenti, tutto pur di non vederlo così. Poteva anche essere la persona più strana di quel mondo, ma nessuno si meritava di essere trattato così.
 
“Scusatemi” mormorò allontanandosi dagli altri.
 
Senza pensarci oltre, raggiunse Matt che in quel momento si stava guardando le scarpe.
 
“Sei bravo” iniziò Dom.
 
Matt alzò lo sguardo, sgranando gli occhi per un istante.
 
“Davvero” insistette Dom con un piccolo sorriso.
 
“Grazie”
 
“Buona fortuna, allora” disse infine Dom sentendosi un po’ in imbarazzo sotto quello sguardo.
 
Gli diede le spalle, e tornò da Andy e gli altri.
“Cosa gli hai detto?” gli chiese quest’ultimo che aveva seguito la scena da lontano.
 
“Niente, gli auguravo buona fortuna. E’ così che si ci comporta tra… rivali, no?”
 
“Non ti capirò mai” borbottò l’altro scuotendo la testa.
 
 


 
“Ed ora, ecco i vincitori della categoria Senior! Al terzo posto troviamo… i Gothic Plegue!”
 
Dom, Andy, Paul e Marcus salirono sul palco, e ringraziarono il pubblico con una serie infinita di inchini.
Si guardarono tra di loro, non riuscendo nemmeno a credere che fossero davvero tra i primi tre: questo aumentava enormemente la possibilità che i talent scout presenti in sala quella sera li notassero.
 
Vennero annunciati anche il primo, e il secondo posto, e dopodiché poterono tornare dietro alle quinte e festeggiare tra di loro.
 
“Ragazzi, da qui in poi sarà tutta in discesa!” esclamò Marcus dopo aver bevuto un grosso sorso di birra.
 
“Abbiamo decisamente fatto il salto di qualità” aggiunse Paul.
 
Dominic brindò insieme agli altri, ma una parte della sua mente era concentrata su ben altro. Dove era andato Matt?
Dopo l’annuncio dei vincitori non l’aveva più visto in giro. Inventandosi una scusa per allontanarsi, controllò in tutto il backstage, ma Matt non si trovava da nessuna parte.
Magari è andato a casa, si disse.
 
Nonostante tutto, decise comunque di andare a controllare almeno al primo piano della scuola, giusto per essere sicuro.
 
Spinse la maniglia antipanico della porta che divideva il teatro dal resto della scuola, e non dovette camminare tanto prima di trovare chi stava cercando.
 
Matt era seduto a terra, la testa tra le ginocchia, in silenzio.
 
“Ehi” lo chiamò Dom preoccupato.
 
Matt alzò la testa, e gli lanciò un’occhiata assassina.
 
“Hai bisogno?” gli chiese ancora il batterista non sapendo come interpretare quello sguardo.
 
“No” rispose infine lui alzandosi. “Non ho bisogno di te”
 
Rimasero a guardarsi, rimanendo entrambi in silenzio.
 
Poi Matt gli diede le spalle, e sparì alla fine del corridoio.
 
 
 
 
 

 
Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! E’ la prima volta che scrivo in questa sezione, ma prima o poi dovevo farlo ;)
Ovviamente è una long BellDom, ambientata quando ancora andavano al liceo (ad eccezione di questo capitolo in cui avevano 13-14 anni), in cui racconterò come sono nati i Muse (aggiungendo qualcosa di mio, e a volte ispirandomi alla realtà), e naturalmente come allo stesso tempo è nata la BellDom (perché si amavano già allora, lo so uu).
Per quanto riguarda il prologo, sottolineo solo il fatto che i nomi che ho utilizzato sono veramente quelli dei componenti originari dei ‘Gothic Plague’ e che il concerto di beneficenza del 1991 non è quello che conoscono tutti (che invece è del 1994), e che poi ha reso famosi i Muse non ancora tali (giusto per non creare confusione).
 
 
Per il resto, fatemi sapere cosa ne pensate, e se ne vale la pena che vada avanti!
 
-- Leana
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Muse / Vai alla pagina dell'autore: Leana