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Autore: Kastel    28/09/2013    1 recensioni
Poteva dire di essere stato con lui per quasi un anno e di non averlo compreso fino in fondo.
[For Rota]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daiki Aomine, Shoichi Imayoshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Poteva dire di essere stato con lui per quasi un anno e di non averlo compreso fino in fondo.
Sdraiato sul pavimento freddo del tetto dell'edificio scolastico Aomine ragionava. O forse era meglio dire che lasciava pascolare liberamente brandelli di pensieri sparsi, in attesa che si fossero sfamati e che lo lasciassero dormire in pace. Non aveva mica saltato l'allenamento per rimuginare su cose di poco conto.
Se nelle “cose di poco conto” poteva inserirci Imayoshi.
Perché al centro dei suoi pensieri disordinati c'era lui come filo conduttore. Quel ragazzo dallo sguardo di volpe che presto se ne sarebbe andato, il suo ex capitano. E ogni pensiero era legato fra loro da un semplice interrogativo.
Chi era in realtà Shoichi Imayoshi?
Ad una prima analisi superficiale si poteva bollare come un quattrocchi irritante. Perché a chiunque dava quella sensazione. L'irritabilità, il fastidio. E non era solo per il suo aspetto, che tanto ricordava quello dell'animale considerato più furbo e scaltro. No, c'era qualcosa di più profondo, di più disturbante.
Il suo bisogno assoluto di essere sincero.
Non lo infastidiva la verità in sé. Anche lui era onesto, ma di quell'onestà data dalla sicurezza che le sue azioni avrebbero supportato le sue parole. Se diceva che avrebbe vinto sarebbe successo perché il suo corpo avrebbe permesso ciò.
Imayoshi, invece, era dotato di quel tipo di verità che è supportata dalla conoscenza. Non parlava finché non aveva ottenuto tutti i dati che gli servivano. Imparava, poi pronunciava il suo verdetto. E non usava mezzi termini: era più crudele di Aomine perché lui non falliva. Il corpo può cadere e non farcela, la mente di Imayoshi (acuta e sveglia) no.
Ma c'era una nota di insicurezza dietro questo comportamento. Per poter essere libero di dire la propria doveva prendere qualcosa. Tempo, distanza. Non si pronunciava finché non aveva finito di analizzare. E, nonostante ciò, non si avvicinava più di tanto. Rimaneva lontano, come qualcuno che lancia il sasso e aspetta di vedere se lo stagno si increspa o meno.
E non capiva il perché. Protezione, senso di superiorità? Tutto sembrava confuso e non lo aiutava a capire.
Sospirò, aprendo gli occhi.
E per poco non gli venne un colpo.
Davanti a lui c'era l'oggetto dei suoi pensieri, che lo fissava con un sorrisetto divertito.
Era stato così assorto in se stesso che non si era accorto del suo arrivo.
“Startene sdraiato all'ombra non ti renderà più intelligente. Sai com'è, magari devi scaldarla, quella testa.”
L'occhiata che Aomine gli lanciò non fece altro che far ridacchiare l'altro ragazzo, che si mise comodo accanto a lui.
“Pensavo che avessi smesso di saltare gli allenamenti. E invece ti ritrovo qui a bighellonare.”
“Non sono più affari tuoi.”
“Hai ragione, ma pensavo volessi vincere contro Kagami. Oppure non ti interessa dimostrare che sei tu il più forte?”
Irritante, si ritrovò a pensare Aomine. Come quando si erano incontrati per la prima volta e Imayoshi aveva indovinato alla perfezione cosa gli passasse per la testa.
Se non vuoi vincere allora questo posto non fa per te.
Si poteva dire che era stato lui la persona che aveva iniziato a risvegliarlo.
Erano state le sue parole così irritanti e piene di verità a farlo iscrivere in quell'istituto. Ogni azione successiva era stata una conseguenza, logica, del tracciato iniziato quel pomeriggio. E Tetsu, Kagami e Kise erano stati solo i mezzi.
Abbassò un poco lo sguardo, mormorando qualcosa che non avrebbe mai detto a nessun altro.
“Grazie.”
Sperò per mezzo secondo che Imayoshi non lo avesse sentito. Pregò che l'altro dicesse un “Cosa hai detto?” che avrebbe seguito una risposta del tipo “Un cavolo!”.
Una volpe, però, tende ad ascoltare ogni cosa intorno a lei. Solo così può sopravvivere.
“Allora anche il grande Aomine si rende conto che ogni tanto ringraziare male non fa!”
Rise un poco, ma non c'era traccia di derisione o altro nella voce. Per la prima volta da quando Aomine lo conosceva non usò un tono derisorio o quasi infantile. Parlò seriamente, fissando il cielo che si estendeva sopra le loro teste, infinito e limpido.
“Non pensare che l'abbia fatto per te. Ho pensato solo al bene della squadra e me stesso. Dovevamo averti... eri l'asso della Generazione, il membro più vicino al nostro modo di pensare e combattere. Semplicemente, eri necessario. La forza più pura al nostro servizio... saremmo stati invincibili.”
Ridacchiò un poco socchiudendo poi gli occhi, facendosi un poco triste.
“Quelle parole che ti dissi... non era un modo per spronarti a reagire. Era la provocazione giusta per portarti dalla nostra parte. E ha funzionato. Purtroppo, non ho calcolato l'esistenza di persone come Kuroko e Kagami. Mah, alla fine pazienza. Io sarò anche stato sconfitto, ma non la squadra. Tu starai con lei per ancora due anni.”
Si alzò in piedi stiracchiandosi, fissando Aomine con il suo solito sguardo pieno di derisione.
“A patto, ovviamente, che ti interessi ancora la vittoria. Sai, da come stai oziando non mi pare così tanto.”
Sospirò in maniera teatrale, come se stesse facendo uno spettacolo e non provocando la testa più calda del Tōō.
“Ah ma in fondo che mi importa...? Come hai detto tu non sono affari miei se perderete in maniera clamorosa le prossime partite!”
Ed Aomine, da bravo provocato qual'era, non fece altro che saltare in piedi e fissarlo così male che Imayoshi pensò che lo avrebbe mangiato vivo.
“Vai al diavolo!”
Saltò giù agilmente dalla zona rialzata dove si trovavano, pronto ad andare in palestra. Ma prima si girò, fissandolo negli occhi.
“E guai a te se non vieni a vedere come stracceremo i nostri avversari!”
Solo allora si avviò correndo alla palestra, lasciando Imayoshi a ridacchiare divertito.

 

Non era sicuro di poterlo comprendere del tutto, ma di una cosa era sicuro.
Era davvero un irritante, furbo, a suo modo generoso quattrocchi.

 

 

 

 

Note.
Non è colpa mia, ecco.
Questa fic mi è stata richiesta da Rota e io l'ho accontentata. Premetto che non mi era mai saltato in mente di scrivere su Imayoshi e né sul suo rapporto con Aomine. E so già che ho fallito miseramente perché avrò fatto Imayoshi OOC. E pure Aomine. Perché non sono brava a descriverli.
La scena dove Imayoshi cazzia (diciamo così) Aomine è nel capitolo 134.
Io ho finito, scusate tanto per questa schifezza. 

   
 
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