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Autore: Futaplu_    28/09/2013    12 recensioni
{Storia ad Oc} {Iscrizioni aperte}
Salve gente! Qui siamo Niller e Raggio di Gioia sotto un solo account!
Vi proponiamo una storia tutta nuova ad OC
I nostri ragazzi si troveranno in grave pericolo, ma non come al solito!
Dovranno affrontare una vera e propria sfida per la sopravvivenza, pur di tornare indietro, vittime della follia di un mondo che li ha scelti solo per divertimento...
Dal testo:
Infilò la mano nella tasca per stringere ancora una volta quel bigliettino di carta, ormai di sicuro illeggibile tante le volte che l’aveva stretto e stropicciato, impiastrandolo di sudore, sbavandone di sicuro la grafia; ma il contenuto gli rimaneva fisso in mente, quasi fosse una maledizione.
[...]
– Ora mi divertirò con voi. Avete fatto male ad entrare nel mio mondo! – E una sadica risata si propagò nell’aria per poi spegnersi in un soffio, lasciando il gruppo abbandonato a sé stesso, mentre il terrore puro si impossessava di ogni fibra del loro corpo, immobile in quell’asfittico e innaturale silenzio che nessuno aveva il coraggio d’infrangere.
Genere: Angst, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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:.Prologo.:


L'immaginazione è più importante della conoscenza.
La conoscenza ha un limite, l'immaginazione abbraccia l'infinito
© A. Einstein


 

Soffiava insistente il vento di Novembre, creando spirali di foglie che volteggiavano per aria e spingendo grosse nubi cariche di pioggia nel cielo plumbeo. Molti passanti si affrettavano a tornare a casa per timore di finire sotto un temporale, mentre le strade si svuotavano dalle auto, ormai in procinto di raggiungere le loro dimore.

 

Pesanti sbuffi di vento scompigliavano i folti capelli mori di un giovane, lasciando che su di esse si infrangessero gli ultimi raggi del sol calante, conferendone riflessi perlacei. Gli occhi – o quanto meno il destro, l’altro coperto da una sorta di benda medica bianca – erano offuscati e traboccanti di preoccupazione, che andava ad incupire quel brillante colore azzurro acquamarina che li contraddistingueva. Camminava svelto, Omega, in testa mille dubbi e pensieri.

Come era possibile che Delta, quella testarda, orgogliosa e imbattibile ragazza, fosse morta? E dove poi?
Da qualche parte lì in Giappone o magari nel White? E se fosse così stato, cosa sarebbe successo?
No, si sbagliava: doveva sbagliarsi per forza. Aveva ventisette anni ormai, poteva cavarsela da sola Delta. Ma se così non fosse stato, come era morta?! Si sentiva la testa scoppiare.
Affrettò il passo e si strinse meglio nel lungo impermeabile blu, il fisico magro e slanciato che da dentro ne era percorso da mille brividi di freddo e paura.

Cosa ne sarebbe stato del loro mondo e di quello parallelo?

Un altro brivido; non poteva essere freddo, no. Infilò la mano nella tasca per stringere ancora una volta quel bigliettino di carta, ormai di sicuro illeggibile tante le volte che l’aveva stretto e stropicciato, impiastrandolo di sudore, sbavandone di sicuro la grafia; ma il contenuto gli rimaneva fisso in mente, quasi fosse una maledizione.

 

“Il White è in delirio e non so dove mi trovo, ma questi saranno i miei ultimi minuti di vita; ristabilite l’ordine, confido in voi. – Delta”


Maledizione. Maledizione al White e le sue regole, a Delta, al caos che aveva portato la sua morte… Maledizione a tutto! Inforcò deciso l’ingresso dell’orfanotrofio, il Sud Garden, dirigendosi subito alla reception. Si trovò davanti la figura austera e sicura della signorina Hitomiko, che nel vederlo si paralizzò sul posto; qualcosa non andava.
– Sono venuto a cercare Sigma Kida, devo parlargli urgentemente. – Il tono freddo e tagliente di Omega non ammetteva repliche.
– Sono… Sono spiacente, ma Sigma è… –
Sgranò gli occhi e subito si fiondò fuori; il rumore di un vaso che cadeva dal bancone accompagnò il richiudersi della porta, facendo da eco al suo fragrante boato con l’acuto tintinnio di mille cocci che si frantumavano in terra.


 

Scappato: Sigma era scappato dall’orfanotrofio, dannazione! Perché tutte a lui dovevano capitare?! Correva a perdifiato da quasi mezz’ora, cercandolo ovunque fosse possibile.
– SIGMA! –
La sua voce riecheggiò sovrana nel silenzio immobile e grave della città, risuonando in lontananza fino a spegnersi in un sussurro. Fino a spirare assieme allo scalpiccio dei suoi passi dinnanzi al cancello arrugginito del cimitero; inginocchiato dinanzi ad una lapide giaceva immobile un ragazzo, probabilmente poco più giovane di Omega, col capo chino. Il vento soffiava ancora, forse con più audacia di prima, spezzando la distanza che separava i due giovani, immobili come statue. Andava a scomporre furiosamente i capelli neri del più piccolo, confondendo le ciocche dorate della frangia con quelle color notte; a passo cadenzato Omega gli si avvicinò: percepiva appena un singhiozzio smorzato, mentre notò che tante piccole lacrime rigavano il volto dell’altro, sgorgando dai suoi occhi dorati.

 

“Midori Seto – 16 anni”
Morta in un incidente stradale.
“Quando mi vorrete ricordare, fatelo sempre col sorriso in volto! Detesto i musoni, sappiatelo!”


- Sigma, perché sei tornato? –
L’altro volse lo sguardo verso il fratello, rivelando una bizzarra cicatrice a forma di nove romano sotto l’occhi destro, accennando un sorriso.
– Volevo rivederla, tutto qui. –
Cominciarono ad infrangersi al suolo piccole gocce d’acqua, una dopo l’altra. – Torniamo a casa, scemo. – Asciugò con il pollice le lacrime del fratello, poi lo tirò su per il braccio e subito si affrettò a correre al riparo.


 

Stavano seduti sul comodo divano rosso di casa Kida i due ragazzi, mentre nella cucina il vociare di Alpha e Gamma si sovrapponeva al rumore del phon proveniente dal bagno in cui, poco prima, si era chiusa Beta.
Tra le mani Omega rigirava con interesse qualcosa che, dopo qualche secondo, distolse l’attenzione che Sigma prestava al fuoco del camino per portarla su di sé.
– Ehi, Omega, ma quello non è il portaoggetti di Beta? –
Domandò incuriosito Sigma, avvicinandosi pericolosamente al fratello.
– Sì… Deve averlo lasciato qui per sbaglio, prima di andare a fare lo shampoo… Forse è il caso di metterlo nella sua borsa… Ehi! –
In un soffio Sigma gliel’aveva tolto di mano, cominciando a frugarci curiosamente dentro.
– Sì, sì, magari dopo eh? –
Farfugliò con poco interesse, sotto lo sguardo di rimprovero dell’altro. Ad un certo punto sentì di toccare un specie di busta e, estratto l’oggetto incriminato, entrambi avvamparono violentemente, rimettendolo in fretta nel portaoggetti.
–Cosa diamine ci fa lì dentro un preservativo?!-
- Ma che diamine vuoi che ne sappia, Omega?!-
- Omega, Sigma. Cosa. State. Facendo? –
Improvvisamente i due fratelli si paralizzarono sul posto: la voce di Beta era giunta tagliente alle loro orecchie. Non ci fu neanche il tempo di rispondere che subito i due furono vittima della furia omicida di Beta, placata solo dall’intervento miracoloso di Alpha e Gamma, che la bloccarono.
– Non è stata una mia idea, sia chiaro!-
- Non mi sei d’aiuto Omega! –
Accidentalmente Sigma fece rovesciare parte del contenuto del portaoggetti di Beta per terra, rivelando una strana lampadina, dall’insolita forma. Subito calò il silenzio.
Con decisione Omega raccolse l’oggetto da terra e lo strinse tra le mani. Bastò un solo cenno d’intesa tra i due fratelli che subito andarono ad attivarla.
– Ehi, un momento, fermi! Cosa avete intenzione di fare?! – Alpha tentò inutilmente di fermarli, ma fu tutto inutile. Subito una luce abbagliante accecò il gruppo, avvolgendoli in un fascio di luce bianca, che li fece scomparire nel lasso di pochi secondi.


 

- Dove diamine siamo?! – Gamma si guardava intorno, perplesso e terrorizzato al tempo stesso.
– Nel White, stolto. –
Una voce femminile giunse alle loro orecchie, una voce fin troppo nota ad Omega e Sigma; subito si voltarono verso la sua fonte e ciò che videro fece gelare loro il sangue nelle vene.
Una giovane dagli occhi etero cromatici aveva lo sguardo fisso su di loro: uno era argentato e uno verde fluo, così brillanti e inquietanti che rilucevano di follia pura; i capelli rosso fluo riflessati di un blu fluo erano asimmetrici, corti da un lato e dall’altro legati in una treccia. Il sorriso sadico che si dipinse sul suo volto inarcò la schiena del leone tatuato sulla guancia destra, quasi questo avesse vita propria.
Bene. Vi stavo aspettando.
In un lampo scomparve in quel nulla, lasciandoli soli nel vuoto più totale.
Ora mi divertirò con voi. Avete fatto male ad entrare nel mio mondo!
E una sadica risata si propagò nell’aria per poi spegnersi in un soffio, lasciando il gruppo abbandonato a sé stesso, mentre il terrore puro si impossessava di ogni fibra del loro corpo, immobile in quell’asfittico e innaturale silenzio che nessuno aveva il coraggio d’infrangere.















 

Angolo delle Autrici

Si.
salve, eccomi qui a scrivere una fic con la sempai.
Devo dire grazie a lei per questo capitolo, perché il mio computer è occupato...
Comunque, spero che questa fic ad Oc vi sia piaciuta molto.
La scheda OC è in fondo e NON NE ACCETTEREMO PIù DI 7 O 8 saranno a scelta. Fatasia mi raccomando!
Ci vediamo dentro.
saluti Niller~
*fa sbucare la testa da un angolino*
saaaalve! Sono Raggio di Gioia e... sì!
Ho deciso di scrivere una fic ad OC con la mia Kohai ^-^
allora.... non mi linciate. il porlogo è penoso e l'ho scritto io
*si nasconde nell'angolino schivando i pomodori marci (?)*
abbiate pietà! In ogni caso è la mia prima fic ad OC e ringrazio molto Niller per avermi offerto di scriverla con lei <3
Ora vi lasciamo alla scheda OC!
speriamo parteciperete in tanti!
Kisses! Gioia-chan <3

Scheda OC:
Nome:
Cognome:
Età: (accettiamo anche bambini - dai 10 ai 29)
Rapporto con la famiglia/legami familiari:
Arma:
Aspetto fisico: (minimo 3 righe)
Aspetto caratteriale: (minimo 5 riche)
Storia: (possibilmente dettagliata)
tic/fobie:
Fidanzato/a /Cotta: (IE GO e IE GO Galaxy)

  
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