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Autore: Alfred il sanguinario    28/09/2013    3 recensioni
'Tutti mi credono un bambinetto moccioso di 10/12 anni, in realtà ne ho 16: soffro di nanismo da carenze affettive, sindrome di Peter Pan e crisi isteriche. Non male, vero? ' è il diario di Alfred Bornwood, un ragazzo di sedici anni, che vive in un manicomio antico, dove i pazienti erano ancora trattati come un oggetto, non come persone.
Genere: Horror, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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GARDENIER INSTITUTE, Toronto, 1934
 
“Mi voltai verso quell’immenso carrello con qualche cibaria schifosa buttata qua e la. Non sapevo veramente come resistere: le mie braccia, le mie mani, sino alle spalle, erano bloccate da quella orrenda camicia di forza, strettissima, e che potevo togliermi solo durante la notte, a meno che non fossi stato “cattivo” durante il giorno (cioè non prendevo le medicine e tiravo le testate), allora avrei dovuto tenere quell’orribile supplizio per altre 12 ore. Che orrenda vita.”
Il mio nome è Alfred, mi presento alle pagine di questa sottospecie di quadernino, regalatomi dal moccioso di 10 anni, che sta nella stanza accanto, e, come tutti, mi ha preso per un suo coetaneo, e ha cominciato a regalarmi scemenze. Anche se gli ho rovesciato la tavola con tutti gli scacchi addosso, perché non sopporto le pedine. Tutti mi credono un bambinetto moccioso di 10/12 anni, in realtà ne ho 16: soffro di nanismo da carenze affettive, sindrome di Peter Pan e crisi isteriche. Non male, vero? Tutto questo per colpa di due fratelli, entrambi 15enni, che, anziché starsene al posto loro, hanno dato alla luce un figlio. Io. Sono al Gardenier Institute da ormai 8 anni, e nessuno mi è mai andato simpatico neanche un po’. Nemmeno 1/10, nemmeno 0/10.
Ho la brutta (o bella) abitudine di tirare le testate sui muri, e ciò mi è costato parecchie cicatrici in testa. Oggi però sono riuscito a non tirare le testate, quindi stanotte mi hanno tolto la camicia. È stato come se un fiume bloccato da una diga all’altezza delle spalle, fosse sfociato d’un colpo in tutte le vene delle braccia: ed è piacevole solo per certi versi. Risultato: posso usare lo stupido quaderno del moccioso, e tirare tutte le testate che voglio sui muri.
Ho un’altra bella/brutta abitudine di numerare tutto il numerabile in decimi: come “c’è 7/10 di freddo”, “c’è molto caldo: 9/10”. Ma esistono anche “-1/10, -10/10”, fino a -19/10. non so perché a quel numero: mi ispira. Questa abitudine è buona perché così riesco a capire quel che dico. È brutta perché nessuno, come al solito, capisce quel che dico.
Ora ho sonno, domani notte tornerò ad utilizzare il quaderno del moccioso.
  
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