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Autore: ooswin    29/09/2013    2 recensioni
«E forse, finalmente, entrambi riuscirono a sentire e a capire quello che provavano, perché forse, anche se a sedici anni non sei ancora maggiorenne, e non hai affatto il controllo di te stesso, e i tuoi ormoni e il tuo cervello sono in totale confusione, forse riesci comunque a riconoscere l'amore che provi verso la persona che hai davanti.»
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Una piccola Hugo/Lysander, che va dal loro primo incontro al loro primo bacio.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hugo Weasley, Lysander Scamandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Got to get you into my life

 

La prima volta che Hugo Weasley vide Lysander Scamander aveva 5 anni e la madre li aveva portati a casa di Luna Lovegood («una vecchia amica di famiglia»); gli piaceva, Luna. L'aveva conosciuta l'anno prima, quando, tornata – con un bambino in più del previsto – da un giro del mondo alla ricerca di nargilli, gorgosprizzi, plimpi e altri strani animali durato più o meno quattro anni era venuta a cena da loro. Era stata molto gentile e spiritosa, sopportando le continue domande di Rose e spiegando a Hugo come i gorgosprizzi ti entrassero nelle orecchie e ti confondessero il cervello. («È vero, mamma?» aveva chiesto, saltandole in braccio mentre cercava di guardarsi le orecchie. Hermione aveva sorriso, divertita. «Certo che è vero. D'ora in poi userai i tappi per le orecchie la notte, va bene?» aveva detto, guardando l'amica con affetto.) Un anno dopo, Hugo era rimasto colpito da Lysander nello stesso modo in cui l'aveva colpito Luna e aveva deciso da subito che sarebbero dovuti diventare amici. Rispetto al fratello Lorcan, un nano di 6 anni che correva ridendo per tutta la casa, Lysander era decisamente più posato: se ne stava nel suo angolo di pavimento, a giocare con il suo DAS e osservare le persone che chiacchieravano fra loro. Hugo gli si era seduto accanto a gambe incrociate e aveva indicato quello che il bambino stava formando. «Cos'è?» aveva chiesto. «Non lo so ancora, in realtà.» Lysander ci pensò un attimo, inclinando la testa da un lato. «Credo una rapa.» aveva affermato, aprendosi in un sorriso entusiasta. Gli mancava un dente, un incisivo. «Anche a me è caduto, quello. Ora mi sta ricrescendo, però» disse Hugo mostrandogli i denti davanti. Però si era sporto troppo in avanti, perdendo l'equilibrio, e in pochi secondi si ritrovò con la faccia spiaccicata sul DAS-rapa. Hugo si tirò su, rosso come i suoi capelli, e si tolse la cera dalla faccia, mentre Lysander scoppiava a ridere. Era una risata buona, divertita, cristallina e Hugo s'innamorò subito di quella risata – anche se all'epoca non lo sapeva, perché a 5 anni si è troppo piccoli, e quando si è piccoli queste cose non si capiscono.

 

***

 

Sei anni dopo, Lysander e Hugo erano appena saliti sull'Espresso per Hogwarts per la prima volta. Erano decisamente eccitati, il che significava che Hugo parlava a macchinetta e che Lysander aveva momentaneamente abbandonato spirelli – folletti del vento che ti entrano nelle narici e ti fanno respirare meglio – e altre stranezze per guardare, con gli occhi che brillavano, tutto ciò che riusciva a vedere, pieno di meraviglia. Salutarono Lily, che andò a sedersi con Albus e il resto dell'allegra banda Weasley e andarono a cercarsi uno scompartimento vuoto. «Secondo te quale sarà la materia più difficile?» chiese Lysander, quando ebbero sistemato i bagagli. «Mah» fece Hugo, lasciandosi cadere sui sedili. «Rose ovviamente dice che sono tutte faciliiiiiissime» Lysander sorrise all'imitazione dell'amico «e mamma altrettanto ovviamente concorda. Papà dice che Pozioni fa schifo, Incantesimi e Trasfigurazione sono impossibili ma che il cibo è buonissimo.»

«Abbiamo buone aspettative, direi.» commentò Lysander, sorridendo. Stettero in silenzio per un po', ognuno immerso nei propri pensieri e aspettative, finché Hugo non si sporse in avanti, le mani sulle ginocchia.

«Lys?»

«Dimmi»

«Se.. se dovessimo capitare in case diverse..» si torse le mani «mi prometti che resterai il mio migliore amico?»

«Certo. Non potrei mai avere un altro migliore amico.» replicò, serio.

Il viso di Hugo si distese, sollevato.

«Meno male» rispose «perché nemmeno io.»

L'eccitazione e l'aspettativa avevano un aspetto piuttosto soporifero su Hugo, che dormiva già della grossa quando passò il carrello e Lysander lo stava guardando da più di mezz'ora. Succedeva spesso che Lys s'incantasse a guardare l'amico, quando questi non lo vedeva, stregato dalle lentiggini sulla carnagione pallida, dai capelli rossicci o dagli occhi azzurri e felici come il cielo.

Solo che non sapeva cosa significasse e non gli dava peso, perché aveva undici anni, e a undici anni si è ancora innocenti, e queste cose non si capiscono.

 

***

 

A Pasqua del suo quarto anno, Lysander era seduto sul davanzale della sua Sala Comune, con in mano un libro che – cosa strana – non aveva voglia di leggere e un umore decisamente pessimo; erano già tre giorni che non parlava con Hugo e la cosa gli faceva così male che solo a pensarci gli veniva un nodo allo stomaco, andava in debito d'ossigeno e si sentiva il cuore stretto in una morsa.

 

[«..E poi siamo andati da Mielandia e lei.. Lys, ma mi stai ascoltando?» Hugo schioccò le dita davanti al viso del suo migliore amico, che fissava la parete con uno sguardo assente e un'espressione contrariata. «Scusa, Hug, ma quando parli di Viola mi viene spontaneo distrarmi, quella ragazza è una tale noia. Sì, capelli neri e gambe chilometriche, ma il suo cervello non supera il millimetro quadro.»

Il viso di Hugo s'incupì. Proprio non capiva perché Lysander dovesse sempre comportarsi in modo così spiacevole, da quando si era fidanzato. Okay, Lys era solito dirgli sempre tutto quello che pensava e okay, la tassorosso non era certo la persona più brillante della Terra, ma era carina e.. - e lui le piaceva.

«La smetti di fare... così?» chiese, alterato.

«Così come?»

«Così intrattabile, neanche fossi il migliore del mondo, ogni volta che si parla di Viola. Sei solo geloso perché tu non hai mai avuto una ragazza.»

Lysander si protese in avanti, lo sguardo velenoso.

«Come potrei essere geloso di una cerebrolesa la cui unica dote è saper spalancare le gambe? Ma se hai tanto bisogno di lei, perché non vai a farle da balia, poi quando avrai un problema voglio vedere come saprà aiutarti.» sputò fuori le parole con rabbia, gli occhi che pungevano di lacrime che Hugo non voleva notare.

«Bene, allora. Restatene pure con i tuoi libri, visto che sono gli unici che ti sopportano.» disse con furia, per poi alzarsi e uscire velocemente dalla biblioteca, buttando qualche libro per terra che non si curò affatto di raccogliere.]

 

Lysander scosse la testa, scacciando quel ricordo. Tornò a fissare le pagine piene d'inchiostro, cercando – senza successo – di concentrarsi. Non sopportava che Hugo fosse arrabbiato con lui, ed era fottutamente geloso di quella sgualdrina, che lui considerava in modo negativo senza avere una ragione particolare, di una gelosia che significava qualcosa che lui non voleva e non poteva capire, perché a quattordici anni si è ancora immaturi, e quando si è immaturi queste cose non si accettano.

 

***


«Hugo» ansimò Viola, tra un bacio e l'altro. «Hugo, ehi!» si staccò dalla sua bocca e si allontanò, per quanto fosse possibile allontanarsi in uno stanzino delle scope. «Che c'è?» chiese lui, come seccato per essere stato distratto dai suoi pensieri. «Non lo so, ci stiamo baciando e tu sei completamente assente.» replicò, infastidita. «Scusami» rispose «è che ho tante cose per la testa..»

«Ho notato. Quando avrai le idee più chiare fammi un fischio, eh?»

Hugo aspettò qualche minuto, prima di seguire la ragazza fuori in corridoio. Quando finalmente si decise, lei era già sparita da qualche parte per il castello – il che non gli dispiacque affatto. Decise di passare davanti alla biblioteca nel desiderio (forse inconscio o forse no) di incontrare Lysander. Gli mancava, gli mancava da morire. Gli mancava fare i compiti insieme a lui, gli mancavano le occhiate complici che si scambiavano in Sala Grande dai due tavoli diversi ogni volta che Vitious diceva qualcosa di buffo dall'”alto” della sua carica di preside; gli mancava come si fidasse di lui in quel modo incondizionato, come vedeva il mondo in quel suo modo tutto particolare, gli mancava guardarlo mentre leggeva – così assorto da non accorgersi di nulla attorno a lui –, gli mancava lui.

Che sapesse di volerlo oppure no, venne comunque esaudito, visto che poco dopo ci andò a sbattere contro, facendogli cadere tutte le pergamene e i libri che aveva in mano.

«Scusa. Io non stavo guardando.» balbettò Hugo, decisamente rosso. (Non era così che aveva immaginato di riappacificarsi con il suo migliore amico).

«Si vede che frequentando cattive compagnie hai smesso di far funzionare il cervello.» replicò il corvonero, secco. Una scintilla di rabbia balzò negli occhi di Hugo, subito spenta dalla stanchezza e da una supplica. «E comunque ti stavo cercando» continuò, chinandosi a raccogliergli le cose.

L'espressione di Lysander si addolcì. «Oh. Okay. Dimmi.» disse, rimettendosi la borsa in spalla. «Okay. sì. Allora. Io...» iniziò, torcendosi le mani. «Volevo, ecco, scusarmi. Avevi ragione – un po' su tutto. E voglio che tutto torni come prima. Non parlarti per due mesi, beh... non mi è piaciuto per niente.» Fece una pausa, guardando l'amico come in attesa di una risposta che non arrivava. «È, ecco, insomma, direi che è tutto.» concluse, impacciato. Lysander si passò una mano sul viso, con fare stanco, ma quando la tolse sorrideva. «Sì, beh, forse nemmeno io mi sono comportato proprio bene. Allora, uhm, tutto come prima?» chiese, speranzoso. «Sì. Decisamente». Lysander allargò le braccia e strinse a sé l'amico, assaporando la sensazione che tanto gli era mancata.

Hugo si aprì in un sorriso luminoso, di una felicità che aveva poco a che fare con l'amicizia – ma lui non lo capiva o non gli interessava, perché aveva fatto pace con la persona più importante della sua vita e quando succedono queste cose non si presta attenzione a nient'altro.

 

***


«Non ci credo che l'ha detto davvero. Dai, non può aver avuto quella faccia tosta!» esclamò Lysander, scoppiando a ridere. «E invece sì. Era tipo “Oh, no, non ci penso nemmeno! Vai via dal m.. tuo letto!” e lui “È il mio letto, il mio dormitorio e la mia sala comune, vattene tu. E magari la prossima volta che vuoi fare sesso con me ricordati che ho dei compagni di stanza.” mi stavo soffocando con il cuscino nel tentativo di non ridere.» Disse Hugo, imitando le varie voci. Lysander sorrise. «Ehi, ma se tipo entrassimo lì?» propose a un tratto, indicando una vetrina all'angolo della strada «fra poco ci sono le vacanze di Natale e questo è l'ultimo week-end ad Hogsmeade di cui possiamo approfittare per comprare i regali.»

Dieci minuti dopo uscivano dal negozio con il doppio delle buste fra le mani, uno con la bocca impolverata di zucchero a velo e l'altro con un cappello e un paio di guanti nuovi. «Chi ti manca? A me Lorcan, da qualche tempo l'unica cosa che mi viene da regalargli sono i puzzle...»

«I puzzle?»

«Sì, sai, quelli che per formare un'immagine devi far combaciare tutti i pezzi tagliati precedentemente»

«So cos'è un puzzle, Lys.»

«Oh, beh, non è una cosa da tutti.» camminando erano arrivati ad una piazzetta con una fontanella mezza ghiacciata al centro, un po' distante da Hogwarts, ma non ancora vicina alla Stamberga Strillante. Appoggiarono un attimo le compere a terra, per decidere cosa fare; Lysander si girò verso Hugo, strofinandosi le mani per riscaldarle e il suo sguardo s'intenerì, notando che l'amico aveva ancora le labbra sporche dopo aver assaggiato quel biscotto nel negozio. Sollevò la mano per pulirglielo, improvvisamente esitante. Perché si sentiva così in imbarazzo, e aveva la gola secca e lo stomaco chiuso? Insomma, erano amici da tipo undici anni, cos'era mai pulire un labbro? L'aveva visto in situazioni peggiori, eppure...

Gli occhi di Hugo si incollarono ai suoi, magnetici, azzurro dentro verde. Lysander appoggiò la mano sulla sua guancia e si avvicinò, lentamente ed esasperatamente esitante. Hugo annullò quella minima distanza che era rimasta fra loro afferrandogli i capelli biondi e tirandolo verso di sé, mentre dischiudeva le labbra. In seguito, Lysander non avrebbe saputo bene come descriverlo. Forse avrebbe detto che era la stessa sensazione di quando prendi fiato dopo averlo trattenuto per un certo lasso di tempo senza accorgertene, anche se probabilmente sarebbe risultato davvero troppo smielato e quindi non l'avrebbe mai e poi mai affermato ad alta voce. Dopo poco si staccarono, rimanendo però con le fronti attaccate e i respiri corti che si mescolavano.

«E comunque» disse Hugo «a me manca il regalo per zia Ginny, ma non credo che questo sia il momento più adatto per andarlo a cercare.» concluse, baciandolo di nuovo.

E forse, finalmente, entrambi riuscirono a sentire e a capire quello che provavano, perché forse, anche se a sedici anni non sei ancora maggiorenne, e non hai affatto il controllo di te stesso, e i tuoi ormoni e il tuo cervello sono in totale confusione, forse riesci comunque a riconoscere l'amore che provi verso la persona che hai davanti.


Hi people.
Salve. So che questa coppia non è molto considerata - non c'è nemmeno fra le opzioni di EFP quindi potete immaginare - maaaaa io li amo, quindi spero di convertire voi tutte povere anime che leggerete questa fanfiction. Non sono molto convinta di alcune cose but still, let me know your opinion. (?)
EEE continuo a dimenticarmi quello che volevo dire. 
Ah sì.
Devo ringraziare la 5x01 di glee che mi ha fatto tornare l'ispiraZZZione e la cui canzone dkfjghdfg klaine ha dato un titolo a questa OS. (Vogliamo parlare dei Klaine? Seriamente? AHHHHHH KLAINEEEEEEE.)
ADIOSSS

   
 
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