Serie TV > One Tree Hill
Segui la storia  |      
Autore: The_Novelist    28/03/2008    2 recensioni
Una palla che rimbalza sul campo, una sfida fra nemici che ritornano ad essere fratelli.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucas Scott, Nathan Scott
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salvami

La palla rimbalzava con forza sul cemento, quasi in una sinfonia di violenza. Entrava ed usciva dal canestro velocemente, senza mai un attimo tregua nella battaglia che coinvolgeva quei due. Oro ed ebano si stavano battendo con foga, i loro muscoli tesi e gli occhi carichi di una selvaggia decisione nel battere l'altro. Nessuno aveva intenzione di perdere quella guerra. Nessuno aveva intenzione di cedere qualcosa all'altro: se uno andava a canestro, subito l'altro ne segnava uno. Né Nathan né Lucas voleva che l'altro uscisse vincitore. Fra i due c'era un odio profondo che li separava come una trincea, nonostante fossero fratelli. Anzi, i due avrebbero detto fratellastri per sottolineare che erano meno che fratelli. Non riuscivano ad accettare l'esistenza dell'altro.

Lucas odiava suo padre per averlo abbandonato, per averlo reso un figlio bastardo pieno di un vuoto che non sarebbe mai stato in grado di colmare. Voleva bene a Keith e lo considerava quasi suo padre, tuttavia sapeva che non lo era. Keith non c'era sempre, Lucas sentiva che suo zio non poteva colmare quel profondo senso di vuoto che aveva dentro... Ma aveva scoperto che odiare Nathan per essere nato ed avergli strappato una vita normale alleviava il suo dolore. Cosa sarebbe accaduto se Dan fosse tornato da sua madre? Lucas sapeva di quanto suo padre fosse meschino quasi crudele, tuttavia la sua mente era affollata di se e di ma su cosa sarebbe potuto accadere. L'unica certezza che aveva era il profondo odio per Dan e quanto fosse facile e appagante umiliare Nathan. Era la sua vendetta battere il giovane, talentuoso e ricco rampollo degli Scott. Era l' unico modo per rifarsela su Dan. Avrebbe stracciato sonoramente Nathan, tanto che non avrebbe più avuto il coraggio di sfidarlo e sfotterlo davanti a tutti. Pregustava l'ira di Dan, quando avrebbe saputo che quel genio del basket di suo figlio aveva perso contro il bastardo che aveva generato.

Eppure una piccola parte di lui sapeva che stava sbagliando. In quella parte di sé che cercava di reprimere, sapeva che Nathan non aveva nessuna colpa. Anzi, gli diceva che suo fratello era vittima di loro padre. In fondo, era stato il moro a crescere con Dan... E per questo Lucas non sapeva quanto potesse considerarlo fortunato.

Ma non importava, in fondo erano meno che fratelli! Erano fratellastri, lo stesso Lucas lo sottolineava… Eppure trovava orrenda quella parola. Era così dispregiativa, così carica di un significato negativo…

Esattamente in quell’attimo, quasi sul finire della partita capì che stava sbagliando: Nathan non c'entrava niente. Se lui si sentiva abbandonato, arrabbiato verso Dan, il moro non ne aveva colpa. In fondo, non aveva mai tentato di conoscerlo oltre l'apparenza, oltre alla vita che Dan gli aveva imposto.

L'istinto di gioco però fu più forte e mano a mano che quei pensieri risalivano alla sua mente, non smise di segnare punti. Aveva un vantaggio di quattro canestri ed il tempo era scaduto.

La palla rimbalzò cupamente sul cemento nelle ombre della notte, lontano dal campo e lontano dai riflettori del campo. Ci fu improvvisamente silenzio fra loro, ma Nathan lanciò un'occhiata carica di odio e rabbia disperata. Lucas ne fu colpito ho pieno: nessuno lo aveva mai guardato così. Da quello sguardo capì che Nathan aveva qualcosa contro di lui, qualcosa che non aveva a che fare con Dan. Solo che il biondo non capiva, effettivamente non gli aveva mai fatto torto. Anzi, lo aveva perloppiù ignorato.

«Bene, bravo. Hai vinto. Sarai contento» ringhiò il moro, voltandosi di scatto ed allontanandosi. Improvvisamente, il biondo fu assalito dai peggiori sensi di colpa della sua vita. Quello che aveva davanti era pur sempre suo fratello! E nemmeno lo conosceva! Per la prima volta in vita sua ebbe un moto d'affetto per l'altro. Non lo avrebbe mai ammesso, ma nella parte più lontana di se stesso era curioso, voleva sapere di più su di lui, voleva poter amare suo fratello Nathan così come facevano due veri fratelli.

«Ehi, Nathan! È solo una partita, in fondo!» esclamò, cercando di avvicinarsi a lui. Tentò di fermarlo.

«Vattene Lucas, non voglio vederti.» ribatté gelidamente il moro, ma il biondo non voleva fermarsi. Poggiò una mano sulla spalla dell'altro.

«Posso sapere almeno perché mi odi così tanto?» sbottò Lucas arrabbiato e confuso.

Di botto Nathan si voltò, colpendo con forza il braccio del biondo. Questa volta nei suoi occhi c'era più puro dolore che odio o rabbia... C'erano soprattutto lacrime.

«Ti odio perché sei mio fratello! - gridò il moro. - Tu! Tu corri sempre a salvare le persone. Peyton... Brooke... Jake e la sua bambina...! - continuò con voce sempre più fioca e satura di dolore - Ma tu... Tu... Non sei mai venuto a salvarmi! Hai idea di cosa ho sopportato?! Tu sei mio fratello maggiore! Maledizione! Avresti dovuto salvarmi, Lucas! Cosa ho dovuto fare pur di avere la tua attenzione?! E... Se prima ti volevo bene... Ora non mi rimane altro che odiarti! Perchè non sei mai venuto? Perchè non mi hai salvato? Perchè di tutte le persone che hai salvato, non hai mai salvato tuo fratello?» gridò arrabbiato e carico di dolore Nathan, dando uno spintone all'altro. Si appoggiò al palo del canestro e scivolò a sedere, con le lacrime che gli colavano dagli occhi.

Lucas fu colpito in pieno petto dal dolore del moro ed i suoi sensi di colpa si intensificarono ancora di più, diventando insopportabili. Quella briciolo di sé che desiderava Nathan pur essendo così piccolo, si scoprì così forte che tutti gli altri pensieri sparirono. Ora vedeva solamente un bambino impaurito, dietro la maschera di Nathan e l'istinto fraterno, rimasto sopito così a lungo, scoppiò nel suo cuore: senza pensare ad altro, ma solo con tanta sincerità si avvicinò al moro, s'inginocchiò accanto a lui e lo abbracciò disperatamente, affondando il volto sulla spalla dell'altro. Pianse anche lui.

«Perdonami... Perdonami, Nathan. Sono il peggiore dei fratelli.» si scusò sincero il biondo, con una traccia di quello che poteva essere un profondissimo affetto.

«Ti voglio bene... Te ne ho sempre voluto…» sussurò il moro, ricambiando con un vivo calore quell'abbraccio che desiderava da anni.

NOTE:

Un po’ zuccherosa vero? ^^”” In ogni caso, son contento di questo piccolo esperimento, perché questa ffic l’ho scritta tutta sul cellulare nei ritagli di tempo. Spero vi piaccia.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > One Tree Hill / Vai alla pagina dell'autore: The_Novelist