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Autore: Remedios la Bella    29/09/2013    3 recensioni
Nitori sfoga il suo sconforto nei confronti di Rin nel modo che gli riesce meglio, piangendone in segreto. Nessuno si accorge di tale sua infelicità, ma qualcuno finalmente vedrà ciò e deciderà di intervenire.
Dal testo:
"Seijuro rimase pietrificato davanti a ciò. Non immaginava che Nitori stesse male fino a quel punto. All'inizio, osservandolo raggomitolato su sé stesso, gli era venuto come l'istinto di lasciarlo alle sue lacrime. Ma a che pro? Per rivederlo in futuro fare delle scenate simile, senza che nessuno potesse consolarlo?
Decise di intervenire.
Gli si avvicinò da dietro piano e in punta di piedi, piegandosi poi verso di lui:- Nitori.- lo chiamò, con voce ferma. "
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nitori Aiichirou, Seijuro Mikoshiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AdS: Fanfiction scritta su richiesta, grazie a ciò il mio blocco dello scrittore è sparito.
Non li shippo questi due, ma mi sembrava carina come idea. Spero apprezziate!
Remedios la Bella
PS: Cara persona a cui la dedico, se non fosse per te sarei ancora in mezzo alla marea. Grazie mille!

 

Like a big brother;

Tutte le volte Rin si dimostrava un idiota. Era il suo carattere, lo sapeva sin troppo bene, eppure Nitori non poteva fare a meno di volergli stare vicino.

Appena il ragazzo dai capelli rossi finiva una vasca a forza di bracciate a stile libero, il suo kohai era lì a spronarlo a parole, e ogni volta veniva beatamente ignorato o respinto con la forza di una sola occhiata. C'era da chiedersi: Rin voleva Nitori vicino a sé? O era troppo occupato a pensare ad Haru, al conflitto contro sé stesso e l'amico? Aiichiro sapeva che la seconda opzione era quella più giusta, purtroppo. Non aveva il fegato di farlo notare a Matsuoka, non era forte come lui.

In segreto, lontano dagli occhi degli altri, ne piangeva. E non era un pianto di dieci minuti, ma durava ore, procurandogli mal di testa e un forte senso di vuoto. Gli altri compagni di squadra non notavano mai il suo disagio, presi com'erano dagli allenamenti e non interessati quanto lui ai progressi di Rin.

Solo uno del team, Mikoshiba, poteva prestare effettivamente attenzione a tutto questo: essendo il capitano, aveva il compito di seguire gli esercizi, ma anche di controllare che quelli del team fossero in forma fisica ideale. Gli occhi rossi di Nitori non erano passati inosservati al suo sguardo attento, e più volte infatti aveva voluto fermarlo per farsi dare spiegazioni.

-Non è niente, capitano.- diceva sempre il ragazzo, con fare titubante.

-Ti metti gli occhialini larghi Nitori?- chiedeva Seijuro, ritenendolo un motivo valido per avere gli occhi rossi. In realtà lo diceva non per stupidità, ma perché dovergli chiedere direttamente se era colpa di Matsuoka-senpai gli sembrava troppo invadente. Si limitava a passarci sopra, ma avrebbe dovuto trovare un modo e magari un ritaglio di tempo tra un allenamento e l' altro per parlare con il compagno nel modo più preciso possibile.

E lo trovò in effetti. Fu inaspettato, per entrambi: Mikoshiba aveva semplicemente finito i suoi allenamenti e si era diretto in spogliatoio per darsi una sistemata. Ci era anche andato per poter in qualche modo sfogare la frustrazione all'ennesimo rifiuto da parte di Rin di farlo uscire con Gou, la sorella nonché manager della squadra dell'Iwatobi.

Ma non ebbe modo di far niente di tutto quello che si era prefissato. Trovò infatti Nitori, da solo, seduto per terra di fronte al suo armadietto. Teneva un fazzoletto in mano, e tremava. Reprimeva qualcosa di simile a dei singhiozzi. Non si era ancora accorto della presenza del capitano, e preso dallo sconforto del suo disagio si proferì in un pianto più disperato, coprendosi il volto con le mani.

Seijuro rimase pietrificato davanti a ciò. Non immaginava che Nitori stesse male fino a quel punto. All'inizio, osservandolo raggomitolato su sé stesso, gli era venuto come l'istinto di lasciarlo alle sue lacrime. Ma a che pro? Per rivederlo in futuro fare delle scenate simile, senza che nessuno potesse consolarlo?

Decise di intervenire.

Gli si avvicinò da dietro piano e in punta di piedi, piegandosi poi verso di lui:- Nitori.- lo chiamò, con voce ferma.

L'altro si girò, spaventato. Notando chi fosse si sfregò rapido gli occhi lucidissimi e gonfi. Era imbarazzatissimo e sconvolto: essere scoperti era l'ultima cosa che avrebbe voluto in quel momento.

-Kaichou!- mormorò, scostandosi poi:- Io...-

-Nitori... stai bene?- gli chiese Mikoshiba preoccupato. Nitori sussultò appena, balbettando un :- Certo, va tutto bene.-

Non fu tanto convincente, anche perché dimostrare di stare bene quando invece era tutto il contrario non era il suo forte. Seijuro non era stupido, e infatti continuò:

-Non mentire al capitano.- gli rispose con tono serio:-Nitori, dimmi cosa c'è.-

-Cosa c'é?- fece Nitori confuso e allarmato. Non funzionava:-Va tutto ben...-

-Se stessi bene non staresti sempre tanto male, e i tuoi occhi non sarebbero sempre ridotti in questo stato. É per via di Rin?- Si volle dare uno schiaffo dopo quella domanda, data la rudezza con cui l'aveva esposta. Ma non vi era motivo di tergiversare oltre: ora o mai più, si disse infatti. Avrebbe risolto la questione tra quei due. Nitori ricevette la scoccata della freccia dritta al cuore. Era Rin il motivo per cui piangeva, era sempre stato il senpai.

Più volte, prima di quel giorno, aveva negato a sé stesso che il suo stare male fosse dovuto davvero a Rin. Ma era inutile. Rimase in silenzio, e quando tentò di dire qualcosa in sua difesa si limitò solo a stringere spasmodicamente il fazzoletto che aveva in mano. Vi fu solo un'altra reazione, quella più plausibile: riprese a piangere, stavolta persino più forte:-Non sono quello che vuole, non lo sono mai stato!- singhiozzó a testa bassa:- il senpai vuole solo Haru, quell'Haru... e io che... io... che lo incoraggio sempre e mai... mai un grazie sincero... è stupido da parte mia ma... non posso farci niente!- e pianse a voce alta, tanto che Mikoshiba dovette restare in silenzio per paura di dire qualcosa di sbagliato.

Era così grave? E, conoscendo come Rin fosse fatto, come reprimesse il suo odio davanti agli altri e lo sfogasse in urla e improperi contro Aiichiro, si rispose da solo affermativamente.

Vedendo il ragazzo in tali condizioni, e non avendo il dono di consolare a parole le persone, si limitò ad allungare la mano e poggiarla sulla testa di Nitori, abbassata verso il pavimento. Aveva i capelli morbidi e sottili, e si beò per un breve attimo di quel contatto. Prese poi ad accarezzarla delicatamente, come per dar conforto a un possibile fratello minore. Ricordò allora di come suo padre era solito fare quel gesto quando da piccolo aveva bisogno di aiuto o di una semplice carezza paterna.

Nitori, magicamente, smise di piangere per un attimo e alzò la testa verso il capitano, mostrando le guance lucide di lacrime e gli occhi sbarrati:-Cosa...?-

-Cosa ti fa pensare di essere inutile, Nitori?- gli chiese delicatamente Seijuro, seguitando ad accarezzargli la testa:- Sei un bravo supporto. Rin ha sempre la luna storta, non devi abbatterti per tutto questo, intesi?-

Nitori annuì senza dir niente, colpito dalle parole del capitano. Questi gli regalò un sorriso dei suoi, dolce e al tempo stesso pieno del classico carisma del capitano. Gli passò poi la mano sulla spalla, per fargli capire che aveva il suo appoggio:- Se vuoi ci parlo io con quella testa dura.-

-Oh no, capitano! Sarebbe... imbarazzante! Lasci stare!- protestò quindi Aiichiro, riprendendo a comportarsi schivamente nei confronti delle gentilezze dategli.

-Ne sei sicuro?- il capitano alzò un sopracciglio, poi con fare gentile passò il pollice sulle lacrime che avevano rigato il viso di Nitori, facendolo sussultare appena. Era un gesto strano e intimo, ma non si ritrasse, date le circostanze: -Queste non voglio rivederle.- disse Mikoshiba con tono divertito.

E per ultima cosa gli afferrò la testa con entrambe le mani, e inclinandola verso il basso, ricordò uno dei gesti preferiti di suo padre: gli posò un bacio tra i capelli, senza troppa malizia. Il gesto fece arrossire Nitori, che però interpretò il tutto, anche il fatto che gli avesse asciugato le lacrime, semplicemente come dimostrazione del grande affetto che provava per il suo team di nuoto.

Sorrise finalmente, facendo sorridere di rimando anche Mikoshiba: -Fai capire a Rin che non sei inutile!- esclamò questi per incoraggiarlo:- E vedrai che prima o poi sarà capace persino lui di essere gentile!-

-Grazie capitano!- disse allora Nitori, rincuorato e asciugandosi le lacrime residue:- lei è... magnifico.- fece poi, inchinandosi rispettoso davanti a lui. Seijuro si limitò a sorridere e a guardarlo andare via.

Era contento del suo operato, in qualche modo aveva allietato il peso sul cuore di uno dei suoi compagni di squadra. Rimase un po' a fissare la porta dello spogliatoio, pensando:"Se riesce a mettere di buonumore lo squalo magari riesco a chiedergli di Gou- Oh Gou!" gli venne in mente disperato, ricordandosi per un attimo la sua sfortuna in amore.

Simile, in effetti, a quella di Nitori. Ne sorrise tristemente.

   
 
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