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Autore: MuccaJamaicana17    29/09/2013    2 recensioni
NON CHIEDETEMI PERCHE'
vi prego, non chiedetemi perchè mi è venuta 'sta spasmodica voglia di scrivere di una deficiente che scopre una stupida soffitta con degli stupidi oggetti animati.
Non saprei rispondervi
*****
… Comunque alzando gli occhi ho visto che avendo urtato la mia delicata testolina contro una scala ho fatto scattare uno strano meccanismo che ha fatto aprire un buco nel muro:- Wow un passaggio segreto!-
******
Vi prego di non ricordarmi quanto sia stupida questa one shot e ripeto:
non chiedetemi perchè
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La  soffitta
Un thriller di MuccaJamaicana17
 
 Mi squilla il cellulare :- Ciao Lavi, dove sei?-  è Asya, :- Ah ciao, sono da una collega di mamma, da sola con lei, cioè io sono in salotto e lei è in cucina a cucinare una zup… Perché me lo chiedi scusa?- -No, niente, volevo invitarti al cinema ma visto che non puoi non ti trattengo ancora al telefono… ciao!-  - No aspetta! Vieni qui e portami via! Questa casa è orribile, vecchissima, sporchissima e mi fa paura, per non parlare della padrona, è brutta come la morte, antipatica, vecchia, e non vorrei  dire ma mi sembra anche fuori di testa… Aiuto! Asya? Asya?- ma lei aveva già riattaccato. E io ero senza credito, ovviamente, perché ogni volta che mi serve fare una telefonata importante che mi salva dalla morte  sono senza soldi. Fantastico. Va bene, magari non proprio dalla morte ma dallo svenimento sì. Comunque  dicevo, quella tipa stava preparando una specie di zuppa, credo (non ho osato avvicinarmi per controllare)  lei mi ha detto che era il pranzo ma a casa mia il pranzo si inizia a cucinare a mezzogiorno, non alle nove di mattina. Ed erano le nove di mattina. Questa cosa mi spaventava non poco: e se voleva cuocere ME invece delle carote? E se stava preparando una strana pozione perché era una strega? E se mi voleva uccidere? Ok, lasciamo perdere, per quanto matta poteva essere era una collega di mia mamma ciò vuol dire che lavora a stretto contatto con dei ragazzi e se ancora non ne è stato rapito e cotto allo spiedo nemmeno uno significa che questa signora non è una strega affamata di carne umana. “Mi sono fatta un film mentale. Bene, ora  che ho risolto però mi serve sapere cosa posso fare per altre otto ore in questa casa … Le soluzioni sono due: o mi siedo qui e mi guardo allo specchio in tutto il mio splendore  per otto ore o mi alzo e do un’occhiata alla casa”. Visto che la prima opzione non mi sembrava fattibile dato che io non sono uno splendore che non ci si stanchi di ammirare per otto ore di fila ho scelto di “esplorare” la casa. Era gigante e sembrava che avesse davvero qualche centinaio d’anni. Appena sono entrata nella sua camera da letto sono rimasta a bocca aperta: era magnifica! Mentre camminavo sentivo il profumo delle lenzuola, l’odore delle piantine e anche uno  STUMP!! Ahia, non era questo che  avevo sentito… Comunque alzando gli occhi ho visto che avendo urtato la mia delicata testolina contro una scala ho fatto scattare uno strano meccanismo che ha fatto aprire un buco nel muro:- Wow un passaggio segreto! Sto vivendo una storia da copione adesso mi filmo e mando il filmino ad un famosissimo regista e faranno un film sulla mia vita avventurosa che riceverà un sacco di oscar e rimarrà nella storia della cinematografia!-. Sì ho pensato questo ma poi mi sono resa conto che la mia noiosa vita non interessa a nessuno e se ci facessero un film già sarebbe tanto se ci andassi io a vederlo. Per cui ho smesso di pensare  di entrare nel mondo di Hollywood e mi sono decisa a salire attraverso quella botola.  Quel buco portava nella soffitta e se la casa era sporca e piena di ragnatele questa soffitta era la casa di Spiderman… e dei suoi amici ragni. Ma tutti quegli oggetti sembravano interessanti, così ho deciso  di osservarli da più vicino. Però mi  sarei sporcata tutta di polvere. Meno male che nello zaino tengo sempre un bel grembiulone da cucina sporco e sformato per eventuali esplorazioni in luoghi sporchi e malridotti! No non è vero, ce l’avevo nello zaino perché mia madre mi aveva chiesto di buttarlo ma mi ero dimenticata… Mi sa che è ancora lì…  Comunque, me lo sono messo e  sono andata a prendere una lampada che mi piaceva, mi sembrava proprio da regina! Ho allungato la mano e appena l’ho toccata ha iniziato a tossire, poi ha aperto gli occhi e la bocca(che sinceramente non avevo notato prima) e ha iniziato a parlare:-Ciao cara, grazie di avermi risvegliato, saranno più di cinquant’anni che dormo! Come stai, c’è qualcosa che non va? Sei pallida sai, perché non ti sdrai cara? Cara? Cara?-  io ero seduta a terra, con gli occhi sgranati, la bocca semiaperta e l’impressione di essermi ubriacata senza essermene  resa conto :- T-t-tu… parli?!-  e l’altra, offesa:- Ma certo tesoro cosa credi che sia, un lampione? Io sono stata creata nel lontano XIX secolo, ero l’abat-jour della marchesa … O cielo, non ricordo il cognome! Comunque, era una donna davvero bella ed elegante, quelli sì che erano bei tempi! Certo, non potevo assistere a tutte le feste della corte e non ho mai visto il giardino essendo sul comodino ma già la stanza faceva capire tutto. Era tutta bianca, dorata e rossa, mi piaceva davvero tanto! Poi, dopo la morte della marchesa ce ne fu un’altra che però si portò un’altra lampada e un altro tappeto. Così mi scaricarono col tappeto vecchio su un carretto dove rimasi per diversi mesi. Poi presero il tappeto, mi sembra di aver sentito che lo voleva una bottega mentre io rimasi lì dentro in solitudine per sei lunghi anni… Oh, povera me, gli anni più brutti della mia esistenza. Dopo mi hanno venduto al  proprietario di un hotel a 5 stelle a Los Angeles. Quelli sono stati gli anni più belli, perché le persone che entravano nella mia stanza, la 117 erano sempre diverse. Ho dormito con star famosissime, finché  non mi rubarono e mi rivendettero ad una donna anziana, la pro  prozia di questa signora… I primi anni ero sul suo comodino ma poi mi mise qui  e qui sono rimasta… Oh, povera me! Cara, ti senti bene?- io ero ancora nelle stessa posizione di prima, poi mi sono alzata lentamente senza staccare gli occhi dall’abat-jour       :- O mamma, sono impazzita, sono diventata matta, vedo lampade che parlano, che mi raccontano la loro patetica storia che poi è frutto della mia immaginazione perché questa lampada è perfettamente immobile ma io la vedo che parla e..-  la lampada cercava di interrompermi, ma io non ci badavo -Cara..-  -E credo che devo farmi qualche esame, devo fare il test del palloncino ho bevuto troppa vodka stamattina, anche se ricordo solo un bicchiere di latte-  -Cara..-  -e qualche biscotto, spero di essere ubriaca altrimenti vuol dire che sono matta, più matta di questa signora, vediamo  cosa posso aver bevuto, ah sì liquore, birra e vino e-  - ADESSO BASTA! Ascoltami! Non sei ubriaca, io parlo davvero! E parlano davvero  tutti gli oggetti di questa soffitta, ascolta se non ci credi!-  Aveva la stessa espressione di un essere umano arrabbiato, anzi direi offeso.  Mi allontanavo un passo alla volta da quella lampada quando sono andata a sbattere contro uno specchio: quello ha iniziato a tossire e ha aperto gli occhi e la bocca (come l’abat-jour) e ha detto :- Coff, Coff, quanta polvere c’è qui dentro! Grazie di avermi risvegliato saranno dieci anni che dormo e che il mondo non ammira la mia sconfinata bellezza!-  io ero sempre più confusa :- Ma l’effetto dell’alcol quanto dura? Ore, giorni? O sono matta? Dovrò scappare di casa altrimenti verranno a prendermi per rinchiudermi in un manicomio… Beh, ora che sono sicura di essere impazzita tanto vale starli a sentire, magari è divertente-  e quello:- Io non sono divertente, io sono bello! Sono lo specchio più bello del mondo, e sono anche giovane, infatti sono stato creato solo nel 1990. Sono stato lo specchio di una ragazzina, Gaia mi sembra che si chiamava, che era molto bella. Certo, io ero più bello ma lei era davvero carina. L’ho vista per l’ultima volta il giorno delle sue nozze: si è alzata, si è truccata, ha preso sottobraccio il vestito e se ne è andata. Poi quella stanza non l’ha più usata nessuno, a parte il fratello di suo padre un giorno che è andato a dormire da loro. Dopo quasi tre  anni mi hanno dato ad un negozio cd’antiquariato dove sono rimasto per qualche tempo, poi mi ha comprato questa signora e mi ha messo nel suo corridoio. Ad un Natale però glie ne hanno regalato un altro così mi ha sostituito e mi ha lasciato qui!-  io, ancora un po’ scossa per quanto vedevo, risposi :- Oh, mi spiace, comunque lei è davvero un bellissimo specchio!- . Tentavo di non far vedere che mi ritenevo completamente matta per non offenderli, anche se credevo fossero solo esseri immaginati dalla mia stupida mente. Ad un certo punto sento la voce della collega di mia mamma :-Laviniaaa! E’ pronto!-  ho dato una veloce occhiata al cellulare e ho visto che era mezzogiorno e mezzo. Salutando quei due oggetti perfettamente immobili ma che io credevo di veder parlare ho urtato con la mano un libro.  Anche  quello ha iniziato a tossire, ha aperto gli occhi e la bocca che prima casualmente non avevo notato e mi ha ringraziato per  averlo svegliato dal suo lungo sonno “ Come sono originali questi oggetti animati creati dal mio pensiero… Mi sa che devo andare ad un corso per stimolare la mia fantasia affinché crei dei personaggi un po’ più diversi tra di loro..” intanto quello blaterava :-Io sono un libro antichissimo, e non sono un libro qualunque, io sono un’enciclopedia del lontano 1700, sono stata scritta dai più noti illuministi del secolo e ho girato tante mani fino ad arrivare in questa polverosa soffitta…- io cercavo di salutarli gentilmente, anche se mi rendo conto del fatto che siano solo oggetti inanimati ai quali il mio cervello ubriaco ha dato vita ma mi sembrava scortese non farlo, per cui dopo averli salutati mi sono diretta verso la scala. Quando mi sono girata per dare un’ultima occhiata gli oggetti erano fermi immobili, nelle stesse posizioni di prima, senza occhi né bocca. A questa vista mi sono bloccata: li avevo visti davvero o ero seriamente ubriaca? Non ne avevo idea “Oh Lavinia, Lavinia, sono impazzita… mi metteranno la camicia di forza e mi rinchiuderanno in una cella…” Pensando queste cose molto allegre sulla mia promettente carriera da rinchiusa in manicomio sono arrivata in cucina dove quella signora mi aspettava con un sorriso inquietante:- Allora, hai fatto conoscenza con i miei amici della soffitta?- Nonostante il sorriso terrorizzante mi sentivo sollevata… Almeno so che non devo passare il resto dei miei giorni  in una casa di ricovero per malati di mente.
 
 
Crediti:
idea- io
stesura storia-io
regista-io
attrice-io
pubblicitaria-io
ortopedica-io
fisioterapista-io
 
 
                                                                                                                      MuccaJamaicana17
  
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