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Autore: Gwilym    29/09/2013    0 recensioni
Hana ha diciotto anni quando lei e il suo amico Andrew vengono aggrediti da due licantropi. Solo Hana sopravvive all'aggressione scoprendo però di essere diventata un licantropo. Come se lo shock per la morte dell'amico e la consapevolezza di essere un licantropo non bastassero, Hana trova i suoi genitori impiccati lo stesso giorno in cui gli ha confessato di essere un lupo mannaro. La famiglia della ragazza non è una famiglia normale, sono cacciatori, i suoi genitori avrebbero dovuto ucciderla. E' forse questo il motivo del loro suicidio?
La vita di Hana trascorre per qualche anno, fingendo un inesistente normalità finché la sua vita non si intreccia inevitabilmente a quella di Derek Hale. Un giovane Alpha di Beacon Hills
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La Fan Fiction è ambientata alla fine della seconda stagione ma c'è qualche allusione alla terza stagione.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo

 

 

-Un caffè amaro.- , chiese Hana, mentre si avvolgeva con più cura la sciarpa intorno al collo.
-Sicura di non voler provare qualcosa di più dolce, me ad esempio?- , la ragazza scrutò attentamente il ragazzo  che le porgeva il caffè dal retro del bancone con un sorriso da abete. Poi lasciò i soldi sul bancone e afferrò il bicchiere con il caffè ancora fumante.
-Patetico, tentativo patetico…- , mormorò poi, fissandolo ancora per qualche secondo. Era un moretto dallo sguardo castano sicuro di sé, il suo sorriso, però, si stava spegnendo sempre di più.
-Potresti anche goderti la vita per una volta, piccola.-, sbuffò il ragazzo.
Per un secondo gli istinti lupeschi della ragazza tentarono di prendere il sopravvento, ma Hana ormai sapeva come gestirli.
-Tu potresti essere più saggio, ed evitare di chiamarmi “piccola”-, gli suggerì infine la ragazza, mentre con la mano libera dal caffè stritolava con forza quella del moro. Questo ritrasse la mano con una smorfia di dolore e poi con uno sguardo sconvolto. Hana girò i tacchi e uscì fuori dal negozio, era andata meglio del solito, pensò, o meglio di quella volta in cui aveva scaraventato il bibliotecario contro gli scaffali quando questo aveva tentato di palparla.
 Il freddo di Beacon Hills d’ inverno la avvolse improvvisamente mentre a grandi passi camminava verso la Beacon Hills High School.
Era ormai passato qualche anno da quando aveva preso il diploma in quella stessa scuola. La sua vita allora era quella di un adolescente piena di sogni e ambizioni: andare al college, laurearsi in medicina, trovare una cura per l’Alzheimer e una per il cancro e poi ancora vivere a New York con le sue amiche. Le cose però erano andate diversamente, la sua vita era stata stravolta in un attimo. Era successo tutto in una notte di luna piena, l’ultima notte da umana della sua vita. Hana ricordava ancora il cielo limpido, il prato verde e gli alberi tutt’ intorno, lei distesa su una tovaglia insieme al suo amico Andrew, l’amico di una vita, lei contava le stelle ed Andrew di tanto in tanto le faceva notare qualche costellazione. Poi il ragazzo diventò improvvisamente serio.
-Hana, devo dirti una cosa.-, disse questo –so che è egoista dirlo una settimana prima che tu parta per New York ma, devi saperlo.-. la ragazza provò a replicare ma Andrew la interruppe.
-No ti prego, non…non dire nulla o non avrò più coraggio. Hana io… ti amo, ti ho sempre amata… io lo so che…- Hana però non prestava più attenzione al ragazzo, ma alla figura dagli occhi rossi alle sue spalle.
-Ah l’amour…- disse la bestia. Quello che successe poi era confuso, ricordava solo urla, ululati e due paia di occhi: un paio rossi e un paio azzurri. Poi si era svegliata il giorno dopo, nella sua camera, quella della casa in cui era cresciuta. Sua madre e suo padre seduti vicino a lei la guardavano con un sguardo preoccupato. Andrew era morto e lei era viva per miracolo. Le spiegarono che erano stati aggrediti da due lupi mannari, che uno di loro era un’ Alpha, il capo del branco, che lei era stata morsa, se era stato l’Alpha probabilmente sarebbe diventata una di loro. Lo dicevano con disgusto, come se avessero preferito che morisse. Poi Hana capì, la sua era una famiglia di cacciatori, loro uccidevano i licantropi, i suoi uccidevano i licantropi, l’avrebbero uccisa se necessario. Sperò che nulla accadesse, che magari quello fosse solo un incubo ma poi successe: la notte di luna piena successiva, non ricordava molto, solo un insana e insaziabile voglia di uccidere. Era un licantropo. Quando i genitori capirono quello che Hana era diventata sua madre le poggiò una mano sulla spalla e le disse: -Andrà tutto bene, ti saremo accanto sempre.- poi le disse di uscire, mentre loro pensavano a una soluzione. La ragazza passò l’intera giornata a camminare senza una meta, pensò a lei, a tutti i suoi sensi più acuti del solito, poi pensò ad Andrew, al fatto che non era neanche riuscita ad andare al suo funerale. Andrew aveva una vita, dei progetti, perché la gente passava una vita a fare progetti se poi un istante ti portava via così giovane? pensò.
Quando il sole lasciò spazio alla luna Hana decise che era ora di tornare a casa ed affrontare il presente, non sapeva che quello che avrebbe dovuto affrontare però sarebbe stata ancora morte. In casa trovo i suoi genitori, entrambi impiccati, che penzolavano sul soffitto. Quell’immagine non gli sarebbe più uscita dalla mente. Il sangue sul pavimento, i loro corpi bianchi e freddi. Lo shock fu così forte che passarono ore prima che la ragazza fosse capace di prendere il telefono e comporre il numero del 911.

Il cammino di Hana si interruppe quando una camaro nera gli tagliò la strada fermandosi davanti all’ingresso della Beacon Hills High School. La ragazza percepì all’istante l’odore di Alpha ormai familiare di Derek Hale.
Ecco qui l’Alpha dei teenagers  pensò che persona triste.
Derek era l’unico Alpha rimasto in città, dopo la morte di suo zio. Questo era tutto quello che sapeva su di lui. Non aveva mai fatto parte di un branco e neanche le interessavano le faccende da lupi.
-Puntuale come un orologio svizzero, sorellina!-   Hana distolse lo sguardo dai tre ragazzi che entravano nella camaro guardando dritta davanti a sé. Rivide il viso che conosceva a memoria, due occhi verdi e grandi come i suoi, labbra carnose, fronte leggermente spaziosa, tutto incorniciato da dei boccoli dorati.
-Sai che ho sedici anni e sono capace di tornare a casa da solo vero?- fece notare il ragazzo. I suoi occhi penetranti gli ricordarono quelli del ragazzino di tredici anni, di ritorno dall’Inghilterra a cui aveva dovuto spiegare che i suoi genitori non c’erano più. Non disse nulla per un mese, restava in silenzio in un angolo a leggere manga tutto il giorno, fino a quando le si era avvicinato,
 -Morirai anche tu e mi lascerai solo?- le aveva chiesto.
-Non permetterei neanche alla morte di dividerci.-  le aveva risposto lei abbracciandolo.


-Lo so, ma preferisco tenerti sott’occhio.-
-Non sono un mica un criminale.-
-No ma sei Jamie, e questo fa di te una persona che deve essere tenuta sotto controllo.-  disse Hana mentre infilava le mani nelle tasche della giacca. –E adesso hai intenzione di andare a casa o vuoi accamparti qui per stasera?-
-Idea affascinante, tu potresti cacciare un bel cerbiatto con le due doti lupesche!- un sorriso balenò sul viso del ragazzo, ma svanì subito non appena incontrò lo sguardo della sorella.
- Va bene, ok. Andiamo a casa…  se quello sguardo potesse uccidere, mieteresti molte vittime comunque.- sbottò Jamie passandosi una mano nel ciuffo ribelle di capelli. –E comunque non mi andava del cerbiatto stasera.-
Hana non replicò. Ma si voltò di scatto verso l’odore di Derek Hale, vide un giovane con una zazzera nera, gli occhi verdi e una barba incolta avvicinarsi a lei. Indossava la sua giacca di pelle, indumento che solitamente indossavano anche i suoi marmocchi/beta, un giorno ci faranno scrivere sopra Derek’s Pack o qualcosa del genere aveva pensato una volta lei.
-Sei tu Hana, Hana Marie Parker?-, domandò il ragazzo con uno sguardo gelido.
-Sì, sono io.-, replicò la ragazza sostenendo lo sguardo, come conosceva il suo nome intero?
-Io sono Derek, Derek Hale, sono Alpha di…-, provò a dire, ma lei lo interruppe.
-Si lo so chi sei, e anche se non lo sapessi la tua puzza da Alpha si sente a un chilometro di distanza, dovresti imparare a nasconderla. Comunque taglia corto, non ho tempo da perdere.- , Derek la guardò a metà tra il divertito e l’infastidito.
-Puzza da Alpha?-, ripeté incredulo, poi scrollò la testa e disse: -Beh il mio branco ha bisogno di un aiuto, del tuo aiuto.-.
-Non mi interessa aiutarti.-. tagliò corto lei.
-Oh invece ti interessa.-.
-Non credo proprio.-. insistette lei.
Prima che il giovane Alpha potesse intervenire Jamie si intromise –Credo che mia sorella sia stata piuttosto chiara, gira i tacchi grazie.-. disse. La ragazza lanciò uno sguardo truce al fratello, non aveva bisogno di essere aiutata.
-Come preferite.- disse infine Derek  –Io ci ho provato…- aggiunse poi e si allontanò da loro a grandi passi ritornando verso la sua costosa macchina.


  
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