Chiudi gli occhi.
Ed eccoti nel tuo personale camerino. Un immenso corridoio dalle pareti tinte di rosso, adornate dei volti umani più disparati: una macabra galleria di maschere prive di occhi, pronte ad essere indossate dal loro proprietario per uccidere, seviziare, far sprofondare nella disperazione più assoluta quelle sciocche creature che ogni giorno si affannano a vivere, tentare di capirsi reciprocamente e cercare la speranza.
Ogni passo produce un suono diverso, mentre avanzi: talvolta, fissi il “pavimento”, gettando sguardi pregni di disprezzo ai corpi su cui cammini, vuoti simulacri di ciò che resta delle anime che diedero vita alla tua pietra filosofale, e che tuttora la nutrono. Un tempo, tendevi l’orecchio a quelle voci, urla intrise di odio che volevano indietro ciò che era perduto per sempre, biecamente sottratto con la violenza, ma questo passatempo è divenuto in breve tempo tedioso: ti basta sentire il suono secco di ossa che si spezzano, mentre calchi con decisione quella che è ormai divenuta la tua galleria di trofei.
Anziani, bambini, governanti, servi: la tua collezione non è altro che un’esibizione del tuo talento, sfoggiato in migliaia di occasioni differenti, di cui il Padre si serve da sempre. Ad ogni volto corrisponde una vittoria.
Non riesci a trattenere le risate, quando passi di fronte alla maschera di un soldato: la tua schiena è febbrilmente percorsa da brividi di piacere mentre ricordi il momento in cui, indossandola, ingannasti con estrema facilità il popolo di Ishbar, trascinato in una guerra civile che ne avrebbe decretato la fine.
La tua attenzione è nuovamente catturata da un altro “trofeo”, simbolo di uno dei tuoi trionfi più recenti: il terrore assoluto dipinto sul volto dell’uomo che uccidesti assumendo le fattezze di sua moglie non fa altro che confermare la tua superiorità, in quanto Homunculus, sulla ridicola razza umana.
Tuttavia il tuo incedere da fiero condottiero si fa incerto, quando quasi raggiungi il limite di questo spazio che esiste solo nella tua mente: non osi avanzare.
Con il passare degli anni un dubbio, sinuoso e subdolo come una serpe, si è fatto strada nella tua corazza di spavalderia ed orgoglio personale: “Perché continuo ad imitarli, se li disprezzo in tal modo?”
A tormentarti non è tanto la domanda, quanto la risposta, che cerchi di negare con ogni fibra del tuo essere.
Lì, in fondo, un volto che non indossi mai, la maschera che disprezzi più di ogni altra, di cui solo tu conosci le fattezze. Putrido, pervaso dall’invidia, ti osserva da lontano con i suoi enormi occhi, troppo grandi per un corpo così insignificante, le fauci che si deformano in un sinistro ghigno per deriderti, ogni volta che cambi forma.
Per quanto tu possa rinnegarlo, lui è lì, in agguato nell’oscurità, testimonianza di ciò che sei veramente.
Il tuo vero aspetto.




Note dell’autore:
Eccomi con una nuova fan fiction, la prima nel fandom di Fullmetal Alchemist. E’ nata così, all’improvviso, durante una conversazione nonsense con un’amica, su Twitter (Ciao, Rob!). Se avete letto altri miei scritti, saprete che il tema delle maschere è uno dei miei preferiti, e non potevo trovare personaggio migliore di Envy per scriverci qualcosa nel mondo di FMA. Spero che questo breve viaggio nei pensieri dell’Homunculus mutaforma vi sia piaciuto almeno un po’.
Beh, non so che altro dire, vi ringrazio per le visualizzazioni della ff “Super high school level sidekick”, appena mi verrà l’ispirazione la continuerò, lo prometto. Con questo, vi saluto!
-EclecticFirst