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Autore: midnightcircus    30/09/2013    0 recensioni
"“Non ti rendi conto che è rischioso stare con lui?” le urlò contro l’uomo, mentre aggrottava le sopracciglia e le stringeva il braccio destro in una morsa"
Cross-over tra supernatural e the vampire diaries, con due personaggi femminili originali. One-shot
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
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NEVER THE SAME
 
 
Il lampione di quel vicolo era vecchio, e a differenza degli altri suo fratelli che erano rotti da tempo, la luce dalla sua lampadina funzionava a malapena, e la sfera di vetro era sporca e rotta in alcuni punti. Alcune zanzare e falene le volavano attorno, attratte da quella piccola fonte di calore. A far compagnia al palo freddo e umido, c’erano due muri lunghi una decina di metri, ognuno collocato su lati opposti, ed erano tappezzati di graffiti, slogan e manifesti rotti e sbiaditi dal tempo. Alcuni cassonetti aperti, emanavano un forte odore di marcio e il vento di quella notte soffiava fino a farli tremare, provocando in quella stretta via un rumore sinistro.
Il vicolo era completamente deserto, la porta sul retro del ristorante cinese era chiusa, anche se dentro si sentiva un ciarlare in una lingua incomprensibile. I palazzi che facevano da limite massimo con la strada, arrivavano fino alle nubi e oscuravano la luna, lasciando solo la fioca luce di quell’unico lampione funzionante a dare un brivido di atmosfera spettrale e malfidata a quel luogo.
A qualche metro dall’entrata del vicolo, era parcheggiata una vecchia macchina, color nero e con i cerchioni che brillavano nonostante l’oscurità. Aveva carattere proprio non si poteva negare e sicuramente un collezionista avrebbe fatto follie per averne una. Poco distante da essa, si trovavano due figure in piedi. Si potrebbe dire che fossero due amanti, in cerca di avventura, di un posto strano in cui consumare la loro passione. Ma nulla di ciò si poteva più avvicinare alla realtà. Un uomo ed una donna, in piedi l’uno di fronte all’altra, poco distanti dal lampione e abbastanza dalla strada, se un primo momento bisbigliavano, ad un certo punto iniziarono a parlare animatamente e a discutere in toni di voce alti e vibranti.
 
“Non ti rendi conto che è rischioso stare con lui?” le urlò contro l’uomo, mentre aggrottava le sopracciglia e le stringeva il braccio destro in una morsa. Il viso della ragazza si contorse in una smorfia. Lo sguardo indignato sul volto giovane ricoperto da una cascata di morbidi capelli castani, prese subito posto e liberandosi con una brusca mossa dalla presa del ragazzo, indietreggiò di poco, alzando il braccio ancora pulsante e con i segni delle dita, e alzandolo nella sua direzione, indicandolo.
“Proprio tu vieni a parlare? Proprio tu che non fai altro che mettere in pericolo mia sorella?” esclamò lei su tutte le furie. Lui non rispose subito, bensì pensò al da farsi. Lei nel frattempo, continuò.
“Non ti rendi conto a quante volte è andata a tanto così dalla morte? Tutto ciò solo perché ti ama e tu ami lei. Ti sembra giusto che l’amore sia così? Dovrebbe proteggerti, tenerti al sicuro, non farti rischiare di morire un giorno si e l’altro pure”
Poco dopo aver ascoltato queste parole lui disse:
“Senti io non sarei nemmeno qui ora se tu non fossi sua sorella, e se non mi fossi in qualche modo affezionato alla tua antipatia e al tuo modo unico di rompermi le palle. Sono qui per fare quello che è giusto. Lui non va bene per te, né lui né suo fratello. Sono semplicemente dei mostri, e meritano di morire. Dio, caccio questi esseri da quando sono nato, e ora sto facendo qualcosa che non mi sono nemmeno mai sognato di fare. Una volta sarei andato dritto a casa loro, e li avrei uccisi senza battere ciglio. Ma invece sono qui, a dirti che se non lasceranno presto la città li ucciderò veramente. Do pure i preavvisi ora, mi sono proprio rincoglionito. E non perché sto diventando vecchio, ma perché ora come ora ho paura di morire, ho paura che lei possa morire, non devo più badare solo a mio fratello o a Bobby, ora c’è anche lei, ci sei anche tu. Siete diventate parte dei miei affari, della mia famiglia. E non voglio che tu, stia con lui, è pericoloso. Può dissanguarti da un momento all’altro e insieme a lui il suo fratellino complessato.” Concluse, mentre la ragazza lo guardava esterrefatta facendo brillare l’odio nei suoi occhi.
“Damon non è un mostro, tu lo sei. Tu che vai tanto in giro a blaterare di come la tua vita abbia sempre fatto schifo, con tutti mostri, morti e apocalissi, beh notizia del giorno Dean, potevi uscirne quando e come volevi, non eri costretto a stare attaccato al risvolto dei pantaloni di tuo padre, non eri costretto ad uccidere, ad andare all’inferno e a tornare. Fa male perdere qualcuno che si ama è vero, ma il dolore non può portare ad essere dei menefreghisti. Né tanto meno l’amore. L’amore per Claudia, per quanto ti abbia fatto tornare a provare veri sentimenti umani nei confronti di altri umani, non solo quell’attaccamento morboso nei confronti di tuo fratello, ti ha reso anche incline alla pazzia penso. Damon e Stefan non hanno fatto nulla. È da molto tempo che non uccidono. Quindi non provare nemmeno ad avvicinarti a loro, mi hai capita?”
“Non permetterò a Claudia di starti vicino Sara, se questa è la tua scelta. Sei con loro, con lui al momento. Ma se lo sarai ancora nel futuro..” si bloccò un attimo Dean per formulare bene la frase.
“..se sarai ancora con Damon impedirò di a Claudia di vederti, di stare con te, se invece vorrai Claudia con te, sai quello che devo fare” disse e si spostò lentamente il bordo della giacca facendo scintillare il grilletto argentato della sua pistola alla fioca luce.
La ragazza rimase scioccata dalle parole fredde e minatorie del ragazzo e dopo alcuni secondi in un cui non riusciva a far altro che guardare la pistola esclamò:
“Prova ad uccidere Damon o Stefan e loro ti uccideranno, prova a portarmi via mia sorella, e giuro su Dio, Winchester che non ci sarà posto su questa faccia della terra dove potrai andare per non essere trovato da me.” Detto questo, si voltò e iniziò a camminare, quando si sentì ancora fermare per un braccio, lo stesso di prima, nel medesimo punto.
“Cosa intendi dire?” chiese Dean.
Sara non si voltò, continuava a guardare l’Impala del ragazzo, e a pensare che alcune cose somigliavano alla Camaro azzurra di Damon, a come le coincidenze della vita avessero portato le due coppie di fratelli dentro i mondo suo e di Claudia.
I loro genitori erano morti, e gli unici zii che avevano abitavano in North Dakota e non erano quello che si poteva definire una famiglia. Ricchi e figli di puttana era il termine giusto con cui li si poteva apostrofare senza dimenticare di dire nulla sul loro conto. Tutto sembrava andare per il peggio per lei e sua sorella fino ad un anno fa, quando nella loro vita si erano fatti strada due persone in particolare, seguiti dai loro fratelli.
Damon e Stefan Salvatore furono i primi ad arrivare in città. Stefan fu subito conquistato da Elena Gilbert, che ora era una sua ottima amica, e Damon dopo un po’ di sforzi conquistato da lei. Sorrise piano nel ricordare come si erano conosciuti, come aveva scoperto la verità e rabbrividì quando ricordò la prima volta che si erano amati, le prime frasi dolci, e quasi una lacrima si formò al lato degli occhi quando le tornarono alla mente vari momenti, nei quali aveva capito che Damon era l’esatto opposto di un assassino a sangue freddo. E’ vero, era spietato e letale quando voleva o doveva uccidere, ma da quando era entrata nella sua vita, aveva eliminato ogni possibilità di decessi sul suo cammino.
Un mese dopo all’incirca dell’arrivo dei Salvatore, ricordò ancora Sara, arrivarono in città un’altra coppia di fratelli, i Winchester, e da allora creano problemi a lei e al suo ragazzo. Erano bravi ragazzi questo lei lo sapeva bene, avevano il piccolo fatto di essere due dei più spietati e bravi cacciatori di mostri del pianeta, e volevano morti il suo ragazzo e suo fratello. Evitarono parecchie volte lo scontro, e nonostante lei avesse sempre temuto lo scontro, non avvenne mai. Come i Salvatore, anche i Winchester vennero attirati da due ragazze del luogo. Sam iniziò ad uscire subito con una compagna di liceo, un viso noto ma mai veramente conosciuto. Dean invece, con Claudia.
“Vuoi trasformarti in un schifoso succhia sangue?” le rinfacciò proprio il medesimo da dietro.
Sara chiuse gli occhi e si liberò nuovamente dalla sua presa e disse:
“Se vuoi restare con una persona per sempre, devi vivere per sempre” e poi se ne andò, lasciando un cacciatore di mostri, altamente schifato da quello che aveva appena sentito.
“Stupida” borbottò dopo aver preso a calci un vecchio foglio di carta sull’asfalto umido, per poi andare verso la sua macchina e salire.
Doveva vedere Claudia a tutti costi.
 
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“Ehy piccola, non arrivavi più, stavo iniziando a preoccuparmi” disse Damon, aprendo la porta della sua mansione, non appena sentì la scia del suo profumo avvicinarsi. Il suo cuore tamburellava freneticamente, e gli occhi erano spaventati.
Appena la vide, il suo volto sorridente si oscurò, e prendendola delicatamente fra le braccia l’accompagnò dentro casa, appoggiandola dolcemente sul divano di fronte al camino acceso.
“E’ successo qualcosa?” domandò Damon con voce allarmata, mentre stava in piedi a guardarla fissarsi le mani.
Lei scosse la testa, e quando alzò lo sguardo lui si sedette accanto a lei, attirato come sempre da quei due pozzi color notte che tanto amava.
Alzò un braccio e la avvolse, stringendola a se.
“Che è successo amore?” chiese nuovamente e in quel momento notò dei segni rossi sul braccio della ragazza, che fino a poche ore fa non c’erano.
Strinse spasmodicamente la mascella, fino a sentire i denti digrignarsi fra loro e solo allora domandò:
“Chi ti ha fatto questi?” cercando di trattenere l’impulso di alzarsi e spaccare qualcosa.
Sara, per risposta si accoccolò accanto a lui, strofinando il suo volto sulla spalla del ragazzo. Damon la strinse di più. Nella mente della ragazza le parole di Dean ronzavano ancora, trapanandola.
“Ho parlato con Dean” esclamò dopo alcuni minuti in cui erano rimasti in silenzio.
La rabbia montò omicida dentro di lui, sapendo già la risposta a tutte le domande che aveva precedentemente formulato.
“Ti ha fatto lui questi?” lei annuì solamente, e quando il ragazzo si stava già per alzare con l’intento di uscire di casa, lei lo fermò. Lo bloccò per un braccio e lo ritirò a sedersi, e girandosi verso di lui, lo calmò con un bacio. I lineamenti duri di Damon, velocemente si rilassarono, mentre la stringeva in un abbraccio soffocante. Era da quando era arrivato in città quella specie di Buffy Summers in boxer che voleva staccargli la spina dorsale tirandogliela fuori dalla bocca. Meditò sul pensiero appena fatto, e si convinse che sarebbe ancora una morte troppo dolce per lui. Aveva osato toccare la sua ragazza, e se solo respirarle accanto voleva dire morire, ora Dean Winchester aveva già un piede nella fossa, nuovamente. Lo avrebbe mandato all’inferno lui stesso. Nulla, nessuno doveva toccare la sua Sara. Si staccarono un attimo, e quando la guardò negli occhi represse ogni pensiero e istinto omicida, e appoggiò la fronte a quella della ragazza.
“Stavamo solo parlando, e mi ha afferrato il braccio. Non mi fa male sta tranquillo, è solo un po’ rosso, andrà via presto” affermò sicura, in qualche modo evitando la carneficina che vedeva riflettersi negli occhi del suo ragazzo.
Lo conosceva troppo bene e sapeva benissimo che gli prudeva la lingua nel voler dire: “anche se te l’ha preso solo per farti una carezza, quel tipo è morto in ogni caso” , per questo Sara lo bloccò e disse:
“Mi ha detto delle cose che suonavano come una minaccia” gli occhi di Damon scesero subito sui suoi e la guardavano intensamente
“Che ti ha detto quel pirla?” domandò furioso. Non contemplava l’idea nemmeno che Winchester le stesse accanto abbastanza da poter respirare la sua stessa aria, figuriamoci parlarle o in questo caso minacciarla e toccarla. Sopportava solamente perché era il ragazzo di Claudia. Lei lo amava, e lui amava lei, su questo non c’erano dubbi, conosceva quello sguardo. Era lo stesso che vedeva negli occhi di Stefan quando guardava Elena, era lo stesso di Jeremy per Bonnie, ed era il suo quando guardava Sara o sentiva il suo nome. Non l’aveva toccato finora solo perché si era affezionato molto a Claudia, e sapeva che l’avrebbe fatta soffrire, e l’esperienza gli aveva insegnato che se soffriva lei, soffriva anche Sara.
“Che stare con te è pericoloso, che tu sei pericoloso. Come lo è Stefan. Praticamente mi ha detto che o ti lasciavo o ti uccideva” bisbigliò piano, aggrappandosi di più a lui, non riuscendo nemmeno a sopportare l’idea che lui potesse morire.
“Che ci provi quel moccioso” affermò Damon, stringendola a se.
Appoggiando la testa fra l’incavo fra la spalla e il collo, Sara ispirò il suo profumo, che le ricordava casa, e poi continuò:
“Ha detto chiaramente che mi impedirà di vedere Claudia se saremo ancora insieme, e che se volevo stare con lei, io te dovevamo..” non riuscì a terminare la frase, perché un piccolo singhiozzo la fece sobbalzare, e solo in quell’istante si accorse di aver iniziato a piangere.
“..lasciarci” concluse Damon per lei e chiuse gli occhi, affondando il viso fra i capelli profumati di lei. Nella sua mente già la peggiore delle ipotesi si era formulata e stava prendendo prepotentemente vita. Se lui voleva bene a Claudia, Sara letteralmente l’amava, era la sua famiglia. Non sarebbe mai riuscita a stare senza di lei. Quel maledetto di Dean, gli aveva già strappato Claudia, che era diventata come una piccola sorella di cui prendersi sempre cura, e ora stava cercando di infilare i suoi artigli pure sull’amore di Sara nei confronti di sua sorella, e spingerla ad una vita lontana da lui. Inghiottì a vuoto, e dopo alcuni istanti la spinse lontana da lui. Il volto non voleva alzarsi, ma gli occhi volevano guardarla, vederla forse per l’ultima volta in vita sua. Sapeva esattamente quello che sarebbe successo, la sua unica felicità che aveva trovato in oltre 160 anni gli stava per essere strappata per il capriccio di qualche maledetto bamboccio, e in quel momento giurò che se non poteva ucciderlo, almeno gli avrebbe fatto una bambolina woodoo e fatto perdere i gioielli di famiglia.
Improvvisamente sentì la mano di Sara sotto il suo mento, e lo portò ad alzargli il viso e a guardarla dritta negli occhi.
“Ti amo Damon” bisbigliò piano, e poi si abbassò per baciargli le labbra. Lui sentì gli occhi pungergli, e dopo averle bisbigliato il suo amore, la prese fra le braccia, e lentamente salì le scale fino alla sua camera. Se quella doveva essere la loro ultima notte, almeno voleva che fosse memorabile.
 
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Dean arrivò velocemente a casa di Claudia. Il vialetto era al buio, ma i piccoli sassolini bianchi facevano luce, e più volte al ragazzo era sembrato di camminare sulla via lattea. Buffo a volte come, nonostante l’età, si torni a fare pensieri talmente infantili. Per tutta la strada aveva rimuginato sul discorso che aveva avuto con Sara qualche istante prima. Era stato duro e cattivo con lei, l’aveva messa alle strette. Non era dove voleva arrivare. Era andato lì, solo con l’idea di implorarla di far spostare i Salvatore in un’altra città, ma ovviamente lei sarebbe andata con loro, e Claudia ne avrebbe sofferto. Per lei sua sorella era tutto. E non poteva di certo biasimarla. Era l’unico componente che le era rimasto della sua famiglia. E i loro rapporto era pari a quello suo e di Sam, e forse anche quello fra Damon e Stefan.
Chiuse lo sportello dell’auto con un sonoro rumore e piano avanzò verso la porta. I sassi e lo foglie scricchiolavano sotto i suoi passi e quando bussò alla porta non sapeva più con l’esattezza cosa dirle. L’ho fatto per te? Tutto quello che faccio è per te? Dio, si sentiva così patetico, aveva avuto mille ragazze, miliardi di volte aveva protetto qualcuno, ma mai nessuna volta si era sentito come se gli stessero per strappare il terreno da sotto i piedi come in questo anno. Claudia era stata la sua rovina e la sua benedizione. Muoversi da quella città era diventata pressappoco impossibile, almeno che lei non andasse con lui.
La luce dell’ingresso si accese, e quando sbucò una Claudia un po’ assonnata, che si stropicciava gli occhi con una mano, e con i capelli scompigliati dal sonno, pensò che non poteva resisterle. La vide sorridergli, e presto lui lo prese come un invito. Entrò dentro casa, chiudendosi la porta alle spalle e prendendola per i fianchi, la appoggiò contro la porta e prese a baciarla. Lei rispose molto volentieri, e quando le lingue presero ad accarezzarsi, entrambi lasciarono fuggire un piccolo gemito. Le mani della ragazza andarono ad intrappolarsi fra i corti capelli castani del ragazzo, mentre le sue mani ruvide si infilarono sotto la maglietta che indossava Claudia, che riconobbe come una delle sue. Saperla mentre lo voleva con lui anche quando non c’era era tanto da farlo impazzire di più. L’accarezzò voglioso, e poi facendo scendere le mani fino ai fianchi, le fece arrivare fino al sedere. Dopo averlo massaggiato per un po’, lo prese saldamente, e facendo forza, la issò facendole incrociare le gambe dietro la sua schiena. Dean pensò che le parole potevano venire dopo. Tutto quello che importava ora era fremente di desiderio fra le sue braccia, e certamente non aveva intenzione di lasciarla insoddisfatta. Le mani risalirono fino ai capelli, dove le dita si incastrarono. La bocca continuava a modellare la sua in dolci e lunghi carezze. Claudia, d’altro canto, dopo alcuni istanti, in cui aveva goduto del contatto del corpo del suo ragazzo, saldamente premuto contro il suo, prese a far scorrere le mani sulla sua schiena, e poi velocemente le infilò sotto la maglietta che aveva, e gliela alzò velocemente. Fortunatamente oggi non aveva il suo solito giubbotto, pensò, mentre il petto caldo di lui la fece andare su di giri. Graffiò le sue spalle, e solo a quel punto Dean, decise che era ora di salire in camera da letto. Barcollando, la staccò dalla porta, e andò su per le scale. Arrivato davanti alla porta della camera della ragazza, spinse con un piede quel pezzo di legno per farlo muovere, e facendo qualche altro passo, la pose in mezzo al letto, fra le morbida lenzuola sfatte dal precedente sonno della ragazza. Senza troppo badare ad altri dettagli, si concentrò solo sulla bellezza che era distesa, vogliosa e pronta e per lui. La vide sorridergli, e poi alzarsi col busto e sfilarsi la maglia. La getto sopra la lampada sul comodino che traballò per qualche minuto. Quando la vide invitarlo a seguirla, non se lo fece ripetere più volte. Appoggiando le ginocchia ai bordi del letto, e le mani accanto alle gambe della ragazza, prese a gattonare sensuale nella sua direzione, lasciando brevi leccate ogni tanto sulle gambe nude della ragazza, e sulla pancia piatta, fino a quando non si trovò a faccia a faccia con lei. Le sorrise. Scese poi a baciarla, mentre la sentì sospirare il suo nome.
“Ti amo” le bisbigliò lui in cambio e lei lo strinse a sé. Il davanti dei suoi pantaloni era diventato stretto e invivibile. Aveva bisogno di liberarsi di quegli indumenti, e di trovarsi sepolto nel dolce calore della sua ragazza. La abbracciò, mentre continuava a baciarla. La lingua giocava con la sua, e poi la fece scorrere sul mento, per poi finire sul collo, dove prese a leccare e succhiare fortemente. Le mani di Claudia, intanto dal suo sedere, si erano spostate al davanti dei pantaloni e dopo averlo stuzzicato per un po’, iniziarono ad aprire la cintura,. Velocemente invertì le posizioni, e la fece trovare sopra di lui. Le sorrise malizioso, e con le mani andò impaziente a sganciare il reggiseno, che ancora tratteneva i suoi perfetti seni tondi. Tutti questi anni a caccia di demoni, pensò Dean, era meglio se veniva qui, in questa cittadina di provincia prima. Conoscerla, amarla. Avrebbe rifatto tutto mille volte, solo stavolta con una differenza, avrebbe lasciato tutto subito se avesse saputo che esisteva questo fiore pronta, in attesa di lui e di quello che poteva e sapeva offrirgli.
A missione compiuta, gettò il reggiseno da qualche parte nella camera, esattamente non badando a dove finiva. I seni della ragazza, si alzavano al ritmo del suo respiro affannoso e lui rimase per un istante incantato a guardarli. Poi si alzò di colpo e vi appoggiò la bocca sopra. Prese a lappare avidamente, e Claudia prese a gemere forte. La testa gettata all’indietro e le mani laccate imprigionate fra i capelli di lui. Qualche minuto passò, e poi lei rovesciò nuovamente la situazione, costringendo Dean a liberarsi in fretta dei pantaloni. Ad un certo punto rimasero entrambi in biancheria intima. Si abbracciarono e presero a baciarsi ferocemente. La passione fra di loro era paragonabile al loro amore. Claudia, impertinente, sentendo che la situazione si stava troppo riscaldando, fece entrare una mano oltre l’elastico dei boxer del suo ragazzo, e vi giocò fino a quando non trovò l’agognato tesoro che cercava. Un gemito sfuggì dalle labbra di Dean, che lei soffocò con un bacio. Lo stimolò per un po’, e infine decise di calarglieli del tutto, facendoli finire intorno alle sue caviglie. Dean, non aspettava altro, e al posto di procedere come aveva fatto la ragazza, prese fra le dita quel misero tessuto di stoffa che le restava addosso, e tirando, lo strappò in fretta. Si scusò dell’irruenza, ma a lei non poteva importare di meno di un paio di mutandine, in confronto al desiderio che provava per lui, soprattutto in quel momento. Si sentiva tutta bagnata, dal momento in cui l’aveva visto sulla soglia di casa sua. Quando aveva sentito la sua lingua chiedere il permesso fra le sue labbra si era sentita morire. E ora non aspettava altro che sentirlo sepolto profondamente dentro di lei. Si mise a cavalcioni su di lui, e tenendo una mano appoggiata sul petto del ragazzo, si aiutò con l’altra ad impalarsi su di lui. Appena lo fece, abbassò la testa e lo guardò negli occhi. Lo vide rovesciarli dal piacere, e stringerla per i fianchi a lui.
“Ti amo” gemette Claudia questa volta, e con le mani già sudate che appoggiò ai lati della testa di Dean, sopra i cuscini, prese a muoversi sul suo corpo.
Continuarono a fare l’amore, sesso, amore. Entrambi, per quelle che parvero ore. E veramente lo erano. Si amarono per ore, fino a quando stremati, per l’ennesima volta non raggiunsero l’orgasmo, e si lasciarono cadere sfiniti, l’uno accanto all’altra.
Dean la prese fra le sue braccia, e l’accoccolò accanto a lui. La mente ancora intontita dall’orgasmo, prese a funzionare nuovamente e gli tornò a mente quello che doveva dirgli fin dall’inizio.
Così iniziò a parlare.
 
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La mattina dopo Sara si svegliò accanto a Damon. Rimase accanto a lui per quella che parve un’eternità. Quella notte si erano amati come non avevano mai fatto. Avevano continuato a fare l’amore per ore, se lo ritenesse impossibile, avrebbe azzardato a dire perfino giorni. Si erano posseduti in ogni modo umanamente possibile. Non erano solo due corpi che si univano, erano i sentimenti che sfociavano. La rabbia, il dolore, l’amore. Tutto risultava in una miscela incredibile che li fece esplodere. Lo guardò attentamente e tracciò con un dito lo zigomo del ragazzo, prima di sorridere leggermente e alzarsi dal letto. Si vestì piano, cercando di non far rumore per svegliarlo. Aguzzò l’udito. La casa era in silenzio. Probabilmente Stefan ed Elena, non erano nemmeno in casa. Per fortuna, pensò Sara. Sorrise maliziosa. Erano abituati a sentire lei e Damon assieme, ma questa notte probabilmente non ce l’avrebbero fatta. Gli urli, i gemiti, i colpi della testata del letto, avevano risuonato per ore in tutta la casa in modo quasi selvaggio ed inumano. Si erano amati selvaggiamente, come se potesse essere l’ultima volta che si potevano appartenere. Il dolore al basso ventre e alle gambe che aveva glielo ricordavano benissimo. Poi, avevano parlato.
Pronta e presentabile, Sara, si avvicinò al letto e piegandosi su di esso, appoggiò le labbra sopra quelle ancora addormentate del ragazzo, e gli bisbigliò un: “Ti amo amore”
Con questo, uscì dalla stanza, e di conseguenza dalla casa.
 
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Claudia era seduta in cucina assorta nei suoi pensieri. Dean era da poco andato via. La notte che avevano passata era stata eccezionale, anche se l’amaro delle sue parole e la colpa che si dava per quello che forse poteva succedere l’aveva fatto tendere ed innervosire, aveva paura che Sara scegliesse Damon, e non di stare con sua sorella e vivere una vita felice, lontana da mostri. Claudia, prontamente aveva risposto che anche se non si fosse trasformata in un vampiro, sarebbe vissuta lo stesso fra i mostri, Dean in quel momento intuì che tendeva il suo lavoro. Poi a sentire le parole della ragazza iniziò a pensare. Gli aveva detto che a lei bastava che Sara fosse felice, come a sua sorella importava che lei fosse felice. Se si ritenevano delle minacce si sarebbero escluse da sole dalla vita l’una dell’altra.
Stava mangiando la sua brioche svogliatamente, quando sentì la porta di casa aprirsi.
Sentì i passi di sua sorella, farsi spazio per la casa, e il tonfo della sua borsa rimbombare sopra i cuscini del divano.
“Kla?” chiamò e lei rispose, dicendo di essere in cucina. I passi si affrettarono nella sua direzione e capì chiaramente quando le fu dietro.
Lentamente si sedette di fronte a lei, e prese a guardarla.
I capelli raccolti in una crocchia scomposta lasciavano cadere qualche ciuffo ribelle e gli occhi circondati da qualche leggera occhiaia lasciavano capire a Sara la notte che aveva passato con Dean, probabilmente lei era nella stessa situazione. Claudia alzò lo sguardo e la guardò a sua volta.
Si scrutarono per più o meno un minuto in silenzio e curiose di capire chi per prima avrebbe parlato.
Ad un certo punto Sara prese a sorridere per poi sfociare in una risata che coinvolse anche la più giovane fra loro.
Risero per minuti, fino a quando, entrambe sfiancate dal male alla mascella, tornarono in silenzio.
Poco dopo, Claudia prese parola:
“Ho parlato con Dean” ammise e Sara la guardò annuendo.
“Io con Damon” disse, masticandosi nervosamente l’interno guancia. Ad un tratto smise e continuò:
“Dean mi ha detto delle cose sul fatto che potrei perderti se continuo a stare con Damon” e Claudia la guardò annuendo. Gli aveva detto pure questo.
“Io non voglio perderti Claudia” ammise Sara, mentre la guardava attentamente.
La sorella minore la guardò, corrugando la fronte. Non credeva minimamente che avrebbe scelto lei, pensava che avrebbe scelto la felicità per una volta. Damon la rendeva felice.
“Damon ti rende felice” tramutò dopo alcuni secondi il suo pensiero in parole.
La maggiore annuì e si guardò le mani.
“Ieri sera abbiamo parlato a lungo, abbiamo parlato dei nostri sentimenti, del nostro futuro. Lui pensava che mi avrebbe perso..” iniziò e Claudia sfociò in un sorriso. Per una volta pensava per lei.
“Io non voglio perderti sorellina, ma allo stesso modo non posso perdere lui. Così gli ho chiesto una cosa” confessò guardando la sorella, e vide quest’ultima annuire.
“Se vuoi restare con una persona per sempre..” iniziò
“Devi vivere per sempre” concluse Sara annuendo, cercando di trovare nel volto della sorella la sua approvazione.
“Claudia, mi farò trasformare nelle prossime ore” comunicò gettando la bomba.
La sorella la guardò e gli occhi le si inumidirono.
“Dean vi ucciderà” disse dopo un po’.
Sara, annuì avendo già pensato alla possibilità.
“Io e Damon partiremo nel pomeriggio”
“Non ti vedrò più?” domandò Claudia, mentre perse qualche lacrima dagli occhi. La maggiore la guardò e scosse la testa, mentre pianse anche lei. Le prese le mani fra le sue e le strinse fortemente.
“Tu non mi perderai mai Claudia. Non me ne andrei mai se non sapessi di lasciarti in buone mani. Per quanto Dean ce l’abbia su con Damon, ti ama alla follia e farebbe di tutto per farti star bene. Da quando mamma e papà sono morti, ti ho vista crescere, cambiare, e ora so che sei pronta e vivere da sola, senza la supervisione di una sorella petulante che ti rompe le palle” ammise sorridendo fra le lacrime.
Claudia sorrise a sua sorella.
“Passerà qualche anno. I primi in cui sarò altamente sensibile al sangue umano, li voglio passare il più possibile lontano da te, da Dean, da Elena. Non voglio ferire nessuno di voi, e soprattutto non voglio ferire te” disse e continuò: “Quando mi sentirò pronta, ti chiamerò. Potremmo trovarci, e magari con gli anni Dean potrà capire la situazione. Damon mi allenerà, mi insegnerà. Mi nutrirò solo con sacche per la trasfusione. Non voglio uccidere nessuno. Solo quando sarò pronta” ripeté nuovamente.
“Quando sarai pronta” concluse Claudia, mentre si alzava di slancio e correva fra le braccia della sorella.
“Di a Dean di non odiarmi, ma Damon è il mio futuro” disse e pregò in bisbigli che soffocò sulla sorella, che neppure lei la odiasse. In risposta Claudia rispose:
“Non ti odio, non ti odierò mai. Sono contenta che per una volta hai scelto la tua felicità a quella degli altri, e infondo ho sempre saputo che lo avresti fatto. Tu e Damon siete destinati” ammise e continuando ad abbracciarsi, si afflosciarono sul pavimento per ore.
 
 
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Erano le due passate quando Sara avanzò verso casa Salvatore. Gli occhi erano gonfi dal pianto e quando Damon le venne ad aprire, si rifugiò senza parole fra le sue braccia. Dopo alcuni secondi si riprese e alzò la testa guardandolo con un sorriso.
“Mi sono sentita morire quando ieri sera avevi creduto che non avrei scelto te”  ammise e poi cercò la sua bocca. Ogni riluttanza andò alla deriva e si aggrappò fermamente a lui. Si abbracciarono  fortemente mentre continuavano a baciarsi.
Si staccarono e lui la guardò. Era il suo miracolo. Finalmente cupido si era ricordato anche di lui.
Entrambi con un pensiero in mente. La loro vita insieme, era appena iniziata.
 
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Claudia andò nell’appartamento sopra il bar in centro di Dean verso le quattro del pomeriggio. Sapeva che pressappoco era l’ora in cui si alzava, soprattutto dopo una delle loro notti. Lo vide venirle ad aprire con solo un camicia aperta e dei jeans e sentì un tuffo al cuore.
La vide con gli occhi lucidi e gonfi dal pianto e dopo averla guardata capì presto il motivo.
Sentì la rabbia ribollirgli dentro, ma quando lei lo guardò implorandolo di non fare nulla, la prese fra le braccia cullandola. La rapì dentro casa sua, e sedendosi la tirò sopra di sé. Lei piano prese a raccontare tutto, e stranamente dopo le iniziali lacrime, un’allegria contagiosa fluì dalle parole.
Era veramente felice per la strada intrapresa da sua sorella. E Sara lo era della sua.
 
Dopo qualche ora. In cui restarono in silenzio abbracciati a guardare un film. Dean si alzò e andò un attimo in camera. L’impulso di chiamare Sam o Bobby per dirgli di dare la caccia a Damon e Sara era forte, ma non lo fece. Rinunciò ad ogni idea di uccidere quel ragazzo e soprattutto la sua “quasi sorella”. Quindi, andò dritto verso il comodino, lo aprì. Cercò per qualche secondo e sorrise quando vide e afferrò l’oggetto che cercava. Una piccola scatolina quadrata in velluto rosso, poteva segnare l’inizio del suo futuro. Sorrise e felice tornò verso il salotto. La sua futura moglie lo aspettava.
 
 
 
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2018
 
La vita domestica era un vero inferno. Accudire due figli e un marito a volte cialtrone per Claudia a volte risultava intollerabile. Ma poi gli bastava guardare la sua vita e sentirsene fiera. Dean era un marito eccezionale. La amava da morire e in ogni momento cercava di renderla felice. La caccia andava sempre diminuendo. Ormai non andava più a cercare i guai, e quelle poche volte che loro cercavano lui, li risolveva velocemente e per fortuna ne usciva sempre indenne. Sentì i bambini ridere con suo marito nell’altra stanza, mentre lei finiva di preparare la cena. Tutto andava nel migliore dei modi. Sciacquò un bicchiere sotto il rubinetto e fischiettò leggermente, mentre pensava agli ultimi anni. Il matrimonio, le gravidanze, la nuova casa. La felicità. Tutto era perfetto. Dean era perfino riuscito a trovare un rapporto di amicizia con Stefan, che a causa Elena, non si era ancora mosso dalla città. L’unica cosa che mancava in tutto questo era sua sorella, e il suo “fratellone”. Era da molto che non riceveva sue notizie. Le uniche volte in cui accadeva, era attraverso Stefan che faceva da portavoce per i due. Non li aveva più sentiti. Damon a volte mandava gli auguri per le festività da parte di entrambi. Almeno questo le dava le dava la conferma che entrambi erano vivi, che stavano bene ed erano ancora insieme. Ma le loro voci non le aveva più sentite.
Sua sorella le aveva detto che quando si sarebbe sentita pronta l’avrebbe chiamata. A quanto pare non era ancora arrivato il momento.
Portando la cena a tavola, chiamò la sua famiglia, che ridendo la raggiunse velocemente. Mentre stava versando il mangiare sul piatto dei bambini, il telefono di casa suonò.
Si scusò dicendo al marito di continuare quello che stava facendo.
Corse al telefono e rispose, mentre controllava che Dean facesse quello che le aveva chiesto. Rise nel vederlo impacciato nel fare le porzioni e rispose con un allegro:
“Pronto” continuò a ridere nel vedere suo marito e i suoi bimbi scherzare e poi sentì una voce dall’altro lato del telefono:
“Visto? Te l’avevo detto che il mondo non finiva nel 2012” bloccò la sua risata e delle lacrime velocemente presero spazio sul suo volto.
“Sara” bisbigliò piano.
Felice di risentire sua sorella.
Erano passati quasi sei anni.
Avevano molto di cui parlare.
 
 
  
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