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Autore: sisterchris88    30/09/2013    1 recensioni
Spoiler per chi non ha visto la 3 stagione. Parte dalla fine del Christmas Special 2012. Incentrata su Mary ogni capitolo avrà un momento con un altro personaggio di Downton. Silver Lining non ha una propria traduzione viene dalla frase "ogni nuvola ha uno spiraglio di luce (letteralmente appunto silver lining)" . La mia storia vuole riportare uno spiraglio di luce nella vita di Mary.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mary Crawley, Matthew Crawley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come guarisce un cuore spezzato?

Ogni capitolo sarà incentrato sull'interazione di Mary con un altro personaggio di Downton che l'aiuteranno a tornare a vivere. Non leggetela se non avete visto tutta la terza stagione. E' stata scritta prima dell'inizio della 4 in america. Spero che vi piacerà e attendo i vostri commenti!

Silver Lining

– Capitolo 1: Carson

Tutti la stavano cercando, erano preoccupati per lei costantemente da quel giorno era come se fosse un corpo senza più alcun sentimento o pensiero dentro di sè. Spenta. Carson che non la perdeva mai di vista la stava cercando per tutta la casa improvvisamente si ricordò di un posto dove Mary amava nascondersi quando era una bambina. Andò fuori faceva molto freddo era pieno inverno e decisamente, pensò Carson guardando il cielo, stava per piovere. 

La trovò prima di quell che pensava. Era seduta sulla panchina. La loro panchina.

“Milady, fa troppo freddo qui fuori perchè non rientrate?” disse avvicinandosi a lei lentamente. Mary era impassibile. Stava ricordando ogni singolo minute passato con lui su quella panchina. Lo odiava. Odiava tutto ciò che stave pensando. “Milady?” Carson era di fronte a lei da molti minuti e voleva farla tornare al presente. Decise di sedersi accanto a lei si tolse la giacca e la adagio sulle spalle di Mary.  “Non molto professionale, lo so Lady Mary.” 

Ancora silenzio. C’era solo qualche rumore di foglie intorno a loro. E vento. All’improvviso un tuono. Mary sembrò riemergere dal vortice di ricordi che la circondava costantemente.

“ Non sento freddo, Carson. Non lo sento. ” Il suo sguardo perso nel vuoto. Carson mise il suo braccio intorno a quello di Mary. Sapeva che stava superando il limite che il suo ruolo gli imponeva ma doveva tentare qualcosa per riportarla indietro. Tutti dovevano. Era mio dovere , pensò.  

“E’ per questo che sono qui. Per prendermi cura di voi.” Un sorriso, come quello di un padre.

 “E perchè dovresti farlo?” Mary finalmente si voltò a guardarlo, il suo volto segnato dal dolore.

“Perché a me importa di voi, Milady. Sapevo che sentivate freddo qui fuori.

“Non dovresti. So che tutti voi di sotto pensate che sia insopportabile. Che coincidenza  trovo la mia vita insopportabile io stessa.” La voce di Mary era fredda, calma, non lasciava trasparire alcuna emozione. Carson poteva giurare di avere una persona vuota di fronte, ma doveva insistere. Per il suo bene.

”Vi ho visto crescere Lady Mary. Vi ho visto combattere per il vostro futuro, per la vostra famiglia e ora voglio che lottiate per la vostra vita. Tornate tra noi.” La sua era quasi una supplica.

“Io non ho una vita.” Fu quasi un sollievo per lei dirlo. “Non più.” Oh se solo avesse potuto  alleviare il dolore che Mary provava.

“Avevate una vita. Ma potete averla ancora. Con vostro figlio.” Nei mesi passati neanche George sembrava averle riportato un pò di gioia. Nulla sembrava aiutarla.

 “Ho pensato per un momento che quel bambino fosse la cosa migliore che mi era capitata nella vita. Ma ora incolpo me stessa perché lui non ha una famiglia. Non ha padre. Nè madre. E’ un povero bambino. Io non posso essere sua madre.” Carson iniziò ad intravedere qualcosa di diverso negli occhi di Mary. Emozioni. Stava sussurrando appena ma erano mesi che Mary non parlava così tanto con qualcuno. Era chiusa nel suo dolore. E forse questo era uno spiraglio.

“Voi sarete una splendida madre, milady” lo disse con un sorriso. Ma quella frase fu un terribile colpo al cuore per Mary, quasi insopportabile. Cento frecce non l’avrebbero ferita così profondamente neppure se fossero state scoccate insieme. Era ancora li dunque? Il suo cuore? Cos’era quella sensazione? Non riusciva a respirare. Era troppo. Improvvisamente inizio a singhiozzare affanandosi. Il respiro le mancava.

Lui era l’unico a pensarlo. L’unico. Nemmeno io l’avevo mai pensato.” E Mary pianse. Finalmente pianse. Era seduta e le lacrime non smettevano di sgorgare come un fiume le inondavano il volto.

“per ciò che può valere milady, lo penso anche io. Il piccolo George è fortunato ad avervi come madre.”

“Oh Carson… come potete dire una cosa del genere? Non posso. Non vedete? Non posso stare con lui, nella stessa stanza, non posso tenerlo tra le mie braccia! Non posso guardarlo! Non posso guardare nei suoi occhi… Io… non… posso. Mi annienta. Ogni volta che vedo il mio bambino… Io… ” singhiozzava. Incapace di dire altro. Era così forte quello che stave provando. Stava svuotando la sua anima e neanche ricordava di averne una.

Si adagiò sulla spalla di Carson e lui l’abbraccio. Pianse. Mentre lui incapace di placare quell’immenso dolore cercava di proteggerla dal mondo circostante. Mary potè sfogarsi come senza saperlo aveva voluto fare fin da quel maledetto giorno.

Lui è Matthew.” Mary non diceva spesso il nome di Matthew ad alta voce dal giorno della sua morte ma in quel momento si sentiva distrutta in un milione di piccolo pezzi e neanche questo poteva peggiorare il suo strazio. “Non posso farlo senza di lui. Non posso sopravvivere in un mondo di estranei. Non ho nulla da condividere.”

“Non dite così milady. Potete dare così tanto amore a vostro figlio.” Mary lo guardò incredula. Come poteva qualcuno parlarle di amore. Amore? Oh la vita era molto piu semplice quando pretendeva di essere una ragazza senza un cuore. Dannazione Matthew Crawley. Perché hai scoperto che avevo un cuore? E l’hai riempito d’amore?

“Non credo che ci sarà ancora amore per me.” Si recompose. Cercando di nascondere I segni delle lacrime sul suo volto e facendo dei profondi respire. Carson era abituato a vedere come Lady Mary potesse indossare una maschera  in pochi istanti. Eccola di nuovo. Chiusa. Immobile. Spenta. Una donna spezzata. Senza speranza. Senza amore. Vuota. Gli ridiede la sua giacca.

“Posso dirvi un’ultima cosa milady? E parlo con la persona che ha pianto tra le mie braccia otto anni fa perchè pensava di aver rovinato la sua vita non accettando la proposta del signor Crawley…proprio qui. In questo posto.” Mary annuì inespressiva. “Quello che sentite quando vedere il padroncino George è amore. Voi lo amate. Credete di non poterlo fare ma lo fate già. Stringetelo. Parlategli. State con lui. Il vostro cuore si spezzerà ogni volta all’inizio ma un giorno, milady vivrete solo per trascorrere del tempo con lui. Non potete fargli del male. Vi amerò piu di chiunque altro a questo mondo. Imparerà a conoscervi. A conscervi davvero. Lasciateglielo fare. E il vostro mondo non sarà piu vuoto “

Rimase immobile, Carson era a pochi passi da lei. Fece un profondo respiro, la vita sembrava una terribile sofferenza per lei. Riprese a camminare per qualche passo poi si fermò guardando il cielo.

“Sento freddo Carson, meglio rientrare.”

“Come desiderate milady.”

Per tutto il giardino lui cammino qualche passo dietro le sue spalle. Poco prima di rientrare lei si fermò e si voltò verso di lui.

“Grazie Carson. Vi prendete sempre cura di me.” Ma non sorrise.

“Lo faro sempre, Lady Mary.”

“Sempre è una parola spaventosa, Carson. Dovete stare attento a non fare promesse.” Matthew usava spesso quella parola. E ora? Era solo. Senza un futuro,un per sempre e senza marito. Ogni volta che lo pensava gli veniva in mente il suo sorriso, il suo splendido volto, e gli ultimi momenti insieme. A volte gli sembrava quasi tutto irreale immaginava di rientrare a Downton e che lui fosse lì. Ad aspettarla. Ma non c’era nessuno.

“Forse Milady. Ma so per certo che alcune cose non cambiano mai,vivono per sempre come la mia devozione per voi.” Mary era davvero commossa dalle parole di Carson sapeva quanto tenesse a lei sin da quando era piccola.

Provò a sorridere, ma fu solo una pallida ombra del sorriso che un tempo aveva. Carson la osservò mentre rientrava quasi scortandola con lo sguardo. Mary rientrò nella sua stanza e trovò Anna che era sollevata nel rivederla. Era tardi.

“Potresti avvisare la balia che voglio passare qualche ora nella  nursery e voglio essere sola.” Anna era sorpresa dalla sua richiesta. Meno di mezz’ora dopo Mary entrò nella stanza dei bambini, la piccolo Sybbie stava dormendo beatamente. Decise di sedersi mantenendo le distanze dalla culla del piccolo George. Per alcuni minuti lo guardò da lontano ma era difficile. Non riusciva a soffermarsi piu di un secondo sui suoi occhi blu. Si precipitò alla porta ma quando stava per uscire George iniziò a ridere e fare versi, era un suono così dolce, la cosa piu dolce che Mary sentì in tantissimo tempo. Si voltò e si avvicinò a lui ed eccolo li il suo bellissimo bambino.

George le sorrideva agitava le mani in cerca di qualcosa. Mary lo invidiò, non aveva idea di quanto fosse crudele quel mondo. Lentamente mise una mano sul piedino di George, il suo tocco era insicuro, nervoso e mentre risaliva lentamente fino a toccargli le mani sentì ogni tipo di emozione dentro di se. Si sentiva strana, ma viva. Una lacrima caddè dal suo voltò sul lenzuolo della culla di George. I suoi occhi.I suoi capelli. Dovevano farlo insieme.

“Non riesco.” Sussurrò e portandosi una mano sul voltò lasciò la nursery.

 Nota dell'autore: prossimo capitolo sarà: Anna.

   
 
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