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Autore: _Diane_    29/03/2008    7 recensioni
Conan Edogawa, alias Shinichi Kudo, deve fare una volta per tutte luce sui misteri più oscuri di un'organizzazione che crede di conoscere, ma della quale in realtà conosce meno di niente. E tornare adolescente, per rimettere a posto la sua vita, una volta per tutte.
Ran Mori si è stufata delle bugie di un certo "detective"; dopo aver scoperto chi è in realtà il caro bambino che ha gentilmente ospitato in casa, è decisa ad indagare, senza farlo sapere a Shinichi.
Tutto questo potrebbe apparire come la trama portante di una storia, ma in realtà fa parte di uno sfondo di misteri, bugie, tradimenti e ricatti che Conan, Ran, Heiji e gli altri non immaginano nemmeno....
{{Seguito della fiction: SHINICHI-EDOGAWA.}}
---> Pubblicato 6° Capitolo: Un passato oscuro <---
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shinichi Edogawa & Conan Kudo'
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Conan-Kudo
{Seguito di Shinichi-Edogawa}

File 1: Calma apparente


Nuvole bianche, candide e soffici, passavano lente e silenziose nel cielo blu. Nuvole bianche, che continuavano a correre sospinte dal vento leggero, con lentezza, in una corsa infinita che né lui né tantomeno nessun altro sarebbe stato in grado di rallentare, addirittura fermare.
Conan osservava assopito quel cielo infinito fuori dalla piccola finestra della scuola elementare Teitan di Tokio. Nella sua classe, la maestra stava spiegando ai bambini attenti diversi simboli della scrittura giapponese. Se Conan fosse stato davvero un bambino, probabilmente la lezione gli sarebbe parsa anche interessante…. Purtroppo dietro i panni di Edogawa Conan “il bambino delle elementari” si celava Kudo Shinichi, “l’adolescente detective”, la “salvezza della polizia di Tokio”.
La sua mente vagava lontana.
Persa.
Inquieta.

-Psss… Ehi, Conan!-
Era Mitsuhiko che lo stava chiamando. Sedeva al suo fianco nel banco e lo stava chiamando a bassa voce, dandogli dei leggeri colpetti con il gomito.
-Conan, che cosa c’è? Ti vedo…. Assente.-
Aveva perfettamente ragione. E ovviamente Conan non l’avrebbe ammesso mai e poi mai.
Rimaneva testardo, orgoglioso e sicuro di sé anche se non vestiva i panni di Shinichi.
-No, tutto bene. Forse… Forse sono un po’ stanco, tutto qui.- Mentì, spostando lo sguardo dalla finestra alla lavagna, dove la maestra continuava a tracciare linee decise con il gesso.
-Forse saresti dovuto rimanere a casa ancora per qualche giorno. Hai avuto proprio un gran brutto incidente.-
Aggiunse squadrandolo Mitsuhiko.

Bhè, Conan aveva vissuto un’esperienza che chiamare “incidente” era veramente troppo restrittivo. Gli avevano “solo” sparato in una villa abbandonata, qualche settimana prima. Perciò aveva deciso di non raccontare niente, o meglio raccontare un’altra versione dell’accaduto ai suoi compagni delle elementari. Qualcosa del tipo “ho avuto un incidente in auto con Ran e suo padre, per cui mi hanno dovuto ricoverare d’urgenza insieme a loro”. Serviva solo per giustificare il vero motivo della sua assenza da scuola, e per non metterli troppo in agitazione. Specie perché sarebbe stato assai difficile spiegargli che chi gli aveva sparato quella sera, era niente meno che….
-Ai Haibara? Hai per caso sue notizie? Anche lei è stata assente per tanto tempo da scuola…. Speriamo non le sia accaduto niente di male.-
Mitsuhiko sembrava preoccupato sul serio. Conan per un attimo pensò che era esattamente lo stato d’animo in cui si trovava Ran, sempre preoccupata per “Shinichi”. La cosa non lo rese più felice di come si trovava.

-Sicuramente sta benone. Non c’è assolutamente da preoccuparsi.-
Era tutta una bugia. Non era affatto sicuro che Shino (alias Ai) stesse bene. Quando pensava a lei, e stranamente ultimamente accadeva spesso, gli veniva alla mente l’immagine di Ai con la pistola stretta tra le mani, il dito premuto contro il grilletto pronto a fare fuoco, ma gli occhi quasi lucidi, incapaci di realizzare sul serio l’azione che si apprestava a compiere….
Shinichi, non Conan, sentì una morsa ferrea attanagliargli lo stomaco.

-Ok, se lo dici tu, sarà certamente così.-
Concluse Mitsuhiko ricominciando a seguire la lezione, scrivendo qualcosa sul quaderno. Si fidava davvero di quello che gli aveva appena detto Conan, e nemmeno questo aumentò lo stato di felicità del “piccolo detective”. Sapeva che quella dote naturale nel fare l’attore gli era stata tramandata in qualche modo dalla madre, come quella per le letture di libri “gialli” dal padre, ma non se lo sarebbe mai immaginato che gli sarebbe servita così spesso. Mentire stava diventando troppo facile, e questo lo cominciava a rendere irrequieto.

La lezione seguì tranquilla e senza altre discussioni tra i due bambini fino al suono insistente della campanella, che segnava la fine della lezione di quel giorno.

**********************

Conan aveva recuperato le sue cose dal banco, mettendole velocemente in cartella, e stava già avviandosi per la strada, quando tre voci in coro lo chiamarono, alzando la voce per farsi udire.
-Conan!-
Il bambino si girò e vide Ayumi, Mitsuhiko e Genta che camminavano a passo svelto verso di lui.
-Non dovete andare a casa?-
Chiese con sufficienza Conan, che non aveva tempo da perdere; aveva appuntamento con “lui” pochi minuti dopo….
-Io in realtà dovrei andare a casa a giocar… AHIA!-
Era stato Genta a parlare, e aveva ricevuto una gomitata della pancia da Mitsuhiko, che gli aveva mormorato qualcosa come: “Dai, facciamolo sia per Conan, che per Ayumi…”
Mentre Genta si massaggiava la pancia, Ayumi prese la parola e si rivolse a Conan.
-Vogliamo accompagnarti a casa noi! Mi… ehm, ci piacerebbe starti vicino, dopo tutto quello che hai passato. Non siete d’accordo, ragazzi?-
Genta e Mitsuhiko risposero con un accenno della testa.
-Quindi sei obbligato a farti accompagnare da noi.- Disse Genta.
-E se qualcuno di losco ti si avvicina…. Dovrà vedersela con i Detective Boys!- Aggiunse Mitsuhiko, seguito da un piccolo coro di “sì!”.
-Ok, se vi fa piacere accompagnarmi…. –
Sbuffò sconfitto e rassegnato Conan, cominciando a camminare, portandosi le mani dietro la testa e guardando per aria.

Doveva liberarsi di quei bambini, e in fretta. Nonostante fossero stati così gentili e disponibili nel dargli una mano, sempre… Proprio per questo non poteva sopportare che finissero dritti-dritti nelle mani dell’organizzazione. Doveva evitare di vederli. Purtroppo almeno per l’orario scolastico gli toccava farlo, era stato ancora una volta il professor Agasa a consigliarglielo: “Già come Shinichi ufficialmente sei all’estero per alcuni, e morto per altri: vuoi fare lo stesso con Conan? Non se ne parla neanche. Tu fili a scuola.” A niente erano valse le parole di Shinichi nei panni di Conan che cercava di spiegargli di non volere andare assolutamente a scuola, e che aveva cose ben più importanti da fare che imparare quanto fa 2 per 2. “Cose tipo farti ammazzare?” Gli aveva risposto a metà tra il serio e il comico Agasa.

A volte lo detestava quando cercava di fargli da padre; aveva vissuto da solo per tanti anni, non ne aveva più bisogno ormai.

-Ehi, Conan, ma casa tua non è dall’altra parte?- Chiese ad un certo punto Ayumi, guardandosi in giro e non ritrovando case che assomigliassero ai dintorni del quartiere dove abitava Conan.
-Ehm, è una strada più lunga! Sull’altra ci sono dei lavori, sapete….-
Cercò di giustificarsi con un largo sorriso il piccolo detective, sorridendo con ogni singolo dente che disponeva. In realtà voleva seminarli, stava cercando solo il momento più adatto per farlo. I bambini non parvero tanto soddisfatti della pietosa recita che Conan stava ancora sostenendo, si leggeva da miglia di distanza sui loro volti.
Intanto Conan si rese conto di essere nei paraggi di una strada molto trafficata; infatti quando vi arrivarono, scoprirono che il marciapiede era completamente affollato di gente. Il piccolo detective tentò di divincolarsi facendo perdere le proprie tracce tra la folla, ma una piccola mano lo afferrò. -Non correre, o ci perderemo!- Gli stava quasi urlando Ayumi.

-Guardate! Lì, sui televisori… C’è un famoso detective!-
I bambini ci cascarono. Genta, Ayumi e Mitsuhiko si girarono nella direzione che Conan aveva indicato loro con il dito, ma si accorsero che sui televisori esposti nella vetrina c’era solo un notiziario, che trasmetteva un servizio.
-Conan!- Sentì voci lontane che lo chiamavano, mentre correva facendosi largo tra la folla. Si girò indietro per una frazione di secondo, giusto per osservare se lo stessero seguendo o meno… E proprio in quel secondo, andò involontariamente a sbattere contro qualcosa.

-Ahio…- Si lamentò Conan, seduto a terra con un ginocchio sbucciato, guardandosi la ferita, che nonostante fosse superficiale, bruciava in modo spropositato.
Stava per dirne due alla persona che aveva appena urtato, sapendo comunque che stava correndo senza guardare, quando qualcosa cadde dall’alto, e gli capitò dritto tra le mani.

Un cappello.

-Eh?- Fasfugliò Conan.
-Serve una mano, “piccolo”?-
Dall’accento inusuale per un abitante di Tokio, dal cappello che teneva ancora in mano, e dal tono di voce con cui aveva pronunciato la parola “piccolo”, non bisognava essere detective per capire di trovarsi davanti a….
-Hattori Heiji! Possibile che non possiamo mai incontrarci in un momento normale?!- Sbuffava Conan, rifiutando la mano dell’amico, e rimettendosi in piedi, togliendosi un po’ di polvere di dosso.
-Guarda che non ero io che correvo senza guardare, eh?- Ribatté Heiji, guardandolo dall’alto in basso.

-Conan! Dove ti sei cacciato?-
-Ahi-ahi- Disse a denti stretti Conan.
-Serve un passaggio?- Chiese Hattori porgendo per la seconda volta la mano al piccolo detective, che si vide costretto ad accettare.
-Ma cosa… Ehi! Mettimi giù!-
Heiji aveva preso sulle spalle Conan, e si stava allontanando velocemente da quella via affollata, per dirigersi verso villa Kudo.
-Ehi, intanto che ci sei Kudo, rimettimi il cappello!-
Disse allegro il detective di Osaka, mentre Conan obbediva, ficcandoglielo con tutta la forza di cui disponeva. Che non sarebbe nemmeno bastata a fare il solletico a quel presuntuoso di Hattori.

**********************

Quando furono nei pressi della villa di Shinichi, Hattori si decise a mettere giù Conan, che ringraziò il cielo.
-Te lo dico chiaro e tondo: prova a farlo un’altra volta senza in mio permesso, e giuro che ti faccio ingerire a forza l’ATPX!-
Conan cercava di contenersi, ma il fatto di essere trattato come un bambino piccolo e pidocchioso lo mandava su tutte le furie. Specialmente se a farlo era quello zuccone di Hattori.
-Ehi, ehi, cerco solo di aiutarti, lo sai scemo.-
-Eh, sì.- Conan prese un profondo respiro. Perché avrebbe dovuto prendersela con lui? Lui che cercava sempre di aiutarlo…
-Sì, scusa Hattori.-
Disse a bassissima voce Conan.
-Kudo, non ho sentito….-
-Ho detto… scusa Hattori.- Conan sarebbe potuto scoppiare nuovamente da un momento all’altro; si stava prendendo gioco di lui. L’avrebbe smessa mai, un giorno? Quell’atroce supplizio chiamato “Heiji Hattori” gli avrebbe mai reso la vita più semplice? Sicuramente no.
-Eddai, più forte…-
Conan lasciò cadere l’argomento poco interessante, per parlare di fatti più importanti.
-Non dovevamo incontrarci sul retro di casa mia? Perché eri in giro, in una strada affollata? Per fare acquisti?-
Stranamente Conan vide apparire sul volto di Hattori una fugace espressione di chiaro imbarazzo, che il piccolo detective non si sarebbe scordato per lungo tempo.
-Qualcosa per Kazuha?- Investigò Conan.
-Ah, ah!- Si limitò a ridere sguaiatamente Heiji, senza dare risposta alla domanda. “Sempre più sospetto”, pensò divertito Conan, contento che forse Hattori avrebbe fatto qualcosa per rendere felice la ragazza che in fondo amava.

Mentre lui? Cosa stava facendo per Ran?

Il pensiero avrebbe normalmente potuto riempirgli interi pomeriggi, se non era per il fatto che i due arrivarono davanti a casa di Shinichi, e rimasero un attimo impietriti, lo sguardo rivolto dritto davanti a loro. Il primo che mosse le labbra, per farne uscire un debolissimo suono, fu Hattori. -Per caso hai dimenticato casa aperta, Kudo?-
-No, non penso proprio. Non invito così apertamente i ladri a casa mia, di solito.- Il grande cancello di ferro che portava al giardino, era aperto, così come la porta d’ingresso. Entrambe le porte, si aprivano leggermente e si chiudevano a ritmo delle leggere folate di vento che attraversavano l’aria.

I due detective si scambiarono uno sguardo d’intesa, e si capirono subito. Entrambi si abbassarono, e facendo il minor rumore possibile, entrarono di soppiatto nella villa Kudo.

Poteva davvero essere l’organizzazione che era già passata al contrattacco? Conan non lo sapeva. L’unica cosa di cui era fermamente certo, era che c’era qualcuno dentro casa sua. E probabilmente non avrebbe avuto intenzioni amichevoli.


**********************



Commenti dell'autrice:

Sono tornata! Eccomi di nuovo qui, felice di aver pubblicato il primo capitolo della fiction “Conan-Kudo”, seguito di “Shinichi-Edogawa”! Non pensavo che sarei stata così veloce nel postare questo capitolo; eppure mi sono messa a scriverlo, e devo dire che è venuto praticamente da se… Da non credere! Sono rimasta stupita di me stessa!
Ah, prima di dimenticarmene, vorrei ringraziare ancora di cuore le persone che mi hanno seguito nella scorsa fiction, e rispondere a chi ha commentato l’ultimo capitolo, in cui c’era il prologo della storia.

Harmonia: Anche se hai cominciato a seguire la storia solo alla fine, sono veramente felice ti sia piaciuta. Per quanto riguarda l’epilogo… Se Hattori non fa lo scemo, non è lui, vero? XD Concordo: non vorrei trovarmi nei panni di Conan, ad avercelo sempre tra i piedi (vedere questo capitolo!). Ah, già, Ran… Ti assicuro che nel prossimo capitolo ci sarà. Purtroppo in questo non c’è stato spazio per lei, o veniva stralunghissimo!
feferica: Wow! Addirittura una delle mie fan più accanite! *.* (imbarazzata!) Non farmi troppi complimenti, eh…. Io scrivo per piacere e per distogliermi dalle solite faccende. (grazie per la storia tra i preferiti! *_______*)
Haley James Scott: Eh, Eh… Sono contenta che il finale ti abbia sorpresa! ^^ (mi sarebbe piaciuto tanto sapere come l’avresti fatta finire tu, però….). Grazie per i complimenti!°__°’ Siete sicure che siano proprio rivolti a me? (si gira dietro, e vede Shinichi: -Ovvio, scema, sono tutti per me!- Diane gli da un pugno sulla testa [tipo Kogoro a Conan! XD]. Shinichi: -Ahio…-).
robylee, no, ok solo roby ^^: Eccolo a te, il tanto desiderato continuo! Come già detto, Ran avrà la sua parte nel capitolo successivo, non temere ^^.
Lisa Lawer: Pronti, via! Così comincia il seguito di “Shinichi-Edogawa”, perché come dici tu, la storia era tutt’altro che finita… Dobbiamo ancora scoprire che Conan in realtà è… Lo scoprirai presto! ^^
Scriback: Grazie anche a te per i complimenti… Ai, dici? Eh, chissà…. Posso solo dirti che di sicuro sentiremo ancora parlare della piccola scienziata, stanne certa! (Hattori è uno scemo, ma inconsapevolmente un genio, a mio parere! ^__^)

Uff, penso di aver ringraziato tutti! Ah, volevo ringraziare anche eilinn e ChibiGoku che anche se non hanno recensito, hanno aggiunto lo stesso “Shinichi-Edogawa” ai loro preferiti! Grazie! Se volete, commentate pure, mi raccomando!

Ora vado… Il momento del piacere è finito, mi chiama il duro dovere di studentessa. Spero che continuerete a seguirmi anche in questa “avventura”, perché vi prometto che ci sarà da divertirsi! E a chi sta leggendo questa fiction per la prima volta, consiglio di leggere anche la prima parte della storia, di cui questo capitolo è seguito naturale!

A presto!
_Diane_
   
 
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