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Autore: Eco_nell_Aria    30/09/2013    0 recensioni
raccolta di pensieri, eventi, sogni ma soprattutto fantasie di una banale adolescente. Scritti di getto quasi un anno fa, si riferiscono tutti ad un ragazzo. È abbastanza evidente l'evoluzione della mia esperienza reale e non.
"Non ci sarà mai giorno più bello di quello in cui ti ho fatto sorridere." "Lisa era sconvolta per fortuna Marco la prese sottobraccio e la accompagnò in classe senza aggiungere altro. Appena si sedette al banco ancora completamente rossa Gina, Rosa e Andrea la guardarono e quasi al unisono chiesero –cos'é successo?!– il bello è che nemmeno lei sapeva dare una spiegazione a ciò che le era le era appena accaduto"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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La giornata era iniziata bene; l'aveva visto, le aveva sorriso, con quel sorriso che la scioglieva; imbarazzata quella mattina a scuola gli aveva perfino parlato. Più tardi l'aveva rivisto e lui le aveva nuovamente riservato un sorriso e un saluto che la mandavano in brodo di giuggiole.


Un tuo tocco, erano mesi che lo attendevo,quasi un anno. Finalmente la tua mano stringeva la mia, le nostre dita erano intrecciate. Il calore della tua pelle, in quel momento pensavo non mi sarei più lavata la mano.

Lo vide tra la folla del corridoio davanti alla sua classe, non era solo, c'erano i suoi amici ma questo non l'avrebbe fermata, sapeva come stava, odiava vederlo in quello stato. Con un coraggio che non sapeva di possedere gli si avvicinò e l'abbraccio, non era una ragazza da abbracci ma lui ne aveva bisogno e lei cercò di infondere in quell'abbraccio tutto il bene che gli voleva e la forza per superare quella situazione. Quando si separarono lei era rossa dal imbarazzo, attorno a lei gli amici di lui parevano comunicare con gli occhi commenti sulla scena; fece per andarsene ma non ci riuscì, lui le tratteneva la mano, lei si liberò dalla presa e si allontanò; si guardò attorno e vide Sasha che dopo aver assistito alla scena da lontano si stava avvicinando al gruppo. Appena arrivato scambiò una sguardo d'intesa con Marco e si rivolse a lei con il sorriso più bello e incredibilmente sfacciato che avesse – Abbracci anche me?
In quel momento le passarono per la testa mille pensieri: stava scherzando? si rivolgeva realmente a lei? era un sogno? come avrebbe dovuto reagire? Sì? No? Aiuto!
Non ebbe il tempo di rispondergli, lui la cinse tra le braccia e l'abbracciò, rimase immobile con le braccia a penzoloni completamente rigida, lui non lasciò la presa e lei si rilassò, appoggiò le braccia sulla sua schiena e si lasciò avvolgere dal suo calore,dal suo profumo. Sembrò durare un eternità eppure troppo poco. Vennero interrotti dal suono della campanella che gli intimava di tornare in classe e proseguire le lezioni, sciolse l'abbraccio, Lisa non sapeva dove guardare così fissò il pavimento lui le sfiorò il viso facendo sì che lo guardasse, le sorrise di nuovo e aggiunse solo – Ci vediamo all'uscita.– poi si voltò e salì le scale che l'avrebbero riportato in classe. Lisa era sconvolta per fortuna Marco la prese sottobraccio e la accompagnò in classe senza aggiungere altro. Appena si sedette al banco ancora completamente rossa Gina, Rosa e Andrea la guardarono e quasi al unisono chiesero –cos'é successo?!– il bello è che nemmeno lei sapeva dare una spiegazione a ciò che le era appena accaduto.




È un'idea, una semplice idea, ma deve essere bloccata, so che non può espandersi perché da idea può trasformarsi in speranza, illusione e di conseguenza delusione; quest'idea che è quasi vicina a un sogno. Io e te, i nostri amici, insieme al mare. Arrivo in spiaggia, ci sei anche tu, sei di spalle e parli con Rino, indossi solo dei bermuda fino al ginocchio a tema hawaiano blu e bianchi. Ti stanno benissimo e finalmente ho la libertà di ammirare la tua schiena nuda di quel colore stupendo, sei bellissimo. Inizio a pensare se non sia evidente il confronto con le mie amiche che nei loro costumi sono così belle, con tutte le curve che servono; io non reggo il confronto,sto per tornare in hotel a cambiarmi ma ti volti a parlando con Rico e sorridi, mi è impossibile essere triste difronte al tuo sorriso, la cosa più bella che abbia mai visto è più luminoso del sole di luglio, una lieve brezza ti scompiglia i capelli e con quel gesto che ormai conosco a memoria ti scosti i capelli dal volto. Potrei restare immobile qui tutto il giorno a guardare il tuo corpo, i tuoi capelli, il tuo viso ma alzando lo sguardo mi vedi, i tuoi occhi incrociano i miei, distolgo lo sguardo imprecando mentalmente mi sono fatta beccare in pieno. Sorridi anche a me e saluti. 


"Sei un'amica" 
quelle semplici tre parole mi avevano colpita come uno schiaffo in pieno volto, uno di quelli schiaffi solenni che fanno voltare tutti. Purtroppo non era uno schiaffo, avrei preferito lo fosse, era una semplice frase che per alcune sarebbe stato un traguardo, o qualcosa di cui andare fiere, per me no, per me non poteva utilizzare combinazione di parole peggiore.
Poteva usarne tante altre molto più rassicuranti, ad esempio "sei mitica", "sei fantastica", "cosa farei senza di te" alla fine il sentimento di gratitudine sarebbe bastato anche accompagnato da un suo sorriso. Invece no, ha dovuto distruggere il castello in aria che mi ero costruita pieno di illusioni e vane speranze, forse avrei preferito sognare ancora un po'.



Arrivati di sopra lui si stende sul letto e accende la musica, una canzone triste, gli dissi che io avrei potuto aiutarlo, che non desideravo altro che rendere la sua vita "amazing" lui si volta, mi vede seduta lì a fianco a lui, mi guarda negli occhi facendomi arrossire e inizia a cantare la canzone successiva (la mia preferita) dicendo che lo rendo pazzo, finita la canzone mi prende alla sprovvista avvicinandosi e baciandomi, un  bacio a stampo, troppo breve forse, per le mie labbra che aspettavano quel momento da mesi, si allontana e mi guarda, gli lancio le braccia al collo e lo bacio a mia volta con passione nonostante la mia inesperienza, è l'istinto che mi guida, lui mi lascia fare e ricambia il bacio, socchiudiamo le labbra e il suo respiro mi invade, sa di alcolici, spero non sia quello la causa di tutto, nonostante questo mi piace, dal basso si sente A. che urla:"io salgo!" la cosa è stupida ma incredibilmente appropriata ci separiamo e mi alzo per passarle la borsa, quell'interruzione ha rovinato l'atmosfera, la canzone ora è una brano rock bello ma decisamente inadatto. Io ora sono imbarazzata, non so cosa dire, cambio brano e mi stendo sul letto lui si stende a sua volta poggiando il capo sulla mia pancia, io gli passo le mani tra i capelli, desideravo farlo da sempre, lui inizia a parlare di musica, quasi come se non fosse accaduto nulla, l'unica testimonianza è la nostra posizione decisamente innaturale per due che sono solo amici. Purtroppo tutta la compagnia ci raggiunge interrompendo quel momento perfetto


Sono diventata invisibile? Perché non mi hai vista? O volevi ignorarmi? volevo solo un saluto, non chiedevo molto, non volevo il saluto allegro che hai fatto alla mia amica, mi accontento di poco, bastava un ciao appena accennato con le labbra, un segno di attenzione. Quando ho capito che non mi avresti salutata mi è parso che l'intero corridoio si voltasse al rumore di una parte di me che cadeva a pezzi, mi è sembrato per un secondo che chiunque mi guardasse con compassione a che allo stesso tempo pensasse che ero una sfigata



Abbiamo passato il pomeriggio insieme, non a baciarci, nemmeno per mano ma semplicemente vicini, sempre con i nostri corpi uno a fianco all'altro inebriati dal calore del corpo dell'altro, in modo innocente, senza alcuna malizia solo per il piacere che provavamo nel stare insieme, a contatto, senza parole a rovinare quei momenti. Quando è arrivato il momento di separarci non ero triste perché sapevo che eri mio e io ero e sono completamente tua, stavi per andare, io ti ho accompagnato insieme alle mie amiche fino alle scale, tu hai salutato tutte con un ciao generale e io sono mi sono voltata delusa perchè speravo in qualcosa di più, ma cogliendomi di sorpresa hai detto semplicemente:"ciao Laura". prima di risponderti stavo pensando a quanto suonasse incredibilmente bello il mio nome sulle tue labbra poi ho risposto con un "ciao Jack" e tu mi hai sorpresa con un sorriso spontaneo ma incredibilmente bello perché io amo il tuo sorriso ed è stato bellissimo vederlo rivolto a me, tutto mio, nonché sbocciato sul tuo viso per merito mio per delle mie parole, non ci sarà mai giorno più bello di quello in cui ti ho fatto sorridere.   


Sono tra le tue braccia, la mia mano nella tua, stiamo ballando, un ballo di paese di quelli con cui sono cresciuta, nonostante ciò ne io ne te sappiamo muoverci nel modo giusto anzi io sono abbastanza imbarazzata e scoordinata, tu mi guidi con la voce, quella bellissima voce che potrei ascoltare per ore e ore e mi indichi cosa fare:"ora gira" e ci improvvisiamo in una giravolta niente male, ritornando poi nella posizione iniziale continuando a ballare goffamente;  ad un certo punto mi dici"ora ti faccio cadere" e proviamo un impacciato caschè, che, a dirla tutta, ad un caschè assomiglia davvero poco perché tu mi stringi ancora entrambe le mani, allora lo riproviamo e questa volta la tua mano mi sorregge la schiena e io poggio la mia sul tuo collo e mi lascio cadere, ora è meglio, mi alzo e riprendiamo a ballare, mi fai sentire leggera e quasi aggraziata anche se so di non avere doti da ballerina, ma restare lì, "tra" le tue braccia è stato bellissimo, anche perché non è un sogno ma sta accadendo davvero, per tutta la sera, quando te ne sei andato, ho sentito ancora il calore della tua mano sulla mia. Come vorrei che la mia vita fosse sempre come questo pomeriggio, con gli amici, le amiche a cui tengo di più e te; vorrei che il mondo si fosse fermato su quelle ore, spensierate senza problemi, finalmente amalgamati il tuo mondo e il mio in una miscela davvero stupenda.

È incredibile per quanto fossero lontani ogni volta che sentiva abbaiare il cane o bussare alla porta c'era una piccola parte di lei che sperava di sentirsi chiamare ad accoglierlo.

Quando ogni cosa comincia ad andar male mi aggrappo con tutte le forze ai ricordi migliori, afferro quei piccoli momenti così forte da sentire dolore. Rimanendo lì ore, appesa per pochissimo ad uno spiraglio di speranza, perché non voglio cadere di nuovo nel vuoto, non voglio che accada di nuovo.

Allora inizi a cantare, a cantare a squarciagola, ma non è quel canto allegro e spensierato che ti da la felicità, è semplicemente un urlo in musica che speri sia abbastanza forte da non farti sentire i tuoi pensieri

Così è finito tutto? 
Mi rispondi che non può finire qualcosa che nemmeno è iniziato.
Allora cos'è il vuoto che ho dentro? Come mai sento come se qualcosa si fosse rotto in me?   

So che non c'è mai stato niente tra noi se non i miei sogni, ma per dimenticarli ho bisogno di sentirlo dire da te. Ho bisogno della certezza che non ritorneranno una notte a perseguitarmi lasciandomi l'amaro addosso per molti giorni

È come se fosse morto qualcuno, non sono triste ma sento la mancanza di qualcosa, non è che mi manchi tu ma mi manca avere qualcuno a cui pensare, un significato per le mie azioni, ora tutto è routine: alzarsi, scuola o amici tutto senza un senso. Ora non ho nulla che mi spinge ad alzarmi e a superare 5 ore di scuola, prima resistevo solo perché avevo la speranza di vederti quei 10 minuti all'intervallo. Non ho più un senso
  
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