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Autore: VAleMPIRE    30/09/2013    6 recensioni
Salve a tutti, è la prima volta che mi accingo a scrivere una ff su questa telenovela, che per l’altro è l’unica che abbia mai seguito in tutta la mia vita. L’ho conosciuta un po’ di anni fa e adesso la sto rivedendo con piacere (va in onda nel pomeriggio su rai premium). La trovo appassionante per varie ragioni: la storia, benché in linea generale un po’ prevedibile, è ricca di tematiche e colpi di scena, gli attori non sono i classici interpreti da teleromanzo tutti sguardi languidi e sospiri, ma, anzi, simpatici ed espressivi e inoltre … beh, inutile negarlo: sono pazza di Armando Mendoza! E da un paio di mesi circa anche dell’attore che gli presta anima e corpo, Jorge Enrique Abello, noto tra le sue numerose fan in tutto il mondo anche semplicemente come JEA. Mi ha conquistata a tal punto che grazie a lui da un po’ di settimane sto “studiando” lo spagnolo: dato che purtroppo nessuno dei suoi lavori, oltre “Betty la fea” ed il seguito “Ecomoda”, è arrivato in Italia, sto seguendo su You tube altre sue telenovelas, tra cui soprattutto una che va attualmente in onda nell’America Latina (JEA è colombiano, così come quasi
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!
E' la prima volta che mi accingo a scrivere una ff su questa telenovela, che per l’altro è l’unica che abbia mai seguito in tutta la mia vita. L’ho conosciuta un po’ di anni fa e adesso la sto rivedendo con piacere (va in onda nel pomeriggio su rai premium). La trovo appassionante per varie ragioni: la storia, benché in linea generale un po’ prevedibile, è ricca di tematiche e colpi di scena, gli attori non sono i classici interpreti da teleromanzo tutti sguardi languidi e sospiri, ma, anzi, simpatici ed espressivi e inoltre … beh, inutile negarlo: sono pazza di Armando Mendoza! E da un paio di mesi circa anche dell’attore che gli presta anima e corpo, Jorge Enrique Abello, noto tra le sue numerose fan in tutto il mondo anche semplicemente come JEA.
Mi ha conquistata a tal punto che grazie a lui da un po’ di settimane sto “studiando” lo spagnolo: dato che purtroppo nessuno dei suoi lavori, oltre “Betty la fea” ed il seguito “Ecomoda”, è arrivato in Italia, sto seguendo su You tube spezzoni di altre sue telenovelas, tra cui soprattutto una che va attualmente in onda nell’America Latina (JEA è colombiano, così come quasi tutte le produzioni dei suoi lavori), intitolata “Los graduados”. E’ molto carina e per fortuna sono già riuscita a seguire 8 episodi capendo più o meno tutto, grazie anche a google traduttore!
Sto dicendo tutto questo per spiegare cosa mi ha spinto principalmente a scrivere la ff che vi presento: la mia ormai quasi ossessione per JEA, che sto imparando a conoscere con piacere e meraviglia anche al di fuori del suo personaggio più celebre, appunto Armando Mendoza. Si può dire che quest’ultimo sia solo la punta dell’iceberg della sua poliedricità: JEA infatti, che ha una carriera quasi ventennale, non è solo un attore di telenovelas, fa teatro, sit-com, scrive, doppia, gira spot tv, è conduttore ed anche un meraviglioso padre (separato) di una figlia di 11 anni. Ed oltretutto … è un magnifico 45enne con un fisico da urlo e due occhi vispi e ammalianti che mi incantano! Per cui è diventato praticamente un pensiero fisso e mi sono divertita ad “entrare” nella mente di Armando.
Spero di non avervi annoiato e vi lascio alla lettura, se vi va!




Sacrificio


- Beatrice, la prego, chiuda la porta. - chiedo alla mia povera assistente, sedendomi alla scrivania.
Lei, con la sua solita muta obbedienza, esegue subito l’ordine e poi si gira verso di me tirando su gli occhiali. Le faccio cenno di avvicinarsi e attende che parli.
- Betty … - comincio, sforzandomi di guardarla con intensità, ma le parole escono a fatica.
- Si dottore? - domanda guardandomi speranzosa coi suoi grandi occhi sbarrati.
Mi tolgo gli occhiali e mi stropiccio la faccia. Penso Adriana Arboleda, ma non riesco a visualizzare miss Colombia al posto di Betty. Mario deve sbrigarsi a inventare un altro modo per reggere la vista del pipistrello …
- Betty , volevo solo dirle che tutta questa situazione … - sussurro sporgendomi in avanti verso di lei - … mi pesa molto, come a lei, immagino. Ma ho notato che lei riesce molto meglio di me a fingersi indifferente. Mi spiega come ci riesce?
- Beh, dottor Armando, è semplice: non ho ancora pienamente realizzato. - dice con quella sua particolare risata.
- Cosa vuole dire? Si spieghi meglio per favore.
- Ancora è come se fossi in un bel sogno che so potrebbe finire presto. Quindi, diciamo che la sto prendendo con più leggerezza di lei.
Per me invece è come se fossi ancora in un incubo agghiacciante!
- Leggerezza? Betty … leggerezza?! - mi incomincio ad irritare, sforzandomi di non alzare la voce - Betty, forse intende che, siccome ancora non mi crede del tutto, non pensa sia una cosa seria?
- Ma no, dottore, assolutamente! - si affretta a chiarire con aria innocente - Forse mi sono espressa male. So quanto è delicata la questione, conosco perfettamente le regole del gioco. Solo … non riesco a crederci fino in fondo e per questo ho meno pressione addosso, ecco.
- So quanto è discreta e non metto in dubbio che sappia come comportarsi, ma … Betty, sinceramente, non può continuare a non fidarsi di quello che le dico! Questa cosa mi fa impazzire! - mi fingo disperato - Non dopo i miei baci, la mia dichiarazione! Come devo farle capire?!
Non dopo tutti i sacrifici che ho fatto e sto facendo per corteggiarla!
- Dottore Armando, vede, il punto è che per me è tutto così nuovo. Non sono il tipo a cui gli uomini fanno la corte. E mi sembra quasi demenziale che lei, un uomo così pieno di fascino, ricco, di famiglia prestigiosa, possa interessarsi a una come me. Si metta nei miei panni: non sono più che comprensibili i miei dubbi?
 Oh si, altroché se lo sono!
- No Betty. Lei è troppo severa con sé stessa. Ha una percezione sbagliata di sé. Come le ho già detto, mi sono innamorato di lei per le sue numerose qualità, non mi fermo all’aspetto esteriore. Non può ancora dubitare delle mie intenzioni e dei miei sentimenti.
Aspetto che Betty assimili queste parole prima di rivolgerle le prossime, che, a stento, sto mentalmente elaborando: ora viene la parte più difficile. E devo essere davvero credibile. La poveretta è incapace di parlare, continua solo a guardarmi come se fossi fuori di testa.
Beh, in effetti lo sono per aver ceduto all’insistente, morboso piano di Mario …
- Betty, non voglio che mi ritenga un povero disperato che, in preda all’alcool e ai problemi dell’azienda, improvvisamente ha deciso di divertirsi con la sua assistente. Non è affatto così, deve credermi. Per me è importante che ci riesca. - la prego stringendole una mano.
- Io lo vorrei davvero tanto Dottore, ma …
Almeno ha il pregio della modestia e dell’autoironia. Ma questo non riesce a farmela apparire affascinante. Continuo a guardare le sue rigide forme e rabbrividisco al pensiero che presto dovrò conoscerle meglio.
- Forse devo essere più diretto. - dico, cercando di scatenare tutta la mia abilità di seduttore consumato - Betty, se potessi le dimostrerei ora, qui, su questa scrivania, quanto la desidero ardentemente! Nel dire queste difficili e più che mai ipocrite, sporche parole, mi sollevo dalla poltrona sino a guardarla dritto negli occhi a pochi centimetri di distanza. L’ignara Beatrice ha un sussulto e per pudore istintivamente si ritrae. Dev’essere di sicuro quanto di più erotico un uomo le abbia mai detto e non vuole mostrarsi in balia dell’effetto che ho su di lei. Eppure, lo so, sono in grado di fare molto meglio. Ma con lei al momento non riesco a fare più di così. E forse è un bene: potrebbe svenire di nuovo, come quando l’ho baciata per la prima volta.
- Dottore, io … - balbetta a disagio, indietreggiando ancora.
- E’ così Betty. Muoio dalla voglia di stare con lei. - le ripeto, accarezzandole il viso e i capelli.
- Quindi davvero mi vuole … anche in quel senso?
Ora non sa se ridere o essere spaventata.
-Si!Si! La voglio in tutti i sensi Betty. - dichiaro girando attorno alla scrivania per mettermi di fianco a lei.
- Questo è … pazzesco, Dottor Armando.
Non dirlo a me …
- Lei non mi vuole Betty? Non mi desidera? E’ questo che la trattiene?
Ci pensa un po’ prima di rispondere, sembra spiazzata.
- Finora mi ha solo detto di stimarmi, di essermi affezionata … - provo ad incoraggiarla.
- Mi vergogno da morire a dirle quello che sto per dire … - inizia con gli occhi bassi.
- Dica, presto! - la incito, sollevandole il mento con un dito per costringerla a guardarmi.
- Io la voglio con tutta me stessa, anche in quel senso da sempre, Dottore.
Cavolo. La mostriciattola vive sicuramente una frustrante sessualità fatta di solitudine ed immaginazione, per cui ora mi guarda e parla come se volesse mangiarmi, aiuto!
- Sono stato così cieco … - riesco solo a dire.
- No, io così brava a nascondere tutti i miei ridicoli sentimenti, Dottore. Non aveva senso esternarli, né avrei mai avuto il coraggio di farlo ora, se non fossimo arrivati a questo punto.
- Avrebbe continuato a soffrire in silenzio.
- Non avrei avuto alternative.
La sua sincerità mi turba. Condivido le sue parole, ma in qualche modo mi mettono … tristezza.
Cerco di immaginare le sofferenze interiori di questa povera racchia e provo pena, verso di lei, ma anche verso me stesso. Però non posso lasciare che queste sensazioni prendono il sopravvento: devo apparire desideroso di averla, non comprensivo o rabbuiato.
- Beh, adesso non deve più soffrire, vergognarsi o nascondersi, mia cara Betty. Questa notte starò con lei, o impazzisco. - le dico all’orecchio facendole venire i brividi.
- Sta-stanotte, Dottore? - esclama sconvolta, con un filo di voce.
- Si … se mi vuole.
- Ma come faremo? E la signora Marcella?
Oh no, ti prego! Non parlarmi anche di quell’altra croce! Non lo so come faremo, anzi come io farò!
 Di certo non posso di nuovo ubriacarmi o mi prenderà ancor meno sul serio …
- Non si preoccupi di nulla. Mi dica solo se lo vuole come me.
- Certo Dottor Armando! Certo che lo voglio, con tutta me stessa! - dice emozionata, accarezzandomi la nuca.
Sento che vorrebbe lanciarsi addosso a me. Devo darle, ahimè, almeno un bacio per farla contenta e sazia sino a stasera.
- Perfetto. - dico sorridendo e afferrandole il viso.
Lei chiude gli occhi e io, con estremo coraggio, avvicino le nostre teste. Inclino la mia a destra e poggio la bocca sulle sue labbra secche. Non la bacio davvero, non voglio rischiare di tagliuzzarmi con tutta quella ferraglia che ha sui denti. Mi limito a sfiorarla, si può dire. Ma pare che già solo questo la faccia impazzire. Mi prende con più forza i capelli tra le dita e geme. Poi, grazie al cielo, si stacca. - - Dottore Armando, è meglio smettere adesso. - dice dispiaciuta ma appagata ricomponendosi.
Parole sante!
- Ha ragione Betty, come sempre. Qui è rischioso.
- Inoltre avrei quel bilancio da finire …
Saggia decisione anche questa: fortuna che riesce comunque a non dimenticarsi del lavoro!
- Si, giusto. Ma stanotte non riprenda a parlarmi di banche e prestiti, ok? - scherzo ammiccante.
- Ahah! Certo che no!
Il modo in cui ride e le brillano gli occhi hanno un che di inquietante. Sarei proprio curioso di sapere che immagini stanno scorrendo nella sua mente ora: come sarà a letto Beatrice Pinzon-Solano?!
... No, ma che sto dicendo? E’ meglio non pensarci! E poi non lo avrà mai fatto, è vergine di sicuro. Perché deve spettare a me quest’ardua impresa? Perché Betty doveva capitare sul mio cammino? Perché è diventata indispensabile, ormai, nella mia vita? Perché il suo destino e il mio hanno dovuto incrociarsi? E soprattutto … perché mi sono fatto convincere da quell’idiota di Mario Calderon?!

Per chi non conoscesse bene tutta la storia, specifico che questa breve scena immaginaria ma verosimile l’ho collocata qualche puntata prima di quella in cui Armando e Betty “consolidano” – come ama dire Mario Calderon, collega e migliore amico di Mendoza – il loro rapporto segreto e pericoloso (la puntata 79). 

Chiaramente è narrata col POV di Armando e le parti in corsivo sono le cose che realmente vorrebbe dire a Betty. Mi sono divertita più che altro a immaginare il grande contrasto tra l’Armando finto innamorato e quello interiore, che soffre oltremodo nell’inscenare il corteggiamento verso la sua fidata e bruttina assistente, al fine di mantenere il controllo sulla propria azienda, al momento pericolosamente in mano di lei.

   
 
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