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Autore: Yuliya    30/09/2013    11 recensioni
[Rush]«…La conferma dei nomi dei piloti coinvolti, arrivano pian piano informazioni sull’incidente. Secondo le ricostruzioni tra i feriti ci sarebbe anche Niki Lauda. L’austriaco sarebbe stato trasportato in elicottero all’ospedale…»
Niki/Marlene
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marlene Knaus, Niki Lauda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RUSH 19.09.2013 al cinema

1st August 1976




 
Mollare è qualcosa che un Lauda non fa.
[Niki Lauda]
 






 

Marlene guidava.
Velocemente, troppo forse.
Era irrequieta, sentiva una strana sensazione pervaderle ogni singola fibra del corpo.
Sollecitava l’auto.
Più forte.
L’acceleratore al massimo.
Paura.
Ecco cos’era.
L’aveva percepita nella voce di Niki, e da quel momento aveva contagiato anche lei, involontariamente. Come un batterio che scavalca le tue difese immunitarie, e troppo tardi ti capaciti che avresti dovuto agire. Prima.
Ricordava le sue parole, vorticavano frenetiche e senza sosta nella sua mente.

«Non si può correre in queste condizioni!» sbraitò suo marito, passandosi istericamente una mano tra i capelli. La voce era tesa, terribilmente acuta «E’ un suicidio!» continuò, camminando per la stanza d’albergo.
 E Marlene non poteva fare altro che ascoltarlo, incapace di articolare qualsiasi parola di senso compiuto. L’aveva visto rare volte ridotto in condizioni talmente pietose, e solitamente la causa era Hunt. Quella volta però, sembrava che l’inglese non fosse il fulcro del discorso.
 Marlene, dopo svariati minuti, si decise ad accennare qualche passo in direzione di Niki. «Hai corso con condizioni metereologiche ben peggiori, non dovrebbe essere un problema.» tentò di consolarlo.
 Gli occhi dell’uomo, da irati passarono a impauriti, la prova lampante che anche i più grandi campioni provavano paura come i comuni esseri mortali. La differenza era che essi la sotterravano negli angoli più remoti della loro mente, sperando di non doverla mai assaporare.
«S-sento che non dovrei partecipare.» mormorò flebile, sospirando stancamente.
«E allora non farlo.» gli rispose Marlene, intrecciando le dita alle sue.
Niki si perse nelle sue iridi cariche d’amore, sentendosi smarrito, in totale balia. «Passerei per codardo.»
«Da quando ti interessa il parere altrui?» lo rimbeccò la donna.
«Ci proverò.» acconsentì l’austriaco, accennando un sorriso.
 
E Marlene sterzava, con violenza.
Quella stretta allo stomaco non aveva intenzione di lasciarla in pace troppo presto.
Che significava?
Le previsioni non erano ottimali, e da quel che era riuscita a capire Niki aveva chiesto al consiglio dei piloti che la gara fosse rimandata.
Ovviamente la proposta dell’uomo era stata bellamente respinta, poiché il gran premio si stava tenendo in quel preciso momento.
Respirando ampie boccate d’aria, continuò ad ascoltare la voce che fuoriusciva dalla radio.
Decantava le lodi del circuito, definendolo con noncuranza il cimitero della Formula 1.
Nürburgring era conosciuto per essere il più terribile tra tutti i percorsi, e la voce ingiustamente eccitata del commentatore non aiutava a calmarla.
«Lauda molto aggressivo su Hunt, costringe la McLaren sull’erba.»
Marlene sospirò, decelerando. Alzò il volume della radio per gustarsi la superiorità del marito rispetto agli altri contendenti.
E dopo nemmeno il primo giro arrivò la notizia del sorpasso di Hunt a danno di Niki; la scelta di tenere le gomme da bagnato non era risultata un’idea azzeccata.
Praticamente tutti i corridori occuparono i box, intasandoli.
Niki aveva perso il suo vantaggio iniziale su Hunt, e da quel momento pareva che stesse correndo al massimo per recuperare posizioni.
Decisamente non era giornata.
Ma sarebbe riuscito a strappare un meritato secondo posto, nessuno era abile quanto lui a guidare.
Dopotutto era definito Il computer.
Un sorriso spontaneo solcò le  labbra della donna.
Niki, apparentemente freddo e imperscrutabile, era in realtà la persona più dolce e amabile che avesse avuto l’onore di conoscere.
Marlene aveva provato fin da  subito attrazione nei suoi confronti quando l’aveva conosciuto a casa del suo ex fidanzato. Non si poteva certamente definire bello, ma quel suo sguardo intenso e glaciale aveva comportato un convulsivo aumento del  battito cardiaco, facendole scordare per un istante le sue pene amorose. Niki non puntava sulla bellezza, bensì su doti più nobili, più importanti. E Marlene proprio di quelle si era perdutamente innamorata.
Una lacrima solitaria le rigò la guancia.
Perché stava piangendo?
La felicità è un nemico, ti indebolisce, ti insinua dei dubbi. Ad un tratto hai qualcosa da perdere.
Le parole di Niki, pronunciate durante la loro luna di miele le offuscarono momentaneamente il cervello, facendole distogliere l’attenzione dalla radio.
Proprio in quell’istante la voce del commentatore la riscosse dai suoi ricordi, più prepotente di prima.
«Nervosismo al box Ferrari. Niki Lauda è impossibilitato a proseguire.»
Che stava succedendo?
Quella strana sensazione riprese il sopravvento sui suoi pensieri allegri.
«Finora per lui una gara da dimenticare.»
Marlene fece l’ennesimo sospiro, tentando di ricacciare indietro le lacrime che premevano nuovamente per uscire.
Ticchettò sul volante, sorpassando un’auto che andava a un ritmo imbarazzante. O forse era lei oramai a reputare normale l’alta velocità.
«Il suo rivale per il titolo, Hunt, appare imprendibile.»
Quel bastardo.
Quante volte Niki si era impuntato con lunghi monologhi sull’argomento James Hunt! Pareva fosse l’unico motivo per cui continuava a guidare.
E a rischiare la vita.
Certe volte sapeva essere davvero testardo nelle sue convinzioni.
«Lauda supera avversari su avversari. In questo momento supera Andretti…»
Marlene sbuffò carica d’adrenalina, come se lei in persona stesse guidando con Niki.
Era davvero estenuante.
La prossima volta non si sarebbe concessa il lusso di perdere una gara, doversi accontentare di sentire il riepilogo tramite radio era decisamente insopportabile.
«Attenzione c’è stato un incidente! Bandiere rosse in vista. Sono coinvolte diverse vetture. Sembra ci sia anche una Ferrari.»
Ferrari.
Ferrari.
Ferrari?
Buio.
«Dopo una sequenza di incidenti di notevole gravità…il gran premio di Germania è stato sospeso.»
L’auto frenò bruscamente all’istante.
Ferrari!
No, doveva aver capito male.
Bandiere rosse.
I suoi neuroni tornarono a funzionare lucidamente.
Poteva benissimo trattarsi di un’altra auto, d’altronde la Ferrari non era l’unica macchina rossa a gareggiare.
Marlene chiuse gli occhi, iniziando a singhiozzare. Non doveva lasciarsi prendere dal panico, magari si riferivano a Clay. Non che gli stesse augurando di essere l’interessato, ma in quel momento sperò ardentemente che si trattasse del compagno di scuderia di suo marito.
Era più forte di lei lasciarsi andare allo sconforto. Sentiva quel peso allo stomaco gravare come un’incudine, mozzandole il respiro.
Doveva sapere al più presto se riguardava Niki, ogni secondo che passava equivaleva a un’atroce e lenta tortura. Ne andava della sua stessa vita.
Perché lui era la sua vita.
Era diventato il componente principale dell’aria che respirava, senza un suo sorriso, un abbraccio,  pensava di poter morire da un momento all’altro.
«…La conferma dei nomi dei piloti coinvolti, arrivano pian piano informazioni sull’incidente. Secondo le ricostruzioni tra i feriti ci sarebbe anche Niki Lauda. L’austriaco sarebbe stato trasportato in elicottero all’ospedale…» 
 Niki.
Niki!
 Non attese oltre.
Spalancò con rabbia la portiera, correndo verso una cabina telefonica che aveva adocchiato nei paraggi.
Le lacrime non smettevano di scendere. Le appannavano la vista, impedendole di vedere perfettamente; nonostante ciò riuscì a comporre il numero che per premunizione -e anche per gioco- aveva imparato a memoria.
 
«Questo è il numero dell’ospedale nel caso dovesse succedermi qualcosa.» biascicò Niki, porgendole un pezzettino stracciato di carta bianca.
Marlene sorrise. «Ancora con questa fissazione?»
L’uomo si passò una mano fra i capelli, rendendoli ancora più indomabili -se possibile-. «Meglio prevenire che curare.»
Poi le si avvicinò, stampandole un casto bacio sulle labbra, rammentandole involontariamente la sua innata delicatezza. «Ti amo.» le ricordò a un soffio dalla bocca, prima di afferrare il casco e dirigersi verso la porta per iniziare le prove libere. Senza voltarsi.
«Ti amo anch’io.» sussurrò, osservando la porta chiudersi. La sua figura scomparve, per quella che poteva essere l’ultima volta.
 
La felicità è un nemico, ti indebolisce, ti insinua dei dubbi. Ad un tratto hai qualcosa da perdere.
E lei non poteva certamente perdere l’amore della sua vita.
 
 
 


 
 
 
Angolo Autrice:
ebbene sì, ho scritto la mia prima os su Rush.
Quel film è un capolavoro. L’ho visto una settimana fa al cinema, e mi è talmente piaciuto che sono andata a rivederlo ancora.
Non ero un’appassionata di Formula 1, insomma guardavo chi vinceva ma nulla di più.
Poi dopo aver visto il film – che lo ammetto, l’ho visto per Chris e Daniel- mi sono innamorata della loro storia. Sono corsa a informarmi sulla vita e carriera di Niki e James, e ora sono più che aggiornata.
Mi ha spinto addirittura a rileggere le annate che li hanno avuti come protagonisti.
E che scarica d’adrenalina!
Quindi ho scritto una delle tante –perché ho intenzione di riempire il fandom, e magari la sezione se la creeranno- di piccoli momenti di vita su Niki.
Che davvero, ho adorato. Poi Daniel! Cioè, io lo amo da Bastardi senza gloria!
Vabbeh, non perdiamoci sulla figaggine dei protagonisti…o sulla bravura del regista.
Ho tentato di descrivere al meglio le sensazioni di Marlene, mentre seguiva il gran premio.
Non so come sia andata davvero la storia, ma ho voluto pensare che lei avesse avuto una specie di premonizione.
Nel film ci sono solo due inquadrature –molto significative- che mi hanno dato lo spunto per questa cosa.
Sì, chiamiamola cosa.
Non so che aggiungere.
Mi sono già dilungata fin troppo, fatemi magari sapere  che ne pensate.
L’ho scritta in mezz’ora di getto, ma ci ho messo l’anima.
Un bacione grosso.
Ps: come si fa a richiedere una sezione per Rush?
   
 
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