Cap.
I- Un nuovo incontro
Harry, Ron, Hermione e Ginny scesero di fretta le
scale di casa Black, mentre la signora Weasley li chiamava a gran voce.
“Ragazzi, muovetevi! Siete in ritardo!”
“Arriviamo, mamma!” le urlò di rimando Ron.
Quella mattina avrebbero dovuto prendere
l’Espresso per Hogwarts dal binario 9 e 3\4, e rivedere amici e professori.
Arthur Weasley era in cucina che sorseggiava un
caffè e leggeva La Gazzetta del Profeta, quando anche lui fu chiamato dalla
moglie che lo esortava ad affrettarsi, così si alzò pigramente e si diresse
verso i ragazzi che lo attendevano in soggiorno.
“Non avete preso i bauli?” chiese, provocando
le grida del ritratto della signora Black.
Il signor Weasley si affrettò a coprire il
ritratto con la tenda e rivolse la sua attenzione ai ragazzi.
“Sono fuori la porta, signor Weasley” rispose
Hermione.
“Bene, andiamo, si è fatto tardi”
Uscirono fuori e con un “Wingardium Leviosa!” Harry portò i bauli nel cofano della
macchina, che era stata incantata per contenere più del suo reale spazio.
Dopodiché salirono tutti e quattro in macchina e
si librarono in volo diretti a Diagon Alley.
“Chissà come sarà questo nuovo anno!” disse
eccitata Hermione.
“Io non ho tanta voglia di tornare a
scuola…” mormorò Ron sbadigliando.
“Signor Weasley,” disse Harry “non l’ho
ancora ringraziata per avermi permesso di passare il mese di agosto alla sede
dell’Ordine”
“Di nulla, Harry. È stato un piacere averti tra
noi” rispose sorridendo Arthur Weasley.
“Già, è proprio vero, Harry” disse Ginny
arrossendo lievemente.
Harry le sorrise di rimando. Improvvisamente pensò
che con quelle lentiggini che le incorniciavano il viso era davvero carina, ma
fu distratto da una frenata brusca da parte del conducente della macchina.
“Che succede, papà?” chiese preoccupato Ron.
“Niente… ho solo evitato un corvo un po’
spericolato”
Harry rimase a guardare il corvo mentre svolazzava
sopra di loro. Ha un qualcosa di malvagio… sembra quasi spiarci… ma che cosa
dovrebbe spiare, poi? Si chiese Harry un po’ pensieroso.
Ancora una volta scacciò i suoi pensieri per
concentrarsi su quello che avrebbe dovuto affrontare quell’anno.
Chissà se Voldemort gli stava ancora dando la
caccia… si chiese tra sé e sé il ragazzo.
Poi un sorriso malinconico si fece spazio sul suo
viso stanco.
Certo che mi darà ancora la caccia, pensò ancora
tristemente, dopo che l’anno scorso ci era andato così vicino… no, non
poteva lasciarlo in vita a lungo… l’unica speranza che aveva di salvarsi era
combatterlo, come aveva detto anche la profezia, e non avrebbe fatto altro in
tutta la sua vita, decise infine.
“Eccoci arrivati” disse il signor Weasley
scendendo dalla macchina, seguito dai ragazzi.
Tutti e cinque tirarono fuori i bauli e si
diressero verso il binario 9 e 3\4.
“E così” disse sospirando Ginny “Si torna a
scuola”
“Purtroppo” mormorò Ron salendo sul treno
mentre salutava il padre da lontano.
“Dai, ragazzi, credo che quest’anno ci
divertiremo come non mai!” disse Harry sperando di sollevare il morale degli
amici.
“Bravo, Harry, questo è lo spirito giusto!”
disse sorridendo entusiasta Hermione.
Ron sospirò, poi si misero alla ricerca di uno
scompartimento libero.
Fortunatamente ne trovarono uno poco dopo, e si
sistemarono.
Cominciarono a chiacchierare concitatamente e non
si accorsero del trascorrere del tempo, infatti una voce ghignante sussurrò
dall’entrata dello scompartimento.
“San Potter, Lenticchia, Lenticchia due, e la
viscida mezzosangue… che bel quadretto…”
Ron prese in mano la bacchetta, ma Harry lo fermò
e rispose tagliente. “Malfoy, vattene, stai inquinando l’aria”
“Spiritoso il nostro San Potter, vero, Pansy?”
disse Malfoy uscendo allo scoperto.
Pansy Parkinson rise nervosamente, provocando il
disappunto del suo fidanzato Serpeverde.
“Taci, non ti ho detto di ridere” sbottò il
ragazzo.
Pansy smise di ridere immediatamente preoccupata
”Scusami, Draco”
“Ora andiamo, cara, abbiamo tante cose da fare
dopo mesi che non ci vediamo…” disse Malfoy maliziosamente cingendo con una
mano i fianchi della sua ragazza.
Pansy ridacchiò di gusto e fece un occhiataccia
ai quattro Grifondoro nello scompartimento.
“Per fortuna se ne sono andati” disse Ron.
“Già… per fortuna loro… vero, Harry?”
disse Ginny indignata.
Harry parve scendere dalle nuvole, di nuovo
immerso nei suoi pensieri “Eh?… si, giusto, Ginny”
Hermione guardò l’orologio, esclamando “Oh,
ma guarda che ora si è fatta! Dovremmo cominciare a prepararci, ragazzi”
“Ok… allora prima voi, ragazze” disse Ron, e
uscì con Harry fuori dallo scompartimento.
Ginny e Hermione non si fecero attendere, e
uscirono subito con la divisa Grifondoro, cedendo il posto ai ragazzi che si
cambiarono altrettanto velocemente.
Poco dopo arrivarono alla Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts.
Così trasportati dalle carrozze trainate dai
cavalli invisibili, i Thestral, arrivarono al castello.
“Finalmente si mangia!” esclamò Ron alla
vista delle pietanze del banchetto.
Silente si schiarì la voce chiedendo
l’attenzione degli studenti, seguì un discorso di benvenuto agli studenti del
primo anno, dopodiché iniziò lo smistamento, che si concluse con l’ultimo
ragazzo, Amadeus Zoloth, assegnato a Grifondoro.
“Harry abbiamo vinto! Quest’anno abbiamo più
studenti di tutte le case!” disse Ron animatamente.
“Evviva!” esclamarono in coro Harry, Hermione,
Ginny e Neville.
“L’anno scolastico si apre con una buona
notizia” disse Harry vedendo le facce deluse dei Serpeverde.
“Ora sono stanca, andiamo nella sala comune”
disse Hermione sbadigliando.
I tre ragazzi si avviarono per ultimi verso
l’uscita della Sala Grande, ma un rumore di una porta spalancata li trattenne
e si girarono per vedere di cosa si trattava.
Aveva cominciato a piovere e dalla porta
spalancata poterono vedere un uomo molto alto e robusto incappucciato che teneva
sotto il suo impermeabile un fagotto tutto inzuppato.
Harry riconobbe Hagrid nell’uomo incappucciato,
ma non riuscì a distinguere il fagotto che proteggeva invano dall’acqua.
Silente visti i tre Grifondoro fece loro segno di
avvicinarsi, e così fecero, camminando con cautela.
Silente scambiò preoccupato alcune parole
sommesse con Hagrid che gesticolava energicamente.
La professoressa McGranitt si allontanò per
ordine del preside, passando vicino ai ragazzi incuriositi dalla quella
misteriosa figura che tremava sotto il mantello datogli da Silente.
“Silente vi vuole da lui” disse pacatamente
restando ai loro fianchi.
I ragazzi si avvicinarono lentamente
e con cautela al preside che li guardava sorridendo.
Mentre si guardavano intorno con circospezione
ognuno cercava di capire cosa c’era di tanto misterioso sotto quel mantello.
Arrivati così di fronte a Silente, mentre
scambiavano occhiate di soppiatto a Hagrid che tentava inutilmente di asciugare
la persona tutta inzuppata che dava loro le spalle, Harry chiese perplesso.
“Professore, chi è quella persona portata qui da Hagrid che sta tremando di
freddo?”