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Autore: Naruchan    01/10/2013    1 recensioni
L'albino bello e simpatico, ma dongiovanni.
La riccia ribelle e con una futura responsabilità sulle spalle.
Il norvegese con un obbiettivo da raggiungere.
Una ragazza con un oscuro passato e tanti sogni nella testa.
Tutto questo a New York, in un appartamento, il numero 14.
Tra litigi, problemi d'amore e non, quanti casini creeranno i nostri Big Four?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack Frost, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A New York

 

 

“E mi raccomando Jack, quando arriverai nel tuo nuovo appartamento, sii gentile con i tuoi coinquilini, non fare i tuoi soliti scherzi e soprattutto cercati subito un lavoro per le spese extra. Ah, e non lasciare la tua roba in giro come tuo solito e...Mi stai ascoltando Jack?!”

 

“Eh, sì certo...” Fece con un'aria vaga il ragazzo che tradiva tutto l'opposto.

 

“Jack, ormai hai vent'anni devi incominciare a fare le tue esperienze.”

 

“Ma Nord, posso farle anche stando nella mia città! Che bisogno c'è di andare a New York?”

 

“Ne abbiamo già parlato, è per il tuo bene...”
 

Il ragazzo sbuffò e alzò gli occhi al cielo esasperato.

Poi prese lo zaino e si diresse verso l'uscita mentre Nord lo seguiva ad una leggera distanza.

 

“Le valige le ho già spedite, le troverai appena arrivato.”

Gli comunicò Nord all'aeroporto.

 

“Ok, grazie vecchio.”

 

“Si avvisano i gentili clienti che l'aereo per New York 00xxx0 sta per partire

“Mi raccomando, quando arrivi chiama.”

Lo abbracciò calorosamente per poi lasciarlo finalmente imbarcare.

 

 

 

 

Jack si lasciò cadere sul suo posto, proprio vicino al finestrino. Non è che non voleva andare via dal Canada perché, ammettiamolo, per uno come lui che adorava divertirsi in discoteche e pub non era proprio il massimo, però sicuramente li sarebbero mancati Nord, i suoi zii e anche i suoi animaletti che forse sarebbero arrivati a Natale insieme al suo vecchio se i coinquilini avessero voluto.

 

Già, i suoi coinquilini, chissà che tipo di persone sarebbero state...

Sapeva che erano in 3, non contando lui, 1 maschio e due ragazze.

Magari il ragazzo sarebbe stato un tipo come lui, allegro e festaiolo; e le femmine invece due strafighe che sarebbero crollate subito a i suoi piedi.

Un sorrisino ebete gli si dipinse sul viso mentre fantasticava sulla sua nuova vita.

 

Appartamento 14, Jack Frost stava arrivando!

 

 

 

 

 

 

“Ti voglio bene”

“Io di più”

“E io più del tuo più” Finì come al solito la madre, dandogli un, apparente, tenero buffetto sul naso.

“Vado, ci vediamo tra una settimana cara.” Dopodiché uscì lasciandosi la porta alle spalle e dando un giro di chiavi.

 

Aspetto qualche minuto, giusto il necessario affinché se ne andasse del tutto.

Poi si fiondò in camera, prese le valige che da tempo stava preparando da sotto il letto, il peluche che gli aveva regalato Finn, un piccolo camaleonte che aveva soprannominato Pascal, il necessario per dipingere, e i soldi che aveva messo da parte vendendo qualcuno dei suoi quadri.

 

 

“Rapunzel, sono io, sei pronta?” Sentì gridare dal piano di sotto.

Si avvicinò alla finestra e vide un ragazzo sui venticinque anni che le sorrideva dal terrazzo sottostante.

 

“Arrivo subito!”

Prese di corsa la scala a pioli per ritrovarsi, in meno di un minuto, tra le braccia del suo fidanzato. Le diede un affettuoso bacio sulla nuca prima di dirle ancora “Dai, ora andiamo o perderai l'aereo, Francoforte è lontana da qua anche se siamo in macchina.”

“D'accordo...Però mi mancherai...”

“Su col morale, hai ancora due lunghe ore per sopportarmi!”

Le prese i bagagli e si avviarono verso l'auto.

 

 

Una volta seduti iniziò con le raccomandazioni:

“Non ti preoccupare Rapunzel, qua ci penserò io a indagare sul tuo passato. Tu dovrai solo pensare a te stessa, appena arrivata, dirigiti al tuo appartamento, sistema la tua roba e poi passa dal bar in cui ti ho trovato lavoro per confermare il tutto. Studia, divertiti, fai la brava con i tuoi coinquilini e...”

“Sembri una mamma quando parli così!”

Si lamentò lei in risposta con un che di ironico nella voce.

“Sono solo un po' preoccupato visto che te ne vai a New York, a chilometri e chilometri di distanza da me, tra l'altro una città grande con la più alta percentuale di omicidi e...”

“Lo stai facendo di nuovo”

Lo interruppe ancora ridendosela sotto i baffi, mentre l'altro sbuffava, un po' infastidito da questi continui rimproveri.

 

 

Sospirò e si voltò verso il finestrino, immergendosi nei suoi pensieri.

Anche lei era un po' in ansia per quel viaggio, anche se non lo voleva dare troppo a vedere.

E poi...New York, città nuova, nuove persone, e a proposito, i suoi compagni? Quelli di scuola, ma anche quelli con cui avrebbe dovuto coabitare, ora che ci pensava! E al bar, il suo lavoro come cameriera, come se la sarebbe cavata? Imbranata com'era avrebbe rotto di tutto, ci avrebbe scommesso!

 

Un altro sospirò, insieme ad una carica di pensieri negativi si riversò su di lei.

E se fossero stati antipatici? Magari una ragazza snob con la puzza sotto il naso e due asociali.

Ma era inutile farsi troppe elucubrazioni mentali, al massimo avrebbe chiamato Finn e sarebbe scappata anche da lì.

 

Appartamento 14 allora...Speriamo bene!

 

 

 

 

Ormai era cresciuto, aveva vinto anche una borsa di studio per la Grande Mela, l'occasione ideale per lasciarsi alle spalle la Norvegia e la sua storia d'amore finita male.

 

Era appena sceso dall'aereo e si stava giusto guardando intorno per orientarsi un minimo.

Era fortunato che a New York ci fosse la più prestigiosa università tra le cui facoltà c'era proprio “scienze zootecniche e delle tecnologie animali”, il suo indirizzo ideale appunto.

E lo sarebbe stato ancora di più se il suo senso dell'orientamento fosse stato appena un po' più decente. Meno male che aveva fatto uno schizzo per poter arrivare alla sua nuova casa o si sarebbe già perso una decina di volte, come minimo.

 

Così, mentre camminava buttando un occhio, quando alla mappa, quando alle varie vie, incominciò a pensare a che cosa avrebbe trovato una volta effettivamente arrivato.

Sapeva solo che avrebbe condiviso l'appartamento con altre tre persone, due delle quali erano ragazze, ma di loro non conosceva neanche il nome.

Però non è che gli importasse poi più di tanto, sarebbe stato solo che non lo importunassero troppo mentre studiava poi che fossero antipatici o meno non faceva molta differenza. Soprattutto per quanto riguardava le donne...Dopo essersi definitivamente lasciato con Astrid, la sua unica vera fiamma, avrebbe lasciato perdere l'amore almeno per un bel po'. Davvero ora l'unica cosa importante era studiare e cercare di farsi una vita a modo.

 

 

Scese dall'ascensore e si trovò davanti all'appartamento 14, le chiavi erano ancora lì, evidentemente era il primo. Le afferrò e mentre la porta si apriva davanti a lui penso con noncuranza: “Appartamento 14...Eccomi arrivato!”

 

 

 

“Guarda qui, figliola! Questa maglietta è perfetta per i tuoi fratelli!”

“Papà, è solo una t-shirt 'I love New York' che trovi anche da noi in Scozia, e poi quello è il modello femminile.”

Osservò sorridendo divertita.

“Oh. Beh, come ti sembra la città per ora?” Cambiò frettolosamente il discorso l'uomo, nascondendo l'indumento in fretta e furia, e cercando abbastanza ridicolmente, di far finta di niente.

 

Un risolino le sfuggì dalle labbra rosate, prima che potesse rispondere.

“Non so, sono appena arrivata e non ho ancora visto più di tanto, solo negozi e negozi che si trovano da tutte le parti.”

Il padre stava per dire qualcosa quando la commessa si intromise chiedendo gentilmente se avevano bisogno di aiuto.

Merida negò con il capo, facendo svolazzare un poco i suoi riccioli rossi.

 

Poi, approfittando di quel momento si volatilizzò verso un altro scaffale.

Non era tanto il suo vecchio a metterla in soggezione, quanto le domande...Perché in verità neanche lei sapeva che cosa aspettarsi.

 

Aveva deciso di partire da un giorno a quell'altro, stufa una volta per tutte di stare alle rigide e impossibili regole di sua madre.

Ovviamente lei non l'aveva presa bene e si era opposta fino all'ultimo, persino all'aeroporto l'aveva salutata piuttosto freddamente con un abbraccio appena accennato.

 

Ma d'altronde lei era grande ora, aveva quasi diciott'anni, ovvero vicino alla maggiore età. Era perfettamente in grado di fare le sue scelte e lei voleva andare a studiare all'estero, vivere una vita che fosse sua, e coltivare la sua passione per il tiro con l'arco.

 

Il suo caro papà l'aveva subito appoggiata e grazie anche ai suoi tre fratellini era riuscita ad ottenere il tanto agognato permesso.

Così eccola qui, tra le vie di New York a fare shopping con il suo vecchio.

 

Anche se certo i vestiti destavano poca attenzione da parte della ragazza.

Pensava a come sarebbe stata la sua vita lì, l'università che poi tanto non l'entusiasmava, e gli amici che si sarebbe fatta.

Già, poi c'erano i suoi coinquilini...Lei se li immaginava come dei Gangster, oppure erano dei veri e propri delinquenti? Tremò al sol pensiero, chissà con che razza di gente si sarebbe ritrovata! Ma forse si sbagliava, forse erano dei ragazzi simpaticissimi con cui sarebbe andata d'amore e d'accordo...Mh, no considerando il suo caratterino sarebbe stato un po' difficile, però almeno non sarebbero stati così terribili.

“Ah, è inutile pensarci ora, andrà come andrà!” Mugugnò tra se' e se' mentre prendeva distrattamente un vestitino dalla stampella.

 

Ripensò al numero della sua futura casa...”14...Appartamento 14...Bah, chissà!”

 

 

 

 

 

 

Note delle autrici: Bene, eccoci con una storiella sui così detti Big Four :)

Sì, è vero, in effetti abbiamo già altre storie in corso (^^') però c'è venuta questa idea geniale (?) e non abbiamo resistito a metterla per iscritto. Speriamo che vi piaccia per ora e che la seguiate in tanti.

 

E ovviamente più recensirete più saremo felici :D

 

 

Un bacione da Natsu e Haru <3

 

 

Naruchan

 

  
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