Ecco il capitolo 3!! Ho visto dal commento di Lyrapotter che il Capitolo 2 è stato veramente difficile da seguire... (Questo era quello che volevo!! Hihi...) ma spero che questo sia un po' più rivelatore! Ora sto pubblicando da un mio amico (Un grazie anche a lui che mi dice sempre quello che può non funzionare!) per vari problemi al mio maledetto pc!! Ma lasciamo stare... cercherò di pubblicare sempre ogni sabato della settimana!! Passiamo ad altro, però...
Prima di tutto, però, volevo dire a Lyrapotter: non sei poco recettiva, anzi!! Hai colto quasi tutti i punti che andavano evidenziati (anche se i più difficili da vedere sono rimasti nacosti... hihi! Li scoprirete più avanti, comuqnue!):
- credo sia ormai chiaro che Tru ha il potere e che Harrison lo avrà solo quando sarà Tru a perderlo... (non fate molto conto su questo fatto, però: le cose possono cambiare, e lo faranno!! Hihi...)
- i 3 cadaveri: l’uomo dello studio e Tyler sono sicuramente legati alla giornata, però forse ti è sfuggito un particolare con il primo...
- i ruoli di Thomas e Sarah sono ovviamente correlati alla vittima nello studio, ma il come lo si capirà meglio con i prossimi capitoli...
- Jack: ecco... qui è stata una parte difficile da scrivere!! Non volevo che le intenzioni di Jack fossero chiare fin dall’inizio e ho cercato di confondere un po’ il discorso (però forse l’ho confuso troppo...), ma vuoi che finisca tutto qui?!? Ovviamente no... Jack ha in mente un piano davvero (scusate la parola...) bastardo e lo si nota già in questo capitolo!!
-
Che fine ha fatto Harrison?
Beh... Visto che l’unico cadavere dell'incidente che
è arrivato in obitorio è quello di Tyler,
credo si possa capire che non è morto. Ma il fatto che Tru
non sappia che cosa
gli sia successo, sarà un forte stimolo. Però
rifletti ancora un poco sulla
situazione...
Grazie
comunque per seguire con
così tanta attenzione la mia fanfiction!!
Vi
lascio leggere, ora...
Ricordo solo una cosa: le parti
in blu sono i flashback.
Buona
lettura!!
Capitolo 3 “Non di
nuovo...”
Tru si alzò dal letto e di corsa
andò verso il telefono di casa, quando si bloccò
sulla porta.
«Tru! Il
tuo cellulare è scarico...» iniziò
Davis.
Tru tornò in camera e prese il
cellulare: il giorno prima si era dimenticata di ricaricarlo e se solo
l’avesse
fatto, Davis sarebbe riuscita a contattarla prima e ora lei saprebbe
cosa era
successo a Harrison.
Dopo aver messo il cellulare in
carica, prese il telefono di casa.
L’uomo sussultò. Un gemito uscì
dalle coperte.
«Cosa diavolo... Oh Mio Dio...».
Quando si voltò, si accorse di
aver tirato un calcio a Carrie. La donna si svegliò di malo
modo.
«Davis... Cosa succede? Mi hai
fatto male...» disse la donna, con voce ancora assonnata.
«Emh... Scusami...» disse, voltandosi
verso di lei.
Il telefono di Davis squillò.
«Ma chi diavolo può essere a
quest’ora?» fece lui.
Prese il telefono e rispose.
«Pronto?».
«Davis...».
«Ciao, Tru! Che succede? Perché
mi chiami così presto?».
«E’ uno di quei giorni, Davis...»
fece lei, preoccupata.
«Non riesce ad avere un giorno
libero, eh!» disse lui, mettendosi a sedere sul letto.
«Sì, questa volta la vittima sarà
uno dei partecipanti al Concorso di Scrittura!».
«Sembra un vera maledizione, però...»
commentò Davis, sarcasticamente.
«Qui la maledizione è
un’altra!!»
disse Tru. «Poco prima che il cadavere mi chiedesse aiuto...
tu mi hai chiamato
e mia hai detto che era successo qualcosa ad Harrison...».
«Di nuovo...?».
«Non so cosa sia successo quindi
non so se sia... morto. Ma devo prepararmi al peggio...». La
voce di Tru era
davvero preoccupata. «Oggi deve andare in campeggio con
Every, Tyler e un amico
di Tyler, quindi credo possano aver fatto un incidente o qualcosa del
genere...».
«Certo, credo sia l’unica cosa
che tu possa pensare...» disse Davis.
«A dire il vero ne ho pensate di
cose, in un solo secondo: una rapina in autogrill, qualche problema
alla mia
auto... Come faccio a prevedere tutto questo?»
domandò Tru.
«Non puoi...» disse Davis. «E’
impossibile! Per ora puoi solo evitare che vada in campeggio con la tua
auto!!».
«No, devo proprio evitare che
vada in campeggio...» disse Tru.
«Quella è di certo la soluzione
migliore, ma pensa... Every si fa già tante domande su di
te! Non credi che si
insospettirebbe molto?».
«Ho già in mente un piano...»
fece Tru.
«Bene...».
«Davis...» riprese Tru, con voce
affranta. «Ho bisogno del tuo aiuto...».
«Dimmi tutto, Tru!».
«Non posso lasciare che mio
fratello ci rimetta ancora la vita... Dovrai occuparti tu della vittima
alla
gara!».
Davis rimase qualche secondo in
silenzio. «Tru, non so se riesco a gesti...».
«Sì che ce la fai, Davis!» lo
incoraggiò Tru. «Ho bisogno di te ora
più che in qualsiasi altro momento...».
«Io non riesco a tenere a bada
Jack...» spiegò Davis.
«L’ultima volta che ci ho provato mi sono ritrovato
svenuto nella mia auto mentre un uomo stava andando da tuo fratello per
ucciderlo!!».
«Davis, non devi preoccuparti! So
che ce la puoi fare...». La voce di Tru era così
disperata che Davis si convinse: doveva aiutarla.
«E con Jensen come fai? Cosa gli
dico quando vedrà che non ci sarai?» chiese
l’uomo.
«Grazie, Davis!! Ci penso io, a
questo...» disse Tru.
«Ok!»
«Ascoltami, ora...» disse Tru.
«Non so il nome della vittima, ma è un uomo, uno
dei partecipanti. Quando lo
abbiamo trovato, il corpo era ancora caldo, quindi...».
«Quindi doveva essere morto da
più di due ore, perché altrimenti avrebbe
già iniziato a raffreddarsi!».
«Esatto. E abbiamo trovato il
corpo verso le 19.30, quindi l’ora della morte va dalle 17.15
alle 19.30! Credo
anche di aver capito quale sia la causa della morte...»
spiegò Tru.
«Qual è?» chiese Davis.
«L’uomo aveva dei segni intorno
al collo, quindi penso sia per strangolamento. Non so chi sia stato,
né che
rapporti avesse con gli altri partecipanti... So solo che è
il terzo dei
partecipanti per il miglior Racconto di Avventura...».
«Ok, il terzo ai Racconti di
Avventura! Riesci a darmi anche una descrizione fisica o qualche altro
particolare?» chiese Davis.
«Sì...» fece Tru.
Mentre Davis parlava al telefono
con Tru, Carrie aveva già sentito abbastanza per capire che
Tru aveva rivissuto
la giornata.
Prese le lenzuola e si alzò dal
letto, mentre Davis cercava dei boxer intanto che parlava al telefono
con Tru,
un po’ imbarazzato, ma comunque concentrato nel discorso.
Senza farsi notare, Carrie si
avvicinò alla sua borsetta e tirò fuori il
cellulare.
Con calma si diresse in bagno e
aprì il cellulare.
«Jack, sono io...» disse.
«Stavo per chiamarti, quando mi
sono ricordato che questa notte dovevi passarla con Davis... A
proposito, come
è andata? E’... un tipo esigente?» fece
Jack, a casa sua.
«Non più di tanto...» rispose
Carrie. «E’ filato tutto liscio...».
«Se voleva essere una battuta,
era un po’ volgare!» disse Jack, ridendo.
«Piuttosto, perché hai chiamato?».
«Perché so che hai rivissuto la
giornata...» spiegò Carrie, sottovoce: non doveva
farsi sentire da Davis.
«Aaah...» fece Jack. «Vedo che
Tru non perde tempo!».
«Già...» commentò Carrie, con
una
nota di disprezzo nella sua voce. «A quanto ho capito vuole
che Davis si occupi
della vittima perché lei è occupata
altrove...».
«So dove vuole andare: ieri ho
visto il cadavere di Tyler all’obitorio. Tru
cercherà di salvare anche lui...».
«Quindi non è stato quel ragazzo
a chiederle aiuto...» fece Carrie.
«No, infatti. E ci sta provando
ancora...». La voce di Jack lasciava traspirare un
po’ di risentimento.
«Come devo agire?» chiese Carrie.
Jack si morse il labbro,
riflettendo quei pochi secondi che gli servivano per elaborare un
piano. «Questa
volta dovrai stare molto attenta...» disse poi.
«Hai già in mente qualcosa?»
chiese Carrie.
«Sì...» disse Jack.
Ore 9.03
La porta si aprì e suo fratello
la guardò con un sorriso 32 denti.
«Non ti aspettavo così presto, sorellina!
Benvenuta nella
mia umile dimora...» disse Harrison.
«Harrison...» fece Tru, con tono grave.
«Devi cambiare i
programmi per oggi!».
«Cosa?!» urlò lui.
Ore 11.13
«Anche io contavo molto su questo pic-nic...»
spiegò
Harrison, davanti all’auto di Tru.
«Lo so, scusate...» disse Tru. «Ma non
è colpa mia se si è
guastata anche la mia auto!».
«Io ho qualche conoscenza nel campo dei motori...»
si
intromise Jason. «Potrei darle
un’occhiata?».
Tru doveva ritornare ad utilizzare le sue piccole scuse.
«Senza offesa, ma preferirei che la veda un... vero
esperto» disse con un
sorriso.
«Beh, è ovvio!» fece Jason, un
po’ imbarazzato. «Comunque...
mi chiamo Jason Swan. Scrivo per il giornale
dell’Università...».
Il ragazzo porse la mano a Tru. «Piacere!».
Tru sorrise e gli strinse la mano. «Tru Davies, sorella di
Harrison...».
«Oh, lo so...» disse lui.
Nessuno parlava più.
Jason si mise le mani in tasca e rimase a guardare Tru negli
occhi.
«Jason...» disse Every a bassa voce.
Il ragazzo fece finta di non sentirla e continuò a fissare
Tru, sorridendo.
«E’
già impegnata!»
aggiunse Every.
Jason cercò si mantenere il sorriso, ma poi si
voltò. «Ok...
Questa è stata... la peggior figura della mia
vita!!» commentò.
Tru si mise a ridere con Every.
«Ma quindi cosa si fa oggi?» chiese Tyler.
«Emh... stiamo a casa mia!» spiegò
Harrison. «Ho appena
finito di arredare l’appartamento ed è... ora di
inaugurarlo!».
«Ok!» dissero Tyler e Jason.
«E noi potremo avere tutto il tempo per noi...»
aggiunse
Harrison a Every.
«Va bene...» fece lei, sorridendo.
Harrison si avvicinò per baciarla, ma lei si
spostò. «Però
lo zaino me lo porti tu di sopra...».
Detto questo, sorrise e se ne andò verso
l’appartamento.
Jason e Tyler la seguirono.
«Harrison...» lo fermò Tru, parlando a
bassa voce.
«Cosa c’è?» chiese lui.
«Ti lascio il compito di tenere sotto controllo la
situazione...» spiegò lei. «Davis non si
sente sicuro a gestire la cosa da solo
al concorso! Ora è tutto nelle tue mani!».
Il tono di Tru era severo.
Harrison era preoccupato. «Ora che ho scoperto di non avere
il potere, mi ritrovo lo stesso a dover salvare le vite...».
«Fratellino...» disse Tru.
«Stavo scherzando!» fece lui.
Tru lo guardò negli occhi per qualche secondo: stava
cercando di nascondere la sua preoccupazione dietro qualche battuta e
qualche
sorriso.
«Ricorda...»
riprese
Tru. «Non dovete utilizzare l’auto! E’
essenziale che non lo facciate!! Hai
capito?».
Harrison annuì.
Tru lo baciò sulla guancia. «Buona fortuna,
fratellino!».
Ore 11.48
«Grazie per essere venuto a
prendermi da Harrison...» disse Tru a Jensen. «Devo
portare la mia auto a
riparare...».
Tru e Jensen erano appena entrati
nella palestra, già piena di gente seduta ad ascoltare la
Lettura di Poesie,
iniziata da poco meno di 50 minuti.
«Dove saranno Davis e Carrie?»
chiese Tru.
«Non lo so...» rispose Jensen.
«Credo si siano seduti nelle le prime file! Sono arrivati
presto...».
Tru e Jensen guardarono in giro:
non era molta la gente in piedi. Erano quasi tutti seduti ad ascoltare
le
poesie.
Tra la gente in piedi, però, Tru
notò l’unica persona che non voleva vedere: Jack
Harper.
«Non... Non devi andare a preparare
le tue cose?» chiese a Jensen senza distogliere lo sguardo da
Jack.
«Sì, hai ragione!» fece Jensen.
«Ora vado subito...».
«Buona fortuna!» disse Tru,
distaccata. Era troppo impegnata a seguire Jack con lo sguardo, a
qualche metro
di distanza da lei che cercava da bere sul bancone del ristoro.
Jensen lasciò Tru, che subito non
perse tempo: a passo svelto si diresse da Jack.
Con la sua camminata non ci mise
molto a raggiungerlo.
«Vattene!» gli disse, a bassa
voce, appena lo raggiunse.
«Ah, Tru! Eccoti finalmente!»
fece Jack, sorridendo.
«Ti ho detto di andartene...».
«Oh, non credo proprio!» rispose
Jack. «Questa volta più delle altre...».
Il terrore pervase gli occhi di
Tru.
«Sì, Tru...» continuò
l’uomo.
«Non so se riesco a lasciartelo fare. Non di
nuovo...».
«Tu... tu osa fare qualcosa a
Harrison e le uniche conseguenze gravi saranno per te!».
Jack rimase fermo per qualche
secondo: Harrison? Lui non voleva fare nulla a Harrison: non era morto
nel
giorno 1, a differenza di Tyler.
L’uomo non ci mise molto a
capire: Tru non sapeva chi era morto, o almeno, non di preciso. Sapeva
che
c’era stato un incidente e che era successo qualcosa a
qualcuno, ma
evidentemente lei credeva fosse morto Harrison.
«Che c’è?» disse Tru.
«Paura di
perdere ancora?».
«Oh, no, mia cara!» rispose Jack,
prontamente. «Con Jensen sei solamente stata fortunata, ma
questa volta chi
vuoi salvare è lontano dalla scena del crimine... Come farai
a controllarne due
a distanza? Mmm... questa volta la vedo difficile!».
«Se credi che non possa farcela,
ti stai sbagliando!» esclamò Tru.
«Ma non vedi che hai l’Universo
intero contro, Tru!» fece Jack.
Quelle parole sembrarono colpire
Tru nel cuore: erano tanto inaspettate quanto vere.
«Harrison, Luc, Jensen,
addirittura tu…» continuava l’uomo.
«Se questi non li chiami segnali, come li
chiami?».
Tru non rispose. Non poteva dire
che Jack non avesse ragione: quattro persone, tra le quali lei, nelle
ultimi 2
erano morte.
«Di tutte quelle che mi hanno
chiesto aiuto, ho perso solo Luc, e a causa tua...» fece Tru,
con la rabbia che
rinasceva.
«Ma è il Destino stesso che ti
sta dicendo di fermarti! Non puoi vincere! Quante persone devono ancora
morire
prima che tu lo capisca?!» aggiunse Jack.
Tru era rimasta veramente
sconvolta dalle parole pronunciate dalla sua nemesi.
«Io non voglio che ti accada
nulla, credimi Tru... Ma questa battaglia è fuori dalla tua
portata!».
«E per te no?» chiese Tru, in
aria di sfida.
Jack si mise a ridere. «Ti è così
difficile da capire, Tru?! Tu non stai lottando contro di me... Stai
lottando
contro ciò che è prestabilito!». Jack
le si avvicinò e abbassò la voce, ma il
suo tono rimase comunque severo. «Stai lottando contro il
Destino!».
«Quindi vuoi dire che è già
prestabilito che io perda?» domandò lei.
Jack non rispose.
Tra i due vi fu silenzio per
qualche secondo.
«Sei sicura di quello che è
accadendo, Tru?» chiese Jack, all’improvviso.
Tru rimase confusa per qualche
secondo. «Cosa vuoi dire?».
Jack non rispose. Non sapeva il
perché, ma sentiva che doveva aiutare Tru in qualche modo.
Non voleva dirle che
era morto Tyler, non poteva, avrebbe rovinato tutto. Eppure sentiva il
bisogno
di darle un indizio, un qualcosa che la potesse mettere in guardia.
Una strana sensazione si era
creata in lui: dopo quello che gli era accaduto quando aveva ricevuto
il
potere, era certo di essere dalla parte giusta.
Ma ora che aveva incontrato la
sua rivale, ora che aveva di fronte tutto ciò che cercava di
lottare, essa era
riuscita a insinuare il lui il dubbio. Un piccolo, atroce dubbio che
cominciava
a logorarlo dall’interno.
Un applauso si levò dagli
spettatori della competizione.
«E ora decretiamo la sezione di
Lettura di Poesie terminata...» disse la voce del
presentatore. «Ora se volete
accomodarvi, il bancone del ristoro è alla vostra
sinistra!».
Dopo un breve applauso, la gente
cominciò ad alzarsi.
Jack si allontanò di qualche passo
da Tru.
«Cosa vuoi dire, Jack? Che cosa
sta succedendo?».
«Sei sicura di quello che è
accaduto?» fece lui, nuovamente.
Detto questo, la gente cominciò
ad arrivare e di due si ritrovarono divisi.
Tru era rimasta molto confusa:
cosa voleva dire Jack?
Davis uscì dal bagno. Non si aspettava
di trovare qualcuno nelle toilette, invece vide Jack.
«Come mai sapevo che ti avrei
visto, oggi?» chiese, dirigendosi a lavarsi le mani.
«Riesci a prevedere le mie mosse
senza rivivere le giornate! Beh... stiamo facendo progressi,
Davis!» disse
Jack, avvicinandosi. «Peccato che tu non possa fare altri
progressi...».
«Se pensi che solo Tru può
tenerti testa, stai errando!» disse Davis, in aria di sfida.
Chiuse l’acqua.
«Ah, davvero? E come mai è qui
ora?» chiese Jack, con un sorriso beffardo sul viso.
Davis era rimasto senza parole.
«Sarà venuta a dirmi qualcosa di
più sulla persona che tu vuoi uccidere oggi!».
«Secondo me è venuta perché non
si fida ancora di te...» disse Jack.
Di nuovo, le parole di Jack
colpirono nel segno.
«Come dicevo prima...» aggiunse
Jack. «Non puoi fare molti progressi nel rivivere le
giornate. E quindi non ti
potrai neanche ricordare il... discorso che abbiamo avuto io e te,
ieri!».
Davis cercava in tutti i modi di
tenere testa a Jack, ma era molto difficile. «E di cosa
avremmo parlato?»
chiese.
Jack sorrise. «E’ interessante
vedere come alcune circostanze possono cambiare
l’atteggiamento di alcune
persone...».
Davis era confuso.
«Vedi...» continuò Jack.
«Ieri...
Sarà che non sei nel tuo ambiente di lavoro o forse
è il fatto che non ti abbia
preso così alla sprovvista, ma credo che oggi sarai meno
incline a cercare di
capire quello che sto per dirti...».
Davis non rispose. Le parole di
Jack aveva insinuato il lui il dubbio: meno incline a capire le sue
parole?
«Di cosa abbiamo parlato?» chiese
Davis, guardandolo negli occhi, cercando di reggere una maschera
impassibile
sul suo volto.
«Oh, abbiamo avuto una
discussione molto interessante io e te, ieri!»
spiegò Jack. «Abbiamo parlato
del fatto che Tru sta lentamente scivolando verso un gigantesco buco
nero che
inghiottirà tutti quanti... se non si ferma!».
«Tru non si fermerà e di certo
non sarò io a dirle di farlo!» fece Davis, fermo
sulla sua posizione.
«Il fatto... sì, il fatto è che
ieri... avevi detto l’opposto!» mentì
Jack.
Davis rimase immobile. «Stai
mentendo!».
«So che è più facile pensare
così, ma... no!» disse Jack. «Ieri mi
hai dato il tuo appoggio!
Davis si voltò, per evitare
qualsiasi tipo di contatto visivo con Jack. «Non... non
è vero!».
«Sì, Davis...» ripeté Jack.
Davis fece un lungo respiro: non
poteva essere vero.
«Davis...» riprese Jack. «Vuoi
dirmi che sei sempre d’accordo con Tru?».
L’uomo non rispose. Jack aveva
ragione: negli ultimi tempi Tru e lui si erano trovati più
volte in disaccordo.
«Vedi il corso della vita come
quello di un fiume...» disse Jack.
Davis non capiva dove stava
andando a parare.
«Ogni volta che Tru salva qualcuno,
devi questo corso! E lo sta facendo di continuo!».
Davis cominciava a capire il
ragionamento di Jack. «E... e cosa accade... se... se il
corso viene deviato?»
chiese.
Jack fu sorpreso: Davis stava
realmente entrando nella sua ottica. Fece un sorriso e rispose.
«Accade... che
il fiume non sfocerà nello stesso mare!».
Davis rifletté: Jack stava
facendo uscire tutto quello che lui aveva cercato di reprimere per anni.
«Il fiume sta già scorrendo
altrove e, a mio parere, stanno nascondo troppi Jensen... E ti
assicuro, quelle
sono le deviazioni più pericolose!».
Davis si voltò di scatto e guardò
negli occhi Jack.
«Se Tru non avesse fatto nulla,
lui sarebbe morto! Ha salvato una vita! Una vita!!»
urlò Davis.
«La tua bontà d’animo sta
offuscando la tua ragione, Davis!».
Tra i due vi fu ancora uno
scambio di sguardi.
«Io ti ho detto cosa sta
succedendo: ti ho detto che Tru sta modificando irreparabilmente il
Destino e
che questo ci sta facendo cadere nel baratro più oscuro che
esista...».
«Come fai a sapere che Tru non
stia facendo del bene!?» chiese Davis.
«E tu come fai ad essere certo
che lo stia facendo?» rispose Jack. «Quello che
so... è che se il Destino ha
scritto la storia, non trovo nessun motivo valido per tentare di
riscriverla!».
Davis stava quasi ansimando:
tutte le sue certezza si stavano sgretolando tanto velocemente che
avrebbe
fatto molta fatica a ricostruirle.
«Io il mo dovere l’ho fatto...»
disse Jack. «Ora sta a te, Davis...».
L’uomo era spaventato.
«Conto su di te...» aggiunse
Jack, prima di uscire dal bagno.
Quando la porta si chiuse, Davis
prese ad ansimare più velocemente. Si appoggiò al
lavandino e accese l’acqua
fredda.
Ne prese un po’ sulle sue mani e
si sciacquò la faccia, sperando che con essa tutti i dubbi
che gli aveva
gettato addosso Jack sparissero.
Non era così.
In quel momento gli fu quasi
chiaro quello che doveva fare: seguire Jack.
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Allora? Piaciuto?
Lo so, è un po’ lunghetto, ma per
me scrivere questo capitolo è stato fantastico!! Davvero!!
Esplora molto la personalità dei
personaggi e la loro posizione in questa battaglia. Tutte le
convinzioni si
ribaltano e molti pensano di stare sbagliando.
Mi è piaciuto specialmente
sviluppare il personaggio di Davis: da ometto tranquillo e
“schiavo” delle idee
di Tru, sta cominciando a sviluppare delle sue idee sulla faccenda e a
capire
che forse si trova sul lato sbagliato del campo.
Riguardo a Jack... Beh, il mentire a Davis per far vacillare le sue
convinzioni è stato molto bastardo, lo ammetto! E' un colpo
basso, sì, ma la lotta sta diventando davvero dura: ora Tru
vuole salvare un'altra persona che non le ha chiesto aiuto... Jack si
è ritrovato alle strette!
Voi
cosa pensavate di personaggi
in generale negli episodi che hanno mandato in onda? Mi piacerebbe
molto saperlo...
Grazie
1000000000!
Al prossimo capitolo!
Ciao ciao!