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Autore: TruvsJack    30/03/2008    2 recensioni
Ora che le carte sono quasi tutte in gioco, resta solo una cosa da fare: cercare di capire da che parte stare... Non sarà un momento facile nè per Tru nè per Harrison, questo... // Questo è l'episodio successivo al 2.07 "Lo scambio" della FanFiction su Tru Calling scritta da me. Buona lettura!!
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Tru Calling 2.08 "Eclissi interiore" - Capitolo 3: "Non di nuovo..."

Ecco il capitolo 3!! Ho visto dal commento di Lyrapotter che il Capitolo 2 è stato veramente difficile da seguire... (Questo era quello che volevo!! Hihi...) ma spero che questo sia un po' più rivelatore! Ora sto pubblicando da un mio amico (Un grazie anche a lui che mi dice sempre quello che può non funzionare!) per vari problemi al mio maledetto pc!! Ma lasciamo stare... cercherò di pubblicare sempre ogni sabato della settimana!! Passiamo ad altro, però...

Prima di tutto, però, volevo dire a Lyrapotter: non sei poco recettiva, anzi!! Hai colto quasi tutti i punti che andavano evidenziati (anche se i più difficili da vedere sono rimasti nacosti... hihi! Li scoprirete più avanti, comuqnue!):

- credo sia ormai chiaro che Tru ha il potere e che Harrison lo avrà solo quando sarà Tru a perderlo... (non fate molto conto su questo fatto, però: le cose possono cambiare, e lo faranno!! Hihi...)

- i 3 cadaveri: l’uomo dello studio e Tyler sono sicuramente legati alla giornata, però forse ti è sfuggito un particolare con il primo...

- i ruoli di Thomas e Sarah sono ovviamente correlati alla vittima nello studio, ma il come lo si capirà meglio con i prossimi capitoli...

- Jack: ecco... qui è stata una parte difficile da scrivere!! Non volevo che le intenzioni di Jack fossero chiare fin dall’inizio e ho cercato di confondere un po’ il discorso (però forse l’ho confuso troppo...), ma vuoi che finisca tutto qui?!? Ovviamente no... Jack ha in mente un piano davvero (scusate la parola...) bastardo e lo si nota già in questo capitolo!!

- Che fine ha fatto Harrison? Beh... Visto che l’unico cadavere dell'incidente che è arrivato in obitorio è quello di Tyler, credo si possa capire che non è morto. Ma il fatto che Tru non sappia che cosa gli sia successo, sarà un forte stimolo. Però rifletti ancora un poco sulla situazione...

Grazie comunque per seguire con così tanta attenzione la mia fanfiction!!

Vi lascio leggere, ora...
Ricordo solo una cosa: le parti in blu sono i flashback.

Buona lettura!!

 

Capitolo 3 “Non di nuovo...”

Ore 8.00
 
Tru si alzò dal letto e di corsa andò verso il telefono di casa, quando si bloccò sulla porta.
«Tru! Il tuo cellulare è scarico...» iniziò Davis.
Tru tornò in camera e prese il cellulare: il giorno prima si era dimenticata di ricaricarlo e se solo l’avesse fatto, Davis sarebbe riuscita a contattarla prima e ora lei saprebbe cosa era successo a Harrison.
Dopo aver messo il cellulare in carica, prese il telefono di casa.

A casa di Davis, lui stava dormendo tranquillamente fra le coperte, quando la sveglia suonò.
L’uomo sussultò. Un gemito uscì dalle coperte.
«Cosa diavolo... Oh Mio Dio...».
Quando si voltò, si accorse di aver tirato un calcio a Carrie. La donna si svegliò di malo modo.
«Davis... Cosa succede? Mi hai fatto male...» disse la donna, con voce ancora assonnata.
«Emh... Scusami...» disse, voltandosi verso di lei.
Il telefono di Davis squillò.
«Ma chi diavolo può essere a quest’ora?» fece lui.
Prese il telefono e rispose. «Pronto?».
«Davis...».
«Ciao, Tru! Che succede? Perché mi chiami così presto?».
«E’ uno di quei giorni, Davis...» fece lei, preoccupata.
«Non riesce ad avere un giorno libero, eh!» disse lui, mettendosi a sedere sul letto.
«Sì, questa volta la vittima sarà uno dei partecipanti al Concorso di Scrittura!».
«Sembra un vera maledizione, però...» commentò Davis, sarcasticamente.
«Qui la maledizione è un’altra!!» disse Tru. «Poco prima che il cadavere mi chiedesse aiuto... tu mi hai chiamato e mia hai detto che era successo qualcosa ad Harrison...».
«Di nuovo...?».
«Non so cosa sia successo quindi non so se sia... morto. Ma devo prepararmi al peggio...». La voce di Tru era davvero preoccupata. «Oggi deve andare in campeggio con Every, Tyler e un amico di Tyler, quindi credo possano aver fatto un incidente o qualcosa del genere...».
«Certo, credo sia l’unica cosa che tu possa pensare...» disse Davis.
«A dire il vero ne ho pensate di cose, in un solo secondo: una rapina in autogrill, qualche problema alla mia auto... Come faccio a prevedere tutto questo?» domandò Tru.
«Non puoi...» disse Davis. «E’ impossibile! Per ora puoi solo evitare che vada in campeggio con la tua auto!!».
«No, devo proprio evitare che vada in campeggio...» disse Tru.
«Quella è di certo la soluzione migliore, ma pensa... Every si fa già tante domande su di te! Non credi che si insospettirebbe molto?».
«Ho già in mente un piano...» fece Tru.
«Bene...».
«Davis...» riprese Tru, con voce affranta. «Ho bisogno del tuo aiuto...».
«Dimmi tutto, Tru!».
«Non posso lasciare che mio fratello ci rimetta ancora la vita... Dovrai occuparti tu della vittima alla gara!».
Davis rimase qualche secondo in silenzio. «Tru, non so se riesco a gesti...».
«Sì che ce la fai, Davis!» lo incoraggiò Tru. «Ho bisogno di te ora più che in qualsiasi altro momento...».
«Io non riesco a tenere a bada Jack...» spiegò Davis. «L’ultima volta che ci ho provato mi sono ritrovato svenuto nella mia auto mentre un uomo stava andando da tuo fratello per ucciderlo!!».
«Davis, non devi preoccuparti! So che ce la puoi fare...». La voce di Tru era così disperata che Davis si convinse: doveva aiutarla.
«E con Jensen come fai? Cosa gli dico quando vedrà che non ci sarai?» chiese l’uomo.
«Grazie, Davis!! Ci penso io, a questo...» disse Tru.
«Ok!»
«Ascoltami, ora...» disse Tru. «Non so il nome della vittima, ma è un uomo, uno dei partecipanti. Quando lo abbiamo trovato, il corpo era ancora caldo, quindi...».
«Quindi doveva essere morto da più di due ore, perché altrimenti avrebbe già iniziato a raffreddarsi!».
«Esatto. E abbiamo trovato il corpo verso le 19.30, quindi l’ora della morte va dalle 17.15 alle 19.30! Credo anche di aver capito quale sia la causa della morte...» spiegò Tru.
«Qual è?» chiese Davis.
«L’uomo aveva dei segni intorno al collo, quindi penso sia per strangolamento. Non so chi sia stato, né che rapporti avesse con gli altri partecipanti... So solo che è il terzo dei partecipanti per il miglior Racconto di Avventura...».
«Ok, il terzo ai Racconti di Avventura! Riesci a darmi anche una descrizione fisica o qualche altro particolare?» chiese Davis.
«Sì...» fece Tru.
Mentre Davis parlava al telefono con Tru, Carrie aveva già sentito abbastanza per capire che Tru aveva rivissuto la giornata.
Prese le lenzuola e si alzò dal letto, mentre Davis cercava dei boxer intanto che parlava al telefono con Tru, un po’ imbarazzato, ma comunque concentrato nel discorso.
Senza farsi notare, Carrie si avvicinò alla sua borsetta e tirò fuori il cellulare.
Con calma si diresse in bagno e aprì il cellulare.
«Jack, sono io...» disse.
«Stavo per chiamarti, quando mi sono ricordato che questa notte dovevi passarla con Davis... A proposito, come è andata? E’... un tipo esigente?» fece Jack, a casa sua.
«Non più di tanto...» rispose Carrie. «E’ filato tutto liscio...».
«Se voleva essere una battuta, era un po’ volgare!» disse Jack, ridendo. «Piuttosto, perché hai chiamato?».
«Perché so che hai rivissuto la giornata...» spiegò Carrie, sottovoce: non doveva farsi sentire da Davis.
«Aaah...» fece Jack. «Vedo che Tru non perde tempo!».
«Già...» commentò Carrie, con una nota di disprezzo nella sua voce. «A quanto ho capito vuole che Davis si occupi della vittima perché lei è occupata altrove...».
«So dove vuole andare: ieri ho visto il cadavere di Tyler all’obitorio. Tru cercherà di salvare anche lui...».
«Quindi non è stato quel ragazzo a chiederle aiuto...» fece Carrie.
«No, infatti. E ci sta provando ancora...». La voce di Jack lasciava traspirare un po’ di  risentimento.
«Come devo agire?» chiese Carrie.
Jack si morse il labbro, riflettendo quei pochi secondi che gli servivano per elaborare un piano. «Questa volta dovrai stare molto attenta...» disse poi.
«Hai già in mente qualcosa?» chiese Carrie.
«Sì...» disse Jack.

 
Ore 9.03

Tru suonò il campanello dell’appartamento 711.
La porta si aprì e suo fratello la guardò con un sorriso 32 denti.
«Non ti aspettavo così presto, sorellina! Benvenuta nella mia umile dimora...» disse Harrison.
«Harrison...» fece Tru, con tono grave. «Devi cambiare i programmi per oggi!».
«Cosa?!» urlò lui.

 
Ore 11.13

«Cosa?!» urlò Every, gettando a terra il suo zaino.
«Anche io contavo molto su questo pic-nic...» spiegò Harrison, davanti all’auto di Tru.
«Lo so, scusate...» disse Tru. «Ma non è colpa mia se si è guastata anche la mia auto!».
«Io ho qualche conoscenza nel campo dei motori...» si intromise Jason. «Potrei darle un’occhiata?».
Tru doveva ritornare ad utilizzare le sue piccole scuse. «Senza offesa, ma preferirei che la veda un... vero esperto» disse con un sorriso.
«Beh, è ovvio!» fece Jason, un po’ imbarazzato. «Comunque... mi chiamo Jason Swan. Scrivo per il giornale dell’Università...».
Il ragazzo porse la mano a Tru. «Piacere!».
Tru sorrise e gli strinse la mano. «Tru Davies, sorella di Harrison...».
«Oh, lo so...» disse lui.
Nessuno parlava più.
Jason si mise le mani in tasca e rimase a guardare Tru negli occhi.
«Jason...» disse Every a bassa voce.
Il ragazzo fece finta di non sentirla e continuò a fissare Tru, sorridendo.
«E’ già impegnata!» aggiunse Every.
Jason cercò si mantenere il sorriso, ma poi si voltò. «Ok... Questa è stata... la peggior figura della mia vita!!» commentò.
Tru si mise a ridere con Every.
«Ma quindi cosa si fa oggi?» chiese Tyler.
«Emh... stiamo a casa mia!» spiegò Harrison. «Ho appena finito di arredare l’appartamento ed è... ora di inaugurarlo!».
«Ok!» dissero Tyler e Jason.
«E noi potremo avere tutto il tempo per noi...» aggiunse Harrison a Every.
«Va bene...» fece lei, sorridendo.
Harrison si avvicinò per baciarla, ma lei si spostò. «Però lo zaino me lo porti tu di sopra...».
Detto questo, sorrise e se ne andò verso l’appartamento.
Jason e Tyler la seguirono.
«Harrison...» lo fermò Tru, parlando a bassa voce.
«Cosa c’è?» chiese lui.
«Ti lascio il compito di tenere sotto controllo la situazione...» spiegò lei. «Davis non si sente sicuro a gestire la cosa da solo al concorso! Ora è tutto nelle tue mani!».
Il tono di Tru era severo.
Harrison era preoccupato. «Ora che ho scoperto di non avere il potere, mi ritrovo lo stesso a dover salvare le vite...».
«Fratellino...» disse Tru.
«Stavo scherzando!» fece lui.
Tru lo guardò negli occhi per qualche secondo: stava cercando di nascondere la sua preoccupazione dietro qualche battuta e qualche sorriso.
«Ricorda...» riprese Tru. «Non dovete utilizzare l’auto! E’ essenziale che non lo facciate!! Hai capito?».
Harrison annuì.
Tru lo baciò sulla guancia. «Buona fortuna, fratellino!».

 
Ore 11.48

 
«Grazie per essere venuto a prendermi da Harrison...» disse Tru a Jensen. «Devo portare la mia auto a riparare...».
Tru e Jensen erano appena entrati nella palestra, già piena di gente seduta ad ascoltare la Lettura di Poesie, iniziata da poco meno di 50 minuti.
«Dove saranno Davis e Carrie?» chiese Tru.
«Non lo so...» rispose Jensen. «Credo si siano seduti nelle le prime file! Sono arrivati presto...».
Tru e Jensen guardarono in giro: non era molta la gente in piedi. Erano quasi tutti seduti ad ascoltare le poesie.
Tra la gente in piedi, però, Tru notò l’unica persona che non voleva vedere: Jack Harper.
«Non... Non devi andare a preparare le tue cose?» chiese a Jensen senza distogliere lo sguardo da Jack.
«Sì, hai ragione!» fece Jensen. «Ora vado subito...».
«Buona fortuna!» disse Tru, distaccata. Era troppo impegnata a seguire Jack con lo sguardo, a qualche metro di distanza da lei che cercava da bere sul bancone del ristoro.
Jensen lasciò Tru, che subito non perse tempo: a passo svelto si diresse da Jack.
Con la sua camminata non ci mise molto a raggiungerlo.
«Vattene!» gli disse, a bassa voce, appena lo raggiunse.
«Ah, Tru! Eccoti finalmente!» fece Jack, sorridendo.
«Ti ho detto di andartene...».
«Oh, non credo proprio!» rispose Jack. «Questa volta più delle altre...».
Il terrore pervase gli occhi di Tru.
«Sì, Tru...» continuò l’uomo. «Non so se riesco a lasciartelo fare. Non di nuovo...».
«Tu... tu osa fare qualcosa a Harrison e le uniche conseguenze gravi saranno per te!».
Jack rimase fermo per qualche secondo: Harrison? Lui non voleva fare nulla a Harrison: non era morto nel giorno 1, a differenza di Tyler.
L’uomo non ci mise molto a capire: Tru non sapeva chi era morto, o almeno, non di preciso. Sapeva che c’era stato un incidente e che era successo qualcosa a qualcuno, ma evidentemente lei credeva fosse morto Harrison.
«Che c’è?» disse Tru. «Paura di perdere ancora?».
«Oh, no, mia cara!» rispose Jack, prontamente. «Con Jensen sei solamente stata fortunata, ma questa volta chi vuoi salvare è lontano dalla scena del crimine... Come farai a controllarne due a distanza? Mmm... questa volta la vedo difficile!».
«Se credi che non possa farcela, ti stai sbagliando!» esclamò Tru.
«Ma non vedi che hai l’Universo intero contro, Tru!» fece Jack.
Quelle parole sembrarono colpire Tru nel cuore: erano tanto inaspettate quanto vere.
«Harrison, Luc, Jensen, addirittura tu…» continuava l’uomo. «Se questi non li chiami segnali, come li chiami?».
Tru non rispose. Non poteva dire che Jack non avesse ragione: quattro persone, tra le quali lei, nelle ultimi 2 erano morte.
«Di tutte quelle che mi hanno chiesto aiuto, ho perso solo Luc, e a causa tua...» fece Tru, con la rabbia che rinasceva.
«Ma è il Destino stesso che ti sta dicendo di fermarti! Non puoi vincere! Quante persone devono ancora morire prima che tu lo capisca?!» aggiunse Jack.
Tru era rimasta veramente sconvolta dalle parole pronunciate dalla sua nemesi.
«Io non voglio che ti accada nulla, credimi Tru... Ma questa battaglia è fuori dalla tua portata!».
«E per te no?» chiese Tru, in aria di sfida.
Jack si mise a ridere. «Ti è così difficile da capire, Tru?! Tu non stai lottando contro di me... Stai lottando contro ciò che è prestabilito!». Jack le si avvicinò e abbassò la voce, ma il suo tono rimase comunque severo. «Stai lottando contro il Destino!».
«Quindi vuoi dire che è già prestabilito che io perda?» domandò lei.
Jack non rispose.
Tra i due vi fu silenzio per qualche secondo.
«Sei sicura di quello che è accadendo, Tru?» chiese Jack, all’improvviso.
Tru rimase confusa per qualche secondo. «Cosa vuoi dire?».
Jack non rispose. Non sapeva il perché, ma sentiva che doveva aiutare Tru in qualche modo. Non voleva dirle che era morto Tyler, non poteva, avrebbe rovinato tutto. Eppure sentiva il bisogno di darle un indizio, un qualcosa che la potesse mettere in guardia.
Una strana sensazione si era creata in lui: dopo quello che gli era accaduto quando aveva ricevuto il potere, era certo di essere dalla parte giusta.
Ma ora che aveva incontrato la sua rivale, ora che aveva di fronte tutto ciò che cercava di lottare, essa era riuscita a insinuare il lui il dubbio. Un piccolo, atroce dubbio che cominciava a logorarlo dall’interno.
Un applauso si levò dagli spettatori della competizione.
«E ora decretiamo la sezione di Lettura di Poesie terminata...» disse la voce del presentatore. «Ora se volete accomodarvi, il bancone del ristoro è alla vostra sinistra!».
Dopo un breve applauso, la gente cominciò ad alzarsi.
Jack si allontanò di qualche passo da Tru.
«Cosa vuoi dire, Jack? Che cosa sta succedendo?».
«Sei sicura di quello che è accaduto?» fece lui, nuovamente.
Detto questo, la gente cominciò ad arrivare e di due si ritrovarono divisi.
Tru era rimasta molto confusa: cosa voleva dire Jack?

Davis uscì dal bagno. Non si aspettava di trovare qualcuno nelle toilette, invece vide Jack.
«Come mai sapevo che ti avrei visto, oggi?» chiese, dirigendosi a lavarsi le mani.
«Riesci a prevedere le mie mosse senza rivivere le giornate! Beh... stiamo facendo progressi, Davis!» disse Jack, avvicinandosi. «Peccato che tu non possa fare altri progressi...­».
«Se pensi che solo Tru può tenerti testa, stai errando!» disse Davis, in aria di sfida.
Chiuse l’acqua.
«Ah, davvero? E come mai è qui ora?» chiese Jack, con un sorriso beffardo sul viso.
Davis era rimasto senza parole.
«Sarà venuta a dirmi qualcosa di più sulla persona che tu vuoi uccidere oggi!».
«Secondo me è venuta perché non si fida ancora di te...» disse Jack.
Di nuovo, le parole di Jack colpirono nel segno.
«Come dicevo prima...» aggiunse Jack. «Non puoi fare molti progressi nel rivivere le giornate. E quindi non ti potrai neanche ricordare il... discorso che abbiamo avuto io e te, ieri!».
Davis cercava in tutti i modi di tenere testa a Jack, ma era molto difficile. «E di cosa avremmo parlato?» chiese.
Jack sorrise. «E’ interessante vedere come alcune circostanze possono cambiare l’atteggiamento di alcune persone...».
Davis era confuso.
«Vedi...» continuò Jack. «Ieri... Sarà che non sei nel tuo ambiente di lavoro o forse è il fatto che non ti abbia preso così alla sprovvista, ma credo che oggi sarai meno incline a cercare di capire quello che sto per dirti...».
Davis non rispose. Le parole di Jack aveva insinuato il lui il dubbio: meno incline a capire le sue parole?
«Di cosa abbiamo parlato?» chiese Davis, guardandolo negli occhi, cercando di reggere una maschera impassibile sul suo volto.
«Oh, abbiamo avuto una discussione molto interessante io e te, ieri!» spiegò Jack. «Abbiamo parlato del fatto che Tru sta lentamente scivolando verso un gigantesco buco nero che inghiottirà tutti quanti... se non si ferma!».
«Tru non si fermerà e di certo non sarò io a dirle di farlo!» fece Davis, fermo sulla sua posizione.
«Il fatto... sì, il fatto è che ieri... avevi detto l’opposto!» mentì Jack.
Davis rimase immobile. «Stai mentendo!».
«So che è più facile pensare così, ma... no!» disse Jack. «Ieri mi hai dato il tuo appoggio!
Davis si voltò, per evitare qualsiasi tipo di contatto visivo con Jack. «Non... non è vero!».
«Sì, Davis...» ripeté Jack.
Davis fece un lungo respiro: non poteva essere vero.
«Davis...» riprese Jack. «Vuoi dirmi che sei sempre d’accordo con Tru?».
L’uomo non rispose. Jack aveva ragione: negli ultimi tempi Tru e lui si erano trovati più volte in disaccordo.
«Vedi il corso della vita come quello di un fiume...» disse Jack.
Davis non capiva dove stava andando a parare.
«Ogni volta che Tru salva qualcuno, devi questo corso! E lo sta facendo di continuo!».
Davis cominciava a capire il ragionamento di Jack. «E... e cosa accade... se... se il corso viene deviato?» chiese.
Jack fu sorpreso: Davis stava realmente entrando nella sua ottica. Fece un sorriso e rispose. «Accade... che il fiume non sfocerà nello stesso mare!».
Davis rifletté: Jack stava facendo uscire tutto quello che lui aveva cercato di reprimere per anni.
«Il fiume sta già scorrendo altrove e, a mio parere, stanno nascondo troppi Jensen... E ti assicuro, quelle sono le deviazioni più pericolose!».
Davis si voltò di scatto e guardò negli occhi Jack.
«Se Tru non avesse fatto nulla, lui sarebbe morto! Ha salvato una vita! Una vita!!» urlò Davis.
«La tua bontà d’animo sta offuscando la tua ragione, Davis!».
Tra i due vi fu ancora uno scambio di sguardi.
«Io ti ho detto cosa sta succedendo: ti ho detto che Tru sta modificando irreparabilmente il Destino e che questo ci sta facendo cadere nel baratro più oscuro che esista...».
«Come fai a sapere che Tru non stia facendo del bene!?» chiese Davis.
«E tu come fai ad essere certo che lo stia facendo?» rispose Jack. «Quello che so... è che se il Destino ha scritto la storia, non trovo nessun motivo valido per tentare di riscriverla!».
Davis stava quasi ansimando: tutte le sue certezza si stavano sgretolando tanto velocemente che avrebbe fatto molta fatica a ricostruirle.
«Io il mo dovere l’ho fatto...» disse Jack. «Ora sta a te, Davis...».
L’uomo era spaventato.
«Conto su di te...» aggiunse Jack, prima di uscire dal bagno.
Quando la porta si chiuse, Davis prese ad ansimare più velocemente. Si appoggiò al lavandino e accese l’acqua fredda.
Ne prese un po’ sulle sue mani e si sciacquò la faccia, sperando che con essa tutti i dubbi che gli aveva gettato addosso Jack sparissero.
Non era così.
In quel momento gli fu quasi chiaro quello che doveva fare: seguire Jack.

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Allora? Piaciuto?
Lo so, è un po’ lunghetto, ma per me scrivere questo capitolo è stato fantastico!! Davvero!!
Esplora molto la personalità dei personaggi e la loro posizione in questa battaglia. Tutte le convinzioni si ribaltano e molti pensano di stare sbagliando.
Mi è piaciuto specialmente sviluppare il personaggio di Davis: da ometto tranquillo e “schiavo” delle idee di Tru, sta cominciando a sviluppare delle sue idee sulla faccenda e a capire che forse si trova sul lato sbagliato del campo.
Riguardo a Jack... Beh, il mentire a Davis per far vacillare le sue convinzioni è stato molto bastardo, lo ammetto! E' un colpo basso, sì, ma la lotta sta diventando davvero dura: ora Tru vuole salvare un'altra persona che non le ha chiesto aiuto... Jack si è ritrovato alle strette!

Voi cosa pensavate di personaggi in generale negli episodi che hanno mandato in onda? Mi piacerebbe molto saperlo...

Grazie 1000000000!
Al prossimo capitolo!
Ciao ciao!

  
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