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Autore: Nemainn    01/10/2013    3 recensioni
Seguire l'istinto, il cuore, la voce che ci sussurra nell'anima. Cosa accade quando lo facciamo? Quando le diamo retta?
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'aria, pregna di umidità, accarezzava le mura sbrecciate, di pietra antica, con dita gelide. Radi ciuffi d'erba dura, sfiorati dal giallo di un autunno alle porte, facevano cocciutamente capolino nelle crepe.
Maeve camminava inquieta tra quelle pietre, la terra scura e fresca sotto di lei, l'aria colma di odori. L'oceano, grigio e in perenne movimento, era lontano, sotto la scogliera. Dove quelle pietre ancora ricordavano che un tempo, lì c'era stato un castello, cantava la sua eterna canzone.
Il momento era vicino, il suo istinto glielo diceva.
Camminava, sempre più stanca, cercando un posto riparato, un rifugio. L'istinto l'aveva guidata e ora si sentiva sperduta. Non aveva mai vagato tra quelle antiche pietre, non aveva mai sfiorato quel suolo pregno della memoria di centinaia di vite.
Ma era il posto giusto, lo sapeva.
Tutto il suo corpo vibrava in risposta a quelle sensazioni, così profonde da farle sentire lunghi brividi.
Il primo crampo la colse impreparata e sentì la paura sfiorarla ma, come se il suo istinto, simile a una bussola che infallibile punta a Nord, l'avesse guidata con amore, davanti a lei vide un angolo riparato, asciutto, dove le mura ancora davano rifugio.
Maeve ci entrò, sentendo di essere ormai prossima.
I dolori erano forti, ma sapeva lo sarebbero stati.
L'istinto ancora una volta la guidò e, alla fine del doloroso travaglio, davanti a lei c'erano i suoi piccoli. Meravigliosi, vivi, minuscoli.
L'amore incondizionato esplose nel suo cuore a quella vista, le fusa iniziarono inconsapevoli mentre, con dolcezza, puliva le sue creature. La linguetta ruvida accarezzava quelle vite appena sbocciate che cercavano il suo calore ciecamente, con assoluta fiducia.
Maeve sentiva il cuore traboccare di felicità.
Era stanca, sfinita, ma continuò a leccare i piccoli, scaldandoli, pulendoli, portando il suo amore in ogni gesto.
L'amore, pensò Maeve, era quello che la aveva guidata in quel piccolo rifugio. Era sicura che lì, tra le tante tragedie, fossero successi anche molti miracoli. Madri che davano la vita ai figli, amandoli, cercandoli, nutrendoli e proteggendoli.
Si, ne era certa.
Aveva fatto la scelta giusta andando in quel posto per dare il primo respiro ai suoi piccoli.
Con il cuore colmo di quell'amore immenso, che faceva dimenticare dolore e stanchezza, la gatta osservò i suoi cuccioli, tutti splendidi e perfetti. Tutti vivi. Piccole vite che sarebbero cresciute, piccole vite colme d'amore.
La sua gioia era immensa ma lo era anche la sua stanchezza e, facendo le fusa, si addormentò.









N.d.A.

Grazie a tutti per aver letto!
Se può interessare su FB c'è la pagina autrice della sottoscritta, cercate "Le storie di Nemainn"! :D

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