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Autore: _Giuggiola_    30/03/2008    11 recensioni
[...]...ormai quanti anni erano passati dal giorno della sua laurea? 7? No, 8. E ormai Logan faceva parte del suo passato. Non lo aveva più visto né sentito. Non aveva più saputo nulla né di lui né della sua famiglia. E forse era stato meglio così...
Questa fanfiction è per tutti quelli che come me, dopo aver visto l'ultima puntata della settima serie, hanno sentito l'amaro in bocca per come tutto si è concluso...
Ambientata 8 anni dopo la 7x22, vi mostro cosa potrebbe succedere! Hope you enjoy it!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Logan Huntzberger, Rory Gilmore
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il "Gilmore"





-Buongiorno Rory, ha appena chiamato il signor Carline. Per la 4° volta nell’ultima settimana. Ha chiesto se cortesemente puoi degnarlo di una chiamata.- disse Mia, alzandosi immediatamente dalla sua postazione e cominciando a correre dietro il suo superiore che, come al solito, era in ritardo e che quindi camminava in modo molto simile ad un’atleta che affronta una maratona, dirigendosi verso il suo ufficio.

-Oddio! Non posso credere di non averlo ancora richiamato. Ti prego Mia, appena sarò seduta alla mia scrivania passamelo sulla 2, grazie! Anzi, no! Prima devo chiamare mia madre. Puoi chiamarmelo dopo?- chiese una Rory con gli occhi da cane bastonato alla sua assistente/segretaria che era anche una di quelle poche persone che gli erano veramente amiche da quando si era trasferita a Manhattan e aveva fondato un giornale tutto suo, dopo aver lavorato presso il Chronicle prima, e il New York Times dopo.

Lorelai Leight Gilmore non era più la reporter che come primo incarico aveva avuto quello di seguire la campagna di Barack Obama nelle elezioni del 2008. Rory Gilmore era ormai una donna. Una donna conosciuta e rispettata, ma che non aveva mai perso quella semplicità che l’aveva sempre caratterizzata.
Quella semplicità e freschezza che le erano state trasmesse dalla madre, con la quale aveva un rapporto che poche figlie hanno con la propria madre.
Grazie a quella campagna aveva conosciuto molte persone in giro per l’America. Persone importanti che l’avevano presentata a persone altrettanto importanti e che le avevano portato agganci a riviste molto note. Il suo primo incarico dopo quella esperienza? Il Chronicle.
Già, proprio a San Francisco, dove avrebbe potuto vivere avendo un marito, se solo avesse accettato la proposta di Logan Huntzberger, il suo più grande amore.
Ma ormai quanti anni erano passati dal giorno della sua laurea? 7? No, 8. E ormai Logan faceva parte del suo passato. Non lo aveva più visto né sentito. Non aveva più saputo nulla né di lui né della sua famiglia. E forse era stato meglio così. Forse accettando allora la sua proposta, non sarebbe potuta arrivare dove era arrivata.
A creare una rivista che per importanza si trovava quasi al pari dei grandi magazine come il giornale di Providence, la cui offerta di un posto era stata rifiutata anni prima dalla giovane imprenditrice.
Il “Gilmore” era un giornale nuovo, dotato della stessa semplicità della sua fondatrice. C’erano articoli riguardanti temi seri come le questioni del Medio Oriente, che purtroppo non erano ancora state del tutto risolte, o come la ricostruzione di New Orleans. Ma anche qualcosa di più leggero, come eventi mondani, servizi fotografici di stilisti tra i più famosi al mondo e foto di alcune delle opere più belle degli artisti emergenti.
La redazione del Gilmore si trovava al 32esimo piano di un grattacelo che in tutto ne aveva 43, al pieno centro di Manhattan, la città più caotica che Rory avesse mai visto. Aveva 49 dipendenti di cui conosceva nomi, età, debolezze e punti forti. Conoscere bene tutte le persone con cui lavorava, creava un’aria familiare in quella redazione che nulla avrebbe potuto sostituire. Le piaceva parlare con Milly, la ragazza che si occupava dell’aspetto della copertina mensile, con Bud il ragazzo che consegnava i giornali e il vecchio custode, il Signor Curtis che ogni mattina la salutava con il suo sorriso bonario e un –Buongiorno Miss Gilmore-.
Non le piaceva molto essere chiamata a quel modo, preferiva che tutti le dessero del tu e proprio per questo l’anziano custode non lo faceva. Diceva che amava distinguersi, ed era l’unico al quale lo permetteva.
Quando la sua impresa aveva cominciato ad ingranare, tutte le persone che aveva assunto (la maggior parte lavoravano ancora con lei, salvo poche eccezioni), si erano imposte di darle del ‘lei’, come si conviene, e a nulla servivano le sue proteste ogni volta che lo facevano. Così un giorno, aveva indetto una riunione alla quale dovevano partecipare tutti, compresi Bud e Todd, il ragazzo che prendeva le ordinazioni per i pranzi di tutti e che consegnava anche la posta, e con uno dei suoi soliti discorsi aveva imposto una regola: tutti dovevano chiamarla Rory.
Ai più anziani c’era voluto un po’ per capacitarsene, ma tempo qualche mese e il ‘boss’ dell’azienda non era più “Miss Gilmore” ma semplicemente “Rory”.

-Ok. Ha chiamato anche John, chiede la conferma per stasera e David non capisce perché non ti sei presentata alla mostra di ieri sera.- concluse Mia seguendo una Rory trafelata che cercava di reggersi in piedi tra tacchi alti, corsa, caffè nero di Starbucks in mano, e borsa da lavoro.

Raggiunsero il suo ufficio e finalmente la donna potè posare tutto ciò che aveva in mano, finalmente più serena.
Rimase qualche secondo in silenzio, guardando la sua assistente che la guardava con un occhiata di rimprovero.

-Ok, è vero, mi sono completamente dimenticata della mostra! Richiamalo e digli che nel prossimo numero ci saranno le foto dei suoi capolavori meglio considerati dai nostri critici, va bene? Vedrai che si consolerà molto presto dopo questa notizia.- finì sorridendo a mo’ di scusa.

Mia, una ragazza qualche anno più piccola di Rory, capelli neri come la pece e occhi castani circondanti da occhiali da vista D&G, sbuffò, annuì e poi uscì.
Rory, finalmente rimasta sola, si lasciò cadere sul divanetto e pensò ad una nuova giornata che era appena cominciata e soprattutto a quando sarebbe finita.
Quella notte non aveva riposato tranquillamente e neanche lei sapeva perché. Aveva uno strano presentimento, ma non sapeva dire di cosa si trattasse.

-Rory! Dobbiamo assolutamente discutere di una cosa!- disse una voce catapultandosi nell’ufficio del capo.

-Non se ne parla! La sto aspettando da 20 minuti e io ho il diritto di parlarle prima di te!- disse un’altra voce femminile all’interno della stanza.

-No, mie care. Se dobbiamo parlare di diritto, allora vinco io. Sono al lavoro da 1 ora devo per forze parlare con Rory di una cosa, quindi via! Aria!- cominciò una voce maschile sovrastando le altre.

-E poi dicono che gli uomini sono dei cavalieri quando vedono una ragazza!- lo rimproverò la prima voce.

-Stooop!- gridò Rory che si era alzata a sedere di botto non appena le tre persone si erano catapultate nel suo ufficio che pur essendo molto grande e arioso, in quel frangente le sembrò spaventosamente piccolo e cupo.

-Allora, quali sono i problemi?- chiese Rory a nessuno di preciso. Appunto per questo tutti cominciarono a parlare contemporaneamente. –Alt! Uno alla volta! Stephen, dimmi.-

L’unico uomo presente nella stanza, si girò verso le due colleghe e dopo un ghigno di scherno, disse: -Stamattina quando sono arrivato in ufficio, prima di tutti,- cominciò sottolineando le ultime parole, -mi sono fermato al 30esimo piano per parlare con un amico e in via strettamente confidenziale, sono venuto a sapere che domani vi sarà una manifestazione, l’ennesima, contro la guerra. Parteciperanno soprattutto i parenti delle vittime. Mogli, madri, fratelli, sorelle ecc ecc. Ci saranno anche alcuni militari. Pensavo che avresti voluto mandare qualcuno per qualche intervista, sopralluogo e quant’altro.-

-Credo sia un’ottima idea Stephen, grazie. Vai tu naturalmente, ma porta con te anche Darrel ed Amy. Hanno bisogno di fare esperienza, e domani sarà sicuramente un’ottima occasione per imparare qualcosa.-

Stephen annuì e andò via, non degnando di uno sguardo le due colleghe.

-Judith, parla.-

La ragazza bionda, vestita in modo molto alternativo e con le punte dei capelli verdi, era l’addetta agli eventi. In poche parole, il suo compito era scoprire in anticipo quali grandi eventi mondani ci sarebbero stati durante il mese, parlarne con la sua “capa”, come scherzosamente chiamava Rory, e poi chiedere a Mia di prendere gli appuntamenti a cui Rory intendeva partecipare.

Sorrise e cominciò: -Ben arrivata, capa! Allora, da domanni saranno a New York City i vertici di una delle aziende web più importanti negli ultimi 8/9 anni. La Bunching & Huntz Company. Ti dice niente?-

Rory parve pensarci su qualche secondo poi scosse la testa in senso di diniego e la spronò a continuare.

-Ok, come non detto. In ogni caso, sono sicura che pubblicizzare la loro compagnia nella nostra rivista convenga ad entrambi. Noi guadagneremmo in entrate e loro in pubblicità.-

La donna si alzò e si girò ad osservare il paesaggio della Grande Mela dalle vetrate del suo ufficio. Poi si girò, e disse sorridendo come sempre:

-Ok, Jud. Chiedi a Mia di mettersi in contatto con assistenti o segretarie o dipendenti o insomma quello che vuole lei di questa compagnia e di farmi sapere al più presto se hanno accettato e se lo hanno fatto, per quando hanno fissato la cena o appuntamento o quello che hanno fissato! Ti ringrazio.- concluse Rory entusiasta.

La bionda dalle punte verdi sorrise ed uscì soddisfatta, alla volta della scrivania della povera Mia.

-Benissimo! Ora tocca a te, Milly.-

Millicent Parrish era una ragazza cicciotella e molto timida ma con un grande carisma.

-Io…Ecco, volevo solamente ricordarti che oggi abbiamo la riunione per la decisione della copertina del mese. Ne abbiamo preparate due.-

-Ma certo! Non ti preoccupare, comincia ad andare in Sala Riunioni e raduna la ciurma, io arriverò tra 10 minuti!- esclamò Rory sorridendo.

Milly sorrise e uscì.
Finalmente Rory potè godere di qualche attimo di pace. Si alzò dal divano, si tolse per un po’ le scarpe che le stavano torturando i piedi e si sedette alla scrivania, componendo automaticamente il numero della sua migliore amica. Dopo qualche squillo, una voce maschile, elegante e con l’accento francese forse un po’ troppo calcato, rispose.

-Buongiovno sono Michelle, state chiamando il Dvagonfly Inn. In cosa posso essevvi utile?-

-Ciao Michelle, sono Rory.-

-Oh Vovy! Che piaceve sentivti! Come stai?-

-Bene, grazie. La mamma è lì?-

-Cevto, te la chiamo subito! Au revoir, madame.-

Rory sorrise e attese qualche secondo.

-Pronto?- disse una voce all’altro capo della cornetta.

-Mamma!-

-Michelle, sei licenziato!- disse Lorelai sentendo il suono della voce della figlia.

-…mamma?-

-Scusami tesoro! Solo che quella sottospecie di francesino nullafacente mi aveva detto che eri un fornitore quando ho cominciato a scalpitare e fremere come un cagnolino chiedendo se era la mia bellissima figlia che mi stava chiamando. Un momento, ma i cani scalpitano?- chiese Lorelai forse più a se stessa che alla figlia.

-Non credo, mi pare che quelli siano i cavalli. Uhm…si, credo siano i cavalli.- rispose Rory riflettendoci su.

-O forse esistono dei cani che sono nati dall’accoppiamento di un cane e di un cavallo!- esclamò Lorelai come se la mente le si fosse appena illuminata.

-Oh mio Dio, mamma! Ma è orribile!- gridò Rory inorridita.

-Si tesoro, non hai tutti i torti! In ogni caso, mia piccola imprenditrice, come stai? E’ da ieri sera che non ti sento!-

-Si, hai ragione, ma ero molto stanca ieri! Comunque tutto bene. Tu? Luke? Matty?- chiese alludendo anche al suo patrigno e alla sua sorellastra di 6 anni.

-Io tutto benissimo, Luke impazzisce dietro tua sorella e tua sorella ama far impazzire suo padre. Insomma, tutto come sempre. Ma quando verrai a trovarci? La piccola peste non fa altro che chiedere di te. “Mamma, papà, ma quando viene Rory? E cosa fa Rory? E Rory di qua, Rory di là…”, devo ammettere che sta diventando parecchio noiosa!- rispose Lorelai facendo scoppiare a ridere la sua primogenita.

-Bè, dille che appena potrò, verrò! Sono davvero sommersa di lavoro, ma appena avrò un attimo di respiro mi catapulterò da voi!- rispose la ragazza.

-Perfetto! Piccola, ora devo andare. Michelle e Suki stanno litigando e i clienti non li sopportano più. Ci sentiamo dopo, tesoro! Ah, chiama tuo padre!- disse prima di riattaccare.

-Lo farò.- sorrise Rory e premette il tasto con il telefono rosso nel suo cordless.

Rimase seduta ancora un po’, poi guardò l’orologio e notò che era arrivato il momento della riunione per la decisione della copertina.

**********

3 ore dopo, la riunione si era finalmente conclusa con la decisione di mettere in copertina un Ewan McGregor stile Trainspotting, e i titoli delle interviste più importanti del giornale.
Rory uscì dalla Sala Riunioni alle 12 in punto, dirigendosi verso il suo ufficio per prendere il cappotto per andare a pranzo. Poco prima aveva mandato un messaggio alla sua amica Laura Schieffield, che lavorava nella banca al 25esimo piano, chiedendole di andare con lei a pranzo nel ristorante italiano che c’era proprio davanti al loro grattacielo.
Rory e Laura si erano conosciute 8 anni prima, al primo vero incarico da reporter della prima, la campagna di Obama. Laura era la fidanzata di uno dei tanti giornalisti. Le due avevano legato subito, si erano tenute in contatto in tutti quegl’anni pur lavorando in differenti città e poi si erano ritrovate a distanza di pochi piani l’una dall’altra.

-Rory, aspetta! Ti ho fissato l’appuntamento con i soci della Bunching ecc ecc. E’ una cena, domani alle 21.30 al Dom Perignon.- disse velocemente Mia prima che le porte dell’ascensore in cui era appena salita la ragazza Gilmore si chiudessero.

-Ok!- gridò la donna dall’ascensore sperando che l’altra l’avesse sentita.

Rory e Laura si incontrarono davanti l’entrata del palazzo e attraversarono velocemente la strada, arrivando al ristorante italiano “Da Dino”.
Laura era una donna della stessa età di Rory, capelli neri, pelle molto chiara, quasi serica e occhi castani quasi cioccolato.
Entrarono nel ristorante, chiesero un tavolo e si sedettero. Ordinarono subito: maccheroni al formaggio per Laura e spaghetti al sugo per Rory.

-E con Kenny come va?- chiese Rory all’amica, arrotolando gli spaghetti che le sfuggivano continuamente dalla forchetta.

-Non so se mi piace veramente. Lo trovo un po’ immaturo- rispose Laura tra un maccherone e l’altro.

-Bè, è quello che rischi se esci con un ragazzo che ha 10 anni meno di te, sai?- disse la prima sarcasticamente.

-Questo era un colpo basso!- esclamò l’altra puntandole il dito contro.

Guardandosi in faccia, entrambe scoppiarono in una fragorosa risata, quando Rory si fermò di botto guardando un punto fisso davanti a sé. Nel locale erano appena entrati due uomini sulla trentina. Erano di spalle e stavano parlando con Dino per chiedere un tavolo. Erano entrambi alti. Uno con i capelli scuri, l’altro biondo.

“Non può essere lui”, pensò Rory con il cuore che le batteva forte nel petto. Evidentemente Dino aveva appena detto che non c’era nessun tavolo perché i due salutarono e fecero per uscire. Il primo a prendere la porta fu il ragazzo moro, poi fu il turno del biondo. Era lui. Non lo vedeva da un po’, 8 anni per la precisione e ovviamente era cambiato, ma lei lo avrebbe riconosciuto anche con i capelli bianchi e la barba chilometrica.
Immediatamente si alzò dal tavolo e senza dire niente a Laura che la guardava in modo interrogativo, si precipitò alla porta, tacchi permettendo, e uscì. Di lui e del suo amico, nessuna traccia. Venne raggiunta da Laura quasi subito, che la trovò intenta a guardare da entrambe le parti.

-Rory, ma cosa succede? Sei uscita talmente in fretta…-

-Si, lo so, scusa- rispose la donna senza distogliere lo sguardo dalla strada. -Credevo di aver visto qualcuno che conoscevo tanto tempo fa.- continuò poi.

-Chi?-

Rory esitò qualche secondo prima di rispondere, ma poi si arrese, girandosi guardare l’amica, con gli occhi lucidi. –Logan Huntzberger.-



Buonasera a tutti! E' la prima volta che mi cimento in una Gilmore Girls' Ff...spero che vi sia piaciuta la mia Rory 8 anni dopo e tutto il contesto in cui l'ho inserita.
Chissà se quello è davvero Logan o solo frutto della sua immaginazione...tutto nel prossimo cap!
INFORMAZIONI GENERALI: l'intera storia non dovrebbe comprendere moltissimi capitoli, verrà continuata solo se piacerà (...insomma mi farebbero mooolto piacere i vostri commenti!!XDXD), purtroppo non so quando mi sarà possibile scrivere e pubblicare per tutti gli impegni scolastici che ho.
Detto questo, vi saluto e mi auguro di ritrovarvi presto per un altro cap! Alla Prossima!
_Giuggiola_
  
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