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Autore: 2calzona3    02/10/2013    6 recensioni
Arizona ha più ragione di quanto pensiamo. Arizona ha meno ragione di quanto pensa.
Cinque minuti in cui si autogiustifica, tenendo sulla/e/i/o/u gambe Sofia.
Non odiatemi se un po' le do ragione, ma fatemi capire che non ne ha!
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Sofia Robbins Sloan Torres
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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Cinque minuti di ragione

 

 

 

 

Io avevo ragione. Ero un'incredibile ipocrita e avevo ragione. Ero un'adultera con molta, molta poca ragione. Volevo vederla e abbracciarla, quella donna che non avrebbe mai smesso di amarmi, che malgrado tutto tendeva le braccia verso di me, quella bambina che mi amava solo perché non sapeva cosa avevo fatto a sua madre. Volevo vederla e bussai alla porta sbagliata, dell'appartamento sbagliato, in cui stranamente si trovava tutto il mio mondo. Sbagliato. Io avevo ragione. Aprirono la porta e non guardai per un secondo Calliope, non la guardai veramente perché non mi era concesso posare gli occhi su di lei. Quel fiore smarrito che avevo calpestato appositamente, non era nient'altro che questo mia moglie, la prova della mia vendetta. Sul suo viso segnato sapevo esserci il mio tradimento, per questo non potevo guardarla, perché mi provocava un lontano piacere sapere di essere la causa della sua sofferenza, ed ero masochista, perché quel piacere faceva maledettamente male. Non la guardai veramente, perché io avevo ragione. 

Sofia mi cercava, o almeno…speravo. Potevo guardare solo lei o non potevo guardare nemmeno lei. Avrei dovuto chiudere gli occhi, perché li avevo posati sul corpo sbagliato. Avrei dovuto evitare di parlare e chiudere le labbra, perché mi ero sporcata di labbra sporche. Avrei dovuto chiudermi la porta in faccia, giusto per evitare di guardare e parlare in quel momento, giusto per colpirmi in volto e farmi male. Ed era proprio il farmi mare il mio problema, avevo sofferto così tanto che l'effimero equilibrio positivo di casa mia mi destabilizzava. Ero così ben abituata al dolore da voler distruggere quella finzione di felicità, inconsciamente cercavo il dolore, perché inconsciamente avevo imparato a viverci dentro. 

Volevo cinque minuti con mia figlia, perché lei non centrava, lei doveva amarmi e mi avrebbe amata allo stesso modo. Non era il mio turno, non dovevo tenerla quel giorno, ma mi sembrava sbagliato. Sofia non era un paziente a cui far visita. Sofia non centrava. Sofia era il problema. L'unica cosa che tenesse Calliope ancora nei paraggi, o l'unica cosa che tenesse me vicino a Calliope. Si, dovevo salutare mia figlia. 

Cinque minuti sbagliati. Cinque minuti sulle mie ginocchia. Gli ultimi cinque minuti in cui sentii il peso di mia figlia sulle mie gambe, la mia gamba. Il mio pezzo di plastica privo di calore. Io avevo ragione. 

Eravamo solo io e lei, tenevo la sua manina tra le dita, mano ancora così piccola da sparire completamente nella mia. Passai la mia mano sulla mia bocca per asciugare le lacrime, lacrime bagnate che servivano a pulirmi, mi lavai del mio dolore, mi sentii pura e posai le mie labbra sulla fronte di Sofia. Cercai di dirle tutto con quel contatto e rimasi lì a cullarla. Io avevo ragione. Avevo avuto ragione ad aver tradito una traditrice, avevo avuto ragione a non chiedere una singola volta scusa perché Calliope non l'aveva fatto, avrei continuato ad aver ragione pretendendo mia figlia. 

"ti voglio bene Sofia. Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre, ricordatelo. Anche quando non ci sarò, ti amerò. Anche quando sarò lontana da te. Si sistemerà tutto, o forse no. E va bene così. Per te si sistemerà tutto" era l'ultimo saluto, parlai come se non dovessi più tornare ma Sofia non se ne accorse. Non poteva capire una parola di quelle che pronunciavo, infatti non stavo parlando a lei, non a Calliope, non a me stessa. Parlavo a vuoto, respiravo male a vuoto, tremavo di paura a vuoto. La mia testa, vuota. Il mio sguardo, vuoto. 

Parlai come se non dovessi tornare più. 

"sono una che fugge, me lo disse il papà anni fa. Assurdamente il primo a lasciarci è stato lui, è stato il primo a fuggire e mollare. Ha seguito il suo grande amore. Dovrei andarmene anche io e seguire il mio amore. E questo non ha senso. Perché amo la mamma, il mio grande amore siete voi. Ho finito di farvi soffrire. Non farò più del male a nessuno". Sofia prese una mia ciocca bionda tra le dita, non si chiedeva perché i miei capelli fossero così diversi dai suoi, ma si chiedeva perché fossero bagnati di lacrime, perché la mamma stesse piangendo. Si buttò al mio collo, le sue braccia bloccarono le lacrime che dal viso cadevano al petto, non lasciò che per un secondo queste raggiungessero i nostri cuori. Perché dovevo smettere di piangere. 

Ho avuto ragione. Ho avuto la mia vendetta. Ogni volta che provavo piacere per il male procurato a mia moglie, sentivo una fitta. Si, quel pezzo di plastica faceva male, una fitta alla gamba, uno squarcio interno, sentivo l'osso mancante spaccarsi ancora e ancora. Addirittura il mio corpo mi puniva per ciò che inconsciamente pensavo, come se volesse rieducarmi. Pensavo a Lauren e cadevo in ginocchio dal male. Ricordavo il piacere nel tradire e sentivo il rumore dell'osso nel mio timpano. 

Non sarei più tornata. Non sarei più tornata ad essere l'Arizona di prima. Ma sarei rimasta per la mia famiglia. Per farlo avrei dovuto chiedere scusa. 

Cristina apparve dalla porta, allungò le braccia verso Sofia e la strappò dal mio collo. La odiai. L'osso si ruppe.

"io non chiedo scusa" pensai, mentre l'osso squarciò il muscolo.

"io ho ragione" dissi, mentre l'osso spaccò la pelle. Mentre Cristina fece una smorfia con il viso. Mentre sentii mia moglie piangere con un lamento a pochi metri da me.

 

 

Ho sempre pensato che l'unico modo di far soffrire Calliope fosse lasciare che mi amasse. 

Lascai che mi odiasse. 

Io non avevo ragione.

 

 

 

 

N.d.A.

 

Sono convinta che Arizona non sia totalmente nel torno, mi sento brutta e cattiva e voglio sapere cosa ne pensate del suo "non chiedere scusa", vero che vi sfogherete in una recensione?

Davvero, non siate silenziosi, criticate! cricerate! cristo santo devo dormire.

grazie a tutti!

   
 
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