Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: Nothingness    02/10/2013    2 recensioni
Qualcosa è successo a Rukia, in un passato troppo vicino, troppo doloroso perché possa dimenticarsene. Una persona a lei cara, probabilmente la persona più importante di tutta la sua intera esistenza, non c'è più. Lui, che sembrava invincibile, lui, che tanto la scherniva, lui, che la faceva infuriare, proprio lui, per il quale lei viveva, si era sacrificato per lei. E nell'estremo sacrificio, l'aveva lasciata sola. Forse.
Perché non sempre le cose vanno come previsto e, delle rare volte, la vita ci offre una seconda possibilità.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap II ROby




CAPITOLO II


Non so pensarci. Eppure mi ritorna
più e più insistente all'anima
quel suo fugace sguardo di commiato.
Amore, Vincenzo Cardarelli



Camminava seria e imperscrutabile sotto il portico di legno che dalla sua stanza l’avrebbe condotta al vialetto principale dove si trovava l’imponente portone di villa Kuchiki. Rukia era pronta ad affrontare un’altra giornata.
“Rukia-san”
Dietro l’angolo apparve Misaki. Con il capo abbassato e i lunghi capelli biondi ad incorniciarle il viso, Misaki se ne stava immobile, come se la mortificazione per qualcosa che aveva fatto schiacciasse le sue parole e i suoi movimenti. Forse, pensò Rukia, la sera prima Misaki doveva aver udito la conversazione tra lei e Byakuya e, se così era, non doveva essere sfuggito alla donna il tono usato da Rukia quando aveva capito che era stata proprio Misaki a parlare con suo fratello. Rukia si dispiacque per lei. Misaki era una brava persona e non si meritava un trattamento simile.
Distese  le labbra in un sorriso “Va tutto bene, Misaki, ti prego di accettare le mie scuse” le disse.
Misaki parve sorpresa e alzò il capo verso Rukia “Devo la vita alla vostra famiglia, Rukia-san, se in qualche modo vi ho offeso vi chiedo perdono, ma l’ho fatto per il vostro bene”
“Lo so” bisbigliò Rukia mantenendo ancora per poco quel sorriso “Sto bene, grazie Misaki” e la superò. Continuò a camminare fino a percorrere la strada che affiancava le mura che circondavano la sua casa. Tra tutti Byakuya era stato l’unico a capire come trattarla. In linea di massima, suo fratello non aveva cambiato atteggiamento nei suoi riguardi e solo raramente affrontavano conversazioni come quella avuta la sera prima. “Non è stata colpa tua” … come potevano pensare che quelle parole fossero di conforto?  Era colpa sua! Se non fosse stato per lei, lui sarebbe …
“Rukia!!”
Fermò i suoi passi e si voltò sapendo già chi avrebbe visto dato che ne aveva riconosciuto la voce. La chioma rossa di Renji risaltava nel chiarore del mattino mentre le andava incontro.
“Stavo venendo a trovarti” le disse “ è un pezzo che non ci vediamo”
Renji … il ricordo del viso di Renji ricoperto di sangue, che urlava disperato, mentre lei affrontava il suo destino. Un destino che in un attimo si era rassegnata ad accettare se questo significava salvare le loro vite; un destino che invece non aveva nemmeno sfiorato perché lui si era messo in mezzo. L’aveva strappata ad esso e ne aveva pagato il prezzo più alto. E Renji era lì, lui aveva visto tutto e, soprattutto, sapeva che la colpa era sua.
“Siamo sommersi di lavoro, è normale avere poco tempo per noi stessi” rispose lei evitando di guardarlo negli occhi, “è stato bello vederti, Renji, ma adesso devo andare” ma non andò da nessuna parte perché Renji la trattenne.
“Aspetta! Ormai incontrarci è raro. Perché non prendiamo un giorno di riposo?
Rukia lo guardò diffidente “Non siamo più dei bambini, Renji, abbiamo delle responsabilità. La fascia che porti al braccio sinistro dovrebbe ricordartelo”.
Un ghigno decorò il viso di Renji e con le sopracciglia corrucciate si chinò verso Rukia “ Ehi, vacci piano. Sono tenente da molto più tempo di te e conosco bene i miei doveri, non c’è bisogno che venga tu a farmi la ramanzina”.
Rukia incrociò le braccia al petto e gli restituì lo sguardo “Sono contenta che tu te ne renda conto, quindi non mi resta che augurarti buona giornata” e trionfante gli diede le spalle accingendosi a fare i primi passi, ma Renji la superò e si mise davanti a lei sbarrandole la strada.
“E dai aspetta, ho un’idea: e se mi facessi compagnia in un posto? Riguarda il gotei 13, ovviamente, ed è una mia iniziativa. Mi farebbe piacere se venissi con me. Lavoreresti e allo stesso tempo staremmo un po’ insieme, che ne dici?” la guardava speranzoso e Rukia non riuscì a dire di no al suo vecchio amico.
“E dove sarebbe questo posto?”
Renji rise “ vedrai, ti piacerà”
In poco tempo arrivarono all’accademia di shinigami, dove  giovani reclute che ambivano al ruolo di shinigami del gotei 13 venivano addestrate.
“Che ci facciamo qui?” chiese Rukia perplessa, ma Renji la ignorò cingendo con un braccio le piccole spalle di lei.
“Quanti ricordi, eh? Certo che ne abbiamo fatta di strada!”
Per quanto non capisse cosa stessero facendo lì e perché Renji l’avesse portata con sé, Rukia non poté evitare di sorridere e di lasciarsi andare ai ricordi.
“Su, entriamo”
“Vuoi dirmi che ci facciamo qui?” insistette lei mentre percorrevano quelle sale e quei corridoi tanto familiari.
L’espressione sul volto di Renji cambiò “Ho un piccolo progetto” iniziò a spiegare “l’addestramento in accademia dura 6 anni, giusto? I margini di tempo non mi hanno mai convinto perché credo che tutto in fondo dipenda dalle singole capacità. Quanti ne abbiamo visti morire perché ancora inesperti? Oppure quanti talenti sono andati sprecati per anni tra queste mura perché il regolamento imponeva che terminassero i 6 anni di addestramento?” Rukia lo guardava interdetta e lo lasciò proseguire “Quello che voglio offrire a questi cadetti è il nostro aiuto. Li supervisioneremo e saremo noi a seguire i migliori da allenare personalmente nel gotei 13. Sai bene quanto me che l’accademia dà un’istruzione limitata rispetto a quello che c’è la fuori. Chi vedremo ancora inesperto rimarrà in accademia anche se ha terminato i 6 anni o quanto meno gli verrà affidato un lavoro d’ufficio, ma mai uno sul campo. Lo trovo un metodo molto più efficiente”
Rukia si fece pensierosa e si ritrovò ad analizzare le parole di Renji.
“Kioko-sensei” esclamò Renji entusiasta e Rukia sollevò lo sguardo sulla donna dai lunghi capelli neri che si avvicinava a loro. Era una delle insegnati dell’accademia. Renji la presentò a Rukia e quest’ultima notò il lieve rossore sulle gote dell’amico che evidentemente doveva provare qualcosa per quell’affascinante donna. Si ritrovarono nell’ampio corridoio dove un viavai di studenti facevano da sfondo a loro che parlavano proprio del futuro di quei giovani. Kioko-sensei sembrava entusiasta dell’iniziativa  e informava Renji di come il Consiglio dell’accademia approvasse il suo progetto e gli dava carta bianca e la completa libertà di iniziare quando voleva. Renji sembrava scoppiare di felicità.
“Grazie mille, Kioko-sensei, non vi deluderemo” poi prese Rukia e la tirò a sé “Rukia tirerà su degli eccellenti shinigami. Faremo un ottimo lavoro, garantito!”
Rukia sussultò. Maledetto Renji, pensò mentre Kioko-sensei la guardava colma di ammirazione.
“Renji, ma cosa?”
Quando aveva dato il suo consenso? E quando Renji le aveva chiesto di partecipare a questo progetto? Rukia era stata incastrata e distolse lo sguardo verso il caotico viavai di studenti e in quel momento il suo cuore mancò un battito…
I capelli biondo scuro, quasi arancione, spiccarono immediatamente ai suoi occhi increduli. Gli occhi marroni, grandi e determinati, non la guardarono neppure mentre lei non riusciva a distogliere lo sguardo da quella figura slanciata che, come se niente fosse, si trovava lì’ a pochi passi da lei.
“Ichigo?” bisbigliò mentre quel ragazzo usciva dal suo campo visivo. Si divincolò da Renji e si voltò alla ricerca di quello che altri non poteva essere se non Ichigo, ma non lo vide più.
“Rukia, che succede?”
Rimase ancora qualche secondo a scrutare quel corridoio “Niente” disse in fine. Evidentemente, pensò, il suo cuore si prendeva gioco di lei anche da sveglia.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: Nothingness