Non ho altra scelta.

Odio tutti e tutti odiano me. Non voglio far soffrire nessuno. Specialmente me stesso. Quella poca autostima che mi è rimasta.

Ma che presto non ci sarà. Non più.

Non ce la faccio più. La mia vita è un continuo di sofferenze e delusioni.

Sono sempre stato illuso da quei sorrisi, da quelle persone che ritenevo amici, ma che erano sporchi traditori. E mi sono illuso da solo credendo alle loro parole.

 Niente è andato come volevo.

Ho perso la famiglia e gli amici in un battito di ciglia. Le persone a cui volevo bene.

A cui non dovevo affezionarmi.

Per questo voglio uccidermi. Sono inutile, esisto solo per soffrire. Nient’altro, soffrire.

E non voglio più soffrire.

Sono da solo in casa mia. Come al solito. Chi vuoi che venga a trovarmi? Sono inutile, nessuno si accorge che esisto a parte me. E nessuno se ne accorgerà mai.

Mi alzo dal divano e faccio per andare in cucina, però mi fermo a guardare una foto. Siamo ritratti io e i miei vecchi compagni di squadra dopo aver vinto il Football Frontier International. Eravamo felici. Anche io per poco sono stato felice, penso.

Non voglio più vedere quei sorrisi traditori.

Rivolto la foto verso il basso, e vado avanti. Mi fermo davanti al piano cottura, dove sono appesi alcuni mestoli e presine e… le forbici.
Sto seriamente pensando di bruciarmi la faccia sui fornelli, ma voglio qualcosa di più diretto.
E poi, potrei sopravvivere coi fornelli.

Mi sporgo leggermente e afferro le forbici, fredde, di metallo. Resto per un po’ a fissarle, non so quanto.

Mi riprendo e mi avvio in bagno. Chiudo la porta,  per essere sicuro che nessuno mi senta nel caso urlassi.

Ma non urlerò. Almeno dopo essermi ucciso.

Stringo forte le forbici e le alzo in alto, chiudo gli occhi. Mi godo gli ultimi attimi di silenzio, infranti solo dal mio respiro.
Quel respiro che non sentirò mai più. Finalmente.

Con un rapido gesto, infilzo le forbici in mezzo allo stomaco. Vedo litri di sangue zampillare dal mio corpo. Mi accascio a terra, con le forbici ancora in corpo. La mia presa si sta allentando.

Osservo le piastrelle bianche del pavimento tingersi si una pozza rossa che diventa sempre più grande. D’improvviso sento delle fitte alla schiena e la vista diventa sempre più debole. Il mio battito sta rallentando, mollo le forbici, che cadono in un lago di sangue. Ci siamo.

Con le ultime forze accenno un sorriso, dopo una vita di sofferenze, quella sarà l’ultima.

Non voglio più soffrire…
 
 




 
… e non soffrirò più.
 
 
 
 
 



Angolo depresso e morto

Ok, non dovevo scrivere  una cosa così triste, ma sono davvero depressa. Nemmeno 96Neko riesce a tirarmi su il morale. A proposito, ascoltate “Ah, it’s a wonderful cat’s life!”, è sua ed è molto carina.
Comunque, volevo provare l’angst…  non mi piace molto. Ti deprime ancora di più e già sono depressa di mio, quindi mi sento sottoterra stronzo raffreddore.
Spero che a chi piace l’angst sia piaciuta anche questa storia, sebbene non adoro l’angst  piace anche a me.
Sono sicurissima che è piaciuta a Sary, che in questo periodo adora qualunque cosa in cui ci sia sangue e morte. Ridammi la mia amica pucciolosa, Assassins Screed!
 Ora che ci penso non dovevo uccidere Fudou, è uno dei personaggi che mi piacciono di più, ma mi sembrava il più adatto a suicidarsi, perciò tutti i suoi fan (incluso il mio spirito) mi infilzeranno.
 Detto questo scappo, addio! *tenta di correre ma tossisce, vomita il cuore e muore*
Mi disgusto da sola, bleah!