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Autore: Isoski_01    30/03/2008    1 recensioni
[...]In quel momento non le importava più niente di niente. Prese Zimmer 483 e lo mise nello stereo alzando il volume al massimo. Selezionò la prima traccia e iniziò a cantare a squarciagola, con il telecomando dell’aria condizionata in mano, a mo di microfono. Non le importava se i suoi si sarebbero incazzati, se Luca sarebbe entrato insultandola o se più semplicemente qualcuno in quella merda di casa avesse ricominciato a guardarla disgustato e a ripetere che Bill era frocio. Fanculo ai suoi. Fanculo a suofratello. Fanculo a tutti. Fanculo al mondo. [...]
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ff

 

~This is not my role~

 

 

Premessa (importantissima):

Allora inanzitutto vorrei dirvi come è nata questa fanfiction, perché, a mio parere il modo è piuttosto strano.

Solitamente le fanficion sui Tokio Hotel dove uno dei 4 ragazzi si innamora di una qualche ragazza comprendono noi come protagoniste… ergo, sono nate per rendere su carta, anzi, su schermo il nostro sogno, un po’ più reale. Fino ad ora anche io mi sono sempre basta su questo… poi oggi ragionando e pensando ho provato a immedesimarmi in una situazione diversa dalla mia.  Ho immaginato di avere una famiglia che non mi appoggi, una vita molto più difficile, un aspetto diverso, un modo diverso di vestire e di pensare, di vivere addirittura in un altro luogo.

Ed ecco che avevo creato Rachele, la protagonista di questa fanfiction. Il personaggio sta crescendo dentro di me, sta modificandosi capitolo dopo capitolo e sta maturando come sto maturando.

Ho tentato ricreare una ragazza totalmente lontana dai miei canoni estetici e dal mio modo di vedere il mondo, pensando che magari Rachele può essere proprio una di voi, può assomigliarvi terribilmente, e spero di essere riuscita nel mio intento. Naturalmente prima mi sono fatta una larga opinione di noi fan dei Tokio Hotel… diciamo che Rachele rappresenta più o meno la fan media di questo gruppo tedesco… o perlomeno, la maggior parte delle sfaccettature del suo carattere non sono nate per puro caso ma prendendo spunto da voi, che adesso state leggendo questa storia. O magari non proprio di voi, della vostra amica di forum, di chat, della vostra vicina di casa o di banco.

Detto questo mi rendo conto di essermi già dilungata troppo, ma la premessa appena fatta era necessaria, e tengo molto al fatto che voi la leggiate.

Naturalmente spero in tante recensioni, sia positive che negative.

Non mi resta che aggiungere una cosa…

 

I Tokio Hotel -purtroppo- non sono di mia proprietà e questo scritto non è assolutamente a scopo di lucro.

 

E adesso, buona lettura!

 

 

 

Primo capitolo

 

Per Rachele quella mattina era esattamente come tutte le altre. Stupida, incredibilmente noiosa e cupa.

Non era cambiato nulla dalla mattina precedente, o da quella prima ancora… si era risvegliata nella sua stanza, l’unico luogo ad appartenerle davvero in quella casa, e appena sveglia aveva incontrato lo sguardo di Bill che la scrutava serio.

Si era alzata mezz’ora prima di tutti per sgattaiolare in bagno e vestirsi senza problemi.Odiava il fatto di non avere un bagno personale nella sua stanza. Almeno avrebbe potuto truccarsi e lavarsi senza dover puntare quell’aggeggio maledetto ogni volta alle sei e mezzo.

Aveva agguantato i suoi vestiti dall’armadio bianco, anche se ormai di bianco si intravedeva ben poco vista la seconda pelle di poster di cui il mobile era provvisto. Tutti uguali, ma diversi. Tutti che rappresentavano gli stessi quattro sogetti. In pose differenti, soli o in foto di gruppo… ma sempre di loro si trattava. Dei Tokio Hotel.

Dopo essere sgattaiolata nel bagno e aver chiuso la porta a doppia mandata si iniziò a vestire.

Canotta a righe nere e bianche, giacchetto di pelle, minigonna con una cinta torchiata sopra, pantacollant neri e le Vans con i fenicotteri. Poi afferrò la trousse e calcò uno spesso strato di matita sugli occhi, allungandola ai lati. Sistemò i capelli con la piastra. Neri, nerissimi, con delle lunghe extescion sotto e sfilzati sopra. Non trovò il fiocchetto nero.

Sgattaiolando sempre in silenzio per il corridoio rientrò nella sua camera, trovandola calda e accogliente. Iniziò a svuotare tutti i cassetti tirandone fuori le più disparate cose, fino a ricordarsi improvvisamente di aver lasciato il fiocco nella borsa di scuola. Rovistò un po’ anche la e alla fine lo trovò nell’astuccio. Riaprì l’armadio per specchiarsi e una quindicenne magrissima le rispose con uno sguardo decisamente poco felice. Sistemò un po’ dell’ ombretto grigio che aveva sbavato sopra la palpebra sinistra, e che riprendeva perfettamente il colore dei suoi occhi.

Pronta, se così si poteva dire, prese la tracolla piena di spille, baciò un paio di poster e con passo felpato si lasciò il piano di sopra alle spalle.

Era proprio nel mentre di aprire la porta di casa che una voce la bloccò da in cima alle scale.

“Potresti fare anche un po’ più d’attenzione, sai la gente dorme a quest’ora”.

Suo fratello maggiore, Luca, di 18 anni, la osservava con sguardi di sufficienza.

“Scusa, ho fatto il più piano possibile.”

“Tutto questo casino per agghindarti come un’emo sfigata… ma va a scuola va.”

“Cosa cazzo vuoi, è? Pensa a te a ai tuoi amichetti che vanno in giro col cavallo dei pantaloni così basso che potrebbero inciamparci da un giorno all’altro.”

E senza aggiungere altro imboccò la strada di scuola, camminando lentamente, mentre Rette Mich le risuonava nelle orecchie.

 

A scuola anche, tutto nella norma.

Tutti la evitavano come la peste, come al solito. Un sette in latino, un otto in tedesco. Fatto il compito di matematica.

Tutto nella norma. A scuola almeno la ignoravano. Passava semplicemente inosservata, ogni tanto qualche ragazza del 5° faceva finta di vomitare quando passava per i corridoi, scatenando le risate generali di tutti i presenti. Ma ormai ci era abituata.

Almeno con quella gente sapeva di non dover condividere nulla. Non facevano parte della sua famiglia.

Il problema gigante si scatenò quando tornò a casa.

Una casa enorme e vuota a quell’ora. I suoi al lavoro, Luca a fare sega da qualche parte, Alice a pallavolo.

Rachele trovò uno yogurt alla ciliegia in frigorifero, lo prese e salì in camera sua. Si levò le scarpe e si mise comoda davanti al computer, mentre questo caricava la schermata iniziale.

Aspettò che il modem si connettesse a internet, poi andò subito sul forum e entrò in msn.

Là, solo là c’erano le sue vere amiche. Anya e Laura.

Anya, la sua stessa età, di Napoli, fan dei Tokio Hotel, totalmente invaghita di Tom. Bionda, altissima a differenza di lei, con due stupendi occhi castani. Frequentava il liceo linguistico e amava pattinare sul ghiaccio. Viveva solo con il padre, avendo i genitori separati, e con Matteo, il fratellino di otto anni.

Si erano conosciute nella sezione Off-Topic del forum, e si erano scambiati i contatti di messenger, e in seguito i numeri di telefoni. Ci volle pochissimo a far nascere un’amicizia stupenda… non si erano mai incontrate di persone, ma erano legate come se si conoscessero dalla nascita.

Poi c’era Laura. Bolognese, un’anno in più, l’unica a capirla, a comprenderla e ad ascoltarla le ore al telefono.

Laura era una ragazza solare, aperta con tutti e pronta a aiutare i proprio amici… appassionata di scienze naturali faceva come lei il liceo scientifico e vive con i genitori e Gustav, il suo gatto soriano. Da qui si capiva la passione che la ragazza nutriva per il batterista della band e la sua improvvisa attitudine a suonarla appunto la batteria. Si era infatti fatta regalare per il suo compleanno dei corsi di batteria dalla nonna paterna.

Anya e Laura erano così lontane, ma allo stesso tempo così vicine. Le sue uniche amiche, le sue vere amiche.

Anya non era collegata, probabilmente agli allenamenti di pattinaggio visto che aveva in programma una gara importante a cui teneva moltissimo.

Laura invece l’assalì di trilli appena dopo l’accesso.

 

LaLaSchafer scrive: Moreeeeeeeeeeeeeeeeehhhhhhhh

 

Princess483 scrive: Dicaaaaaaaaaaaaaaaaa

 

LalaSchafer scrive: Guarda ho una sorpresa per te!

 

Princess483 scrive: Se è l’ennesima emoticon col cagnolino che ti sbaciucchia ti uccido.

 

LalaSchafer scrive: Naaaa molto, molto meglio! Accetta la foto tesoro.

 

LalaSchafer desidera inviarti il file photo6849.jpg.

 

Princess 483 ha accettato.

 

Rachele fece un doppio clic sull’icona di trasferimento avvenuto con successo e attese che il tutto si caricasse raschiando un po’ di yogurt dal fondo del barattolino.

Quando si aprì l’anteprima dell’immagine per poco non svenne.

Si vedeva chiaramente in primo piano Laura, seduta su una comoda sedia girevole rossa. I Capelli castani legati in due treccine, le frangia da una parte, gli occhi nocciola che brillavano e una maglietta di Emily the Strange a maniche corte. Dietro il suo letto, con centinaia di poster di Gustav chiaramente visibili, e il soriano dormiente su un cuscino a forma di fragola.

Ma la cosa più strabiliante non era il suo nuovo copriletto giallo limone, bensì i tre biglietti azzurri che teneva in mano.

Leggendo la scritta TOKIO HOTEL, Roma sei luglio, Ippodromo delle Capannelle, per poco non svenne.

 

Princess483 scrive: … AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

 

LalaSchafer scrive: Sai com’è… hanno riaperto le vendite… e mia nonna mi aveva appena dato un centinaio di euro per non so cosa…

 

Princess483 scrive: ODDIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO

 

Un’euforia tremenda la colpì all’improvviso.

I Tokio Hotel. Aveva il biglietto per il LORO concerto. LO AVEVA. LO AVEVA.

Uno per lei, uno per Lalla e uno per Anya! E ci sarebbero andate tutte e tre insieme, come nei loro più vividi sogni.

Dopo l’euforia però un’altra sensazione poco piacevole la colpì facendole mancare il fiato proprio all’altezza della gola.

 

Princess483 scrive: I miei non mi ci manderanno. M A I.

 

LalaSchafer scrive: Ma amore… ho pensato anche a questo, cosa ti credi? Il tuo treno per Roma parte alle 4.30 del 6 luglio. E ti manderò il biglietto via posta insieme a quello del concerto!

 

Princess483 scrive: Oddio... io… non so come ringraziarti

 

LalaSchafer scrive: Allora non farlo tesoro ;)

 

In quel momento non le importava più niente di niente. Prese Zimmer 483 e lo mise nello stereo alzando il volume al massimo.

Selezionò la prima traccia e iniziò a cantare a squarciagola, con il telecomando dell’aria condizionata in mano, a mo di microfono.

Non le importava se i suoi si sarebbero incazzati, se Luca sarebbe entrato insultandola o se più semplicemente qualcuno in quella merda di casa avesse ricominciato a guardarla disgustato e a ripetere che Bill era frocio.

Fanculo ai suoi.

Fanculo a suofratello.

Fanculo a tutti.

Fanculo al mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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