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Autore: maiscia    02/10/2013    2 recensioni
Io sono una stella.-
-E' esatto ed è per questo che io sono qui,il tuo calore mi ha attirato a te ed è così piacevole sentirlo.- parlava con voce gentile cercando di potersi avvicinare di più alla sua preda.
-Sei un viaggiatore giusto? Avrai visitato tantissimi luoghi.-
-Sì, è vero inoltre non mi fermo mai nello stesso posto o almeno dopo che mi sono nutrito.
- Dev'essere così bello potersi muovere in libertà senza stare nello stesso luogo.
-Oh, altroché. La sopravvivenza è un bisogno che sento di continuo e migliaia come te ne sono coinvolte.
-Non capisco.-
- Non c'è nulla da capire.- e l'afferrò per stritolarla tra le mani.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In un tempo indefinito quale era quello dello spazio aperto,allora come adesso, le stelle illuminavano l'abisso oscuro in cui nascevano trasmettendogli calore e in casi particolari (ad esempio il nostro) permettevano la vita sui pianeti. Esse erano magnifiche e lucenti, fatte di pura energia e gli abitanti dei pianeti vicini le ammiravano e le contemplavano;ma non erano molto interessate alle forme di vita che prosperavano intorno a loro: si limitavano a scrutarle dall'alto con aria indifferente chiedendosi per quali motivi quegli esseri minuscoli le osservassero, le additassero,le studiassero con strani marchingegni, le dessero dei nomi (orribili secondo dei loro pareri).Se si potesse attribuire alle stelle una personificazione assomiglierebbero molto a donne di folgorante bellezza vanitose piene di capricci e di difetti; perché in fondo in fondo, senza dare nell'occhio, godevano delle attenzioni a cui venivano riservate: ebbene sì, c'era una gran civetteria dietro a tutto ciò! Non che tra loro ci fosse qualche tipo di contatto, ognuna mal celava riservatezza e impudenza e la diceva lunga sul loro carattere. Detto ciò verrebbe da chiedersi: le stelle di cos' avevano paura? Due sono le risposte: la loro morte e la loro distruzione. Se la prima arrivava dopo milioni di anni ed era consapevole,la seconda giungeva improvvisa e dolorosa. La causa era un'entità sconosciuta che veniva nominata in svariati modi: mostro,divoratore, distruttore, odio ... stava di fatto che vagava nell'universo per nutrirsi dell'energia pura emanata dalle stelle, divorandole a una a una senza fermarsi mai e senza risparmiarne nessuna. Quali scopi avesse infine l'entità era chiaro, ovvero la morte fine a se stessa, in tutte le sue forme poiché se era vero che il suo nutrimento principale era la luce stellare essa non era l'unico; per un suo capriccio era capace di tenere sotto tiro gli abitanti di alcuni pianeti per soggiogarli e dominarli come gli pareva, assumendo qualunque sembianza pur di non svelarsi. Tanto malvagio e infido era e quante insidie celava al di sotto delle sue maschere! Però le stelle erano, a discapito di tutto, coraggiose e intelligenti nei momenti di bisogno; infatti non poche di loro avevano affermato di essere riuscite ad allontanarlo grazie all'intensità con cui emanavano la propria luce: lo rendevano cieco e vulnerabile e così era costretto a rintanarsi negli angoli più bui e freddi dello spazio fino a che non gli si fosse ripresentata una nuova occasione. Ed è proprio in quel tempo imprecisato che accadde. Una stella, diversa da tutte le altre, stava nascendo in un sistema solare di una certa galassia: all'interno di una luce accecante la neo-stella aveva assunto la forma di una bambina dai lunghi capelli neri; aveva una bocca per mangiare, orecchie per sentire, occhi per vedere e naso per respirare; labbra ben disegnate, chiazze rosse sulle guance e arti ben proporzionati completavano la figura somigliante in tutto per tutto a un essere umano. Non respirava sebbene avesse le labbra socchiuse e le narici aperte però stava dormendo e sognava. Galleggiava in un vuoto senza fine mentre la trapassavano sottili nebbioline color ocra che prendevano strane forme: forme che la stella non conosceva ma che la divertivano parecchio. Si sentiva bene, non temeva niente, non conosceva il dolore, conscia solo di essere sospesa lì nel suo mondo silenzioso. -Sei nata nel posto sbagliato, piccola stella … Svegliati!- il silenzio fu interrotto da una voce senza tempo che la strappò dai suoi sogni per portarla nella realtà. Sbarrò gli occhi dalla sorpresa, quell'unica parte del suo corpo anormale, pervasa da infinite pagliuzze dorate che componevano un mosaico scintillante.- Chi sei tu?- domandò al suo interlocutore fissandolo direttamente negli occhi. L'altro rimase sbalordito dalla sua ingenuità, non se lo aspettava proprio da una stella; da quando l'aveva osservata dal suo nascondiglio in posizione fetale credeva di essere diventato matto a furia di girovagare per gli spazi bui senza mangiare. La stava infatti cercando poiché aveva intravisto i suoi primi raggi da lontano e giunto lì aveva compreso l'enormità della sua scoperta.-"Non è stato un viaggio a vuoto dopotutto. Questa stella è speciale."- meditò il mostro tra sé e sé sorridendo e mostrando i suoi denti lunghi e affilati alla stella che non batté ciglio.-" Voglio divertirmi un po’, tanto non ci sarà nemmeno bisogno di trasformarmi, povera ingenua!"- Ben svegliata, piccola creatura pura e lucente! Una giusta domanda la tua, eh, eh ... Io sono un viaggiatore!- esclamò con una voce possibilmente piacente, piegandosi in un inchino profondo. - (Ovviamente tra loro parlavano telepaticamente data la mancanza di aria.)-Oh ... s-salve!-rispose lei inchinandosi a sua volta.- Siete stato voi a chiamarmi, signore?- Il mostro si guardò intorno trattenendo una risata alla parola "signore".- Vedi qualcun'altro in giro, forse?- N .. no. - balbettò la stella imbarazzata guardandosi attorno.-Dove mi trovo?-Sei nello spazio.- rispose con ovvietà.-Oh ... giusto! E' che mi sono svegliata solo adesso e ho la testa un po’ confusa ...- "Parla proprio come un umano."- constatò tra sé il mostro.- Fra poco ti si schiariranno le idee, vedrai.- disse preoccupato che potesse riconoscerlo.-"Non c'è galassia in questo universo che non mi conosca, dannazione! Le stelle sono consce di ciò che è bene e ciò che è male fin dalla nascita."-Ma lei con innocenza dopo una riflessione:-Io sono una stella.-"O forse no?"-E' esatto ed è per questo che io sono qui,il tuo calore mi ha attirato a te ed è così piacevole sentirlo.- parlava con voce gentile cercando di potersi avvicinare di più alla sua preda.-Sei un viaggiatore giusto? Avrai visitato tantissimi luoghi.-Sì, è vero inoltre non mi fermo mai nello stesso posto o almeno dopo che mi sono nutrito.- Dev'essere così bello potersi muovere in libertà senza stare nello stesso luogo.-Oh, altroché. La sopravvivenza è un bisogno che sento di continuo e migliaia come te ne sono coinvolte.-Non capisco.- Non c'è nulla da capire.- e l'afferrò per stritolarla tra le mani.-Ahhh!- urlò la stella aprendo la bocca ad un suono muto.-Perché?- riuscì solo a chiedere guardandolo ancora negli occhi e vedendo in essi emozioni che lei non conosceva affatto.-Sciocca, un agnello come te non può comprendere le ragioni di un lupo!-E percorso da un desiderio violento il mostro trafisse il suo piccolo petto da cui fuoriuscì lentamente un sangue denso e scarlatto che volteggiò nel vuoto. Il dolore fu tale che la stella ne rimase pietrificata.-"Ah, perché ho aperto gli occhi? Non mi sarei mai dovuta svegliare!"- pensò con rammarico desiderando che la morte sopraggiungesse in fretta. L’oscurità arrivò ma una luce la rischiarò: era il suo cuore ed era uscito dal suo petto.-No ... la mia luce ... non la voglio perdere!- urlò disperata tra le mani del suo carnefice.-Eh, eh ... finalmente si mangia!- esultò il mostro fissando anche lui quel piccolo oggetto dorato; pasti del genere non gli erano mai capitati e ruggiva dalla fame. Però non riuscì ad afferralo perché emanava troppa luce e nonostante ritentasse ancora fu inutile e finì col bruciarsi gli occhi.-Brucia, brucia!- si lamentò il mostro lasciando la sua preda e scappando via urlando dalla rabbia. Ci fu poi silenzio e un buio freddo, senza luce. La stella gemente fu troppo lontana per poter afferrare il proprio cuore; infatti una misteriosa forza stava trascinando entrambi verso un pianeta vicino.-No, l'ho perduto ... e adesso dove finirò?- Prima di perdere i sensi vide il suo corpo scendere in picchiata verso una terra coperta di bianco.
  
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