Con tutta la forza
E no, che non lo lascio solo, non adesso che sta male a causa mia. Mi offro di accompagnarlo a casa, gli dico che sono di strada ma, chiaramente sto mentendo. Penso che anche lui lo abbia capito ma accetta il mio passaggio, così come accetta la battuta spiritosa e la pacca sulla spalla che gli dò ben volentieri e sollevato dal fatto che lui non mi dimostri alcuna ostilità.
Mi avvicino a lui, con una mano gli circondo le spalle, per confortarlo. Lui appoggia il capo sulla mia spalla e continua a gemere dal dolore, alternando gemiti a urli, quando il male che sente diventa quasi insopportabile.
"Ryan, ti riporto in ospedale, stai soffrendo troppo."
Lui annuisce ma non ha nemmeno la forza di parlare .
E poi è un attimo, sempre senza parlare volge la testa indietro, lo sguardo si fa vacuo e perde i sensi mentre un rivolo di bava gli scende dalla bocca.
Ha lo sguardo serio, Alex, mentre esce dalla sala visite, io e Horatio siamo in attesa nel corridoio, lei ha lo sguardo serio e gli occhi arrossati dal pianto.
"Horatio" si rivolge al capo "sai dove rintracciare i genitori di Ryan?"
"No, non al momento, ma penso proprio che abbia lasciato un recapito in centrale" risponde lui pensieroso, poi, guardandola direttamente in viso, "E' così grave?"
Mi sento gelare il sangue nelle vene mentre ascolto la risposta:"Horatio, Eric......quello che devo dirvi non è piacevole. Ryan ha una forma di meningite fulminante. Probabilmente un batterio contenuto nel chiodo è penetrato nel cervello e si è propagato."
"È in pericolo di vita?", chiedo, abbastanza stupidamente,
"È molto grave" è la risposta "i soccorsi sono stati immediati e si spera che sia stato preso in tempo, ma non lo possiamo dire ora. Dobbiamo aspettare vedere come si evolve nelle prossime ore. Sì, è in pericolo di vita"
"Posso vederlo?" chiedo "cioè, volevo dire ....... quando possiamo vederlo?"
Sono un po' imbarazzato e mi sembra strana questa mia voglia di vederlo...quasi come se fossimo veramente amici, eppure non siamo mai andati veramente d'accordo."Sì, lo potete vedere, anche ora, se volete; ma uno alla volta."
"Vai tu, ragazzo" mi dice Horatio "io vedo di rintracciare la sua famiglia."Entro nella stanzetta e lui è lì, gli occhi ancora chiusi, il viso arrossato dalla febbre alta, fa fatica a respirare, ha una mascherina per l'ossigeno, intorno a lui tutta una serie di macchine che controllano il suo organismo e, attaccata al braccio, la cannula della flebo. Mi sembra incredibilmente piccolo e fragile, in quel momento, incredibilmente diverso dal ragazzo forte, ambizioso e un po' strafottente che ho imparato a conoscere in questo anno in cui abbiamo lavorato assieme.
Lo guardo bene, mi fa molto dispiacere vederlo ridotto così e il pensiero che possa non farcela mi sembra quasi insopportabile.
"Tranquillo, Ryan, tranquillo, gli dico, andrà tutto bene, resto qui con te fino a che non ti svegli....vedrai andrà tutto bene";Mi sembra che queste mie parole gli facciano piacere, anche se non mi sente e non so proprio se sto cercando di tranquillizzare lui o piuttosto me stesso.
Mi domando come reagirei se dovesse morire e mi rendo conto che non è possibile che io perda un altro collega, un altro amico....non così presto, non ce la farei. Mi rendo conto che soffrirei per Ryan, allo stesso modo in cui ho sofferto per Tim, nonostante tutto e mi sembra strano.
Anzi, no....non proprio allo stesso modo; perché io quello che sto provando per Ryan non l'ho mai provato per nessun altro."Non morire, Wolfe, non ti provare nemmeno a morirmi davanti agli occhi. Tieni duro. Cerca di lottare, fallo per me. Fallo per noi"
Per noi? Ma cosa mi succede? No,non può essere. Di sicuro sono stanco, stanco e preoccupato; perché non sarà mai, non può essere al mondo che io, Eric Delko mi possa essere innamorato di un altro uomo.Eppure ho una strana sensazione.....
"Non te ne andare, Ryan, non so se ce la farei a ritornare al lavoro senza di te.....anzi non so proprio se riuscirò a vivere, senza di te"
Le parole mi sono uscite fuori quasi automaticamente. Quello che comportano mi fa paura, ma non sono riuscito ad evitare di pronunciarle; mi sono proprio uscite dal cuore.....credo che lui abbia sentito perché mi è sembrato che abbia quasi sorriso e cercato di aprire gli occhi....ma forse è stata solo la mia immaginazione.
Sono passate parecchie ore e ancora non si è visto nessuno; so che i suoi genitori abitano parecchio lontano da Miami e immagino che siano in viaggio. Sono stanco ma non mi muovo da qui nemmeno se cercano di spostarmi con un transpallet. Non lo lascio solo: gliel'ho promesso.
Lo sento gemere, mi avvicino, è ancora incosciente; gli sfioro la fronte, scotta ancora. Prendo la sua mano e me la porto alle labbra.....poi la lascio andare, spaventato. Ma mi sorprendo a fantasticare di me e di lui insieme, e la cosa non mi fa più così tanta paura.
Starò qui con lui fino a che non si
sveglia, perché si
sveglierà ne sono sicuro, e poi anche dopo fino a quando non
starà meglio e dopo ancora ....finché
avrò vita.
Da oggi
in poi vivrò
per lui, non mi importa quello che la gente può pensare, non
me ne
frega niente. Se mi vuole sarò suo, suo per
l'eternità.
Questa volta ho voluto provare qualcosa di diverso e ho scritto una storia "slash"....non me ne vogliano le mie affezionate lettrici di storie "het"......è solo un'esperimento e un modo di rispondere ad una sfida che mi è stata lanciata tempo fa.
Spero che, nonostante sia molto diversa da quello che ho scritto finora, vi piaccia ugualmente.
Al momento non credo che scriverò altre storie slash, però non si sa mai.....who knows...praltro mi sono divertita come una matta a fare pronunciare ad Eric le stesse parole che ha usato quando era ferita e incosciente Calleigh.....solo che le ha usate per Ryan ahah
Ah, perdonate eventuali "stranezze" nell'impaginazione.....ho usato due programmi diversi per scriverla e temo di non essere riuscita a mettere a posto tutti gli interlinea
Beh aspetto recensioni ....
A presto
Love
Jessie