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Autore: Sakikochin    02/10/2013    1 recensioni
"Amicizie deboli, legami persi, derisioni sin dalle elementari.... Perché continuare così? Perché....
Si dice che spesso siamo noi a decidere la nostra felicità, ma senza il giudizio degli altri noi non siamo nessuno." cit.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Decisione definitva...


Di nuovo i soliti litigi, di nuovo le solite grida che rimbombavano in quella casa ormai troppo stretta, troppo soffocante per Federica.
Odiava sua madre, la detestava. Non sopportava quel suo modo di fare rigido e distaccato, come se lei fosse l'unica sulla terra a vedere come stavano realmente le cose, quando invece non riusciva a capire lo sbaglio che faceva.
Sin da quando era piccola Federica non era in grado di vedere Veronica come madre, in quanto ella era sempre stata poco presente nella sua vita.
La ragazza amava molto sua nonna. L'anziana signora l'aveva sempre servita e riverita, sgridata quando serviva, ma coccolata subito dopo.
Quando frequentava le elementari vi passava i pomeriggi interi, nei quali si divertiva a giocare con suo cugino Andrea. Insieme erano un pericolo pubblico.
Gli zii erano ormai soliti rimproverarli per le loro marachelle, senza contare le volte che si erano beccati l'acqua ghiacciata dalla zia Violetta.

Ah....quelli erano bei tempi per Federica.

Niente preoccupazioni, nessun pensiero cattivo, nessuna responsabilità e tanta innocenza.
Il cambiamento radicale in lei avvenne quando iniziò la scuola superiore.
Lì aveva imparato a conoscere persone diverse, con molte idee, altrettanto distinte, alcune nitide, altre confuse, ma pur sempre l'una l'opposto dell'altra.
Fare la conoscenza di così tanti generi differenti era davvero un'impresa, tant'è che la ragazza ebbe difficoltà sino in quarta a legare con qualcuno, o ad ottenere un minimo di rispetto.
I primi due anni per lei furono buio totale. Il nero più assoluto.
E non perché ella non ricordasse niente, affatto! Purtroppo ricordava...eccome se ricordava.
Furono i primi veri brutti anni della sua vita.

A scuola molti la sfottevano, la deridevano perché ella semplicemente non era di bel aspetto. Giudizio che contrastava molto con quello proferito dalle sue amiche, le quali ricordavano che invece lei possedeva una bellezza tutta sua, quasi invidiabile.

Accettare se stessi è difficile, per chi come Federica passava la vita ad affidarsi al giudizio della gente, piuttosto che al vivere la propria vita fregandosene.
La sua insicurezza era anche dovuta al clima famigliare che aveva in casa.
O almeno questo era quello che pensava.
Veronica, è la mamma che forse un po' tutti non vorrebbero avere. Lunatica, di mentalità assolutamente chiusa, nessuna prontezza di spirito e un caratteraccio da far arrabbiare persino il più calmo tra i calmi.
Forse questo periodo grigio era dovuto anche al problema economico che aveva colpito la famiglia.
Non avevano mai navigato nell'oro, ma di certo non erano dei poveracci.
Qualche spesa là, qualche spesa qua, alla quale si aggiungevano le tasse, li aveva portati ad avere poco con cui campare alla fine del mese, ma Federica non si lamentava mai.
Non aveva mai preteso cose troppo costose, non voleva le cose all'ultima moda e non chiedeva mai la paghetta alla fine del mese.
Era cresciuta con l'idea del risparmio. I soldi non fanno certo la felicità, dice un detto, ma averli è sempre meglio piuttosto che rimanere all'asciutto.
Ma ancora una volta Federica pensava fermamente che non fosse quello il reale motivo del distacco fra lei e sua madre che si era instaurato da ormai qualche mese.
Ebbene sì, la risposta la conosceva, da un po' le balenava nella testa quale fosse la causa che innescava nella donna tanto odio, tanta rabbia, ma anche tanta paura.

Stava cambiando, stava diventando un'altra. Frequentava diverse compagnie, alcune giuste, per lei, altre sbagliate, per la madre.
Conosceva sempre più gente, a volte anche qualcuno un po' bizzarro, e questo la portava ad avere un atteggiamento diverso nei confronti di Veronica, quasi scorbuto.
La madre la rimproverava sempre, assillandola con la storia dei soldi e redarguendo la sua cocciutaggine sull'argomento amici.
Da sempre Veronica pensava che le compagnie della figlia fossero strane, all'apparenza belle, ma poco promettenti.
Federica invece non la pensava così, anzi, voleva difendere questa cosa, sino alla fine, ma ormai era stanca di tutto.
Amicizie deboli, legami persi, derisioni sin dalle elementari.... Perché continuare così? Perché....
Si dice che spesso siamo noi a decidere la nostra felicità, ma senza il giudizio degli altri noi non siamo nessuno.

Qualcosa ultimamente però stava cambiando.
Chi l'avrebbe mai detto, che di li a poco, avrebbe fatto la conoscenza della decisione che le cambiò l'intera vita.

 

 

Erano passati ormai sei mesi da quando la situazione stava via via prendendo una piega sempre più dura e negativa.
Aveva già deciso di abbandonare la speranza e di andare avanti giorno per giorno ad affrontare qualsiasi cosa le capitava senza lamentarsi.
Non si rivoltava mai, non rispondeva più alle grida isteriche della madre, che per il debito in famiglia e per la decisione della figlia di vivere lontana, aveva iniziato ad accusarla di essere quello che lei in realtà non era, ma che tanto spiegarlo non sarebbe servito a nulla.
La gente si approfittava di lei. La istigava oppure la deludeva, lasciandola sempre più sola nella sua tristezza infinita.
Ormai sul suo volto si poteva vedere la stanchezza, l'esasperazione, l'abbandono. Nei suoi occhi non risplendeva più quella luce vivace di un tempo, ma ben sì ora vi era un velo di vuoto e apatia.
Tutto quello che faceva non portava mai a nulla.

Non aveva nessuna capacità, se non quella di compiangersi per le malefatte subite e per gli errori commessi.
Questa negatività era per lei diventata come una parte fondamentale della sua anima, che pian piano si allargava, guadagnava terreno, sino a corroderla dall'interno della sua mente, portandola via via verso la pazzia.

Ormai non reggeva più, non ce la faceva.
Anche solo respirare le risultava difficile.
Doveva prendere una decisione...
Una decisione definitiva!

Fu proprio quella decisione, che all'alba dei suoi diciotto anni, la portò a tagliarsi le vene lungo l'avambraccio e rimanere a mollo nell'acqua calda, sino all'arrivo dei suoi.
Solo un pensiero le balenò in mente quella sera, mentre sentiva il sangue fluire veloce, colorando l'acqua della vasca. Un pensiero che in molti si fanno appena sono prossimi alla fine.

Ora che non ci sarò più, chi piangerà la mia morte?

   
 
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