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Autore: Haruyoshi    02/10/2013    3 recensioni
-piacere- mi sorride :-sono Terry. Terry Odair- mi concedo solo il tempo si pensare,mio malgrado, al fascino del suo sorriso,prima di ritrovarmi quasi inconsciamente a rispondere,palesemente assorta:-Willow Mellark.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mia madre mi ha spiegato che prima che nascessi non era così facile spostarsi e viaggiare da un distretto all'altro: oltre che illegale,usufruire di un mezzo di trasporto decente era ai limiti del possibile.
Ci sono molte cose che mi racconta,sul passato di questo paese,ma si tratta sempre e solo di ciò che era diverso da adesso a livello superficiale,piccolezze. Non ho idea di cosa sia successo e di come siano potute cambiare così tante cose e quando le chiedo spiegazioni diventa improvvisamente evasiva,noto che evita di guardarmi negli occhi,proprio lei,che sostiene sempre ogni sguardo. Deve essere successo qualcosa di grave,non ci sono molte cose che fanno apparire fragile mia madre,non me la sento di insistere non vuole parlarmi nemmeno di come ha conosciuto papà,ma penso che lui non me ne parli solo per evitare di causarle dispiaceri. Ho l'impressione che lui sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa per vederla sorridere,spesso mi capita di non dubitare che  ne sia capace.
So anche che,le rare volte in cui succede,mia madre non riesce a sostenere il mio sguardo perchè ho ereditato gliocchi azzurri di papà,ma non saprei dire con certezza se è perchè è intimidita, o per via di qualche doloroso ricordo che le riporto in mente per il modo in cui la guardo.
Non mi dispiace averla come madre,tuttavia è ridicolo che non mi racconti come stanno le cose,sarebbe ancora più patetico se io anche solo fingessi di non sospettare che mi nasconda qualcosa di importante,essenziale a riempire il puzzle.
Spesso la trovo anche iperprotettiva,ed è alquanto seccante,ma non frena la mia curiosità su di lei e questo paese.
Sono in treno.                
È la prima volta chelo prendo,ed avevo grandi aspettative,ma a dir la verità adesso confesso di essere un po delusa. Iè davvero troppo veloce,le persone sono shiacciate fra di loro nei corridoi e nessuno da l'impressione di godersi il viaggio,ma penso di dovermi ritenere fortunata,pensando che poco tempo fa non mi sarbbe nemmeno stata concessa l'occasione di restarmene seduta-incastrata fra un'amabile coppietta di vecchietti arzilli che litigano con foga su qualcosa che non riesco ad afferrare,visto che parlano con un accento davvero srambo. Poi Riesco a riconoscere due parole
 -Hunger Games- è quello che dice il tizio a sinistra,lo guardo incuriosita,le parole hanno suscitato il mio interesse,e seppure fino ad adesso i due tipi non hanno dato segnali di far caso alla mia presenza,ignorandmi bellamente,il vecchietto ora ricambia ilmio sguardo con una sfumatura interrogativa,come a chiedermi da dove spunti. Noto che ha gli occhi grigi e sto per domandargli cosa significhi Hunger Games,ma il treno frena bruscamente e nel caos che s genera di seguito torna ad ignorarmi e perdo l'occasione per soddisfare la mia curiosità. Non fa niente,ci sono abituata e già so che sopra vivrò,sempre che nel frattempo non muoia di noia,anche se recentemente è nata in me l'ipotesi d esserne una portatrice sana. I passeggeri si alzano contemporaneamente e si spiaccicano ordinatamente nei corridoi. Ho il buonsenso di aspettare che il treno s svuoti un po. SonO consapevole del fatto che uno scricciolo come me non potrebbe mai sopravvivere in mezzo a una folla del genere,così mi alzo con cautela solo dopo qualche minuto. Dopo poco scopro che le mie premure sono state vane. Il mio corpicino gracile viene sballottolato da una parte e dall'altra. La gente mi soffoca ed io muoio dalla curiosità di affacciarmi al finestrino e scoprire cosa c'è fuori. Francamente ho scelto un treno a caso,troppo presa dall'emozione di soddisfare per una volta un mio desiderio,ma persino la mia visuale è ostacolata. Dalle porte aperte coperte da mucchi di gente che si riversa,priva di una qualsiasi forma di delizatezza fuori,riesco a percepire una brezza leggerache mi ssoffia sul collo,l'odore del mare. Devo essere finita nel distretto 4,niente male. Ora che so dove mi trovo la mia voglia di uscire è cresciuta e sono impaziente e piuttosto irritata,lancio un occhiataccia al tipo che mi ha spintonata e sbuffo,se fossi un po più robusta non mi sarebbe difficile e non mi sentieri certo a disagio nel fami strade a gomitate ,poi scopro che il mio essere esile non riesce a farmi desistere ed eccomi a tentare goffamente di arrivare alla porta infilandomi fra la folla che mi rimprovera scocciata e che io ignoro con una certa soddisfazione prima di essere spinta senza tanti complimenti fuori,ed inciampo nel gradino. Mi sento cadere e poi venire sorretta da braccia magre,ma sorprendentemente stabili sotto la goffaggine del mio peso. Il tocco sembra persino gentile. Poco male,non sono caduta. Mi volto con l'intenzione di manifestare la mia gratitudine alla prima persona dai modi garbati che ho avuto la fortuna di incontrare oggi,e incrocio due occhi verde mare,grandi e limpidi che mi lasciano ,mio malgrado ,senza fiato. -piacere.- il ragazzo che ho davanti mi sorride e ho come l'impressione di averlo già conosciuto,- mi chiamo Terry. Terry Odair- mi concedo giusto il tempo di pensare al fascino del suo sorriso,prima di ritrovarmi a rispondere quasi inconsciamente,palesemente assorta:-Willow Mellark. Mi ritrovo a chiedermi,senza un senso apparente, se è questo quello che prova mio padre quando guarda negli occhi mia madre -vuoi una zolletta di zucchero? Ho l'abitudine di tenerle in tasca-
  
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