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Autore: Halloween_    03/10/2013    5 recensioni
{One-Shot di 1.067 parole ~ Dedicata alla mia nuova amica Any ~ BanGaze}
Spero che a qualcuno piacerà e vorrà lasciarmi una piccola recensione, non sono mai sicura di quello che scrivo, purtroppo.
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[...]Deglutì «Vuol dire che siamo…» non ebbe il coraggio di finire la frase, era troppo per lui.
«Morti.» finì per lui Suzuno, ritrovando poco alla volta la calma.[...]

~.~.~.~.~.
Ci vediamo dentro, se vi va. c:
Kuro♥
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Bryce Whitingale/Suzuno Fuusuke, Claude Beacons/Nagumo Haruya
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Forgive me.


Dedicata ad Any {AkuraKuroNeko}




Una leggera pioggerella batteva sul vetro sospinta dal vento, il ritmo regolare di quel suono distendeva i nervi mentre la giornata uggiosa invogliava a riposare.
Nel semplice appartamento arredato all’occidentale due ragazzi poltrivano sul divano, la televisione accesa che trasmetteva un vecchio film, ma nessuno lo seguiva quindi era diventato un banale ronzio di sottofondo, dedito a riempire il silenzio.
Un irritante silenzio, l’avrebbe definito Nagumo che, preso dalla noia, alternava lo sguardo d’ambra tra la tv e il ragazzo all’altro capo del mobile. L’altro ragazzo, Suzuno, era troppo preso dal libro stretto tra le pallide dita, per accorgersi di altro all’infuori dell’inchiostro su quelle pagine: nemmeno il frusciare di stoffa che accompagnò lo spostamento del rosso, lo distrasse.
Giunto accanto all’albino, Nagumo, si lasciò andare appoggiando la testa sul tessuto ruvido dei suoi pantaloni scuri. Suzuno non lo degnò di nemmeno di una misera occhiata.
«Che stai facendo?» chiese invece, scorrendo con gli occhi glaciali riga dopo riga.
Il rosso sbuffò «Non mi piace essere ignorato, lo sai.» mosse un po’ il viso, sentendo la guancia sfregare contro il jeans, ma alla fine riuscì a trovare una posizione comoda. Lo sguardo puntato sul piccolo lembo di pelle diafana, che faceva timidamente capolino dalla maglia di Suzuno. Con un ghigno stampato in volto avvicinò le labbra, fino a posarle, in un delicato bacio, sullo spiraglio di pelle… Già s’immaginava a risalire da quel piccolo punto, su fino a eliminare quella maglia fastidiosa che gli oscurava la visione del fisico asciutto del suo ragazzo.
«Sei gelido.» bofonchiò Haruya, con le labbra ancora premute sulla pancia di Fuusuke; quest’ultimo sollevò un sopracciglio, confuso «Intendo che hai la pelle gelata.» specificò allora.
Prima che Suzuno potesse replicare, un rumore li distrasse: delle chiavi giravano lente nella toppa. Quando la porta di legno si aprì, facendo entrare la giovane domestica che puliva la loro casa tre volte a settimana, la coppia rimase sinceramente sorpresa perché non ricevettero nessun saluto. Era sempre stata una ragazza molto educata e vederla spegnere il televisore con uno sbuffo, senza accorgersi di loro, li stupì oltremodo e rimasero a fissarsi interdetti.
Almeno finché un urlo di puro terrore lacerò l’aria, e un tonfo fece vibrare leggermente il pavimento.
In un momento Nagumo e Suzuno si precipitarono nella cucina, e la prima cosa che videro fu la mora cameriera stesa a terra, svenuta. Aggirando la tavola centrale stranamente invasa da ingredienti di vario genere –c’era perfino una pentola sul fuoco, spento-, Haruya s’impiantò davanti a ciò che aveva fatto collassare la ragazza.
«Suzuno?» chiamò con voce tremante «Com’è successo?» puntò il dito scosso da tremiti, su una coppia di corpi riversi a terra.
L’albino l’affiancò e si sentì mancare a quella vista, dovette afferrare il bordo del tavolo altrimenti sarebbe caduto, perché le gambe non sembravano volerlo più sostenere.
«Siamo noi…» soffiò in sussurro, svuotando i polmoni e riempiendoli con ansia crescente.
Nagumo osservava terrificato il suo volto esangue e gli occhi vitrei, tentò un passo avanti ma urtò qualcosa di metallico che tintinnò appena: un coltello macchiato di rosso.
Deglutì «Vuol dire che siamo…» non ebbe il coraggio di finire la frase, era troppo per lui.
«Morti.» finì per lui Suzuno, ritrovando poco alla volta la calma. In quella situazione era necessaria.


La lama di un coltello luccicava nell’aria, mentre chi la impugnava, sbraitava, agitandola senza accorgersene. Impegnato com’era nella discussione nemmeno di quell’arma che stringeva nella mano destra.
Fu un momento.
Il sangue schizzò come la fine pioggia che s’intravedeva dalla finestra, imbrattando i candidi muri di rosso scuro. Alcune gocce si posarono sul volto di Nagumo che cadde in ginocchio, fissando il corpo senza vita di Suzuno e il volto deturpato in un’espressione di agonia mentre lo squarcio sul collo sgorgava sangue.
Non voleva Nagumo, non avrebbe mai fatto del male a Suzuno, lo amava… Come avrebbe potuto? Si era semplicemente voltato sentendo la mano dell’altro sulla spalla, ed era accaduto.
Vedeva appannato Haruya a causa delle lacrime che scendevano copiose dall’oro nel suo sguardo, mentre vi risplendeva l’immagine della lama insanguinata. Anche lì fu questione di un momento.
Non pensò nemmeno, solo l’afferrò spingendosela quanto più affondo poté nel mezzo del petto.
Un istante dopo Nagumo era accasciato sul corpo di Fuusuke, anche lui privo del soffio di vita ad animarlo.



Quelle immagini scorsero rapide nelle menti dei due, riviverle fu come il peggiore degli incubi, quelli dove per quanto ci provi non riesci a svegliarti.
«Sei un’idiota.» sputò Suzuno «Tu e la tua gelosia.» rincalcò la dose mentre con lo sguardo percorreva i due corpi irrigiditi e ammantati di un lieve grigiore.
Nagumo sentì nuovamente le lacrime pizzicargli gli occhi, ma non avrebbe pianto. Non davanti a Suzuno.
Era successo tutto perché il rosso aveva visto il suo ragazzo uscire da un negozio assieme a quel montato di Afuro e, preso dalla gelosia, aveva deciso di cucinargli qualcosa pur essendo negato in cucina.
Quando l’albino era rientrato, trovando il suo ragazzo ai fornelli né era rimasto stupito così aveva domandato il perché, ma lo scoppio di una discussione era stato inevitabile.
Perché Haruya era un tipo geloso e impulsivo, appena Suzuno era rientrato, non era riuscito a trattenersi aggredendolo verbalmente.
Tutto era degenerato, come perfetta conclusione di un tragico spettacolo.
«Lo so…» rispose Nagumo a fil di voce, se Fuusuke fosse stato di un solo passo più lontano, probabilmente non l’avrebbe udito.
Scavalcando i due cadaveri, l’albino raccolse qualcosa da terra, un piccolo oggetto volato via dalla sua tasca quando il rosso l’aveva sgozzato.
Glielo mise in mano «Ero andato a comprarti questo per il tuo compleanno, cretino. Afuro mi aveva solo accompagnato.» spiegò, colpendo in testa il rosso con un piccolo schiaffo.
A quelle parole il senso di colpa iniziò a divorare Haruya ancor di più, era stato così stupido che se non fosse già morto si sarebbe ucciso di sicuro.
«Perdonami io-»
«Smettila.»
Suzuno congiunse le sue labbra con quelle di Nagumo, in un bacio ben poco casto introducendo la lingua e facendola danzare con quella del compagno.
Si staccarono solo quando dei mugolii s’insinuarono in quel momento così intimo; la ragazza si stava svegliando.
«Andiamo.» l’albino prese a camminare verso la porta. Nagumo lo seguì, facendo scivolare il piccolo regalo nella tasca, abbastanza confuso.
«Dove?»
Fuusuke sorrise, e seppur piccolo come sorriso, Haruya né fu felice ugualmente «Dove vogliamo.» replicò l’albino.
Attraversarono la porta e svanirono, forse per sempre. O forse no.











{Angolo di Kuro}
Buonasera a voi, popolo! c:
La vostra festa preferita (?) è qui, di nuovo.
In quello che ho deciso di chiamare "periodo grigio", l'ispirazione mi tiene abbastanza compagnia quindi scrivo, scrivo e scrivo... Come sono felice! *^*
Ehm, spero vi piaccia questo scritto che considero uno dei miei tanti obbrobri. Purtroppo sono sempre incerta su ciò che scrivo, sigh.
Bene, la dedico alla carissima Any, mia nuova amica ma a cui già sono affezionata. c:
Bien, è tutto.
Alla prossima. ♥

Kuro.
   
 
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