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Autore: Larrys_bravery    03/10/2013    1 recensioni
Torn in two
And I know I shouldn’t tell you
But I just can’t stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Every night I almost call you
Just to say it always will be you.
[Songfic]
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Wherever you are.
 
 
 
 
For a while we pretended
That we never had to end it
But we knew we had to say goodbye
 
 
“Smettila Ash, dai! Mi fai il solletico!” riuscì a dire, tra una risata e l’altra. Ero felice di essere la ragione del suo sorriso, della sua gioia. Ero felice e basta, quando ero con lei. Ma tutto sarebbe finito molto presto e, anche se ne ero a conoscenza fin dall’inizio, questo non significava che facesse meno male.
“Era esattamente questo il mio intento, sweety” le risposi, non dandole il tempo di allontanarsi e avvolgendola in un abbraccio di quelli che sanno di famiglia, di sole, d’estate; uno di quelli che ti riscaldano il corpo, ma anche l’anima.
Mi strinse forte a sé, come se non volesse più lasciarmi andare.
“Non andartene”, mi disse; una lacrima le scorreva su una guancia, andando ad infrangersi sulle sue labbra. “Non abbandonarmi”, continuava a ripetere. E io mi avventai sulla sua bocca, la assaporai, ne saggiai il sapore, tentando di trasmetterle sicurezza solo con quel gesto, tentando di farle dimenticare la mia partenza. Ma lei non riuscì a scacciare quel pensiero, e nemmeno io.
 
 
You were crying at the airport
When they finally closed the plane door
I could barley hold it all inside
 
I flash mi accecavano, le urla delle fan mi infastidivano. Non era questo quello che desideravo in quel momento, non era la fama che volevo al mio fianco. Era lei, quella che avevo conosciuto pochi mesi prima; era lei, quella che avevo abbracciato ogni notte prima di addormentarmi; era lei, quella che mi guardava da lontano, con le lacrime agli occhi, ancora una volta, per causa mia.
Dovetti abbassare lo sguardo, nascondermi agli occhi dei fan e dei miei compagni di band, ai suoi occhi, per non essere scoperto, per non essere privato delle poche barriere che erano rimaste a farmi compagnia, facendomi apparire più forte di quello che in realtà fossi.
“Come ci si sente a essere stati scelti per aprire i tour della band più famosa del momento, i One Direction?”
“Cosa vuol dire la fama a quest’età?”
“Hai qualche notizia succosa per noi, ragazzo? Qualche singolo?”
Queste le domande dei giornalisti che ci seguivano ovunque; erano sempre le stesse, esattamente come le risposte che noi davamo loro. Ma questa volta la mia sarebbe stata differente. Il silenzio, sì. Il silenzio mi sembrava l’arma migliore, ormai, così presi un respiro profondo e corsi verso l’ingresso dell’aereo, senza guardarmi indietro, sapendo che se l’avessi fatto non sarei riuscito a partire. Le porte si chiusero dietro di me, calò il silenzio e crollai. Una lacrima lasciò anche i miei occhi.
 
 
Torn in two
And I know I shouldn’t tell you
But I just can’t stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Every night I almost call you
Just to say it always will be you

 
“Mi manchi”. Era il messaggio che appariva sullo schermo del mio telefono. Era passata una settimana dalla mia partenza, non ci eravamo sentiti, nonostante avessi pensato a lei continuamente. Ma la vita andava avanti, anche se ero spezzato dentro, continuavo a cantare, a salire su quel palco e trasformare la mia rabbia, il mio dolore, in grinta.
Eppure avevo ceduto. Quel messaggio appariva nella sezione sbagliata, in quella dei messaggi inviati; tante sere ero stato sul punto di chiamarla, di dirle di prendere il primo volo e di tornare da me. Tante volte avrei dovuto dirle che non avrei mai dovuto lasciarla, che ce l’avremmo potuta fare, insieme. Ma non l’avevo mai fatto, per il suo bene, perché questa storia non avrebbe mai avuto un futuro e noi eravamo giovani, con una vita davanti e questo amore, ormai, alle spalle.
Eppure avevo ceduto; quella sera, dopo il concerto, le avevo scritto senza pensare alle conseguenze delle mie azioni, ma non mi sarei mai potuto aspettare la sua risposta.
“Avevi detto che mi avresti lasciata andare, mi avresti liberata. Non essere egoista, di nuovo, per la seconda volta. Sparisci, ti prego.”
Erano queste le parole del suo messaggio, erano queste le lettere incise sul suo cuore, e ora anche sul mio. Sanguinavano, facevano male, proprio perché erano tremendamente vere.
Mi addormentai rileggendo il testo della risposta, più e più volte, per molte notti.
 
 
 
I can fly a thousand oceans
But there’s nothing that compares to
What we had and so I’ll walk alone
 
Dopo due mesi le cicatrici si erano rimarginate. Faceva meno male, ma questo non voleva dire che fossi del tutto guarito. La malinconia accompagnava le mie giornate, ma ora riuscivo a vivere, di nuovo. Mi godevo i concerti, affrontavo innumerevoli viaggi da un continente all’altro, sapendo che se avessi potuto scegliere, però, la mia strada saresti sempre stata tu. E quando pioveva uscivo di casa, con le cuffie nelle orecchie e la musica a riscaldarmi, perché amavo sentire le gocce bagnarmi il volto e schiarirmi le idee, amavo liberarmi di ogni pensiero e sentirmi libero, privo di qualsiasi tipo di pressione, privo di ogni costrizione.
 
I wish I didn’t have to be gone
Maybe you’ve already moved on
But the truth is I don’t want to know
 
No, non me ne sarei mai voluto andare. Ma questa è la mia vita, lo sapevamo entrambi, fin dall’inizio. Possiamo raccontarci qualsiasi bugia, possiamo dire che non l’avremmo mai previsto, ma ne eravamo consapevoli. Quello che non ci aspettavamo era tutto questo dolore, che lentamente stava scivolando via. E se insieme al dolore ci avesse lasciati anche il sentimento? Se tu mi avessi dato retta e ti fossi già dimenticata di me, come d’altronde recitava il tuo messaggio?
Avresti fatto bene, a diciannove anni sarebbe impensabile aspettare una persona conosciuta da pochi mesi, sarebbe impensabile provare un sentimento tale da ritenersi legato a qualcuno per il resto della propria esistenza; però avrei desiderato che tu ci provassi, che provassi a capirmi, a non lasciarmi.
I nostri amici mi chiamavano ancora, mi raccontavano di come stavano andando le cose, mi parlavano delle famiglie e dei parenti, della scuola e dei professori, ma mai di te. Avrei voluto sapere almeno come stavi, ma forse era meglio così, forse sarebbe stato meglio voltare pagina ed andare avanti.
 
You can say we’ll be together someday
Nothing lasts forever
Nothing stays the same
So why can’t I stop feeling this way


Ricordavo ancora le tue parole, poco prima che partissi. “Ashton, noi ce la faremo, te lo prometto. La supereremo, ti aspetterò”.
Ma allora dov’eri? Perché te ne eri andata ? Perché io continuavo ad aspettarti qui, mentre tu non pensavi più a noi, o perlomeno a ciò che eravamo stati?
“Niente dura per sempre, niente resta così com’è”. Queste le parole dei miei amici, dopo avermi detto che tu, una vita, eri riuscita a fartela in poco tempo. Queste le parole che mi fecero male, che mi fecero arrabbiare, gridare. Queste, infine, le parole che mi fecero capire cosa stavo sprecando e accantonando: la mia vita, i miei amici, la mia carriera, questi sarebbero rimasti. Lei no, se n’era andata, per sempre.
 
 
Torn in two
And I know I should’nt tell you
But I just can’t stop thinking of you
Wherever you are
You
Wherever you are
Every night I almost call you
Just to say it always will be you
Wherever you are




“E questo era l’ultimo singolo della nuova band che sta totalmente facendo impazzire le teenagers di tutto il mondo! Che cosa ci potete dire ragazzi? Ho sentito che sei stato tu, Ashton, a scrivere il singolo, complimenti” disse lo speaker, incitandomi a rispondere.
“Sì, è un testo che è stato interamente pensato e scritto da me. Ci tengo molto e spero sinceramente che possa piacere, ho messo anima e corpo in questo singolo.” Dissi io, ricevendo sorrisi incoraggianti da Michael e Luke, e una pacca sulla spalla da Calum.
“C’è una chiamata, ragazzo mio, da una fan che dice di conoscerti. Si chiama Hope, mi sembra parecchio scossa dal testo di questa canzone, da quello che ha detto noi.”
Rimasi immobile, il respiro spezzato in gola. Era lei, dopo tutto questo tempo ancora lei. I miei amici mi guardavano in apprensione, aspettandosi un qualsiasi tipo di reazione da parte mia.
Ma non avvenne niente, risposi con tutta la calma del mondo “Mi dispiace, amico, ma dobbiamo proprio andare. Sarà per un’altra volta, Hope. Spero ti sia piaciuta la canzone, l’ho scritta proprio con il cuore.. a pezzi.” Detto questo mi tolsi le cuffie e uscì dallo studio, sentendomi finalmente libero.






HIIII GUUUUYS.
Ok, allora, sto barando. Questo dovrebbe essere il mio primo articolo per il giornalino della scuola.
Non sono per niente convinta di ciò che ho scritto, e anche una mia amica me lo boccia T.T
Mi fate sapere che ne pensate, please? Ci terrei molto, un bacione <3
  
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