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Autore: Sonia_bff    04/10/2013    0 recensioni
Niki odia due cose: la fisica e la prof di fisica. E detesta profondamente chi le parla quando ha le cuffie nelle orecchie. Aggiungete una mattinata pessima, una signora bisbetica che odia i bambini, un viaggio in autobus che sembra interminabile e shekerate il tutto. Una ricetta un po' amara? Allora forse è meglio metterci un pizzico di ragazzo riccio come improvviso alleato e uno spruzzo di peperoncino direttamente da nando's... cuocete a fuoco medio et voilà, les jeux sont faits!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MEETING ON THE BUS
 
Stavo dormendo in pullman per tornare a casa. O meglio, stavo cercando di dormire. La fermata del teatro è sempre la peggiore. Salgono tutti, e dico tutti, i vecchi della città. Chiusa parentesi, stavo tentando di immergermi nella musica per isolarmi un attimo da questo mondo, quando una signora con i capelli di un colore più arancione di una zucca mi inizia a scuotere per sedersi di fianco a me. Faccio finta di essere scocciata, non che ci sia bisogno di recitare molto, e sposto lo zaino dal sedile di fianco, cosi che il … fondoschiena enorme della nostra zucca possa accomodarsi. Ora, avete presente la prima cosa che la gente inizia a fare quando vede che hai le cuffie nelle orecchie? Parlare? Esattamente quello che fece. Giuro, sembrava che mi stesse prendendo in giro.
-scusi sa ma i posti sono tutti occupati- disse con una voce assurda, e per assurda intendo roca e da gallina contemporaneamente.
-non si preoccupi- dico con voce palesemente irritata. Non avrebbe avuto senso fingere. Neanche finito di mettermi la seconda cuffia e...
-ma si perché vede, questi pullman di oggi cosi pieni di ragazzini, maleducati oltretutto...- e indica con la testa un ragazzo di fianco a noi che aveva un piede appoggiato sul seggiolino a fianco.
Annuisco velocemente mentre mi scambio un'occhiata d’ intesa con il precedentemente nominato ragazzo. Anche lui deve aver capito che non era il massimo della compagnia che mi potesse capitare. Non che fosse difficile capirlo, ma fa niente...
-ma poi questa colonia di bambini che occupa tutti i posti liberi...- giuro che stavo per ficcarle il parrucchino imbevuto in Amuchina in bocca. Non potevo non rispondere. Non mi doveva toccare i bambini.
-signora- inizio -i bambini sono 5. C'è mezzo pullman libero e il ragazzo è molto più educato di lei che continua a farmi la doccia con quel chewingum all’ anguria che sta masticando a bocca aperta da mezz'ora! Lei è una mucca impertinente e senza rispetto per una qualunque studentessa che ha avuto una mattinata schifosa e voleva solo ascoltare un po' di musica in santa pace!- termino urlando. -e ora se vuole essere cosi gentile da farmi passare la mia fermata è la prossima-, dico con una faccia d'angelo più falsa dell'affetto fra Justin Bieber e le porte di vetro.
Dire che la signora è scioccata è un eufemismo. È di diverse tonalità di rosso e arancione, considerando parrucchino, volto, giacca, gonna e scarpe. Si alza e mi fa passare, rimasta senza parole. Prenoto la fermata e mi posiziono davanti all'uscita. Sento il ragazzo affiancarmi e mi concedo un'occhiata veloce senza che se ne accorga. È alto, riccio e con degli occhi verdissimi. Appena prima della fermata, si volta, mi sorride e si volta verso la signora. Poi, con molta non-chalance urla in direzione della signora -e il rosso andava l'anno scorso!- e poi mi afferra la mano e schizza giù dal bus trascinandomi con se. Giurerei di aver visto una borsetta, rigorosamente rossa, passarci a pochi centimetri dalla testa.
Non ci fermiamo fino alla fermata successiva, correndo e ridendo a non finire. Senza fiato e con un sorriso a 64 denti saliamo sull’autobus successivo. Sta volta ci sediamo vicini,  giusto per evitare signore che sembrano satana ingrassato.
-allora, importunatrice di signore anziane con sclerosi multiple, posso sapere il tuo nome?- chiede lui
-oh beh, strano e affascinante complice di importunamenti di anziane con sclerosi multiple, gradirei sapere prima il tuo.- ma che cazz..? Sono fusa è ufficiale. Saranno gli occhi o le fossette a fare questo effetto? Nah, sono i ricci, il caso è chiuso.
-mi chiamo Harry, piacere- annuncia dopo una risata. Wow. Che risata. Sorrido di risposta, e capisco che sono fregata.
-Nicole, ma puoi chiamarmi Niki- rispondo, riuscendo a nascondere un sorriso ebete.
-allora Niki… brutta mattinata?- il sorriso si spegne subito, ripensare a quella là mi vengono i nervi…
-già, una prof proprio simpatica è riuscita a fregarmi di nuovo, di questo passo sono guai- gli rispondo abbastanza vaga.
- materia?- chiede semplicemente.
-fisica, sempre e solo lei-
-ahahha si ti capisco, sono in una situazione molto simile. Che ne dici di tirarci su il morale a vicenda da Nando’s? È ora di pranzo ormai, ed è qua dietro l’angolo- devo avere uno strano luccichio negli occhi, ne sono certa.
-perché no…- acconsento senza troppi ripensamenti. Forse dopotutto questa giornata non è ancora persa.
Ci incamminiamo, raccontandoci a vicenda delle nostre disavventure con la fisica.
Abbiamo molti aspetti in comune, e lui ha una risata stupenda. E degli occhi stupendi, e vorrei toccare i ricci, perché sembrano stupendi. E… ops. Mi ero incantata. E mi ha cibato mentre lo fissavo. Complimenti Nicole, bella figura, adesso ti prende per maniaca.
-ti piacciono i bambini?- salta su senza preavviso, sorridendo. Devo piantarla, non posso bloccarmi tutte le volte che sorride! Sembro mongola.
- un sacco, soprattutto quando sono piccoli, sono tanto allegri, quando sorridono loro sorrido anche io, è automatico-
-hai fratelli o sorelle?- chiede di risposta
-un fratello di 12 anni, tu?-
-una sorella di 20.-
-e posso invece sapere la tua, di età?- mi chiede di conseguenza
-17, compiuti tre giorni fa, tu invece ne hai…-provo a indovinare- 19, o quasi- sorrido furba, anche se non ho la minima idea del perché abbia risposto in quel modo…
-19 fra meno di un mese! Complimenti!-
-eh modestamente- dico fingendomi una diva. Scoppiamo a ridere entrambi, Dio che bella risata.
-siamo arrivati, vuole ordinare signorina?- mi domanda con voce profonda mentre mi accosta la sedia, fingendosi un cameriere. Rido di nuovo, prima di rispondergli a tono.
Appena seduti, arriva un cameriere, uno vero stavolta, con capelli biondo cenere e occhi di un azzurro incredibile. Sembrano un mare tropicale, mai visti occhi così. Poi però penso a quelli di Harry… è una bella gara in effetti.
-cosa posso portarvi ragazzi?- ci dice energico, sorridendo a entrambi.
-un piatto Horan- rispondo sicura, il mio piatto preferito, da quando vivo qua.
-anche per me per piacere- si unisce Harry. Il cameriere annuisce, sorridendo ancora di più, chissà perché.
-ve li porto subito- dice raccogliendo i menu neanche aperti e sparendo verso la cucina.
Continuo a guardarlo finchè Harry riprende a parlare.
-vivi qua in città?-
-si, mi sono trasferita da poco-
-e come mai Londra?- chiede incuriosito. Adoro quella domanda.
-Questa città fantastica, sotto tutti i punti di vista. È il riassunto dell’Europa, puoi trovare qualsiasi cultura esistente in meno di 10 isolati. E poi la gente qua è diversa, pensa ai suoi problemi, non ti giudica in base al gusto nel vestirsi o se hai cinque chili in più o in meno. Io sono italiana, e questo paese per me è come una boccata d’aria fresca dopo mesi di apnea.
-sono d’accordo, anche se non ho mai visto l’Italia, ma devi ammettere che il tempo è meglio là- ribatte sorridendo e ascoltandomi
-vero, ma anche troppo Sole dopo un po’ stanca, fidati. E poi a me la pioggia piace, mi da un senso di tranquillità assurdo. Tutte le volte che posso mi siedo nella mia bow-window con un libro in mano, un panno sopra e un thè fumante di fianco. È il mio ideale di paradiso-
Continuiamo a parlare per un po’, quando il cameriere torna con i nostri due piatti.
-ecco a voi il mio piatto- dice. Lo guardo stralunata, il suo piatto? Ho capito bene?
Dalla faccia di Harry capisco che anche lui non ha afferrato il concetto. Così il cameriere ci chiarisce le idee.
-il piatto Horan è il mio piatto, infatti mi chiamo Niall Horan. C’è stato un concorso due anni fa, in cui tutti i dipendenti di Londra dovevano preparare un piatto. Il migliore sarebbe stato esposto in tutti i menù.-
-davvero?! L’hai pensato tu? Sei un genio, è fantastico, prendo sempre questo!-
Gli dico sorridendo, chi l’avrebbe mai detto!
Si complimenta anche Harry e poi iniziamo a mangiare, parlando delle nostre disavventure con gli autobus. Mi trovo davvero bene con lui, ridere sembra così facile.
Stiamo a parlare per più di un’ora, quando ricevo un messaggio della mia coinquilina. Come al solioto.
-scusami ma devo proprio andare. Kate, la ragazza con cui divido l’appartamento, ha di nuovo dimenticato le chiavi, devo andare ad aprirle la casa- dico sconsolata. Mi stavo divertendo un sacco.
-possiamo rivederci?- mi domanda speranzoso. Sorrido divertita.
-beh questo dipende da te, io sono su quell’autobus tutti i giorni, sempre alla stessa ora, sai dove trovarmi.- e detto questo mi giro salutandolo con la mano e mi avvio alla fermata della metro, aspettando già impaziente il giorno dopo.
Quasi quasi non vedo l’ora di vedere la prof di fisica, se vuol dire che dopo poco rivedrò quel ragazzo riccio dagli occhi verdi. E pensare che volevo prendere la bici!



ANGOLO AUTRICE:
ciauuu, grazie a tutte per essere arrivate fin qui =)
faccio presto. voglio solo dire che questa è la mia terza one shot, la prima sui 1D. mi è venuta in mente in autobus, e l'episodio della signora è accaduto realmente, con l'unica differenza che non avevo Harry a spalleggiarmi (u.u). avevo un'ora libera, mi sono messa al computer e questo è il risultato. So che scoccia, ma potete farmi sapere che ne pensate? anche per messaggio privato =) mi piacerebbe sapere se posso migliorare qualcosa o se vi siete divertite a leggerla... e niente. vi lascio andare. ciauuuu
  
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