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Autore: _Haru__    04/10/2013    5 recensioni
Da quando i loro genitori scomparvero in circostanze misteriose Thomas si promise che non avrebbe mai abbandonato suo fratello minore Flew e che lo avrebbe protetto anche in casi estremi. Lo Stato della così considerata città perfetta, il Distretto Utopia, è amministrata da delle macchine che non commettono mai errori e rispondono a leggi al limite della perfezione e del ridicolo. Flew ha commesso un errore che non avrebbe mai dovuto commettere: Thomas manterrà la sua promessa?
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
- Una città intoccabile -


- Alzati Flew, è ora di andare a scuola. Non puoi permetterti di arrivare in ritardo già il primo giorno! - dico ridacchiando mentre accendo e spengo la luce della camera da letto di mio fratello minore. Dopo qualche strano verso di disapprovo finalmente decide di alzarsi: - Solo tu riesci a svegliarmi in modo così fastidioso! - dice Flew mentre si siede a tavola per far colazione. Un semplice bicchiere di latte fresco in cui immergere teneri biscotti al cioccolato. Accontentare mio fratello non è di certo un' impresa ardua. 
- Allora, sei pronto per il tuo primo giorno di scuola? - chiedo goffamente mentre divoro una specie di brioche al cioccolato immersa poco prima in un caldo caffellatte. Flew è preoccupato per qualcosa, lo si vede dall'espressione che fa: quando inizia a passarsi l'aria da una guancia all'altra significa che è in ansia. Alla mia domanda risponde solo il rumore del latte che gocciola dai suoi biscotti e quindi decido di insistere.
- Qualcosa non va? Dovresti essere entusiasta di affrontare il tuo primo giorno di scuola. 
- Ho paura, fratellone.
Questa non me l'aspettavo. Non ho mai sentito la parola 'paura' uscire dalla bocca di mio fratello. Lui non ne ha mai avuta. Avrà anche solo sei anni, ma è un tipo tosto. Forse è perché deve mentire ancora: i nostri genitori sono spariti in circostanze misteriose e non sappiamo se siano ancora vivi. Io e Flew vogliamo continuare a stare insieme e se lo Stato scoprisse che siamo rimasti orfani manderebbe mio fratello all'orfanotrofio della città ed io, diciassettenne, non avrei più nessuno da proteggere. Non voglio abbandonarlo e per questo dobbiamo fare una cosa illegale. Nel distretto Utopia è severamente vietato raccontare qualsiasi tipo di menzogna se non accompagnata da una palese ironia. Insomma, almeno qualche battuta scherzosa è concessa anche se potrebbero esserci sempre dei fraintendimenti. 
- Non accadrà, fidati. Cerca di evitare sempre quel genere di discorsi e vedrai che andrà tutto per il meglio. 
Flew beve le ultime gocce di latte e si avvia verso la propria stanza senza dire una parola. Io lo guardo silenziosamente mentre se ne va e decido di darmi una mossa anche io. 
- Muoviti, dobbiamo partire ora per arrivare puntuali.
Preso lo zainetto mi raggiunge e apriamo la porta. Un fascio di luce accecante ci abbaglia: il cielo come sempre è limpido e la temperatura è perfetta. Prendo la mia bicicletta e ci faccio salire Flew dietro. La mia scuola è poco più avanti rispetto alla sua e di conseguenza non mi è scomodo portarlo. 
La città in cui viviamo si chiama Distretto Utopia ed è la città migliore del mondo del periodo successivo alla Terza Guerra Mondiale, almeno così ci fanno credere. La verità è che siamo come topi in gabbia: a nessuno è permesso emigrare dalla città e gli immigrati non sono accettati. Ogni famiglia è obbligata ad avere un massimo di due figli e se qualcuno dice una bugia viene subito portato in carcere. Non ci devono essere errori di alcun tipo. La tecnologia dei nostri tempi è avanzatissima e lo Stato riesce addirittura a controllare gli agenti atmosferici per rendere questa città immune alla maggior parte delle malattie. Siamo controllati ovunque, tranne a casa: se un individuo pronuncia frasi con l'intenzione di mettere in dubbio le leggi dello Stato viene arrestato subito (in realtà non si sa dove vadano a finire le persone accusate di questo reato). Tutto dev'essere perfetto e non si osa nemmeno pronunciare la parola 'guerra'. 
- Siamo arrivati, Flew - dico togliendogli il caschetto. - Buona fortuna. Passa una buona giornata. 
Mio fratello mi fa cenno come dire 'farò attenzione'. E' sveglio e se la potrà benissimo cavare in qualunque situazione. Nel peggiore dei casi ci sarò io a difenderlo. Da quando i nostri genitori sono scomparsi ho promesso a me stesso di proteggere Flew anche a costo della mia vita e non ho intenzione di tirarmi indietro in alcun caso. 
Pedalo il più velocemente possibile: se arrivassi in ritardo sarei automaticamente segnato come assente e verrei respinto all'entrata. Non ci sarebbe alcun problema se non fosse che dovrei portare una giustifica dai genitori che non ho. 
Fortunatamente la mia bicicletta non mi ha deluso e sono arrivato in tempo. 
- Buongiorno, Thomas!
Quella voce così graziosa non può che essere di Helan, una mia compagna di classe che al primo anno ho odiato davvero tanto ma dalla quale ora non posso più staccarmi. 
- Ehi, Halan. Come hai passato le vacanze estive? 
- Nulla di che, ho letto qualche libro antico qua e là. 
Già. I nostri passatempi sono questi: leggere e studiare. Le nostre menti devono essere acculturate e dobbiamo cercar di essere sempre un passo più avanti di chiunque altro. Anche io ho letto un sacco di libri riguardanti le religioni che esistevano più di mille anni fa, ma non penso di aver voglia di parlarne con Halan.
- Un libro che hai letto?
- L'Apologia di Socrate. Un filosofo. Ho riso tantissimo scoprendo quanto potessero essere idioti a quei tempi! Una democrazia con dei rappresentanti e dei giudici umani! Ci credi?
Ne ero a conoscenza anche io della tanto acclamata democrazia di una volta e francamente devo dire di essermi stupito anche io. Gli umani si fanno corrompere, le macchine no. Una delle poche iniziative positive del Distretto Utopia è proprio quella di affidare la giustizia e il governo a delle macchine escluse da ogni tipo di errore che un umano commetterebbe frequentemente. 
Mi faccio scappare un lieve sorrisetto per ciò che ha appena detto Halan e il professore entra in classe.

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Le sei ore scolastiche sono finalmente terminate e il suono della campanella ci accompagna fuori dall'edificio. Per quanto fossero interessanti le lezioni non vedevo l'ora di uscire solo per sapere com'è andata a Flew. 
- Thomas, oggi vieni in biblioteca con me? - dice Halan mantenendo sempre la sua indistruttibile tranquillità. 
- Non posso, mi spiace. Devo stare con il mio fratellino. Magari possiamo fare domani.
Dall'espressione di Halan intuisco che ci è rimasta piuttosto male. Un po' la capisco anche perché per tutta l'estate non ci siamo visti: lei è una sorta di genio in biologia e quindi ha avuto il permesso di trasferirsi per tre mesi in un'altra città per studiare. 
Halan mi lascia con un 'ok' di cortesia ed io mi precipito subito a casa per sentire com'è andata a Flew. All'andata lo accompagno io perché ha un orario da rispettare, ma all'uscita dalla scuola va a piedi (lui a volte esce prima di me). 
Poso maldestramente la bicicletta in cortile ed entro in casa. Non c'è nessuno.
- Si sarà fermato da qualche parte - penso. Per sicurezza decido di prendere il telefono e di chiamarlo. 
Non risponde. Il telefono è staccato. Dove caspita è finito?!
Sto iniziando a preoccuparmi e corro fuori. 
Il primo luogo è certamente la scuola. Magari si è fermato lì e ha semplicemente il telefono scarico. Non può accadere nulla di grave in questa città. Delitti, furti e crimini di questo genere non esistono quasi più. La legge è troppo severa. La legge, lo Stato...
- No, non può aver sbagliato - penso mentre qualche lacrima mi scivola in viso - Non può aver detto nulla di compromettente. Me lo aveva promesso, lui è sveglio e non si fa sfuggire nulla... - le lacrime continuano a scendere.
Arrivo davanti al cancello della sua scuola e scendo dalla bici lasciandola in mezzo al marciapiede. Il cortile pullula di ragazzetti che fanno ricreazione: alcune classi fanno rientro e dopo mangiato hanno a disposizione un lungo intervallo prima di ricominciare le lezioni. 
- Non sono ammessi estranei all'interno dell'istituto. Vi ricordiamo che il cortile fa parte del perimetro scolastico. La preghiamo di allontanarsi immediatamente se non vuole che chiamiamo la polizia. 
Ci si mettono anche i robot con i loro 'bizz bizz' continui. No che non mi allontano. Io sto cercando mio fratello: l'unico pezzo rimasto della mia famiglia e della mia vita.
Alcune luci rosse lampeggianti si accendono sulla testa di ogni robot. Iniziano a innervosirmi. Do un calcio ad uno di loro per farmi spazio e alcuni bambini mi guardano impauriti senza saper se fuggire oppure no. Entro dentro la scuola e chiedo al primo insegnante che trovo.
- Sa per caso dov'è Flew Herrison? Frequenta questa scuola. E' mio fratello minore.
L'insegnante mi punta uno sguardo di pena come se stesse assistendo ad una tortura nei confronti di qualche animale.
- La polizia lo ha portato via. Suo fratello era un mio allievo, ma ha parlato troppo. 
Era? ERA? Perché usa il passato? Dov'è finito mio fratello?! Non ci credo. Non può averlo detto... come lo hanno convinto?!
- Ha negato l'esistenza di Dio - dice improvvisamente. 
- In che senso?
Ora sono seriamente preoccupato. Nel Distretto Utopia c'è libertà di pregare il proprio Dio nel modo che si desidera, ma la negazione dell'esistenza di una Divinità superiore a noi non è tollerata. Insomma, gli atei o anche solo gli agnostici non sono ammessi e vengono puniti nei modi più brutali possibili. Io sono ateo, ma non ne ho mai parlato con nessuno ovviamente. Non vorrei aver influenzato però mio fratello. Ora sono arrabbiato sia con me stesso che con Flew: come ha potuto infrangere la nostra promessa? Anche se io lo avessi influenzato riguardo il credere o no ad un Dio perché mai se lo sarebbe lasciato scappare?!
- Non c'è nulla da spiegare, signorino. Gli atei non sono ammessi. Mi spiace per suo fratello, ma neanche troppo. Arrivederla. 
Mi abbandona così, voltandomi le spalle ed entrando in aula insegnanti. Io mi giro per uscire e qualcuno mi colpisce la testa con qualcosa di pesante. Buio improvviso. 


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Salve a tutti ragazzi! Ho deciso di scrivere questa nuova storia sfruttando al meglio ogni mia possibilità! Non è detto però che il mio meglio sia bello anche per voi, spero di sfruttare bene quest'idea carina di trama che mi è venuta in mente. Accetto ben volentieri ogni tipo di critica costruttiva e, anzi, mi sarebbe utilissima per continuare e migliorare! Vi ringrazio in anticipo e spero che questo capitolo vi piaccia. Bye! :)

 
  
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