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Autore: Despicable Meggs    05/10/2013    7 recensioni
Periodo di depressione causato dalla 11x02....
Ok... Siccome l'episodio in generale, ma soprattutto il fatto che Ziva se ne vada non mi è piaciuto per nulla, ho deciso di scrivere questa OS con un finale alternativo all'episodio. Almeno in questo modo cerco di tirarmi su di morale pensando che va tutto bene...
Quindi se avete voglia di trovare una fine diversa, più allegra a questo devastante episodio, leggete e fatemi sapere cosa ne pensate! :)
Spero vi piaccia... :)
Attenzione, spoiler 11x02... Anche se penso che ormai tutti abbiano visto l'episodio.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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I will

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I will stand by you
I will help you through
When you've done all you can do
And you can't cope

I will dry your eyes
I will fight your fight
I will hold you tight
And I won't let go



Ed ecco che il momento più temuto è arrivato.
Sono entrambi in aeroporto, sulla pista di decollo dell'aereo che Tony dovrà prendere per tornare a Washington e lasciare la donna che ama lì, da sola.
'At lo levad' le aveva detto meno di un anno prima. E ora la stava lasciando sola. Almeno nella pratica. Certo per lei, lui ci sarebbe sempre stato ma a migliaia di kilometri di distanza.
Si parlano, a fatica. È difficile trattenere le lacrime.

"Tony, tu sei così..." iniziò Ziva.
"Bello, divertente" disse lui.
"Amato" concluse Ziva.

E fu in quel momento che si baciarono, con tutta la forza che avevano in corpo.
Non fu un semplice e dolce bacio, fu appassionato come se non ci fosse un domani.

E adesso, per Tony, era ancora più difficile lasciarla lì e tornare a casa. Ma sapeva che doveva farlo, non per sé stesso, ma per Ziva.

Quando si metteva in testa una cosa, bisognava lasciarla fare. Anche se tutti sapevano che era la scelta sbagliata, lei doveva sbatterci la testa.
In ogni caso Tony sarebbe stato sempre lì per lei. Pronto a correre in giro per il mondo per ritrovarla e aiutarla. Lo aveva già fatto un paio di volte e lo avrebbe rifatto all'infinito pur di avere Ziva con lui.

Così lentamente si allontanò da lei e si diresse verso la scaletta che lo avrebbe portato sull'aereo.

La vide piangere. Ziva David piangere per un addio, che Tony sperava con tutto il cuore che fosse un arrivederci, a presto.

Ora stava diventando davvero difficile. Aveva fatto uno sforzo immane per non piangere davanti a lei. Aveva pensato che se fosse crollato le avrebbe reso tutto ancora più complicato e l'avrebbe fatta sentire in colpa più del dovuto.

Arrivò in cima alla scaletta e la riguardò.
Ziva cercò di sorridere e lui fece lo stesso. La salutò per l'ultima volta e salì sull'aereo. Con il cuore a pezzi, frantumato. Stava lasciando la donna che amava e non sapeva quando l'avrebbe rivista.

Per tutto il volo non fece altro che fissare la collanina con la stella di David che Ziva gli aveva nascosto nella tasca interna della giacca.
Quella collana significava tutto per Ziva, era molto importante. E sperò che il fatto di averla lasciata a lui volesse dire che un giorno, presto o tardi che fosse, lei sarebbe tornata a riprenderla.

Provò davvero a fermare le lacrime. Ma sembrava un'impresa impossibile. Appena ne asciugava una, un'altra era pronta a scendere e a rigargli il volto.


Quel volo sembrò durare un'eternità, non arrivava mai. E l'unica cosa che Tony voleva in quel momento era arrivare a casa sua, farsi una doccia e dormire sperando che questo fosse solo un brutto incubo. Che al suo risveglio Ziva sarebbe stata alla sua scrivania in ufficio pronta a punzecchiarlo e provocarlo tutto il giorno. Sapeva invece che questo non sarebbe successo e che avrebbe dovuto imparare a vivere, o meglio sopravvivere, senza di lei. 

Non sapeva davvero quanto tempo gli sarebbe servito per riprendersi, l'ultima volta che aveva sofferto così era stata per la morte di sua madre.


Quando dopo essere atterrato riaccese il telefono, sperò di trovare una chiamata di Ziva, un messaggio, un segno che lei aveva pensato a lui.
E invece nulla. Chiamate di tutti. Messaggi da Abby, da McGee, persino da Palmer.
Ma di Ziva nemmeno l'ombra.
Prese la sua valigia, uscì dall'aeroporto e fermò il primo taxi disponibile.

"Fatto buon volo, signore?" gli chiese educatamente il tassista mentre caricava la sua valigia nel baule.

Tony lo guardò e lesse la targhetta con il nome. Si chiamava Jeffry. In quel momento avrebbe voluto prendere la sua pistola e scaricargli il caricatore in testa. Ma poi si rese conto che il povero tassista non aveva nessuna colpa, lui non poteva sapere e voleva solo essere gentile.

"Si, certo Jeffry" fu la risposta di Tony.

Si sedette nel sedile posteriore e iniziò a guardare fuori dal finestrino mentre il tassista guidava verso casa.
Le lacrime ripresero a scendere e Tony non fece nulla per fermarle. Era sfinito e, in quel momento, combattere anche contro la voglia di piangere non era possibile.
"Tutto bene?" gli chiese il tassista vedendolo in quelle condizioni.
"Si. Solo... Vorrei arrivare a casa in fretta. Può guidare un po' più veloce?" fu la risposta di Tony.

L'autista aumentò la velocità e in meno di dieci minuti arrivò a casa.
Tony prese la valigia, pagò il tassista e lo ringraziò.

"Vedrà, si sistemerà tutto. Andrà tutto bene" disse il tassista.

Tony voleva rispondergli che lui non sapeva nulla, che non sapeva quello che stava passando e che se lo avesse saputo non avrebbe detto quella frase.
Ma non aveva né la forza né la voglia di discutere.

"Magari. Lo spero" rispose aprendo il portone del palazzo.

Salì in ascensore, premette il pulsante del suo piano e si appoggiò al muro.
"Perché è finita così. Perché non ho agito prima. Abbiamo avuto otto anni e gli abbiamo sprecati" pensò in un momento di rabbia.

Tirò un pugno alla parete dell'ascensore per scaricare la rabbia. Non servì a molto, in realtà.

Quando arrivò davanti al suo appartamento notò che da sotto la porta filtrava della luce.
Pensò che fosse Gibbs. In fondo lui aveva ignorato ogni sua chiamata e qualsiasi altro messaggio dei suoi colleghi. Ed era più che probabile che Gibbs fosse andato ad aspettarlo a casa sua, per assicurarsi che stesse bene.

Prese le chiavi e aprì la porta. Abbandonò la valigia e la giacca nell'ingresso e dirigendosi verso il salotto disse "Capo, non era necessario che tu venissi qui. Sto bene, ti avrei richiamato domani".

Mentì spudoratamente. Stava tutto tranne che bene, aveva già ricominciato a piangere.

Non ottenne nessuna risposta.
"Gibbs per favore torna a casa. Io ora vado a dormire. Ci vediamo al lavoro" ripetè a voce più alta.

Fu in quel momento che dalla cucina fece la sua comparsa.

"Lo sapevi che con il Concord si arriva qui in metà tempo?" gli disse una voce molto più che famigliare.

Si girò pietrificato. Era sicuramente un'allucinazione dovuta allo stress e alla stanchezza.
Il suo cuore prese a battere all'impazzata.

"Ziva" disse con la voce rotta dal pianto.

Lei lo guardò, avvicinandosi a lui e mettendogli una mano sul volto come aveva fatto pochi giorni prima nell'aranceto.

"Tu sei qui" disse lui piangendo.
"Si" rispose.
"Ora te lo chiedo io: Ziva, cosa ci fai tu qui?" domandò Tony.
"Non posso vivere senza di te. L'ho capito tipo un secondo dopo che sei salito sull'aereo. Così ho comprato anche io un biglietto e sono partita" disse sorridendo mentre cercava di asciugare le lacrime dell'uomo che amava.
"Con il Concord?" chiese Tony ancora incredulo.
"Si. È più veloce. Molto più veloce" rispose Ziva.

La fissò dritta negli occhi, le prese la testa con entrambe le mani e la baciò.
La baciò fino a toglierle il fiato. Ma questa volta era un bacio felice, un bacio di due persone che si amano e si ritrovano. Non uno di addio.

Si staccarono e tornarono a guardarsi.
Tony non riuscì più a resistere. L'abbracciò e la strinse senza alcuna intenzione di lasciarla andare.

"Ti prego dimmi che non mi lascerai ma più" la implorò lui mentre ancora piangeva.
Erano lacrime di gioia, ma non riusciva comunque a fermarsi.
"Shhh, non me ne andrò più. Te lo prometto. Non piangere o..." iniziò lei, con voce incerta, per rassicurarlo.

Ma non fece in tempo a finire la frase che iniziò a piangere anche lei.
"Scusa" gli disse tra le lacrime.
"Non volevo farti soffrire, sul serio. Sono tornata e questa volta per restare".

Tony la strinse più forte, prese un respiro profondo e disse "Che fai? Ora piangi anche tu? Guarda che qui si allaga l'appartamento".

Risero entrambi asciugandosi le lacrime.
"Forza, ora andiamo a dormire" le disse Tony prendendola per mano e portandola in camera.
Entrando in camera Ziva notò che qualcosa era diverso.
"Tony, hai comprato un letto matrimoniale?" gli chiese.
"Si, sentivo che presto sarebbe stato necessario" rispose mentre si mettevano sotto le coperte.

Poco prima di addormentarsi a Tony balzò in mente un pensiero legato a quello che il tassista gli aveva detto poco prima e non poté fare a meno di chiedere a Ziva chiarimenti.
"Hai preso il taxi per venire qui?" domandò.
"Si, mi ha portato qui Jeffry. Questo era il nome del tassista. Perché?" rispose.
"Nulla. Curiosità. Dormiamo ora" le disse dandole il bacio della buona notte.

Si fermò a pensare a quello che può succedere nella vita. Di come un attimo puoi essere triste e l'attimo dopo essere la persona che sta meglio al mondo. Guardò Ziva dormire serena tra le sue braccia. Avrebbe voluto fermare il tempo e rimanere sempre così.
Ripensò alla lista, 'I Will', che aveva iniziato in aereo e sulla quale non era stato in grado di scrivere nulla.

Ora sapeva cosa scriverci:
- Sarò un marito;
- Sarò un padre;
- Sarò quello che proteggerà e combatterà per la donna che ama;
- Sarò quello che l'abbraccerà e non la lascerà mai andare;
- E perché no, Sarò più gentile con i tassisti. A volte anche loro hanno ragione.

E Jeffry aveva ragione. Adesso sarebbe davvero andato tutto bene.







Angolo della Meggie disperata:

Bù!
Eccomi qui, disperata, a scrivere questa OS.
Si perché dire che sono delusa dall'episodio 11x02 è riduttivo. Ma la cosa che mi uccide di più è il fatto che non ci sarà più la nostra Ninja.
È una cosa che proprio non riesco ad accettare. Mi rifiuto.

Quindi ho deciso di provare a tirarmi su di morale da sola e ho scritto questa storia che cambia il finale dell'episodio.
LO CAMBIA E FA SUCCEDERE QUELLO CHE AVREI VOLUTO VEDERE.
L'idea del Concord mi è venuta ieri sera, parlando con una mia amica di viaggi in aereo. Sinceramente non so se da Tel Aviv partano voli di questo tipo. Ma non mi interessa! XD
Spero che anche a voi piaccia questo finale alternativo.
Diciamo che per me qualsiasi finale che avesse fatto tornare a casa Ziva sarebbe andato bene. Perché non può tornare a DC e stare con Tony off screen? Il colpo sarebbe stato meno duro. Almeno sapevamo che erano insieme.

Ora l'unica cosa che ci resta da fare è lottare e per dirla con le parole di Gibbs "cambiare le circostanze" in modo che Cote torni e con lei torni Ziva.
#BringBackCote e lunga vita a #CotesArmy.

Prima di lasciarvi voglio dedicare questa OS a tutti quelli che come me stanno soffrendo per ciò che è successo al nostro personaggio/telefilm preferito.
Vi sono vicina.

Ok, ora mi riprendo e torno a scrivere le mie Long e le mie OS TIVA felici e allegre. XD

Baci, Meggie.

  
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