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Autore: Fwooper    05/10/2013    1 recensioni
Oneshot con protagonista uno dei malandrini più sottovalutato: Remus Lupin.
Remus decide, durante il suo ultimo anno ad Hogwarts di dichiararsi alla donna che ha sempre amato, la strada è tutta in salita, ma credendo nei suoi sentimenti riuscirà a metter su la famiglia che ha sempre sognato.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Remus Lupin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Era mattina inoltrata e mi svegliai di soprassalto convinto che tutto ciò che avevo fosse un sogno, quindi mi voltai e vidi la mia bellissima moglie dormire affianco a me, lentamente mi avvicinai e l’abbracciai, poi gli sussurrai all’orecchio un dolce “ Ti amo ” e le diedi un leggero bacio dietro la nuca e assaporai intensamente il suo odore, amavo ogni centimetro di lei e ogni giorno ringraziavo il cielo per avermi donato un angelo.
Mi chiedevo sempre come potesse amare un uomo come me, ma ci riusciva ed io ne ero entusiasta.
Lentamente le passai una mano sul pancione sperando di sentire anche un piccolo movimento del bambino che di lì a pochi mesi sarebbe nato, ma purtroppo nulla, in compenso la mia bellissima moglie si svegliò e lentamente si voltò sorridendomi.
<< Buongiorno… >>
<< Giorno amore… >>
<< Mi guardavi di nuovo mentre dormivo? >>
<< A dire il vero mi sono appena svegliato mi stavo per alzare, quando mi sono reso conto di non dover andare a lavoro, quindi per mia fortuna posso passare un’intera giornata con te Sophie e Joseph… >>
Mi abbracciò poi si alzò, la guardavo contemplando la sua bellezza, era la mia ancora di salvezza, la mia oasi di felicità.
Dopo poco mi alzai anche io e andai nella cameretta dei nostri piccoli a controllarli, dormivano profondamente, così decisi di andare a preparagli una bella colazione babbana, come piaceva a loro.
Così mi misi all’opera, preparai pan cake, succo di arancia, bacon e uova. Poi salii di sopra a svegliarli.
Mi avvicinai a Sophie le posai un bacio sulla guancia, la piccola aprì subito gli occhi poi mi sorrise e si appese al collo.
<< Papà! È vero oggi non vai a lavoro stai qui con noi! >>
<< Si principessa e ci divertiremo un mondo! Adesso sveglia Joseph, ho preparato la colazione come piace a voi! >>
Scesi nuovamente al piano di sotto ed uscii in giardino, guardai il cielo che era coperto da grandi nuvoloni e mi resi conto che da lì a poco sarebbe venuto a piovere e che quindi non avremmo potuto giocare all’aperto.
Quando rientrai in casa mi stavano aspettando per mangiare tutti insieme, così servii tutti poi incominciammo a mangiare.
Stranamente il piccolo Joseph era imbronciato così lo guardai sospettoso.
<< Cosa c’è? >>
<< è brutto tempo e non possiamo uscire fuori a giocare! >>
<< Non preoccuparti troveremo qualcosa di bello da fare qui in casa… >>
Gli sorrisi rassicurandolo e, infatti, ricambiò il mio sorriso.
<< Adesso vado a lavarmi così la mamma lava anche voi e poi possiamo giocare… >>
Mi alzai e mi diressi verso il bagno.
Mi guardai allo specchio e vidi il riflesso di un nuovo Remus, ero felice per la prima vera volta nella mia vita e questo perché avevo al mio fianco l’unica donna che avevo amato e perché avevamo due splendidi figli e il terzo in arrivo. Ero impaurito per l’arrivo di Michael però non come per l’arrivo di Joseph. Era il mio primo figlio ed ero spaventato, avevo paura che potesse nascere licantropo e prendere dal mostro che lo aveva generato. Ma per fortuna non andò così e seppure fosse andata in quel modo l’avrei amato ugualmente, questa paura mi aveva accompagnato anche per la seconda gravidanza ma anche in quel caso era andato tutto bene e adesso non mi stava che aspettare per il terzo e sperare di essere fortunato ancora una volta.
Sapevo di essere un mostro e odiavo il fatto che per un paio di giorni al mese i miei figli soffrissero vedendomi venire a mancare ma purtroppo questo era il mio stato e non potevo farci nulla. Per fortuna avevo una moglie che mi sosteneva e che mi amava nonostante tutto.
Mi lavai velocemente poi lasciai il posto agli altri, così incominciai a pensare a ciò che avremmo potuto fare quel pomeriggio.
Quando tutti furono pronti non pioveva ancora quindi decidemmo di passare l’intera mattinata in giardino e facemmo anche un pik nik finchè non venne a piovere, a quel punto entrammo in casa.
<< Amore và a riposare ci penso io ai bambini… >>
<< Non preoccuparti non sono stanca, poi avevamo deciso di passare l’intera giornata insieme…
Allora piccoli che volete fare? >>
Joseph e Sophie si guardarono negli occhi e annuirono.
<< Vogliamo sentire di nuovo la vostra storia e come vi siete fidanzati! >>
Li guardai e risi.
<< Ma l’avrete sentita almeno un milione di volte >>
Così Sophie mi fece gli occhi dolci sapendo che non resistevo.
<< Ti prego… >>
<< E va bene… >>
Ci andammo a sedere sul divano, affianco a me c’era la mia bellissima moglie, mentre i nostri piccoli si sedettero sul tappeto persiano.
<< Partiamo dall’inizio? >>
Risposero in coro.
<< SI! >>
Guardai mia moglie negli occhi e le sorrisi.
<< Perfetto!
Nel corso degli anni a scuola avevo già adocchiato vostra madre, ma purtroppo lei non mi aveva notato, quindi cercavo di dimenticarla con lo studio e raramente uscendo con altre ragazze ma ciò non serviva a nulla, lei era sempre nella mia mente e benché piacesse ad un mio amico io non potevo fare a meno di pensarla e di amarla.
Immaginavo sempre di baciarla e di poterle dichiarare il mio amore ma pensavo che ciò non fosse possibile.
Ma l’ultimo anno a scuola fu quello decisivo.
Ogni giorno vedevo vostra madre camminare per i corridoi della scuola e salutarmi come un semplice amico ed ogni volta che era accompagnata da qualche altro ragazzo il mio cuore si frantumava in mille pezzi.
Non avevo proprio il coraggio di avvicinarmi, ma ormai erano sette anni che mi torturavo quindi mi resi conto che era il momento di agire, tanto non avevo nulla da perdere se mi avesse rifiutato avrei comunque cercato di rimanere in amicizia con lei.
Quindi un caldo giorno di maggio le diedi appuntamento in cortile, quando la incontrai era più bella del solito la salutai e in modo impacciato la diressi verso il lago nero, lì avevo preparato tutto, la condussi verso il salice i cui rami protendevano verso la superficie del lago e sui quali avevo attaccato mille cuori con su scritto i mille motivi per cui l’amavo. Sotto il salice avevo piantato i suoi fiori preferiti.
Arrivati rimase a bocca aperta e mi chiese il perché di tutto ciò così inspirai profondamente e mi dichiarai: “ Perché tu sei il motivo della mia felicità, ogni giorno ti vedo per i corridoi ed il cuore sembra esplodermi dal petto. È un’agonia vederti con altri ragazzi, dal primo giorno che ti ho visto mi sei piaciuta, ma non ho mai avuto il coraggio di avvicinarmi per ovvi motivi.
Avrei voluto urlarti prima il mio amore, ma sono stato un codardo e solo ora alla fine del settimo anno mi sono reso conto che dovevo dirtelo altrimenti mi sarei sempre chiesto come sarebbe stato tra di noi.
Se mi dirai di no ti capirò, credo che non riusciresti ad amare un mostro come me, però almeno ti ho detto ciò che provo e non passerò il resto della mia vita a chiedermi “ e se…” adesso sta a te decidere…”
Dissi tutto ciò senza prendere fiato e vostra madre rimase a bocca aperta e per mia fortuna decise di darmi un’opportunità, incominciammo ad uscire e dopo qualche mese anche vostra madre si innamorò di me.
Ciò provocò il disappunto dei miei migliori amici, ma per fortuna dopo un po’ gli passò e dopo due anni chiesi a vostra madre di sposarmi.
Il giorno del nostro matrimonio fu il più bello della nostra vita poi dopo un anno arrivò Joseph e dopo due anni la piccola Sophie. >>
Guardai mia moglie con sguardo innamorato e la baciai scaturendo i risolini dei nostri figli.
<< Mi ritengo l’uomo più fortunato del mondo… >>
I miei piccoli si alzarono e mi abbracciarono forte.
<< Siete i genitori migliori del mondo! >>
Li strinsi forte a me.
<< E voi i figli migliori. >>
Gli sorrisi.
<< Adesso andatevi a fare belli che tra poco vengono gli zii! >>
I piccoli corsero di sopra entusiasti.
Approfittai di quel momento, mi avvicinai a mia moglie e la baciai con passione.
<< Ti amo più della mia stessa vita e farei di tutto per te. Grazie di tutto, grazie perché mi sopporti e perché riesci ad amare un mostro… >>
<< Tu non sei un mostro ma l’amore della mia vita… >>
Ci baciammo ancora con passione poi si alzò.
<< Adesso devo preparare la cena così poi posso andare a prepararmi! >>
La lasciai in cucina e salii in camera da letto per andare a vestirmi, misi una giacca un pantalone e la cravatta.
Poi andai a controllare i bambini perché sentivo che urlavano.
<< Che succede?! >>
Sophie piangeva disperata.
<< Joseph mi ha rotto la bambola e dice che sono brutta con questo vestito! >>
Guardai il piccolo Joseph che rideva soddisfatto e rividi in lui gli stessi modi di fare di Sirius e risi al pensiero.
<< Joseph non si fa! Chiedi scusa a tua sorella!! >>
Così remissivo le chiese scusa.
<< Adesso vestitevi che tra poco arrivano! >>
Erano rare le volte in cui riuscivo ad essere severo con loro, ma bisognava essere duri ogni tanto.
Quando scesi al piano di sotto la cucina era vuota e dal bagno si sentiva il rumore della doccia, ero quasi tentato di raggiungerla, ma decisi di non farlo.
Mi sedetti in poltrona a leggere un libro mentre aspettavo i miei amici.
Dopo circa mezz’ora mi raggiunse mia moglie mentre i piccoli giocavano, si sedette sul bracciolo della poltrona limitandosi a guardarmi
<< Dimmi… >>
Mi sorrise.
<< Nulla guardo la cosa più bella della mia vita… >>
<< Tu mi hai insegnato cosa significhi amare e dedicarsi interamente ad una persona… >>
Dopo l’accarezzai la guancia con il palmo della mano e l’attirai a me per baciarla, poi bussarono alla porta.
Entusiasta mi alzai di scatto e con un sorriso a trentadue denti andai ad aprire la porta, trovai un James ed un Sirius eleganti così li guardai e risi, poi ci abbracciammo.
Li feci accomodare e quando mia moglie entrò in salone James le si avvicinò, purtroppo benché fossimo sposati a Sirius mia moglie non le stava ancora molto simpatica.
<< Sera Evans! Come state tu e il piccolo Michael? >>
Lily gli sorrise.
<< Bene grazie, tu quando convolerai a nozze? >>
Così dicendo guardammo tutti Alice e ridemmo.
Dopo poco i piccoli scesero rumorosamente in salone e si gettarono tra le braccia di James e Sirius.
Assistetti a quella scena e sorrisi ripensando a tutti gli alti e bassi che avevamo dovuto affrontare, alla mia lite con James e Sirius e alla nostra lontananza per mesi. Poi per fortuna si resero conto che amavo davvero Lily e che benché non fosse stato corretto ciò che avevo fatto era il meglio per tutti.
Mi avvicinai a James e gli sussurrai.
<< Grazie… >>
Lui mi guardò e mi sorrise poggiandomi una mano sulla spalla.
Raggiunsi Lily sul divano insieme ai nostri piccoli e incominciammo a conversare tranquillamente.
Assaporai quegli attimi cercando di imprimerli nella mia mente per poter conservare quell’immagine fino alla fine dei miei giorni, perché loro erano l’essenza della mia vita. 
  
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